Amytiville: una storia vera?

Amytiville: una storia vera?

Mi scrive Elisabetta: «Ho scoperto che il film Amityville horror è tratto da una storia vera; il figlio maggiore della famiglia DeFeo alle 3:15 uccise il padre, la madre e i fratellini e sembra che i successivi proprietari della casa fuggirono in preda al terrore per vari fenomeni inspiegabili… C’è qualcosa di vero o sono leggende metropolitane?»

Di vero c’è che in quella casa ci fu un omicidio, tutto quello che viene dopo è effettivamente una bufala. La “costruzione” artificiale di un fenomeno al fine di creare un caso da vendere poi attraverso libri e film. Tutta la vicenda è stata analizzata e svelata più volte (su S&P c’è stata una serie di articoli di Sergio De Santis che raccontava passo per passo la vicenda).

Per chi non ne sapesse molto, riporto qui di seguito una recensione (pubblicata anche questa su S&P) al libro che ha lanciato il mistero: a firmarla è Robert L. Morris, uno dei pochissimi parapsicologi ad avere diretto una cattedra di parapsicologia (e un amico ora scomparso):
Jay Anson, The Amityville horror, Prentice-Hall Englewood Cliffs N. J. 1977, pp. 201, $7, 95.

Recensione di Robert L. Morris – Traduzione di Massimo Manca.

Questo libro afferma di essere l’autentica testimonianza di un mese di eccezionali eventi paranormali capitati a una famiglia di Long Island trasferitasi in una casa ad Amityville, nello stato di New York, già scena di una strage. Nel corso del libro si dà più volte la forte impressione che l’evento all’origine della maledizione sia stato ispirato da forze demoniache. Nella pagina del copyright, le indicazioni biblioteconomiche suggerite secondo la classificazione della Library of Congress sono: 1. Studi demonologici; 2. Ricerche psichiche-Stati Uniti-Casi di studio”. La pagina successiva contiene questo avviso: “I nomi di alcune persone menzionate in questo libro sono stati cambiati per proteggere la loro privacy. In ogni caso, tutti i fatti e gli eventi, per quanto è stato possibile verificare, sono riportati con precisione”. La sovraccopertina del libro contiene il sottotitolo: “Una storia vera”. Una lettura accurata e la conoscenza di dettagli emersi in seguito suggeriscono che questo libro vada piuttosto classificato sotto “Fantascienza, fantasy e horror”. In effetti, non si tratta che di un esempio di pessimo giornalismo investigativo, particolarmente fastidioso per la sua potenzialità di spaventare, ingannare e servire come forma di propaganda religiosa. Per esplorarlo in dettaglio, dobbiamo prima dare un panorama degli eventi che si suppone abbiano avuto luogo, secondo quanto afferma il libro, e con un piccolo prologo che deriviamo da un servizio televisivo newyorchese sul caso.
Il 13 novembre 1974 Ronald DeFeo ammazzò con un’arma da fuoco sei membri della sua famiglia nella loro casa di Amityville. Poco dopo, DeFeo fu condannato per i sei omicidi, nonostante una mozione di infermità mentale da parte dei suoi avvocati, poiché DeFeo affermava di avere udito delle voci nella casa che lo avevano istigato all’omicidio. Verso metà novembre 1975, George e Kathy Lutz si videro proporre la casa da un agente che, alla fine della visita, raccontò alla coppia la storia della casa. Essi, dato il basso prezzo, acconsentirono comunque a comprarla.
Il 18 dicembre i Lutz e i loro bambini vi si trasferirono. La casa fu benedetta da un amico, padre Frank Mancuso; Mancuso aveva pranzato quel giorno con quattro amici, tre dei quali preti, che lo avevano avvertito della storia della casa e gli avevano consigliato di non andarci. Nel corso della benedizione, Mancuso udì una forte voce maschile esclamare: “Fuori!”.
