Diventare prestigiatori? Ecco i segreti…

Come si diventa prestigiatori? Che qualità servono e quali sviluppa questo hobby? Che consigli si possono dare a chi sogna di avvicinarsi alla magia?

Bill Bixby nel ruolo di "The Magician", celebre prestigiatore-detective di una serie TV anni '70.

E per fare il salto al professionismo? Qual è la situazione della magia in Italia? A queste e ad altre domande rispondo nelle righe che seguono.

Come si diventa prestigiatori? Me lo hanno chiesto alcuni lettori della mia newsletter, tra cui Luca da Caserta, Giuliana di Ferrara e Sandro di Casale Monferrato.

Tempo fa me lo aveva chiesto anche Lucia Ingrosso, per il mensile Millionaire. Per semplicità e completezza, vi ripropongo quell’intervista completa:

Perché ti sei avvicinato al mondo dell’illusionismo? Dal saggio al romanzo, in che modo te ne sei occupato? Qual è il fascino di questa attività?

Da che mi ricordi la magia ha sempre esercitato un enorme fascino su di me. L’idea di poter compiere l’impossibile e, ancora di più, l’idea che dietro quello che sembra un miracolo c’è in realtà un trucco, a volte anche banale, ma che può trasformarsi in un prodigio grazie all’abilità del mago era qualcosa di straordinariamente eccitante per me.

Uno dei miei primi ricordi è quello di me, sui 4 anni, seduto davanti alla TV dei nonni, mentre fuori nevica, che incantato guardo per la prima volta alla TV “Il grande Houdini” con Tony Curtis. Quel film mi colpì così tanto che sognai un giorno di diventare come Houdini. In un certo senso posso dire che quel sogno si è avverato.

Ho coltivato da subito la passione dei giochi di prestigio, poi col tempo ho anche cominciato a esibirmi e infine ho avuto la fortuna di studiare per un anno negli Stati Uniti con un grande illusionista, James Randi, vero erede di Houdini. Con lui però ho scoperto che il mio futuro non sarebbe stato tanto sui palcoscenici a incantare le platee, quanto piuttosto a indagare presunti misteri, usando anche le conoscenze del prestigiatore per smascherare eventuali trucchi.

Poi, la scrittura è diventata il mio mestiere e anche nei miei libri spesso mi sono occupato di illusionismo. Tra l’altro ho scritto due libri su Houdini e il romanzo cui accennavi, Il profeta del Reich, è dedicato proprio alla storia vera di un mago che scala i gradini del successo nella Germania del Terzo Reich fino a bruciarsi per avere scoperto con i suoi trucchi qualcosa che non doveva. Anche nella mia serie per ragazzi, La squadra dell’impossibile, è presente un misterioso prestigiatore cieco, Max Keller


Che qualità servono per fare l’illusionista per hobby?

Credo sia necessaria più che altro una grande passione e tanta pazienza. Se pensiamo che nella storia della magia ha lasciato un segno importante, nel ‘600, un uomo come Matthew Buchinger, nato senza braccia e senza gambe, si può capire come ogni difficoltà sia superabile se c’è la passione.


Che qualità sviluppa poi questo hobby?

La pazienza senz’altro, perchè per eseguire in maniera convincente un gioco occorre provarlo e riprovarlo tante volte, davanti a uno specchio magari. Si possono trascorrere ore intere a provare una manipolazione di carte o di monete in modo che un movimento “falso” appaia il più naturale possibile. Si impara ad avere una mente pronta e sveglia, perchè a volte se qualcosa va storto durante un numero bisogna inventarsi su due piedi una via d’uscita senza che il pubblico si accorga che qualcosa è andato storto.  E poi in genere aiuta a sviluppare un buon senso critico, perchè ci si rende conto di come sia facilissimo ingannare il prossimo con l’uso delle parole e dell’atteggiamento giusti.


Che consigli daresti a chi vuole cominciare?

Sul web ormai si trova di tutto. Anche troppo. Quando si ha troppo e della qualità più disparata a disposizione, però, diventa difficile capire che cosa sia di valore e cosa no. Il mio consiglio è di partire da qualche libro classico, come Il trucco c’è ma non si vede di Carlo Rossetti, il Corso completo di Magia di Joshua Jay, il Trattato di magia di Silvan, Il trucco c’è, che ho curato per il CICAP insieme a Mariano Tomatis (del quale vale la pena leggere anche L’arte di stupire e Te lo leggo nella mente). Per chi riesce a trovarla è ottima anche Stupire, l’enciclopedia in due volumi di Carlo Faggi, ma di suo si trovano anche i Quaderni magici. Per chi vuole trovare facilmente libri e i primi oggetti utili (carte da gioco, tappetini, palline di spugna, ecc…) un buon punto di partenza è “l’angolo magico” nel sito del CICAP. Il CICAP tra l’altro pubblica anche Magia, l’unica rivista in italiano dedicata agli aspetti storici, scientifici e psicologici dell’illusionismo, oltre che all’approfondimento di specifici trucchi. Chi poi vuole frequentare altri prestigiatori, seguire corsi e approfondire in altro modo, esistono in varie regioni d’Italia ottimi club magici, come a Torino, dove si trova lo storico Circolo amici della magia, a Milano, dove risiede il CLAM. E poi esiste a livello nazionale anche il Club magico italiano con sedi in tutte le regioni.


