I dolori di una giovane editor

Chi è e che cosa fa veramente l’editor, questa misteriosa figura che sembra un onnipotente giudice in grado di decidere le sorti di un libro… e poi magari finisce per fare le ore piccole a discutere di virgole e sintassi con autori particolarmente pignoli (per usare una parola gentile)?

Cary Grant e Rosalind Russell in "La signora del venerdì": vero, lei era una giornalista, non un editor, ma certo se la doveva vedere con certi tipi...

A chiarire tutti i dubbi, con una buona dose di humour e un po’ di sana e indispensabile autoironia, è Alessandra Selmi, autrice di E così vuoi lavorare nell’editoria (Editrice Bibliografica, € 4,99). Sottotitolo: I dolori di un giovane editor.

La copertina di "E così vuoi lavorare nell'editoria" di Alessandra Selmi.

E’ un libretto agile e divertente, che si legge in un soffio, ma che contiene molte verità. Non si scoprono solo i “dolori” dell’editor, come il fatto che non riesca più a leggere un buon libro solo per il piacere di farlo, senza notare costantemente refusi e sviste, o il fatto che amici e parenti gli chiedano di scrivere i biglietti d’auguri. Dunque, non è utile solo per chi, magari laureato in materie umanistiche, stia valutando la possibilità di diventare editor. E’ utile anche per chi sta o sogna di stare dall’altra parte della barricata, vale a dire tra coloro con cui l’editor si confronta: gli scrittori.

Alessandra Selmi, autrice di "E così vuoi lavorare nell'editoria".

«La cosa più difficile del lavoro di un editor è relazionarsi con gli scrittori» dice infatti Alessandra. «La scrittura è un’attività molto coinvolgente dal punto di vista emotivo. Non è facile rifiutare un manoscritto senza ferire le persone e, durante le fasi di editing, possono crearsi conflitti o attriti se gli autori non accettano o non comprendono le modifiche proposte. Inoltre, stabilire cosa sia degno di pubblicazione e cosa no è una grossa responsabilità: sono molti i casi editoriali rifiutati e poi diventati best seller».

Solo sapendo come funziona la casa editrice dall’interno, quali i meccanismi che portano alla scelta di un libro piuttosto che un altro, può dunque evitare delusioni a tanti aspiranti autori. Le pagine sull’autore ideale, poi, vanno imparate a memoria e le regole descritte rispettate, se si desiderano evitare passi falsi. Una a caso: «L’autore ideale, quando spedisce un manoscritto, aspetta pazientemente rodendosi il fegato nella solitudine del proprio studio. Non bombarda la casa editrice di telefonate, email, raccomandate e messaggi».

Alessandra Selmi, che per fare l’editor ha lasciato un lavoro da impiegata (ma era laureata in Scienza della Comunicazione), si occupa proprio della selezione dei manoscritti per la pubblicazione. In parole povere, tra tutte le proposte editoriali che giungono nelle case editrici con cui collabora, è lei a scegliere quelle che saranno pubblicate. Vale a dire che se aspirate a pubblicare, vi conviene iniziare a studiare come lavorano le persone con cui dovrete confrontarvi.

 


Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre quaranta libri e di centinaia di articoli pubblicati su Focus e numerose altre testate. Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti (Piemme) è il suo libro più recente. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitter e Google+.


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