Ventotto giorni dopo, il 15 gennaio 1976, i Lutz se ne andarono, abbandonando le loro cose in casa. In questi ventotto giorni la famiglia Lutz, stando al racconto, era stata colpita da una grande varietà di fenomeni inusuali. Alcuni erano fisici: una pesante porta si era scardinata di colpo, rimanendo con un cardine solo; centinaia di mosche avevano infestato una stanza nel mezzo dell’inverno; il telefono aveva subito misteriosi malfunzionamenti, specialmente durante le chiamate fra i Lutz e Mancuso; una statua di leone si muoveva per casa; finestre e porte erano state strappate dai cardini, i vetri infranti, le serrature delle finestre piegate; la signora Lutz levitava nel sonno e aveva segni e piaghe sul corpo; una misteriosa gelatina verde colava dal soffitto, eccetera. Alcuni fenomeni erano metafisici: La signora Lutz sentiva di essere abbracciata e toccata da entità invisibili; avvertiva spesso una sensazione di gelo nonostante la temperatura del termostato; la figlia dei Lutz aveva un nuovo amico dalla strana espressione porcina e i Lutz assistevano ad apparizioni di un maiale e di una figura demoniaca; i bambini si comportavano particolarmente male e il cane di famiglia dormiva molto ed evitava alcune stanze; si sentiva musica da marcia, ecc.
Il libro afferma che nello stesso periodo anche padre Mancuso sperimentò fenomeni insoliti, sebbene il suo solo contatto con i Lutz fosse stata qualche occasionale telefonata (quando capitava; spesso la linea non teneva). Qualche ora dopo la benedizione della casa, la capote della sua macchina si era ribaltata contro il parabrezza, perdendo una cerniera, e la portiera si era spalancata; poi l’auto si era bloccata. Il mese seguente Mancuso fu colpito da una serie di malesseri, comprese piaghe alle mani e l’influenza, e una puzza inspiegabile usciva dalla sua stanza nella canonica dopo una messa ordinata dai Lutz.
Circa due settimane dopo il trasloco i Lutz incontrarono William Weber, un avvocato che rappresentava Ronald DeFeo, attraverso un amico comune. Una settimana dopo, il 5 febbraio, Weber affermò su una TV locale, come abbiamo accennato, che sperava di provare che qualche forza capace di influenzare il comportamento umano (anche del suo cliente) esisteva nella casa di Amityville, e che aveva preso contatti con scienziati per cercare di individuare qualche fenomeno fisico, e che le infagini sarebbero proseguite in seguito con un gruppo di ricercatori psichici. Due settimane dopo i Lutz tennero una conferenza stampa nell’ufficio di Weber e annunciarono di voler tenere la casa per un altro po’, ma di non volerci più vivere, in attesa dell’esito della ricerca degli parapsicologi e degli occultisti.
Il 18 febbraio un gruppo di persone passò la notte ad Amityville e condusse delle investigazioni informali, comprese tre sedute spiritiche. C’erano un chiaroveggente, un demonologo, due sensitivi, due investigatori del paranormale e la troupe di una TV locale. Alcuni riportarono impressioni soggettive insolite, ma niente di più. A marzo i Lutz si trasferirono in California e misero in vendita la casa.
Dopo la pubblicazione del libro emersero informazioni aggiuntive. Secondo la recensione di Curt Suplee nel Washington Post (9 dicembre 1977) un amico consigliò i Lutz di vendere la storia alla casa editrice Prentice-Hall. Un editore della Prentice-Hall mise i Lutz in contatto con un saggista di New York, Jay Anson, che lavorando su nastri forniti dai Lutz e qualche intervista con padre Mancuso (e qualche poliziotto locale, a quanto afferma la postfazione di Anson) finì il libro in tre o quattro mesi. I Lutz e Anson condivisero il copyright, ma Anson tenne per sé l’esclusiva per i diritti cinematografici. Il libro divenne un best-seller nazionale e ne furono previste edizioni economiche. I Lutz uscirono dall’anonimato e comparvero in televisione.
Nell’articolo su People di Burstein e Reilly (13 febbraio 1978), si legge che la casa di Amityville è ora posseduta e abitata da una nuova famiglia, che non segnala fenomeni particolari tranne le fastidiose molestie dei turisti e dei curiosi. La nuova famiglia “ha citato per un milione di dollari i Lutz e sta cercando di diffidarli dallo spacciare la loro storia per vera”.
