Come forse saprete, il Parlamento Europeo ha approvato le nuove regole per l’introduzione e la vendita di alimenti non “usuali” destinati alle nostre tavole, tra cui gli insetti.
Un’intervista che mi ha appena fatto il sito L’entomofago, mi ha fatto riflettere sul fatto se siamo pronti o meno a portare grilli e locuste sulle nostre tavole.
In verità, gli insetti commestibili figurano già nel menù della stragrande maggioranza dei Paesi del mondo. In Europa e in Nord America, invece, mangiare insetti è ancora vissuto come una sfida.
Eppure, problemi come la sovrappopolazione, l’esaurimento delle risorse e i cambiamenti climatici potrebbero innescare una crisi alimentare senza precedenti: ecco allora che potremmo presto trovarci a cercare le proteine di cui ha bisogno l’organismo negli scorpioni o nelle cavallette, piuttosto che in una bistecca.
Personalmente, non mi è mai capitato di assaggiarli, almeno non consapevolmente. So infatti benissimo che nella nostra dieta finiscono abitualmente pezzi di insetti, zampe, ali, antenne che si infilano nei cibi durante i processi di lavorazione.
Ma sono talmente piccoli che nemmeno ce ne accorgiamo e, certo, male non fanno. Confesso che l’idea di masticare una cavalletta o inghiottire un cucchiaio di formiche mi sembra molto difficile da accettare. È evidente che si tratta di un retaggio culturale che, tuttavia, almeno in Italia, non vedo superabile in tempi brevissimi.
Qui trovate l’intervista completa:
E voi che cosa ne pensate: vi è capitato di mangiare insetti? Sareste disposti a provare?
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, mentre Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter, Periscope, Google+, Instagram e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).
8 risposte
Datemi pure del retrogrado, ignorante, oscurantista tutti i peggiori epiteti di questo mondo….. MAI E POI MAI scambierò formiche fritte con delle buone fette di culatello di zibello e di lardo di colonnate (o meglio se lo farò vorrá dire di essere veramente arrivato al baratro della disperazione, ma spero di suicidarmi prima).
Mi ha colpito pero un passaggio molto interessante ‘Eppure, problemi come la sovrappopolazione, l’esaurimento delle risorse e i cambiamenti climatiici…. potrebbero innescare una crisi alimentare senza precedenti’; magari mi sto sbagliando ma mi sembra che il dott. Polidoro voglia ‘avvisarci’ del nostro misero futuro prossimo venturo che le elites ci stanno preparand (instti, OGM, TTIP etc); un modo per cercare di indorare la pillola.
Assolutamente no!
Mi vengono i brividi solo a pensare di mettermi trai denti uno scorpione fritto….
Mai.
Il problema degli insetti (e degli altri artropodi, come ha già precisato Tommaso Scozzafava) e che possiedono un esoscheletro di chitina. Che non digeriamo. In particolare le specie autoctone sono piuttosto piccole, rispetto ai paesi tropicali e sub-tropicali, quindi tanta chitina e poca “ciccia”.
Poi in molti posti del mondo si mangiano molto anche le larve di certi insetti (i bruchi), che sono molto ricche di grassi e quindi possono produrre altri scompensi alimentari.
Anche le farine derivanti dagli insetti sono principalmente proteiche e quindi ben diverse dal punto di vista dei valori alimentari da quelle derivanti dai cereali che usiamo per fare pane, minestre e dolci.
Detto questo non mi è mai capitato di mangiare insetti (mi sono fermata ai crostacei), però certe larve mi danno un’idea appetitosa (forse perché sarebbe ora che preparassi la cena!)…
GIUSTISSIMO Sign. Tommaso grazie per la precisazione.:)
Gli scorpioni non sono insetti (e neanche i ragni e le scolopendre); il nome che li accomuna agli insetti è “artropodi”; quindi chi li mangia dovrebbero chiamarsi “artropodofagi” e non “entomofagi”.
La renitenza a mangiarli è sicuramente un retaggio culturale; del resto noi già mangiamo senza problemi artropodi marini come aragoste, granchi e gamberi.
Pensandoci bene dalle nostre parti qua sull’oceano adriatico si mangiano sia in umido che in graticola le lumache . Io le ho mangiate e devo dire che mi sono molto piaciute , la distanza non e’ poi cosi lontana dagli altri insetti quindi.Penso di si, io ci proverei.
Mi permetto di farle osservare che le lumache sono “molluschi”, animali molto diversi (filogeneticamente) dagli insetti.
Io ho già problemi con il sushi .non sarà facile.