La Sindone riprodotta in grandezza naturale: Garlaschelli la presenta al Convegno del CICAP

Ed ecco la sorpresa che ci eravamo tenuti in serbo per l’ultimo minuto. Luigi Garlaschelli, lavorando questi mesi in gran segreto nel suo laboratorio, è riuscito a ottenere una copia in grandezza naturale della Sindone di Torino.

Che cosa ha voluto dimostrare? Come per il sangue di S. Gennaro, Garlaschelli ha semplicemente dimostrato che quell’oggetto da molti considerato misterioso (almeno da coloro che non hanno accettato la datazione del 1989 con il Carbonio 14, che già lo fissava intorno al 1300) si poteva in realtà ottenere con strumenti disponibili all’epoca della sua comparsa.

Garlaschelli metterà in mostra il suo “lenzuolo” ad Abano Terme, nel Corso del Convegno del CICAP, e spiegherà passo dopo passo come è riuscito a ottenere il suo duplicato.

Intanto, quest’oggi il quotidiano La Repubblica dedica un’intera pagina all’evento (la 31).

Qui sotto trovate il comunicato stampa e le fotografie che mettono a confronto la Sindone di Torino con quella ottenuta da Garlaschelli.

= = COMUNICATO STAMPA = =

LA SINDONE RIPRODOTTA PER LA PRIMA VOLTA IN GRANDEZZA NATURALE

In occasione dell’XI Congresso del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), che si terrà ad Abano Terme il 9, 10 e 11 ottobre prossimi, il dott. Luigi Garlaschelli, chimico dell’Università di Pavia, terrà una relazione dal titolo “La Sindone si può riprodurre: ecco come”.

Garlaschelli presenterà la sua ricerca che gli ha consentito di ottenere per la prima volta una riproduzione della Sindone in grandezza naturale (4,40 x 1,10 metri).

«La Sindone di Torino è nota solo dal 1357 circa – spiega il chimico – e appena apparsa in Francia fu violentemente osteggiata dal locale vescovo locale, che la riteneva un falso. Un documento del 1389 indica anche che fu scoperto l’artista che l’aveva prodotta «in modo ingegnoso». Purtroppo, non viene fatto il nome dell’artista, né si dice quale fosse questo metodo. Secoli più tardi, nel 1988, la datazione col Carbonio 14 confermò che l’età della Sindone risaliva proprio attorno al 1300. Nonostante questo, molte persone ancora ritengono che essa sia il lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo dopo la crocifissione, e che l’immagine possegga caratteristiche inspiegabili e irriproducibili con mezzi umani».

Gli studi condotti nel 1978 dal gruppo di scienziati dello STURP (lo Shroud of Turin Research Project) permisero di stabilire le proprietà della tenue immagine. L’immagine, il cui negativo appare sorprendentemente realistico, è superficiale (limitata alle fibre più esterne del telo di lino), non contiene pigmenti, ed è dovuta a un ingiallimento delle fibre del tessuto. Inoltre, l’immagine non mostra fluorescenza alla luce UV e contiene, se elaborata col computer, sorprendenti informazioni tridimensionali impossibili da ottenere da un normale negativo fotografico.

«La mia ricerca – continua Garlaschelli – resa possibile anche dal contributo economico di alcuni enti, come l’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti), e di molti privati – aveva l’obiettivo di verificare se un artista avrebbe potuto ottenerla con metodi disponibili anche nel 1300. Il risultato ottenuto indica chiaramente che tale risultato si poteva raggiungere con l’uso di materiali poco costosi e seguendo una procedura piuttosto semplice».

Luigi Garlaschelli anticiperà la sua relazione (mostrando il telo riprodotto e spiegando in dettaglio la tecnica usata per realizzarlo) per i giornalisti durante una conferenza stampa prevista per sabato 10 ottobre, alle ore 9,30, presso la Sala Stampa del Teatro “Pietro d’Abano” ad Abano Terme, sede del Convegno del CICAP.

Si pregano i giornalisti interessati di confermare la propria presenza scrivendo a: ufficio stampa@cicap.org o telefonando allo 049-686870.

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133 risposte

  1. @Renzo:
    Chi ha fede dovrebbe conoscere almeno la Bibbia , da cui trae origine questa fede. Il testo sacro ribadisce che Gesù è stato avvolto in varie bende, o pannilli come scritto in alcune versioni, come usanza dell’epoca ( Giovanni 19:40 ) e un sudario avvolgeva il capo. Quando gli apostoli sono entrati nel sepolcro hanno trovato i panni sparsi nella stanza. ( Giovanni 20:3 ) .
    Quindi, da dove è uscito quest’unico lenzuolo che ha avvolto Gesù? A me sembra sia la stessa Bibbia a dimostrare l’inattendibilità della Sindone, non la scienza.

    1. Concordo in pieno con il commento breve, ma lucidissimo e semplice, in contrasto con la spaventosa montagna sindonologica (!?) di credenze e di scienza, o pseudoscienza.. “e lo avvolsero con TELI, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura.” (Giovanni, 19:40), e poi; “Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.” (Giovanni, 20:5 – 20:6 – 20:7). Quindi: TELI, più UN SUDARIO sul capo, non UN SOLO lenzuolo tipo Sindone su tutto il corpo. O sbagliano le Scritture, o sbagliano i cosiddetti credenti a credere nelle fantasie dei mistificatori. La Scienza è fuori, la Sindone NON è in accordo con il Vangelo. Il sudario sul capo la esclude esplicitamente.