Questo è il racconto come è stato presentato al pubblico. Il problema fondamentale è che Anson, contrariamente alle sue affermazioni, sembra aver fatto solo modesti tentativi di verificare la veridicità della storia dei Lutz. Le sole fonti da lui citate sono le registrazioni dei Lutz, più qualche intervista con padre Mancuso e i poliziotti. Non dice di aver parlato direttamente coi Lutz o di essersi rivolto loro in qualche modo. Padre Mancuso è testimone di poco conto, avendo messo piede nella casa una volta sola, e solo dopo essere stato messo in guardia da altri sacerdoti suoi amici, che gli avevano detto di starsene lontano. I poliziotti locali non furono direttamente coinvolti in nessun tipo di fenomeno. Le testimonianze più importanti sarebbero state quelle di gente che aveva percepito strane sensazioni nella casa (per vedere se corroborassero la descrizione che i Lutz facevano delle loro esperienze) e dell’operaio chiamato per riparare i danni arrecati alla casa, che avrebbe potuto chiarire la natura e la portata effettiva di tali danni. Non ci furono interviste con gli scienziati menzionati dall’avvocato di DeFeo o con i due parapsicologi dalla Psychical Research Foundation. Il caso ha voluto che, poiché ero stato un dipendente della PRF, li conoscessi entrambi. Uno di loro, Jerry Solfvin, aveva in effetti parlato con Anson per un po’ al telefono. Mi descrisse per lettera il coinvolgimento della PRF in questi termini:

“Non abbiamo fatto un’indagine; si trattava solo di una visita informale privata, e una ricognizione dei racconti dei Lutz dopo il trasloco. Il caso non era interessante per noi perché i resoconti si limitavano a risposte soggettive da parte dei Lutz, e non erano assolutamente significativi o caratteristici. Per dirla tutta, la famiglia se ne era andata abbastanza in fretta (circa un mese dopo esserci entrata) e rifiutava di ritornarci, rendendo meno interessante per noi la possibilità di ulteriori indagini”.

Oltre a questo fallimento nel raccogliere, o almeno includere, dei dati diretti dai testimoni principali, Anson non visitò, a quanto pare, mai la casa di persona per controllare i danni descritti, né raccolse impressioni su di sé o fece del giornalismo investigativo di qualunque tipo. Perciò l’affermazione di Anson nella postfazione, p. 197, “Per quanto ho potuto verificare, tutti gli eventi in questo libro sono veri” è evidentemente falsa, e andrebbe letta: “per quanto poco mi sono dato la pena di verificare”.
I difetti di questo libro come prova del paranormale possono vedersi ulteriormente alla luce dei problemi fondamentali nelle indagini dei casi spontanei in parapsicologia.
1. I testimoni possono essere del tutto all’oscuro dei fattori coinvolti nella produzione di alcuni fenomeni. Per esempio, le mosche improvvisamente apparse in una delle stanze (pp. 29 e 45) potrebbero essere sorte da uova deposte in qualcosa presente nella stanza, che all’epoca era usata come magazzino), magari comprato di recente. In una circostanza, la levitazione della signora Lutz, si notò che aveva delle rughe profonde sulla faccia, che la facevano apparire molto vecchia, e che scomparvero rapidamente. Esse avrebbero potuto prodursi da pieghe della federa su cui la signora dormiva, fenomeno che avrebbe potuto essere facilmente male interpretato, date le circostanze. Una volta che un evento del genere è trascorso, diventa sostanzialmente impossibile ricostruire del tutto le circostanze originali, e accertare l’assenza di fattori nascosti, sebbene spesso anche una parziale ricostruzione possa consentirci di individuarli.
