Segreti e tesori del Vaticano: viaggio nell’unico Stato Patrimonio dell’Umanità

Si intitola Segreti e tesori del Vaticano. Un viaggio straordinario nell’unico Stato patrimonio dell’Umanità il mio nuovo libro ed è un nuovo “viaggio nel tempo”, dopo quello dello scorso anno dedicato al Colosseo

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LEGGI “SEGRETI E TESORI DEL VATICANO”

Dopo aver portato i lettori alla scoperta del Colosseo ora il Vaticano: cosa ti ha ispirato per questo nuovo “viaggio”?

Come il Colosseo, anche il Vaticano è uno dei luoghi più conosciuti al mondo. Ogni giorno sono migliaia i pellegrini e i turisti che attraversano la piazza più famosa del globo ed entrano nella basilica di San Pietro, visitano i Musei Vaticani, i suoi palazzi e i giardini. Eppure, di questa minuscola cittadella della fede, punto di riferimento per oltre due miliardi e mezzo di fedeli, un terzo dell’intera popolazione mondiale, si conosce davvero solo una minima parte. In questo che è il più piccolo stato sovrano del mondo, si estende infatti su meno di mezzo chilometro quadrato, è concentrato un immenso patrimonio di arte, storia, antichità e sapienza che conserva ancora tantissime sorprese, storie inaudite, angoli insoliti e segreti mai svelati che attendono solo di essere scoperti. È con questa consapevolezza in mente che ho deciso di intraprendere un nuovo viaggio nel tempo…

LEGGI “SEGRETI E TESORI DEL VATICANO

Quali sono le bellezze da scoprire in Vaticano?

Ho impiegato 500 pagine solo per raccontare alcune di quelle che conservano le storie più interessanti, insolite e a volte meno conosciute. Ci sono capolavori che hanno fatto la storia dell’arte, opere dei più grandi pittori, scultori e architetti di tutti i tempi: qui sono riuniti Michelangelo, Raffaello, Bernini ma anche Giotto, Leonardo, Caravaggio… Un elenco di nomi e opere non renderebbe giustizia ai tesori. Chiunque vada a Roma, comunque, non può non visitare la basilica di San Pietro e poi trascorrere almeno una giornata ai Musei Vaticani.

Qual è, a tuo giudizio, la cosa imperdibile da visitare assolutamente?

Più che una domanda è una sfida! Forse potrei dire la basilica, visto che è essa stessa un museo di opere d’arte, qui c’è la pietà di Michelangelo, il baldacchino del Bernini ma è essa stessa un’opera d’arte che ha richiesto 120 anni per essere completata. Però, dovendo scegliere una sola opera, allora direi la Cappella Sistina: il capolavoro di Michelangelo è un’opera che ha fatto da scuola a tutti gli artisti che sono venuti dopo. Lo stesso Raffaello, che lavorava in quel periodo alle meravigliose stanze del pontefice, cambia modo di dipingere ed è possibile riconoscere nei suoi affreschi quelli disegnati prima e quelli che sono venuti dopo la Sistina. Ho avuto la fortuna di visitarla praticamente da solo ed è una meraviglia che toglie il fiato. Non a caso nel libro le ho dedicato un posto d’onore…

Per capire bene il Vaticano come ricchezza artistica che periodi storici dobbiamo conoscere?

Nel viaggio che faccio percorrere ai lettori nel corso del libro partiamo dalla notte di Natale dell’anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato nella basilica di San Pietro da papa Leone III. Siamo nel Medioevo, l’impero romano è caduto ormai da quattro secoli, ma la basilica è lì dai primi anni del 300 dopo Cristo, quando l’imperatore Costantino – che si era convertito al cristianesimo – ordinò che fosse costruita sul luogo ritenuto secondo la tradizione quello in cui era sepolto San Pietro. Ebbene, se vogliamo capire e vedere com’era quella basilica originale, dobbiamo tornare a quel tempo. Quell’edificio sarà infatti distrutto per fare posto alla basilica che oggi conosciamo. Un altro periodo importantissimo, quello in cui tutto nasce si può dire, è il Rinascimento, quando sotto papa Giulio II parte veramente il cantiere di San Pietro, di cui è titolare Donato Bramante, e arrivano alla corte papale sia Michelangelo che Raffaello. Ma è sempre in questo periodo che parte la collezione che porterà alla nascita dei musei Vaticani, quando si scopre la straordinaria statua del Laocoonte… E poi naturalmente il Barocco e lo straordinario lavoro di Gian Lorenzo Bernini per terminare piazza San Pietro e la basilica stessa.

