Ritrovata una testa di cavallo al Colosseo

Anche il monumento più famoso del mondo può nascondere ancora sorprese.

Il Colosseo - Foto: Massimo Polidoro

I resti della testa di un cavallo di epoca medievale sono stati infatti ritrovati, pochi giorni fa, al Colosseo.

L’annuncio è stato dato dal soprintendente ai Beni archeologici di Roma, Francesco Prosperetti, incontrando i giornalisti all’esterno dell’Anfiteatri Flavio.

«Proprio oggi nel corso di un cantiere per la pulizia delle aree circostanti i gradini del basamento del Colosseo – ha detto -, da uno scavo in superficie è stato scoperto il cranio di un cavallo di epoca medievale.

«Una testimonianza, se ce ne fosse bisogno, che la piazza del Colosseo è un luogo tutto da indagare dal punto di vista archeologico».

I resti della testa di cavallo trovati nell'area di passaggio esterna al Colosseo.
I resti della testa di cavallo trovati nell’area di passaggio esterna al Colosseo.

Secondo i tecnici della Soprintendenza i resti risalirebbero all’epoca medievale, «tra il XII e il XIII secolo, come ha confermato l’archeozoologo a una prima analisi visiva dei reperti».

In quell’epoca il Colosseo aveva terminato di essere utilizzato come arena per i giochi gladiatori o per le cacce e, addirittura, il suo uso originale era ormai sconosciuto ai più. Al punto che in molti lo credevano un tempio pagano, che una volta doveva essere stato coperto da una cupola di bronzo.

Non è comunque la prima volta che resti di animali vengono rinvenuti nell’area dell’Anfiteatro Flavio. Molti sono esposti in mostra permanente al primo livello dell’edificio.

Nel mio libro ho raccolto tantissime storie e aneddoti sorprendenti sui 2000 anni del Colosseo.
Nel mio libro ho raccolto tantissime storie e aneddoti sorprendenti sui 2000 anni del Colosseo.

Nel mio L’avventura del Colosseo, per esempio, racconto un episodio sorprendente che si verificò nel 1875, quando per la prima volta si conducono scavi nei sotterranei dell’Anfiteatro.

Si riportano alla luce, nelle fogne, strati di migliaia di ossa di animali che presentano profondi segni causati da colpi violenti, tagli e denti affilati. Si riconoscono ossa appartenute a leoni, pantere, tigri e altre bestie feroci e a giraffe, cavalli, cani, buoi e poi pecore, capre, maiali, caprioli e asini, che rappresentavano i pasti delle belve, come si capisce dai segni lasciati dalle dentature ferine.

Ma la cosa singolare è una nota in cui si riferisce che «in un locale dentro l’Anfiteatro Flavio esistono molte ossa umane e di animali che oltre a renderlo ingombro emanano un fetore ben forte».

Dopo mille e trecento anni (l’ultima caccia risaliva al 523 d.C.), questi resti conservavano ancora un odore!

Chissà quali altre sorprese nasconde ancora il Colosseo…

LEGGI “L’AVVENTURA DEL COLOSSEO”


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. L’avventura del Colosseo è il suo nuovo libro, e tra gli altri Rivelazioni, Il tesoro di Leonardo e i thriller Il passato è una bestia feroce Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivi qui.


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Una risposta

  1. Ciao Massimo, è un grande monumento il Colosseo, se potesse parlare, chissà quante altre storie avrebbe da raccontarci, oltre quelle che sono già state raccontate.

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