2. I testimoni possono avere un’errata percezione dell’accaduto. Padre Mancuso era stato avvisato di tenersi alla larga dalla casa, a causa della sua storia, da amici con cui aveva appena pranzato, ed era nervoso per questo. Ci sono molti rumori meccanici di ordinaria amministrazione che contengono alcune o tutte le frequenze usate nella voce umana, e possono essere percepite come suoni del genere (familiari ai Lutz e perciò ignorati da loro), come una voce umana che pronuncia la breve frase “Get out” (p. 17). Così, a p. 191, si dice: “Allora, ancora nel dormiveglia, George vide Kathy levitare sul letto. Salì di circa trenta centimetri e incominciò lentamente ad allontanarsi”. Se George era ancora nel dormiveglia, avrebbe facilmente potuto interpretare erroneamente la posizione e i movimenti della moglie. A pp. 96-97 è descritto un incidente per cui George finì per far uscire delle braci dalla stufa, poi notò due “occhi rossi che fissavano” alla finestra, occhi che avrebbero potuto facilmente essere il riflesso di braci che si stavano spegnendo. Si legge anche che i Lutz uscirono e alla luce di una torcia notarono delle orme come di maiale attorno alla casa. Tracce del genere avrebbero potuto essere facilmente prodotte dal ghiaccio che, sciogliendosi dalle grondaie, colava sulla neve sottostante, nel cui caso le “orme” avrebbero dato l’impressione di seguire il perimetro della casa.
3. I testimoni possono avere una memoria errata dell’accaduto. Questo problema, naturalmente, emerge un po’ dappertutto nel libro. A pag. 29 si afferma: “La porta del bagno di Kathy era in fondo alla sua camera da letto”, il che contraddice la piantina a p. 10. A p. 81 George Lutz dice di aver saputo dalla Amityville Historical Society che “Gli indiani Shinnecock usavano la terra sul fiume Amityville come un lazzaretto per malati, pazzi e morenti “. La recente indagine di Curt Suplee su questa e altre affermazioni rivela che vicino ad Amityville erano vissuti degli indiani Massapequa, ma mai gli Shinnecock. A quanto pare o i Lutz erano male informati, o ricordavano male, e confondevano le tribù.
4. I testimoni possono avere impressioni distorte o errate sui loro ricordi: nel registrare i loro nastri, i Lutz potrebbero essere stati assai motivati a ricordare e a riferire selettivamente quegli incidenti che sarebbero stati più interessanti da ascoltare. Questa tendenza a esagerare non può essere controllata valutando le separate versioni dei Lutz, perché le registrazioni furono condotte collettivamente ed i testimoni furono liberi di accordarsi su una versione comune prima di registrare. Per esempio, a p. 26 si dice che i bambini dei Lutz: “dal trasloco sembravano essere diventati dei monelli, piccoli mostri che non ascoltavano più, bambini senza regole che meritavano severe punizioni”. In altri punti (es. p. 35, 54) si dà l’impressione che i piccoli Lutz avessero cominciato a comportarsi male solo dopo essersi trasferiti nella casa nuova, e che solo adesso i Lutz avessero problemi di disciplina. Ancora a p. 86 si legge, “più tardi, nel pomeriggio, fu la seconda volta che Danny e Chris minacciarono di scappare di casa. La prima era stata quando vivevano a casa di George a Deer Park. Li aveva fatti restare in camera per una settimana perché mentivano a lui e Kathy su piccole cose. Si ribellavano all’autorità: entrambi i ragazzi rifiutavano di obbedire ai suoi ordini, minacciavano di andarsene se avesse tolto loro la televisione. A quel punto George decise di mettere alla prova il loro bluff, dicendo a Danny e Chris che potevano andarsene se non gradivano come andavano le cose.” Il paragrafo seguente afferma che i bambini se ne andarono effettivamente, ma tornarono e “per un po’ smisero con le loro bugie infantili…”. In modo simile, il cane di famiglia, Harry, si dice a p. 165, diventò nervoso nel seminterrato, scappò via e più tardi (p. 180) rifiutò di tornarci. Ma poi, a p. 174, è fatta breve menzione del fatto che Harry passò la notte in cantina, con nessuna nota sul comportamento di Harry quella volta. Oltre a quest’enfasi e esagerazioni così selettive, ci sono dei momenti nel libro in cui i Lutz si descrivono come normalmente calmi di fronte a eventi che sarebbero dovuti apparire come tremendamente scioccanti.