  2. E non solo , ha camminato sui carboni ardenti. si e’ piantato un chiodo nelle narici, ha mangiato lampadine , riesce ha liquefare sostanze da solide a liquide , ed infine , ha vinto il premio da un milione di dollari di James Randi. No mi sbaglio, quello non l’ha vinto. Ma CHISSA’ , anche Garlaschelli con la FEDE…… un giorno….. ce la fara’?.

  3. una domanda: il dott. Garlaschelli ha inserito nella sua copia anche i pollini di piante esistenti in Palestina nel 1° secolo D.C. come nell’originale?
    Per chi ha Fede non c’è bisogno dei miracoli per credere.
    A chi non ha fede anche le prove più schiaccianti non basteranno mai

  4. Baciare questo lenzuolo come una reliquia? Non Ti preoccupare Sara: quando viene esposta al pubblico, dopo un’ ora di fila, non puoi arrivarci a meno di tre metri di distanza ed è protetta da un bel vetro blindato. Ti parlo per esperienza personale, (l’ ultima del Maggio 2010) non per sentito dire. Piuttosto, Tu, cerca di vedere le cose coi Tuoi occhi, anche se ti costa tempo e denaro.

  5. Attraverso la scienza si è scoperto che questa figura è del 1300 e raffigurarla con gli stessi metodi usati all’epoca è una conferma, quindi perchè illudere le persone che rappresenta Gesù?
    I quadri o le sculture come questa effige rappresentano come gli scultori o i pittori vedono la sofferenza di chi ha patito ma non quella di Gesù, potrebbe essere stata anche quella di un modello che doveva rappresentare un uomo sofferente, visto che la storia di Gesù è stata manipolata, non mi sembra giusto baciare questo lenzuolo come una reliquia, come fanno adesso.

  6. La Chiesa stessa non ha mai posto alcun sigillo di “autenticità” sulla Sacra Sindone, ma l’ha sempre considerata – allo stato – un simbolo, una effigie della sofferenza di Gesù Cristo. Giovanni Paolo II disse addirittura che la Chiesa non ha alcuna competenza per quanto riguarda le prove scientifiche sulla Sindone, che pertanto vannno lasciate alla Scienza. In ogni caso, quand’anche fosse davvero il Sudario che avvolse il corpo di Gesù, rimarrebbe un oggetto, e un oggetto non si adora.Sul tema, recentemente, “I misteri del Vaticano” di Bernard Lecompte

  7. “Quando la volpe non arriva all’uva dice che è acerba.”
    La pseudo riproduzione della S. Sindone da parte del prof. Garlaschelli è per me una delle trovate più meschine a cui ho potuto assistere in questi ultimi anni come denigrazione della S. Sindone. Egli, pur di accontentare gli atei e con ciò persuaderli, si è inventato questo artifizio artigianale che solo lui e gli altri se lo cantano e se lo suonano.
    Un vero uomo di scienza – e questa è sempre una mia opinione personale – non può proporre all’opinione pubblica una semplice raffigurazione della S. Sindone così come poteva essere concepita nel medioevo, ma deve invece cercare di riprodurla così com’è, con le stesse fattezze, ovverosia di una non pittura che ha solo nelle fibrille più superficiali di ogni filo del lino una degradazione che determina la tonalità della figura: per quanto sia in micrometri microscopica la cosa, l’immagine sindonica la si può vedere solo da una distanza che supera il metro e mezzo e anche più.
    E’ stato dimostrato, e questo sì dalla vera scienza la quale non conosce contraddittorio, che la degradazione delle fibrille più superficiali dei fili del lino sia stata prodotta da un processo chimico di deidratazione e di ossidazione della cellulosa. Come ricercatore, io tuttavia aggiungerei anche dei glucidi presenti nel sangue (sangue che aveva sfigurato la faccia di Gesù e che si era impressionato misteriosamente per proiezione a formare l’immagine “ecco perché la figura non si presenta allargata”) trasformati in biopolimeri “polisaccaridi”.
    La vera scienza è ferrea e come ho già accennato non prevede contraddittorio per gli esiti scientifici. E pertanto il Cicap, se è veramente un organo scientifico, non può dare credito alla datazione dell’esame al carbonio 14 che è stato eseguito per la S. Sindone, perché questo metodo ha fornito diversi esiti errati circa altri reperti antichi.
    Un cordiale saluto
    Antonio

  8. @Elisabetta

    Non mi sono spiegato bene. Avvolto significa che l’ipotetica figura che si imprimerebbe non sarebbe lineare, ma srotolata lungo il lenzuolo, pensa a come venivano avvolte le mummie, ad esempio, mentre la figura della salma, se di salma si tratta, non è “avvolta”, ma semplicemente adagiata sul lenzuolo.

    Ma a parte questo, la mia domanda è differente: esistono documentazioni che indicano che la composizione della salma in quel periodo e in quel luogo fosse identica alla posizione della presunta figura di Gesù? Se così fosse, sarebbe una prova non da poco. Se così non fosse, sarebbe una prova molto forte a sfavore dell’autenticità.

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