Chi ha paura del latte? Le bugie del complottismo alimentare

Latte e latticini sono da tempo al centro di una campagna denigratoria che li dipinge come alimenti non necessari e addirittura dannosi per la salute. I numeri dicono che il consumo di prodotti lattiero caseari è in continuo calo soprattutto nei paesi industrializzati.

A far scendere le quantità giornaliere assunte da ogni individuo non è però solo la crisi economica, ora ci si mettono anche le teorie della cospirazione!

Molte delle bugie sul latte derivano dal cosiddetto China Study, uno studio di quarant’anni fa, oggi screditato, secondo il quale il latte sarebbe responsabile dell’insorgenza di tumori per colpa della caseina. «Il latte» dice Andrea Ghiselli, medico nutrizionista e dirigente ricercatore dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, «è invece ufficialmente riconosciuto come un fattore protettivo verso le più importanti malattie cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione e molti tipi di tumore».

Per saperne di più, segnalo l’intervista di Ghiselli su Wired, questa valutazione su Science Based Medicine e questa recensione di Harriet Hall. In italiano, trovate anche questa recensione di Anna Rita Longo.

Qualche giorno fa, Simone Martarello di Assolatte, l’associazione italiana lattiero casearia, mi ha intervistato sulla propria rivista a proposito del complottismo alimentare. Qui di seguito l’intervista completa (che trovate anche sul sito dell’Associazione):

C’è un progressivo allontanamento da uno degli alimenti più naturali e importanti per la dieta umana. Limitandosi all’Italia, le più recenti indagini di mercato svelano che l’unico comparto del latte alimentare a crescere è quello del delattosato: se non una prova, questo è almeno un indizio del fatto che tra i consumatori si è diffusa l’idea che il latte sia poco digeribile.

Anche per la bevanda bianca, così come per l’attentato dell’11 settembre 2001, le scie chimiche o l’omicidio Kennedy, la rete fa da enorme cassa di risonanza alle teorie più disparate: “bere latte è innaturale per l’uomo adulto”, “il latte è fonte di allergie”, “non serve per rinforzare le ossa”, fino ad arrivare ad affermare che “latte e formaggi sono pericolosi per la salute”.

Idee e convinzioni si diffondono piuttosto rapidamente e, suffragate da presunti riscontri scientifici, hanno come risultato quello di ridurre drasticamente o inibire il consumo di latte in molte persone. Se questa tendenza diventasse “stile di vita” ci potrebbero essere rischi per la salute pubblica, poiché il consumo adeguato di prodotti lattiero caseari, consigliato dalle linee guida di tutti i Paesi, è correlato con importanti benefici per l’organismo, salvo nei casi acclarati di allergie o intolleranze.

Per capire meglio come queste teorie del complotto nascono, si sviluppano, diventano “virali” e anche per provare a trovare qualche contromossa, ci affidiamo a un esperto di cospirazioni e smascheratore di bufale come Massimo Polidoro, giornalista e scrittore, autore di Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti, in libreria da qualche mese per i tipi di Piemme edizioni.

In 350 pagine, Polidoro prende in esame alcuni dei più famosi misteri della storia: dal Santo Graal al mito di Dracula, dagli alieni alle malattie misteriose. Li spiega, li scompone e ne mette a nudo le debolezze, invitando anche il lettore a fare uno sforzo per sviluppare un proprio spirito critico davanti ai fatti. In chiusura anche dieci consigli per indagare i misteri, tra cui l’invito a fare ricerche, approfondire, non giudicare in modo affrettato e verificare l’attendibilità delle fonti.

Tutte buone norme che gli “scettici” (si fa per dire) nei confronti dei prodotti lattiero-caseari dovrebbero mettere in pratica prima di decidere di eliminarli dalla propria dieta.

Assolatte: Come nascono le teorie complottiste e perché in molti sono portati a crederci senza verificare?