5. I testimoni possono fabbricare eventi di proposito. Sebbene sia difficile separare falsificazioni del tutto intenzionali da alcune delle possibilità menzionate prima, ci sono alcuni esempi illuminanti. A p. 81 i Lutz dicono di aver sentito degli Indiani Shinnecock dalla Amityville Historical Society. Secondo Curt Suples, la Society non solo afferma che le informazioni dei Lutz sugli Shinnecock sono completamente false, ma anche di non avere mai parlato con loro. E’ possibile, naturalmente, che si tratti di un caso di memoria corta. Un esempio più convincente riguarda la descrizione dei Lutz del tempo. Un confronto fra il tempo descritto nel libro e i dati meteorologici che il mio staff e io abbiamo ricavato dai microfilm del New York Times e del Los Angeles Times (Il N. Y. Times di Dicembre era irreperibile nella mia biblioteca) rivela qualche discrepanza notevole. Basteranno tre esempi:
Nei giorni di dicembre coperti dal libro, i dati del Los Angeles Times mostrano solo una precipitazione su ventiquattr’ore superiore ai 600 millimetri; il 27 dicembre la temperatura a New York oscillò da un minimo di 1 grado a un massimo di 12, e caddero 60 millimetri di pioggia. A p. 64 il tempo del 27 dicembre è descritto così: “Il tempo era sereno, e la temperatura era bassa”. Forse i Lutz fecero un errore in buona fede e si sbagliarono di giorno. A p. 57 leggiamo del 26 dicembre, ore 5, 30: “Le strade erano ghiacciate per la neve recente ed era venerdì notte”. Il 26 dicembre del 1975 era in effetti un venerdì: i Lutz qui furono veritieri. La descrizione del 28 dicembre non menziona affatto le condizioni atmosferiche.
A p. 83-85 si descrive una grande nevicata per il 31 dicembre, iniziata circa alle 4, 30 del mattino e che continuò fino alle 10, mentre una stazione radio locale prediceva che il fiume Amityville sarebbe ghiacciato completamente di notte. Il New York Times descrive una pioggia leggera per quel giorno, con una temperatura di 3° alle 8, 30 del mattino e una massima di 7° alle 12, 50. Non c’è traccia di nevicata per quei giorni e siccome era il 31 dicembre la possibilità di confusione con qualche altra data è piuttosto bassa.
Forse l’esempio più significativo riguarda un acquazzone che si suppone sia avvenuto il 13 gennaio, obbligando i Lutz a passare ancora una notte nella loro casa maledetta. La confusione sulle date sembra particolarmente improbabile, tanto più che il temporale ebbe un tremendo impatto sul loro comportamento (e capitò al momento giusto nella storia per ottenere un effetto drammatico).
A p. 178 si legge: “La pioggia e il vento crescevano in intensità, e dall’una del pomeriggio Amityville fu colpita da un altro temporale della forza di un uragano. Alle tre la corrente se ne andò, ma fortunatamente il riscaldamento continuò a funzionare. George accese la sua radiolina in cucina. Il meteo diceva che c’erano 7 gradi sotto zero; il nevischio stava ricoprendo tutta Long Island. Il radar mostrava un’enorme area di bassa pressione coprire l’intera zona metropolitana e il meteorologo non era in grado di predire quando la tempesta si sarebbe calmata”. A p. 179, si legge: “Dalle sei del pomeriggio la tempesta non si era ancora quietata. Era come se tutta l’acqua del mondo scrosciasse sul numero 112 di Ocean Avenue.” A p. 180 si legge: “Torrenti d’acqua si stavano abbattendo sulla casa, lui sapeva in qualche modo che non avrebbero lasciato in pace Ocean Avenue 112 quella notte. Prese Kathy tra le braccia e la portò in camera da letto, notando l’ora dell’orologio in cucina. Erano esattamente le otto di sera”. A p. 181 si legge : “all’una George si sentì gelare. A causa del rumore della tempesta che infuriava fuori sapeva che non c’era speranza di riscaldarsi in casa quella notte”. Si scrive poi che la tempesta finì poco dopo.
