«Hanno combattuto contro le idee imperanti, la morale comune o l’ordinamento sociale. Hanno impegnato se stessi, sacrificando spesso tutto ciò che avevano, qualche volta perfino la propria vita. Ma alla fine ce l’hanno fatta: hanno raggiunto il loro obiettivo, salvato vite o reso popolari idee. E per questo motivo possono a buon diritto essere considerati veri e propri eroi della cultura, persone (politici, scrittori, scienziati) che hanno cambiato per sempre il modo di pensare di un popolo o dell’intera umanità, dando un impulso importante al progresso».
Inizia così l’articolo che ho scritto per lo speciale dedicato agli “Eroi” del numero di Focus Extra ora in edicola (estate 2010). E gli eroi di cui parlo nel mio articolo non sono quelli di carta dei fumetti, ma persone in carne e ossa che rispondono ai nomi di Maria Montessori, Andrej Sacharov, Franco Basaglia, Albert Schweitzer, Harvey Milk, Dian Fossey, Carlo Urbani, Aleksandr Solzhenitsyn, Anna Kuliscioff, Nelson Mandela e Simone de Beauvoir.
5 risposte
Sono d’accordo con Massimo, comportarsi da persone per bene dovrebbe essere normale: chi lo fa per paura di una punizione ultraterrena (inesistente peraltro, come tutti i non credenti sanno), è sostanzialmente un’ipocrita.
Mi dispiace di non essere stato chiaro. Sono sostanzialmente d’ accordo con Voi, per questo, tramite Massimo, mi sono complimentato con gli eroi scettici o non credenti. Senza togliere nulla agli altri, sempre di eroi si tratta.
@Aldo: “Penso anche io, comunque, che sia più difficile essere eroici se non si crede in un premio oltre la morte.” Non sono d’accordo. Se fai qualcosa di buono, o eviti di fare qualcosa di male, solamente per paura di premi o punizioni dopo la morte mi sembra sia solo un comportamento egoista. Il vero eroe, o semplicemente una persona civile, dovrebbe fare del bene perché è giusto così, indipendentemente da eventuali ricompense, terrene o ultraterrene.
Anche per me sono tutti eroici, anche se sono un po’ scettico sulla capacità di molti di loro di cambiare il modo di pensare della maggioranza. Grazie, anche perché non tutti, anzi, solo pochi, erano scettici. Penso anche io, comunque, che sia più difficile essere eroici se non si crede in un premio oltre la morte.