Massimo Polidoro: In genere una teoria del complotto nasce come tentativo di trovare motivazioni nascoste per un evento straordinario o complesso. Tali teorie sfruttano l’ignoranza e la carenza di senso critico di parte del pubblico, approfittando del fatto che lo svolgersi di certi eventi non è sempre chiaro e accessibile, costruendo dietrologie che si basano spesso sull’impossibilità di verificare come sono andate veramente le cose. Gli argomenti degli autori delle varie teorie cospirazioniste danno l’impressione di essere precisi, anche se in genere non si basano su fonti neutrali o su prove scientifiche dall’indubbia validità. Altre volte, ciò che fa nascere una teoria della cospirazione è l’incapacità di accettare un fatto che fa male: “Kennedy non poté essere ucciso da un semplice squilibrato, dev’esserci stato qualcosa di molto più grande dietro”; oppure: “Michael Jakson, il re del pop, non può essere morto per un overdose di sonnifero: deve avere simulato la sua morte per fuggire alle pressioni dello show business”… e così via. Come diceva Pasolini «Il complotto ci fa delirare perché ci libera dal peso di doverci confrontare da soli con la verità». Credo proprio che avesse ragione.

A: Il complottismo alimentare gode di una popolarità crescente, alimentata da una presunta maggior consapevolezza degli individui e da una diffidenza verso tutto ciò che è  istituzionale. Non crede sia un atteggiamento pericoloso?

MP: Spesso si è portati a credere alle teorie della cospirazione perché, effettivamente, i governanti non di rado legittimano questo tipo di sospetti. Decisioni e comportamenti illeciti da parte di chi è al potere, una volta scoperti, alimentano il sospetto e la sfiducia nei confronti delle istituzioni. Si tratta ovviamente di abusi e reati che vanno scoperti e denunciati. Ma c’è una differenza fondamentale tra chi denuncia soprusi e illeciti governativi e chi va a caccia di cospirazioni. I primi raccolgono fatti e sulla base di quelli cercano di costruire una tesi che permetta di spiegare tutti gli episodi raccolti. I secondi, invece, partono con un’idea preconcetta – per esempio, l’11 settembre non può essere opera di al Qaeda, devono essere stati per forza gli stessi americani ad avere organizzato gli attentati per avere il pretesto di scatenare una guerra in Iraq – e vanno alla ricerca di fatti e particolari che la soddisfino e sembrino confermarla, scartando e ignorando allo stesso tempo tutto ciò che contrasta con tale idea.

È indubbiamente un atteggiamento pericoloso. Vedo soprattutto tre guai prodotti dalle teorie cospirazioniste: il primo è quello di indurre un senso di impotenza politica. Che cosa può fare la gente comune, se il mondo è gestito da società segrete come gli Illuminati, famiglie facoltose come i Rockefeller o i Rothschild, agenzie di intelligence come la Cia o il Kgb, che operano in segreto per stabilire un nuovo ordine mondiale? Tanto vale arrendersi. Ancora più devastante il secondo effetto: l’angoscia per un pericolo inesistente induce a comportamenti dannosi se non addirittura suicidi. Credere che il latte sia una bevanda “innaturale” rifiutandosi di consumarla, come sostengono alcuni complottisti, provoca danni non solo a loro ma anche ai loro figli, che cresceranno senza un elemento fondamentale per la costruzione di ossa forti.

O, ancora, credere che i vaccini siano responsabili dell’autismo è una teoria che non ha fondamento e nasce dalla truffa di un medico radiato dall’albo, Andrew Wakefield, pagato per dichiarare il falso. Chi rifiuta di vaccinare i propri figli non solo li espone al rischio di malattie che si ritenevano debellate come il vaiolo o la rabbia, ma contribuisce alla diffusione dei virus anche nel resto della popolazione. E proprio da poco abbiamo saputo che la disinformazione ha fatto breccia, tanto che le vaccinazioni contro rosolia e morbillo sono crollate del 25%. Il terzo effetto è deviare la protesta sociale verso falsi obiettivi: la campagna sulle cosiddette «scie chimiche», l’innocua condensa degli aeroplani spacciata per misteriosi gas venefici, per esempio, distoglie l’attenzione da minacce autentiche come gli scarichi delle auto o i rifiuti tossici.

A: Ragionando su questi argomenti, appare sempre più evidente la dicotomia del web: da un lato democratico divulgatore del sapere, dall’altro potente strumento per la diffusione di teorie e idee del tutto inventate.

