Excalibur è il nome della spada di re Artù, quella consegnatagli da una mano misteriosa uscita da un lago e al lago restituita, alla morte di Artù, da Sir Bedivere. Prima di Excalibur, però, Artù aveva un’altra spada: la famosa spada che, grazie a Merlino, era riuscito a estrarre dalla roccia in cui da tempo giaceva imprigionata. Questa spada andò distrutta in combattimento e, quindi, sostituita con Excalibur. Ebbene, cosa direste se vi venisse detto che una spada nella roccia esiste ancora ai nostri giorni?
Badate bene, non una qualche attrazione turistica in un parco di divertimenti, ma un’autentica arma medievale imprigionata nella pietra? E se aggiungessero che questa spada non si trova in Inghilterra ma, addirittura, in Italia? Impossibile, forse? Pensateci meglio…
a spada nella roccia esiste davvero, si trova vicino a Siena e a estrarla dal suo alloggiamento, dopo secoli di immobilità, non è stato re Artù rinato ma il mio caro amico e compagno di tante indagini Luigi Garlaschelli, chimico all’Università di Pavia e Responsabile sperimentazioni del CICAP.
Insieme a Maurizio Calì, presidente dell’Associazione Culturale Progetto Galgano , Gigi ha recentemente condotto un’affascinante indagine su questo poco noto mistero che ha calamitato l’attenzione di giornali e tv di mezzo mondo (per approfondire guardate qui). E’ questo l’argomento della nuova puntata del mio podcast. Buon ascolto!
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Gentilissimo Massimo Polidoro,
ti scrivo per chiederti un’informazione e possibilmente poter
ricevere qualche tuo consiglio.
Innanzitutto ti ringrazio per quello che fai e per mettere sempre a
disposizione di noi tutti la tua saggezza e le tue conoscenze.
Vorrei chiederti come fare, dove rivolgermi, dove andare, chi
contattare per poter prendere parte ad uno dei vari gruppi di
studio e di ricerca che si occupano dei Templari, dei luoghi
templari, dello studio delle fortezze e delle chiese templari, dei
collegamenti tra Templari e misteri della religione cristiana, dei
Vangeli Apocrifi, della vita di Maria Maddalena e della sua vera
identità, dei collegamenti tra tutto ciò e le società segrete,
della Massoneria: insomma tutto ciò che ruota intorno al mistero
dei Templari.
Mi piacerebbe in particolar modo approfondire in maniera adeguata,
lo studio su Castel del Monte e sulle cittadine di Banzi, Forenza,
Acerenza, Avigliano e Castel Lagopesole in Basilicata. Ti dico ciò
anche perchè ho la fortuna di abitare a 15 Km da Castel del Monte e
ad un’ora di macchina dai paesi lucani che ho citato.
Dammi un aiuto, una dritta, un consiglio su come fare per poter
coronare questo mio grande sogno di poter studiare ed approfondire
da vicino tutto ciò. Magari se tu formassi un gruppo di lavoro che
si occupasse di tali argomenti potresti anche invitarmi: sarebbe la
cosa più bella di tutta la mia vita.
Attendo una tua risposta.
Intanto ti saluto cordialmente e ti ringrazio del tempo che, spero,
vorrai concedermi.
Gianluca.
Ho ascoltato il Vs/podcast, che mi è molto piaciuto: complimenti!
Avevo già letto l’ articolo del Prof. Garlaschelli, sul suo sito e mi era parso di capire che la ricerca fosse da riprendere dal punto in cui si era “arenata”. La cosa che mi è piaciuta di più è che sia stata una ricerca con la collaborazione della “controparte”. In questo caso la Chiesa penso sia stata “aperta” perché non difende più, fin dai tempi del Cardinale Ottaviani, “a spada tratta” i Santi antichi e poco documentati. Comunque, sul sito Santi Beati e Testimoni la figura di San Galgano è identificata con Galgano Guidotti, cavaliere di cui si sa qualcosa di più. Mi pare che, per quanto riguarda l’ evento paranormale di una spada da lui infissa nella roccia la ricerca si sia conclusa con un “pari e patta”: impossibile dire se la spada fosse infissa nella roccia; se ci trovassimo di fronte ad un evento simile, bisognerebbe comunque sfilare un blocco che mantenga spada e roccia attaccate e verificare se non vi siano trucchi nel reperto, ad esempio un collante in una fenditura preesistente. Tutta questa indagine sarebbe difficile da fare, almeno per quanto riguarda le mie conoscenze e la mia antica laurea in farmacia, senza danneggiare la reliquia. A meno che la RMN o la PET o qualcosa di ancor più sottile non siano in grado di farlo. Ma non risulta ai miei ricordi (ho venduto questi apparecchi). Direi che, comunque, dopo la Vs/ricerca, sia difficile pensare che un San Galgano non sia mai esistito: la “leggenda” è coeva ai reperti e vi sono troppe traccie che ci dicono che un cavaliere divenuto eremita e ritenuto santo dal popolo ha abitato colà nell’ XI secolo. Quindi avete contribuito non a documentare un miracolo ma a ricordare un santo ritenuto leggendario dai più.
L’ inverno scorso ho visitato, a Roccaporena di Cascia, lo “scoglio” che recherebbe le impronte delle ginocchia di Santa Rita. Come siano state fatte nella roccia quei segni mi risulta incomprensibile, almeno all’ occhio, anche se non hanno la forma di ginocchia. E’ mai stata fatta una indagine seria? Il parroco non ha saputo rispondermi e non ne ho trovato traccia nelle biografie della Santa. Sarebbe carino poter fare una indagine: del resto, anche la parte finale della Valnerina è bella, suggestiva, piena di storia e natura e…si mangia bene anche lì, spendendo meno che in Toscana. Buon lavoro.
Aldo Grano