Il New York Times del 14 e 15 gennaio dà una differente descrizione del tempo per il dì e la sera del 13 gennaio e la prima mattina del 14. La temperatura si innalzò sopra lo zero alla 11 di mattina del 13 e crebbe costantemente durante il dì e la notte. Le precipitazioni dalle 7 del mattino alle 7 del pomeriggio furono di tre millimetri. Dalle 7 di sera alle 7 di mattina del giorno seguente caddero 99 mm. di pioggia. Questa fu l’unica precipitazione di qualche importanza fra il 10 e il 14 gennaio. Si potrebbe supporre che Amityville potrebbe aver sperimentato un temporale locale così limitato da non raggiungere New York o essere menzionato nelle notizie meteorologiche dell’area. Comunque, le previsioni radio nel libro descrivono un’ampia area di bassa pressione sull’intera area metropolitana. Inoltre, questi micro-temporali sono per loro natura di breve durata; la tempesta nel libro durò più di 12 ore. Tali discrepanze fra il tempo descritto nel libro e quello effettivamente riscontrato sembrano, almeno a prima vista, essere più che leggere esagerazioni per esigenze drammatiche. L’ultimo temporale, soprattutto, fu descritto come capace di influenzare il comportamento della famiglia Lutz per un considerevole periodo di tempo. Dovrei ricordare che la ragione per cui mi sono dato la pena di dare un’occhiata al tempo fu all’inizio la mia curiosità per la descrizione di pioggia e nevischio con un tempo di sette gradi sotto zero.
6. Gli investigatori possono non raccogliere abbastanza informazioni per valutare i resoconti dei testimoni. Un esempio di ciò è l’apparente impossibilità di Anson (l’”investigatore”, per gli scopi presenti) di confermare i racconti dei Lutz intervistando altri testimoni chiave o facendo controlli incrociati su alcune delle affermazioni oggettive, come le descrizioni del tempo.
7. L’investigatore può raccogliere e diffondere informazioni scorrette. Anson descrive i parapsicologi come membri del Psychical Research Institute (pp. 194-5), mentre il nome corretto è Psychical Research Foundation. Il giornalista TV dice che i Lutz si trasferirono il 23 dicembre, mentre qualche pagina dopo si dice chiaramente che lo fecero il 18 dicembre.
8. L’investigatore può riportare selettivamente i dati raccolti. Anson descrive il fatto che investigatori del paranormale furono sulla scena, ma non dà informazioni sulle loro opinioni. Già Jerry Solfvin mi disse di aver parlato estensivamente con Anson al telefono e che Anson era al corrente del responso della PRF sul caso. Perché nel libro non si dice nulla? Forse Anson interrogò effettivamente altri testimoni chiave, ma non discusse il materiale perché non c’era niente di suggestivo da riportare.
9. L’investigatore può deliberatamente elaborare i dettagli del caso. Nel libro Anson raccoglie una mole di dettagli sui dialoghi e il comportamento dei Lutz che sembrerebbero andare al di là della loro capacità di richiamare particolari, incluso eventi e dialoghi molto ordinari. Così, molto della distorsione o elaborazione che abbiamo attribuito ai Lutz nel paragrafo precedente può in effetti essere stata il prodotto della fantasiosa macchina per scrivere di Anson. Occorrerebbe avere accesso ai nastri originali per distinguere dove stiano le responsabilità.
10. L’investigatore può deliberatamente fabbricare eventi per montare un caso. Ancora una volta, potrebbe essere stato Anson a creare le forti discrepanze meteorologiche piuttosto che i Lutz, una questione che potrebbe essere risolta con l’accesso alle registrazioni.
11. L’investigatore può interpretare ciò che si trova in modo distorto, ingannando il lettore. Anson sembra avere una predilezione per le interpretazioni occultistiche. Talvolta ciò emerge in qualche aspetto minore, come a p. 81: “John aveva preso residenza a cinquecento piedi da dove George viveva ora, continuando i suoi supposti culti satanici”. In apparenza Anson guarda questi culti come a qualcosa di più di “supposti”. Talvolta è più generale. A p. 198-9 Anson pare impressionato dal fatto che molti fenomeni riportati dai Lutz siano capitati anche in altri racconti di “infestazioni, invasioni psichiche e fenomeni analoghi”; certo, se si considera i fenomeni raccontati in altri studi di eventi anomali, si trova che una tale varietà di eventi è stata riportata, che qualche analogia è praticamente inevitabile.
