L’arte del racconto: Stephen King e le sue perizie acrobatiche

Stephen King è un autore generoso. Non solo prolifico, in grado cioè di proporre in media due, se non addirittura tre romanzi l’anno, ma realmente prodigo di doni con i suoi Fedeli Lettori.

Stephen King - Bazar dei brutti sogni

E Il bazar dei brutti sogni, il nuovo libro appena uscito per Sperling & Kupfer, è un esempio perfetto di questa generosità.

20 racconti nella raccolta di Stephen King per Speling & Kupfer.
20 racconti nella raccolta di Stephen King per Sperling & Kupfer.

Si tratta di una raccolta di 20 racconti (di cui ben 16 inediti in Italia), perché non solo King ogni anno scrive due o tre libri ma si concede anche il lusso di pubblicare una manciata di racconti. E non si tratta certo di “scarti” o storielle scritte per riempire qualche pagina o fare contento un amico che gli chiede un contributo per una rivista o un libro.

Impresa non da poco, considerata la difficoltà, forse contro-intuitiva, che scrivere un racconto richiede rispetto alla stesura di un romanzo.

«I racconti richiedono una specie di perizia acrobatica che comporta tanta noiosa pratica» spiega King nell’introduzione. «Una lettura scorrevole è frutto di un duro impegno dell’autore, spiegano alcuni insegnanti, ed è la verità. Errori trascurabili in un romanzo diventano lampanti in storie più corte. Una condotta ferrea è essenziale. Lo scrittore non deve allontanarsi dalla strada maestra, frenando l’impulso di seguire divagazioni allettanti. Non percepisco mai i limiti del mio talento in modo così evidente come quando lavoro a un racconto».

Limiti che, comunque, non si notano nella lettura dei racconti del Bazar. Certo, forse qualcuno è meno d’impatto rispetto ad altri, ma tutti quanti sono di buon livello (in qualche caso anche piuttosto alto) e alcune di queste storie sono uscite a suo tempo come piccoli ebook a sé stanti.

Come “Miglio 81”, per esempio, una storia che è “classico” King. Un’automobile in una stazione di servizio abbandonata, su un ramo di autostrada ormai chiuso, è in realtà un mostro divora persone. Echi di Christine, la macchina infernale

Ma perché un autore che con ogni suo romanzo raggiunge la vetta delle classifiche e vende milioni di copie, ancora dedica tempo e impegno alla scrittura dei racconti?

«Rimarresti sorpreso, o almeno credo, da quanti mi chiedono perché continui a scrivere racconti» risponde lo stesso King. «Il motivo è abbastanza semplice: lo faccio perché mi diverte e sono un intrattenitore nato».

E i racconti di Bazar, alcuni dei quali valgono da soli il prezzo di copertina, lo dimostrano.

“Aldilà”, per esempio, propone una risposta a una domanda che tutti, prima o poi, si pongono: che cosa farei se potessi correggere gli errori del passato? Ma il protagonista, che continua a rivivere la stessa vita, ogni volta ripete gli stessi errori…

Ne “La duna”, un anziano giudice conosce i nomi delle persone morte in bizzarri incidenti perché li legge scritti sulla sabbia di un’isola deserta scoperta da ragazzo.

“Ur”, un racconto scritto da King in occasione dell’uscita di un nuovo lettore Kindle, parla di un e-reader capace di attingere libri e giornali da un universo parallelo.

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Ma, oltre ai racconti stessi, quello che ha di bello una raccolta come Il bazar dei brutti sogni sono i commenti che precedono ogni racconto. Commenti che spesso aiutano a capire l’origine di certe storie, i loro legami nascosti o le fonti di ispirazione.

King, per esempio, non si vergogna di rivelare come certe sue storie, il loro stile a volte, risentano delle letture che sta facendo in un determinato momento. Succede così a tutti, ma tanti scrittori di talento inferiore al suo spesso preferiscono nasconderlo.

Scopriamo così che Le notti di Salem, per esempio, fu partorito sotto l’influenza delle poesie di James Dickey, mentre Rose Madder sembra un’opera di Cormac McCarthy, perché mentre lo scriveva King stava «divorando» tutto quello che riusciva a procurarsi di quell’autore.

Tra i racconti del Bazar, ce n’è uno, “Premium Harmony”, che arriva dopo un’immersione nel lavoro di Raymond Carver, considerato da molti il “re” del racconto breve. Naturalmente, nonostante questo tipo di influenze, la voce di King si fa sentire eccome. «Come molti rinomati scrittori», spiega infatti il vecchio zio Stephen, «Carver manca praticamente di senso dell’umorismo. Invece io vedo il lato comico di qualsiasi situazione. Qui si tratta di humor nero, spesso il tipo migliore, almeno secondo me. Perché, datemi retta, di fronte alla morte si può soltanto ridere».

A volte, sono gli strumenti dello scrittore quelli che King ama svelare. Introducendo “Una rissa per Batman e Robin”, per esempio, King racconta la sua teoria della tazza e del manico.

