Ho visto il futuro della musica italiana: si chiama Amor Fou!

Forse a qualcuno il titolo di questo post potrà sembrare esagerato, ma lasciatevelo dire da uno che non si occupa solo di misteri, ma ascolta musica da quand’era in fasce: tra qualche anno, gli Amor Fou, che sono usciti ieri per la EMI con il loro nuovo disco intitolato I moralisti, vi sembreranno esserci sempre stati. Parte integrante e imprescindibile del panorama musicale d’autore italiano.

Ok, mi rendo conto. Forse non li avete mai sentiti nominare e questa introduzione vi sembrerà eccessiva. D’accordo, è giusto, ma solo perché non avete avuto la mia fortuna. Io è già da un po’ che ascolto e riascolto I moralisti, grazie a un’anticipazione del disco che mi ha passato il cantante e autore del gruppo Alessandro Raina. Quando avrete provato anche voi, mi direte se ho ragione oppure no.

E non è solo una mia impressione, vi assicuro: chiunque senta questo disco ne resta affascinato. E’ successo a quelli della EMI che, un momento prima che il disco uscisse per un’etichetta indipendente, se ne sono accorti e hanno voluto pubblicarlo loro a tutti i costi! Leggete cosa scrive Marinella Venegoni de La Stampa e poi fate un salto sul sito del gruppo, per saperne ancora di più.

I moralisti, che sembra un titolo impegnativo e forse anche obsoleto per il genere di musica che va per la maggiore da noi, è un disco come non se ne sentivano da tempo, in Italia. Perché i testi, poetici, profondi, ma mai pesanti o “moralistici”, e le musiche, coinvolgenti, moderne e al tempo stesso “classiche” (come potrebbero essere classiche le canzoni di Battisti, per dire, o di De Gregori), compongono 13 perle sonore (straordinaria la musicalità e gli arrangiamenti di Leziero Rescigno, avvincenti le chitarre di Giuliano Dottori, coinvolgente il basso di Paolo Perego): una diversa dall’altra e ciascuna a suo modo memorabile.

Volete un assaggio? Qui potete ascoltare “Peccatori in blue jeans”, forse la più “catchy”, un pezzo beat con un ritornello che resta in testa eppure non è mai scontata. Ma dovreste sentire la drammaticità di “De Pedis”, la poesia toccante de “Il mondo non esiste”, l’epica di “Filemone e Bauci”, la lucidità di “Cocaina di domenica” e  poi sentite “Un ragazzo come tanti” o “Il sesso degli angeli” e ditemi se non vi sembrano due canzoni perfette per Mina. E le altre non sono da meno.

Insomma, qui non c’è una o due canzoni belle e il resto è riempitivo: è un album completo e perfetto così, da ascoltare (più e più volte) dall’inizio alla fine. E allora, fatevi un favore, andate subito a comprarvi il CD degli Amor Fou: costa solo 14.90, meno di una pizza in due! Vedrete, se vi piace la buona musica, mi ringrazierete.

Ah! E non vi ho ancora detto questa: il 13 maggio, alla Fiera del libro di Torino, gli Amor Fou suoneranno dal vivo un set acustico proprio alla presentazione del CICAP (ore 20.00, Spazio Autori A). Ci sarò io, parleremo di musica e leggende metropolitane, presenteremo il libro di Fabio Caironi “Storie stonate” e poi il palco sarà tutto per loro.

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24 risposte

  1. Giusto per rispondere a chi pensava che con il mio post avessi esagerato nei confronti degli Amor Fou… Hanno appena presentato i finalisti per il “Miglio album dell’anno” al Premio Tenco. Indovinate un po’? Nella cinquina, tra Baustelle e Carmen Consoli, ci sono anche gli Amor Fou (http://www.rockit.it/news/13487/premio-tenco-ecco-i-nomi-dei-finalisti). Fa piacere vedere che forse non mi sbagliavo poi così tanto quando – mesi fa – sostenevo di vedere in loro un grande talento…

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