Sherlock Holmes esiste!

 


"Sherlock Holmes era un personaggio creato da Sir Arthur Conan Doyle". Quante volte il povero sherlockiano ha dovuto sentirsi ripetere questa incredibile bugia? Chiunque conosca sufficientemente il "Canone" e abbia mai avuto modo di leggere una biografia di Conan Doyle non può logicamente credere a questa menzogna. Tutti sanno che fu il buon Dr. John H. Watson a scrivere quelle sessanta memorabili avventure basate sulle reali imprese del suo amico e collega Sherlock Holmes. Doyle era probabilmente l'agente letterario di Watson.
Altri si sono assunti il compito di dimostrare la veridicità di queste affermazioni. Per quanto mi riguarda, esiste una prova assolutamente cruciale per capire che una persona come Conan Doyle non avrebbe mai potuto (o voluto) dare vita a una creatura come Sherlock Holmes.
Doyle, com'è noto, era medico, scrisse romanzi e saggi storici, si interessò di sport, fu nominato baronetto ma, soprattutto, era uno spiritista. E non uno spiritista qualsiasi ma, come fu definito all'epoca, il "San Paolo dello spiritismo"! Per anni girò il mondo più volte con le sue conferenze spiritiche, scrisse e pubblicò a sue spese libri, articoli e pamphlets sullo spiritismo, aprì una fallimentare libreria spiritista a Londra e spese in totale qualcosa come 250 mila sterline dell'epoca per finanziare il movimento spiritico...
Sherlock Holmes, dal canto suo, era uno scettico convinto. Ecco cosa diceva quando qualcuno gli chiedeva un parere su fantasmi e vampiri: «Possiamo noi credere a queste cose? La nostra agenzia poggia su basi del tutto realistiche, e così sarà sempre. Abbiamo già abbastanza da fare con la nostra realtà senza che a questo aggiungiamo anche i problemi riguardanti i fantasmi».
Ebbene, poteva un uomo come Doyle, così devotamente rivolto a una causa che non ammetteva spazio alla razionalità, essere il creatore di quello che fu definito nientemeno che il "genio della razionalità"? Non credo serva aggiungere altro.
Mi sono dilungato su questo punto perché la leggenda del "Doyle creatore di Holmes" è probabilmente la più clamorosa che riguarda il famoso detective, ma errori e distorsioni caratterizzano anche altri aspetti dell'affascinante vita del famoso detective.
Avete presente la classica immagine di Holmes, che indossa il "Deerstalker" - il cappellino da cacciatore - e, mentre fuma la pipa "Calabash", spiega, con sufficienza, al suo ingenuo e pasticcione amico la soluzione di un caso esordendo con il consueto: "Elementare, Watson"? Ebbene, non è vero niente! O quasi...
Solo in un'avventura Watson parla di un "berretto di stoffa aderente", ma niente Deerstalker. Da nessuna parte, invece, si trova traccia della pipa "Calabash" o della frase "Elementare, Watson": falsi storici inventati da Hollywood. Sherlock Holmes, infine, non era poi così misantropo né Watson così ingenuo come spesso vengono descritti con troppa superficialità.
Detto questo, chi come me nutre una vera e propria passione per Sherlock Holmes, vuole sapere tutto e di più, ma non vuole farsi prendere in giro da facili leggende, non può che accogliere con un sonoro "finalmente!" l'arrivo di questo libro.
Solito e Guerra hanno fatto un lavoro eccellente nel raccogliere, selezionare e spiegare al lettore tutto quanto c'è da sapere sul più grande dei detective. Holmes ha mai usato l'automobile? E il telefono? Quante sono le avventure rimaste sconosciute? Dove fu ferito esattamente Watson: alla spalla o alla gamba? Quali erano i cibi preferiti dei due amici? E che musica ascoltavano? Holmes venne mai in Italia? Fu mai innamorato? Dove sparì dopo la sua finta morte? E quante furono veramente le mogli di Watson?... Decine e decine di domande che finalmente trovano una risposta chiara ed esauriente.
Quindi, scegliete un pomeriggio grigio e piovoso, una poltrona comoda, se possibile vicina a un caminetto scoppiettante, e immergetevi nel mondo affascinante, divertente e, tutto sommato, rassicurante di quella grande persona, prima che detective, che fu Sherlock Holmes. Ah! E non dimenticate di rivolgere un pensiero di gratitudine al caro Watson che ci ha resi partecipi delle sue avventure a fianco di un genio.

Massimo Polidoro

 

(Introduzione a: Stefano Guerra ed Enrico Solito, I diciassette scalini. Enciclopedia di Sherlock Holmes, Edizioni il Torchio, 1998)