Mostri marini, streghe e cospirazioni: dalla Svezia all’Estonia

Un aggiornamento sul mio viaggio, mentre tra un volo e l’altro riesco a collegarmi a una rete wireless. E’ andato molto bene il giro in Svezia, le conferenze nelle Università di Gotheborg, Stoccolma e Uppsala sono state sempre piene, con gente molto interessata e partecipativa.

Con Per Schillander, Martin Rundkvist, Dan Larhammar e gli altri amici svedesi ho avuto modo di approfondire alcune delle leggende e dei miti locali, dall’improbabile mostro marino del lago Storsjon (un’antica leggenda, a cui però oggi nessuno crede più) alla celebre (in Svezia) medium Saida Andersson, specializzata nel ritrovamento di oggetti perduti (“Provi a cercare dove ancora non ha guardato…”).

Ma si è parlato anche dei personaggi del mistero che hanno ricevuto fama in tutto il mondo dal mistico Emanuel Swedenborg, su cui avevo scritto già nel mio primo libro, a Friedrich Jurgenson, lo “scopritore” della psicofonia.

Interessante, poi, scoprire che ogni paese che sto visitando ha le sue teorie della cospirazione. In Olanda, ce n’è una recentissima e riguarda l’attentato subito dalla famiglia reale olandese il 30 aprile scorso: c’è già chi ha messo in giro la voce che si sarebbe trattato di una cospirazione, voluta dai reali stessi per farsi benvolere e raddrizzare un’immagine da tempo appanata (!).

In Svezia, le teorie della cospirazione ancora abbondano sull’assassinio nel 1986 dell’allora premier Olof Palme. Le persone con cui ho parlato mi dicono che lo squilibrato condannato (e poi prosciolto) per l’assassinio secondo loro è il vero assassino. Aveva manifestato più volte in pubblico l’intenzione di uccidere Palme, girava sempre armato e frequentava proprio nel quartiere che quella sera Palme aveva deciso di visitare (senza scorta, come sempre faceva) per andare al cinema con la moglie. Si sarebbe trattato di un fatale e sfortunato incontro tra i due, un assassinio estemporaneo. Tuttavia, tanti ancora ritengono che il vero killer non sia mai stato catturato.

E, ora che sono a Tallinn, in Estonia, mi raccontano del tragico naufragio del traghetto “Estonia”, affondato al largo, nel Mare del nord, e dove morirono 852 persone. C’è chi vuole vedere nel naufragio un complotto orchestrato da “forze superiori” per nascondere qualcosa che era sul traghetto o eliminare qualcuno che sapeva troppo.

Per il resto, Martin Vallik mi racconta che in Estonia sono ancora molto vive le tradizioni relative a streghe e guaritori: ma qui le streghe (witches) hanno una reputazione buona, non sono viste come le creature malvagie delle favole; sono piuttosto come le nostre maghe (o nonne) di campagna di una volta, donne in genere anziane, capaci di mescolare erbe, “segnare” le malattie e fare in genere del bene. Domani, sulla strada per Tartu, è prevista una visita al “pozzo delle streghe”, dove in certi periodi dell’anno l’acqua ribolle “in maniera misteriosa” (vi saprò dire di più a breve).

Infine, una nota curiosa. Per qualche motivo, la mia visita qui ha attirato l’attenzione dei media. Questa mattina sono stato intervistato nella piazza principale dell’antica città da una TV estone e questa sera la notizia è passata nel TG in prima serata. La notizia è stata subito ripresa da vari giornali, compresi i tabloid (!) dove, esagerando non poco, mi presentano (vedi lo “strillo in apertura”) come “l’investigatore di misteri famoso nel mondo” (neanche fossi Randi!). Per chi vuole vedere l’intervista, prima che venga tolta, il link è questo.

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0 risposte

  1. About Swedes I’d add one story.

    There was a time, when people started to see Russian (Soviet) submarines in their seas. Actually there was at least one sub which ran on the rocks and needed some assistance, but many other times there was none, but Swedish military sub-hunters managed to turn up a lot of seabed with their antisubmarine bombs.

    I saw it as a kid in Finnish TV 🙂

  2. Adesso mi spiego il perchè nella valigia del bravo investigatore di misteri di Garlaschelli ci fossero i grimaldelli….eh eh eh

  3. Cosa avete capito, ragazzi? E’ chiaro che l’avevo chiesto il cucchiaino 🙂 La deformazione professionale è quella di chiedere in prestito cucchiaini ovunque vado…

  4. ‘Deformazione professionale? A Napoli quelli che si mettono i cucchiaini dell’hotel in tasca li chiamiamo mariuoli!’

    Si’ ma a Neapoli mica li piegano i cucchiaini!!:))

  5. Deformazione professionale? A Napoli quelli che si mettono i cucchiaini dell’hotel in tasca li chiamiamo mariuoli! 😛

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