In che modo, poi, si può fare il salto di qualità e diventare illusionista di mestiere?

Non è facile, specie in Italia. La figura del mago, se nei paesi anglosassoni gode ancora di grande stima e ammirazione (sono soprattutto magici i grandi show di Las Vegas e molte serie TV dedicate alla magia toccano altissimi ascolti), da noi è spesso ancora vista come una variante del comico o del ciarlatano. Tanto è vero che tanti grandi artisti, nati come prestigiatori, alla fine si sono trasformati in grandi comici, come Raul Cremona o Forrest, che ogni tanto riescono a esibirsi anche come maghi, una passione che non li ha mai lasciati. Sono pochissimi quelli che, come Silvan, decidono di restare maghi puri e riescono poi a mantenere intatta la propria immagine di artisti. E poi il problema è che non ci sono molti luoghi dove un mago possa lavorare. Un tempo esistevano i night club, le riviste, i varietà, i teatri, ma oggi? Silvan è praticamente l’unico che può permettersi uno spettacolo teatrale di alto livello. Altrimenti, il mago si esibisce alle feste, in discoteca, in qualche locale per comici, alle feste di piazza, magari in qualche parco divertimenti, in qualche villaggio turistico e sulle navi da crociera.


Hai qualche idea su qual è il mondo degli illusionisti (che lo fanno per mestiere) in Italia? E i guadagni?

I professionisti completi, che vivono solo di magia, non sono tantissimi, ma non saprei fare numeri. Quanto ai guadagni possono variare molto, dalle poche centinaia di euro per un esordiente che si esibisce a qualche festa, fino alle migliaia di euro per la celebrità che intrattiene gli ospiti di una convention aziendale.


In conclusione che cosa suggerisci a chi sogna di diventare mago?

Il mio suggerimento è quello di non avvicinarsi alla magia se si spera di ottenere facili guadagni. Se l’intenzione è quella, esistono forse altri modi per riuscirci. La magia è un’arte e come tale richiede una grande passione. Chi ama la magia si immerge totalmente in questo mondo fantastico, fatto soprattutto di libri, di mazzi di carte e anche di dvd volendo. La studia, prova gli esercizi, scopre che cosa gli piace di più, vuole sapere tutto di un certo mago o di una data illusione e solo più tardi scoprirà da solo se è adatto o meno a esibirsi in pubblico o, nei casi estremi, se potrà farne una professione. Ma la magia può diventare un hobby capace di dare tantissime soddisfazioni, anche senza bisogno di esibirsi se non si è portati.

Ci sono altre curiosità che vorreste risolvere sul mondo dei maghi? Scrivetemi le vostre domande qui sotto e vi risponderò.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e numerose altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitterGoogle+ e attraverso la sua newsletter (che da diritto a omaggi ed esclusive).


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4 risposte

  1. Ciao. Per chi non la conoscesse raccomando la serie americana “Breaking the Magician’s Code – Magic’s Biggest Secrets Finally Revealed” in cui vengono rivelati con dovizia di particolari molti trucchi “classici” dell’arte. Dietro c’e’ lo zampino dell’illusioni sta Val Valentino. La serie e’ purtroppo in inglese ma e’ fatta molto bene e i trucchi sono mostrati e non semplicemente spiegati, quindi la lingua non e’ un grosso ostacolo. E’ disponibile su youtube la prima puntata.

    1. Ti confesso che quella serie non è tra le mie preferite, così come non lo è per chiunque ami la magia e non voglia ridurla a un semplice puzzle da risolvere. I trucchi dei prestigiatori sono da sempre disponibili per chiunque voglia fare lo sforzo di cercarli: spiattellarli in televisione, come ha fatto il Masked Magician, è qualcosa che invece non si fa. Non aiuta ad apprezzare il lavoro che artisti seri e professionisti dedicano a questa meravigliosa arte e, anzi, la banalizza come non merita.

      1. Ciao. Personalmente non ho visto banalizzazione, anzi l’aspetto che ho trovato maggiormente esaltato e’ stato quello di una estrema professionalita’. Fare vedere tutto il lavoro che c’e’ dietro ogni numero, che coinvolge non solo prestigiatore e assistenti ma tutto lo staff tecnico di persone (elettricisti, artigiani, falegnami…) non mi e’ sembrato banalizzare, ma nobilitare. Riguardo la scelta del mezzo di diffusione (TV) fruibile da un vasto pubblico, io lo vedo come un tentativo (se bene o mal riuscito e’ argomento di discussione a parte) di divulgare, fare conoscere e soprattutto destare interesse. Ma anche in questo caso, non ci vedo banalizzazione. Forse puo’ riuscire indigesto ad un gusto “europeo” la maniera “americana” molto orientata allo show e alla spettacolarizzazione estrema. Questo lo concedo, ma sono fatti cosi’…

        1. Non è questione di sensibilità nazionale, l’illusionismo è un’arte che ha un senso e che funziona solo se i suoi trucchi non sono generalmente conosciuti. Non a caso, le critiche più accese sono venute proprio nel paese in cui l’arte magica è più forte: gli Stati Uniti.

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