Castelli stregati: le sorprese di un investigatore…

L’amico Luigi Bavagnoli, esperto di speleologia ed esplorazioni di edifici urbani abbandonati (qualcuno di voi potrebbe averlo visto più di una volta in TV), mi ha segnalato un’interessante vicenda che riguarda un castello “con fantasma” nella zona di Alessandria.Gli lascio la parola, non prima di avere segnalato che le belle fotografie che vedete sono dell’associazione culturale Teses fondata da Luigi.

Luigi Bavagnoli

«Da oltre quindici anni mi occupo di esplorare le cavità artificiali, ovvero gli ambienti sotterranei realizzati dall’uomo.

Si parla di cunicoli, gallerie, cripte, acquedotti, pozzi, miniere, ricoveri anti bombardamento, per citarne alcune tipologie. Quando le indagini, che vedono la concorrenza di discipline come l’archeologia, la geologia, la speleologia, l’architettura e lo studio della storia, ci portano sotto a chiese e castelli, sono immancabili le leggende che ci parlano di fantasmi ed affini.

Lo studio e la conservazione della storia locale, l’analisi razionale degli aspetti folkloristici ed antropologici che hanno generato tali racconti ricade senza dubbio tra gli obiettivi di noi ricercatori. Ma, talvolta, c’è dell’altro.

Senza fare nomi di persone o di luoghi vi racconto brevemente un aneddoto.
Immaginate un castello del XV secolo, recentemente restaurato, con annesso parco di modeste dimensioni ma molto ben tenuto.

Siamo in provincia di Alessandria, nel basso Monferrato. Le severe mura merlate testimoniano che non fu più utilizzato a scopo difensivo con l’avvento tecnologico delle armi da sparo.
Cannoni e mortai si sono tenuti ben lontani dalle sue mura che non hanno dovuto subire gli ammodernamenti necessari per porre adeguata difesa ai loro colpi.

Graziosamente trasformato in residenza signorile, l’alta e snella torre a pianta quadrangolare domina le colline circostanti ed svetta con le sue decorazioni in cotto ad ornare le bifore, scenario ideale per ospitare rinfreschi e pranzi matrimoniali.

Come da tradizione esiste una leggenda legata al fantasma di una bambina che appare in certi momenti particolari. Per questa ragione l’attuale proprietario lo sta attrezzando per organizzare delle visite guidate ed utilizzarlo a fini turistici, nell’auspicio di rientrare, almeno parzialmente, nei costi di manutenzione.

Per dare visibilità al suo maniero crea un evento, invita dieci persone, scelte tra giornalisti e persone che più o meno hanno a che fare con i castelli ed i luoghi antichi. Ci si presenta rapidamente ed inizia la visita guidata, una sorta di anteprima riserva ai meritevoli, scelti dal proprietario.

C’è chi scatta foto, chi apprezza la struttura del maniero, chi ipotizza l’esistenza di sotterranei e chi inizia a prendere appunti per il pezzo che andrà a scrivere.

Ad un tratto, la signora che si era presentata come ‘sensitiva’, inizia ad ‘avvertire’ qualche cosa. Quasi cade in estasi esclamando di sentire la presenza della bambina e di parlarle.

Uno dei giornalisti, che aveva iniziato a scattare foto dove “madame” indicava di aver visto lo spettro, inizia a balbettare mostrando a tutti con aria incredula il display della sua splendida e moderna reflex digitale. Nell’angolo si vedeva chiaramente in semitrasparenza una bambina biancastra.

Mormorio, parole, emozione, stupore. Sarebbero sicuramente usciti articoli impressionanti, coadiuvati da numerosi testimoni convinti se…

Se qualcuno non avesse smascherato la truffa, scoprendo che il giornalista era un amico del proprietario, che aveva scattato quella foto giorni prima dalla medesima angolazione e che grazie a programmi di computer grafica (leggasi Adobe Photoshop) aveva sovrapposto in trasparenza l’immagine di una bambina reale. La foto stessa era stata ricaricata sulla memoria della sua macchina fotografica e prontamente visualizzata davanti a tutti come se l’avesse appena scattata in quel momento.

La medium era una cugina, teatrante per diletto. Gli altri erano persone normali, che avrebbero potuto, seppur in buona fede, contribuire alla truffa».


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10 risposte

  1. Ma questo ovviamente vale solo per questo caso.Io qualcosa di particolare l ho fotografato in un castello e non cercavo nulla.Il castello di cui parlo poi è di proprietà comunale.

  2. Mi ritaglio un piccolo spazio per cercare di dare alcune spiegazioni.
    I fatti li ha vissuti in prima persona un mio collaboratore, invitato dal proprietario in quanto membro della mia associazione, che, oltre alle ricerche ed alle esplorazioni di ambienti sotterranei, ha, tra i suoi obiettivi, la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale, artistico ed archeologico d’Italia, castelli compresi.
    L’aneddoto in se non scredita chi crede nei fantasmi, scredita il caso specifico, in cui delle persone abusano un po’ troppo della credulità o della buona fede di certe altre.
    Io non ho esperienza e preparazione in merito a questi argomenti “fantasmagorici”, mi occupo di esplorazioni, archeologia, speleologia, storia e simili, per cui non esprimo pareri in merito.
    Posso solo affermare che, in questo caso, il fantasma era solo sul monitor di un computer e che, se il mio collaboratore non avesse ragionato rapidamente mettendo alle corde i veri “fenomeni”, forse molta gente sarebbe stata ingannata.

  3. Ma io non ho capito: l’autore dell’articolo era presente? Lo chiama “aneddoto” ma non specifica se ha partecipato in prima persona a questo episodio. E poi: se vi ha partecipato, potrebbe dirci “come” è stato individuato dal proprietario e poi “invitato”?
    Chiedo scusa ma, così com’è illustrato, questo racconto non è molto chiaro.

  4. Anche se mi ripeto, è passato un po’ di tempo da quando l’ ho detto e questa mi sembra una buona occasione per rinfrescare la mia opinione. Perché una foto soprannaturale possa essere presa in considerazione da un gruppo scettico, i Creduloni dovrebbero invitare gli Scettici in un luogo dove in passato sono riusciti a fotografare fantasmi o Esseri Celesti. Gli Scettici dovrebbero intervenire con macchine fotografiche proprie, quindi mai manomesse da altri e scattare foto. Dovrebbero avere piena libertà di controllare il luogo nei giorni precedenti e successivi l’ eventuale scatto di una immagine fortunata. Forse, allora, rimarrebbero veramente meravigliati e se ne potrebbe discutere paritariamente (se una, o meglio più, foto catturasse una immagine di una chiarezza tale da escludere la pareidolia). Ringrazio Luigi Bavagnoli per il lavoro e la condivisione,ma spero che mi capisca se gli dico: senza nomi, cognomi, luoghi, date e altri testimoni presenti assieme a Te un credulone potrebbe dirTi che Ti sei inventato tutto per screditare chi crede nei fantasmi. E’ un parere da scettico, ma dall’ altra parte. Chi di scettico ferisce…

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