MP: Internet è uno strumento eccezionale, ma, e questa è sia la sua fortuna che la sua maledizione, è privo di filtri. Vi si può trovare di tutto, dalle ricerche più serie e scientifiche, alle assurdità più clamorose. La difficoltà per chi naviga, dunque, è proprio quella di capire se si trova di fronte alle prime o alle seconde. E non è un compito facile.
I personaggi carismatici, che propagandano teorie suggestive, riescono ad avere tanto seguito sia perché rispondono al bisogno di certezze di cui si diceva prima, sia perché chi va in cerca di certezze difficilmente si fa cogliere dal dubbio. Trovare qualcuno che sembra avere capito tutto del mondo e ci vende la sua teoria impacchettata e infiocchettata, per molti rappresenta una tentazione irresistibile di fronte a una realtà che altrimenti appare del tutto imprevedibile e quindi poco rassicurante.

Ma bastano pochi accorgimenti per evitare di farsi abbindolare: accertarsi che qualcosa di misterioso esista veramente; verificare l’attendibilità della fonte; condurre ricerche approfondite e risalire alle fonti originali; non formulare ipotesi prima di aver analizzato tutti i fatti; riprodurre, quando possibile, le condizioni originali in cui si sono svolti i fatti; dove possibile, controllare di persona i fatti; chiedere consiglio agli esperti; imparare a distinguere tra fatti e fantasie; prendere i testimoni con le molle, ma educatamente.
E, infine, applicare il “rasoio di Occam”, cioè: prima di formulare teorie rivoluzionarie, verificare se un certo fenomeno non possa essere interpretato con spiegazioni già esistenti.

Ognuna di queste regole richiede una spiegazione molto più dettagliata che lo spazio a disposizione non ci lascia, ma per chi fosse interessato a conoscerle e ad approfondire gli argomenti di cui abbiamo parlato e molti altri, rimando, oltre che a Rivelazioni, anche al mio sito: www.massimopolidoro.com, dove chi si iscrive alla mia newsletter riceve in omaggio il volume Indagare misteri, una vera e propria guida all’esame di tutto ciò che sembra insolito o inspiegabile.

A: Cosa si può fare, in particolare, per contrastare l’ingiusta demonizzazione dei prodotti lattiero-caseari?

MP: Credo che l’ignoranza si combatta soprattutto con l’informazione corretta e, dunque, il suggerimento migliore che posso dare è certamente quello di investire in tutto ciò che può aiutare a far conoscere meglio al pubblico le tante virtù che il latte e i prodotti a esso legati possiedono, combattendo allo stesso tempo l’ignoranza e la disinformazione pseudoscientifica, magari anche con libretti e opuscoli da distribuire nelle scuole.

 


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Il 3 marzo 2015 uscirà per Piemme il suo primo thriller: Il passato è una bestia feroce. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitterGoogle+ e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).


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10 risposte

  1. Saluti Sig Polidoro. Mi spiace ma dissento totalmente e lo dico da superscettico che ha acquistato ed condiviso tutti i suoi libri ‘complottisti ‘e sostenitore Cicap . Ma da quando si va dall oste per chiedere se il vino è buono?I latte non fa bene semplicemente perché si tratta di un particolarissimo grasso animale che la natura fornisce ai mammiferi per una comoda alimentazione dei cuccioli che perdono la capacità di elaborarlo correttamente dopo un certo periodo.Nessuno sembra accorgersi che in natura non esiste che una specie animale fornitrice ad un altra specie del proprio latte.Noi umani invece commentiamo l errore di nutrirsi di un prodotto solo per i vitelli che poi smettono e passano ai vegetal!Lo dico non da fanatico ma da chi ha sempre apprezzato formaggi e latte smettendo però da anni e beneficiando di miglioramenti della salute. Poi il calcio è disponibile in moltissime altri alimenti vegetali adattissimo anche agli uomini ed è perché per questo motivo che finisce nel latte causa alimentazione bovina!Basta solo andare alla fonte e non aspettare di mangiarlo insieme ad un tot di inutili grassi animali .Si potrebbe continuare ma attendo che le mie affermazioni vengano criticate.
    Grazie dello spazio concesso

