Sangue di San Gennaro: fenomeno inspiegabile?

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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, insegna “Comunicazione della scienza” ai dottorandi dell’Università di Padova e in passato è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, collabora con Piero Angela a Superquark, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di quasi 50 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Houdini. Mago dell’impossibile e l’Atlante dei luoghi misteriosi d’Italia sono i suoi  ultimo libri. Segui Massimo anche su YouTubeInstagramFacebookTwitterTelegram e la sua newsletter (che dà diritto ad anticipazioni ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivi qui.

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4 risposte

  1. Caro Polidoro, nel guardare la messa in cui Di Maio bacia la teca che contiene il sangue di San Gennaro, e comunica la sua felicità di essere lì per la prima volta, ho notato che il manico della reliquia tenuta in mano da quell’omissis di porporato cardinale sembra essere il punto in cui si aziona forse il meccanismo che versa dell’anticoagulante potente in una sostanza simile al sangue ma che non lo è. In chiesa non ci va più nessuno, però gli ignoranti continuano ad andarci. Ricordo che Agostino Gemelli andò da Padre Pio a chiedergli di mostrargli le stigmate, e il monaco gli rispose che l’avrebbe fatto solo dietro presentazione di una richiesta esplicita del Papa. Il quale papa ben si guardò da consegnare al Gemelli scienziato (ideatore della medicina del lavoro!!!) il possibile sbugiardamento di un falso santo (a me era simpatico e forse qualche potere l’aveva, almeno quello di saper radunare grandi folla). Buone Cose!

  2. Caro Massimo: la spiegazione di Luigi la conosco bene, forse lui e Tu non conoscete che la Reliquia si fluidifica all improvviso anche in altre occasioni, e sempre quando il Santo ha occasioen di manifestare una volontà comunicativa, anche d’ Inverno. Cosa che vale anche per il sangue di San Gennaro.
    Confrontiamo le due “esternazioni scritte:”
    https://sites.google.com/site/luigigarlaschelli/sangueprodigioso
    http://www.comune.amaseno.net/Turismo/Turismo-Culturale/Reliquia-di-San-Lorenzo

  3. Caro Massimo, la Tua affermazione “Garlaschelli ha scoperto che la reliquia di Amaseno si scioglie con il calore” non ha basi scientifiche. Sia perché il buon Luigi non ha mai potuto aprire l’ ampolla e analizzare la sostanza. Si è dovuto limitare a guardarla di fuori, come tutti, e a fare mumble mumble. Sia perché non fa caldo ad Amaseno solo il 10 di Agosto. Con il clima impazzito degli ultimi decenni si registrano, anche in quel Paese, spesso, temperature, sia a Luglio che a Giugno, superiori a quelle ivi registrate il dieci di Agosto e il contenuto dell’ ampolla non si scioglie.

    1. Caro Aldo, preso nota della tua opinione. La ricerca di Garlaschelli, in cui ha avuto la possibilità di raffreddare e riscaldare la reliquia, individuando il punto di fusione a 29-30°, è dettagliato tra l’altro qui: Garlaschelli, L. , “Chimica dei miracoli” Micromega, n. 1, (1999) Garlaschelli, L. “Chemie der Wunder Chemie” in unserer Zeit, 3, 152 (1999).

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