Da dove deriva il termine “Vaticano”?

L’Ager Vaticanus era un territorio di campagna che si estendeva sulla riva destra del Tevere, fuori dalle mura di Roma. Una zona pressoché deserta, deputata al pascolo e coltivata a orti e vigne. Il suo nome forse deriva da un antico insediamento etrusco, il Vaticum, o addirittura da Vagitano, nome del dio etrusco che proteggeva il “vagito” dei neonati. Ma secondo lo scrittore latino Aulo Gellio, il nome deriva da vaticinum, cioè l’arte della divinazione di cui gli etruschi erano maestri. Un’ipotesi che sembra confermata dal ritrovamento in zona di antichi altari dove si facevano sacrifici per la dea Cibele, a cui si chiedevano vaticini sul futuro.

Una curiosità che i lettori non sanno e che scopriranno nel libro?

La bellezza di un libro di queste dimensioni è proprio la possibilità che ha l’autore di scoprire storie insolite e approfondirle in un modo davvero unico. Si può dire che in ogni pagina c’è qualcosa di curioso e di sorprendente. Tra le tante che mi hanno colpito, per esempio, c’è la storia secondo cui le Logge dipinte da Raffaello nel Palazzo Apostolico folgorarono Caterina la Grande, la zarina di tutte le Russie, succeduta al marito, lo zar Pietro III, a tal punto da volerle trasportare nel Palazzo d’inverno a San Pietroburgo. Resasi conto che sarebbe stato impossibile, ordinò che fossero ricreate identiche e incaricò l’architetto bergamasco Giacomo Quarenghi di accontentarla. Persino Goethe, che si trovava a Roma mentre i pittori di Caterina ricopiavano le decorazioni di Raffaello, rimase sbalordito dall’eccezionale impresa. E oggi, il paradosso è che per vedere l’opera di Raffaello bisogna andare all’Ermitage di San Pietroburgo, dove si trova il clone, poiché l’originale a Roma non è aperto al pubblico.

Storia, arte e religione sono naturalmente intrecciate in questo luogo: credi sia proprio per questo che è diventato uno dei luoghi più belli e preziosi al mondo?

Naturalmente, l’aspetto religioso è molto importante. La tradizione situa proprio sotto la basilica il terreno dove sarebbe stato sepolto Pietro, forse giunto in visita a Roma per sbugiardare le pretese di un sedicente Cristo risorto, un tale mago Simone. E poi sarebbe rimasto per finire ucciso nelle persecuzioni ordite da Nerone. E questo ha fatto della zona del Vaticano un punto di riferimento per fedeli e pellegrini di tutto il mondo per secoli. Poi, con la basilica, con gli edifici legati alla chiesa e al papa tutti da decorare e infine con i musei, è arrivata l’arte con l’A maiuscola. E poi, chiaramente, da qui sono passati 2000 anni di storia. Insomma, di motivi che rendono il Vaticano un Patrimonio dell’Umanità ce ne sono davvero tanti.

Come scegli i luoghi da illustrare ai tuoi lettori?    

La mia non è una guida turistica, ma vuole essere un viaggio nel tempo: di conseguenza, ho scelto luoghi che oggi non è più possibile vedere, come l’antica basilica costantiniana, o momenti storici capaci di suscitare grandi emozioni, come può esserlo assistere all’incoronazione di Carlo Magno, vedere i danni causati dai lanzichenecchi durante il Sacco del 1527, ammirare l’impresa eccezionale che ha portato all’erezione dell’obelisco in piazza San Pietro o avvicinarsi a Michelangelo mentre è impegnato a dipingere il Giudizio Universale. Sono infatti convinto che per capire e apprezzare un’opera d’arte più che una fredda scheda descrittiva, sia più efficace conoscere l’artista che l’ha realizzata e il contesto in cui l’idea è maturata. Se poi, grazie all’immaginazione, si riesce a rendere tutto questo vivo, come potrebbe esserlo un reportage giornalistico o un romanzo storico, allora posso dirmi soddisfatto.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, insegna “Comunicazione della scienza” ai dottorandi dell’Università di Padova e in passato è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, collabora con Piero Angela a Superquark, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Segreti e tesori del VaticanoL’avventura del Colosseo sono i suoi ultimi libri. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, Instagram, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivi qui.


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