«Ogni tanto» scrive «i racconti arrivano completi, fatti e finiti. In genere si presentano in due parti: prima la tazza, poi il manico. Considerando che il manico può non saltare fuori per settimane, mesi o persino anni, ho una scatola in un angolino del cervello piena di tazze inservibili, protette nello speciale materiale da imballaggio che chiamiamo memoria.

«È impossibile mettersi alla ricerca di un manico, per quanto la tazza sia bella: bisogna aspettare che compaia da solo. Mi rendo conto che è un mezzo schifo di metafora, ma anche la maggior parte delle altre non valgono molto, quando parliamo del processo noto con il nome di scrittura creativa. Ancora non so bene come funzioni, nonostante produca narrativa da una vita. Potrei dire lo stesso del mio fegato, ma finché continua a svolgere il suo compito, mi reputo soddisfatto».

Perle di saggezza, trucchi del mestiere, ricordi, segreti… questo e molto altro è possibile trovare in un volume di racconti di Stephen King oltre ai racconti stessi.

Ma quanto è generoso quest’uomo?

Fatevi un piacere e leggete Il bazar dei brutti sogni (Sperling & Kupfer, pp. 504, €19,90. A cura di Loredana Lipperini. Traduzioni di: Giovanni Arduino, Chiara Brovelli, Alfredo Colitto e Christian Pastore). E poi ditemi che cosa ne pensate…

LEGGI “IL BAZAR DEI BRUTTI SOGNI”


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie: il secondo si intitola Non guardare nell’abisso e arriva il 21 giugno 2016. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.


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2 risposte

  1. Ho sempre considerato Stephen King uno dei miei maestri di lettura e fin da piccola divoro i suoi libri. Ritengo che egli riesca a dare il meglio di sè nei racconti brevi anche perché nei romanzi alcune volte il finale mi ha lasciato un po’ perplessa. Ho finito di leggere da poco “ Il bazar dei brutti sogni” e quello che mi sorprende è che con le brevi introduzioni ai racconti riesce a ricreare una sorta di biografia quotidiana fatta da tanti piccoli frammenti di vita che magari nel nostro frenetismo trascuriamo ma che agli occhi di un genio come lui non passano di certo inosservati. Sono quei dettagli che riesce ogni volta a trasformare in un piccolo capolavoro, piccoli elementi come l’essere stato investito da un auto, una donna sull’autobus che ritorna a casa o l’esilarante aneddoto della signora che dice a Stephen King nel supermercato di odiare i suoi racconti e di preferire libri dello spessore de “Le ali della libertà”, ignara che egli ne fosse l’autore.
    Profonde anche le sue riflessioni sulla vita, sul dibattito kindle -libro cartaceo, sull’ammirazione nei confronti dei sacrifici della madre pur di permettergli di proseguire gli studi, sul desiderio e sull’invito di riappropriarsi dei momenti della vita che si è vissuti “come immersi nella nebbia” a causa di ansie e nervosismi e sul non mentire riguardo al suo timore nei confronti della morte.
    Alcuni sembrano banali e privi di dinamicità ma è lo stesso King ad avvertirci riguardo al loro spessore “Occhio alla lama fedele lettore perché è pur sempre una storia di Stephen King” e dunque del tutto azzeccata la citazione a inizio libro tratta da “Stiff upper lip” degli AC\DC 🙂
    Il messaggio chiave l’ho trovato comunque nell’incipit del racconto “L’aldilà” e, per quanto io sia razionale, sono pienamente d’accordo con le sue parole “La narrativa fantastica è un genere ancora così vitale e necessario, perché ci permette di affrontare determinati argomenti in modo che a quella realistica è precluso”.
    I miei preferiti sono stati “Il ragazzo cattivo”(che personalmente avrei voluto prendere a schiaffi io stessa) e “Io seppellisco i vivi”(perché non avrei mai voluto avere l’abilità del protagonista). E a lei signor Polidoro?

    1. Grazie per le tue belle considerazioni, Maria Pia (qui ci diamo tutti del tu, ok?). Sono contento che tu sia riuscita a cogliere la bravura di King in tutte le storie, anche in quelle che sembrano meno riuscite. Purtroppo, mi è capitato di leggere sul web commenti piuttosto superficiali, ad alcuni racconti, da parte di persone che non hanno capito che cosa avevano per le mani. Personalmente, quando ho la fortuna di ritrovarmi con un gioiellino come il “Bazar” vorrei non finisse mai e così cerco di centellinare le storie e farle durare il più a lungo possibile. Al momento, tra quelle che ho letto, spizzicando qui e là, mi è piaciuta molto “La duna”, per il colpo di scena che non ti aspetti. Ma anche “Miglio 81” mi aveva soddisfatto già quando lo avevo letto in ebook a suo tempo. Quando le finirò tutte ti farò sapere la preferita in assoluto…

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