Nella postfazione, p. 199-201, Anson analizza in dettaglio una interpretazione demonologica di uno di coloro che analizzarono il caso, mentre non dà spazio paragonabile agli investigatori della PRF o altri le cui interpretazioni potrebbero essere più aderenti alle informazioni in nostro possesso. Nonostante affermi che non si è obbligati ad accettare interpretazioni parapsicologiche, afferma anche (p. 201) che ogni altra interpretazione implicherebbe “un’ancora più incredibile quantità di bizzarre coincidenze, allucinazioni collettive e grottesche forzature interpretative dei fatti”.
12. E’ molto difficile valutare il ruolo delle coincidenze in ogni caso spontaneo. Per esempio, molto si disse sulla condizione delle linee telefoniche durante le telefonate tra i Lutz e padre Mancuso. Ma non possiamo fare ipotesi sulla probabilità casuale della presenza di disturbi senza sapere se le linee erano in generale disturbate per qualche motivo. Le coincidenze capitano e quando le notiamo tendiamo a dar loro un significato.
Per tutte queste ragioni, Amityville Horror ha un valore relativamente modesto come documentazione di una serie di eventi anomali. Superficialmente, sembra che varie pecche, come inconsistenza, esagerazione e distorsione, siano ampiamente riscontrabili, e c’è una certa verosimiglianza di fabbricazione di prove. Se i Lutz desiderano continuare ad affermare che si tratta di una storia vera, sono tenuti a chiarire le discrepanze notate. Se sono in grado di farlo, bene. Se no, il pubblico dovrebbe essere avvisato chiaramente che questo libro e ogni ulteriore rappresentazione della vicenda nei media andrebbero valutati a puro scopo di intrattenimento. Da quanto emerge, la copertina del libro dovrebbe essere considerata come pubblicità ingannevole e dovrebbe essere perseguita a norma delle leggi vigenti.

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12 risposte

  1. Io non so’ se questa storia sia vera o meno, ma posso affermare con certezza che presenze e fenomeni paranormali esistono realmente.Purtroppo queste cose le vedo e le sento da quando sono piccola, e dico purtroppo perché non è affatto piacevole trovarsi in queste situazioni ed è davvero fastidioso sentire o leggere le stronzate che si dicono pur di dare una spiegazione a certi fatti straordinari.Spesso si dice che queste cose accadono perché si è già suggestionati, niente di più falso, al contrario succedono proprio quando meno te lo aspetti e in qualsiasi orario del giorno, e per quanto io ne abbia viste tante ogni volta che mi accade qualcosa sono la prima a mettere in discussione ciò che ho visto o sentito, con questo non voglio dire che non ci siano quelle persone che prendono lucciole per lanterne o che semplicemente si inventano le cose. Leggendo la recensione su Amityville sono rimasta sconcertata sulle spiegazioni stupide che si danno su certi eventi accaduti nella casa, dico, devi essere proprio rincoglionito se non distingui le rughe di vecchiaia dai segni delle pieghe della federa, per non parlare poi della moglie sospesa in aria, ma in fondo tutto questo non mi stupisce, molto spesso si cerca di dare una spiegazione, anche la dove non c’è, semplicemente perché non si vuole accettare il fatto che ci sono delle realtà a noi sconosciute probabilmente per paura, infatti anche quando sono più persone ad assistere ad una apparizione questa non viene ritenuta comunque credibile perché allora si parla di suggestione collettiva, certo che se ne dicono di cazzate! Allora diciamoci la verità, tu puoi portare tutte le prove di questo mondo ma tanto quando non si vuole credere non c’è niente da fare, però chiedo solo una cortesia è più onesto dire “non ci credo” che propinarci certe idiozie, non capite che offendono la nostra intelligenza?

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