  2. Questo mi sembra uno dei primi articoli, se non il primo, in cui Ti associ alla battaglia intrapresa dal CICAP nel campo Alimentare. D’ accordo, non potevate mancare perché sono ormai decenni che nel campo operano sia Maghi che Religiosi che Complottisti. Buona fortuna. Come vedi l’ articolo ha suscitato più commenti della media e più “distinguo” del solito. Dal mio punto di vista, poiché ho seguito altri Scettici che più e prima di Te si sono impegnati, come Dario Bressanini, vedo che Vi siete buttati rapidamente verso l’ estremo di difendere anche gli OGM, anzi di tentare di incoraggiare una vera e propria battaglia contro i legislatori che li hanno al momento esclusi. E, poiché oggi la moda è lo schierarsi al 100% da una parte contro l’ altra, tra un po’ la maggioranza degli Scettici e, a ruota, degli Atei, si schiererà a favore degli OGM. Spero che rimangano dei distinguo al Vostro interno, come qualcosa rimane sul Cambiamento Climatico. Dove esistono controversie scientifiche sarebbe carino che tali controversie esistessero anche dentro il CICAP, altrimenti diventerete anche Voi sempre più un Movimento Ideologico e una Setta.

  3. Per la prima volta, in tanti anni, non mi trovo d’accordo con Massimo:
    “…se non una prova, questo è almeno un indizio del fatto che tra i consumatori si è diffusa l’idea che il latte sia poco digeribile”.
    IL LATTE È EFFETTIVAMENTE POCO DIGERIBILE.
    Questo vale per buona parte della popolazione del mediterraneo che, in età adulta, non ha più l’enzima (lattasi) idoneo allo scopo (è un fatto noto).
    Io stesso, se bevo un solo bicchiere di latte ho i crampi allo stomaco.
    Non mi succede invece con mezzo litro di latte delattosato (tutto in una volta).
    Questo vale per tutta la mia famiglia.
    Molti dei miei amici, tra cui due MEDICI, hanno lo stesso problema.

    Alla CASEINA si può essere allergici, come si può essere allergici a qualsiasi altra cosa a questo mondo.

    Questi riferimenti sono, in generale, abbastanza interessanti:

    1 Holzman, Neil A, et al, Modern Nutrition in Health and Disease, 6th ed, Goodhart and Shils, eds, 1980, Lea and Febiger, Philadelphia, PA, 1193-1219.
    2 Shils, M E, et al, Modern Nutrition in Health and Disease, 8th ed, 1994, Goodhart and Shils, eds, Lea and Febiger, Philadelphia, PA, 40.
    3 Douglass, William Campbell, MD, The Milk Book, 1994, Second Opinion Publishing, Atlanta, GA; Beasley, Joseph D, MD, and Jerry J Swift, MA, The Kellogg Report, 1989, The Institute of Health Policy and Practice, Annandale-on-Hudson, NY, 174.
    4 Maclaren, N, et al, New England Journal of Medicine, Jul 1992, 327:5:348-9.
    5 Fraser, D R, The Lancet, Jan 14, 1995, 345:8942:104-105; Buist, RA, International Clinical Nutrition Reviews, 1984, 4:4:159-171.
    6 Thomas, M K, et al, New England Journal of Medicine, Mar 19, 1998, 338(12):777-83.
    7 Samuels, J L, “MSG Dangers and Deceptions,” Health and Healing Wisdom, Price-Pottenger Nutrition Foundation, 1998, 22:2:28. See also http://www.truthinlabeling.com.
    8 Personal communication, Francis Woidich, MD.
    9 For further sources of high quality milk products, see http://www.realmilk. com or contact a local chapter of the Weston A. Price Foundation listed at http://www.westonaprice.org.

    1. Domenico, forse mi sono spiegato male. Io non dico che il latte fa bene a tutti, ci possono essere senz’altro persone che lo tollerano benissimo, altre che invece faticano a digerirlo. Un discorso diverso, ed è di questo che parlavo, è quello fatto dalle teorie secondo cui non solo il latte fa male ma provoca il cancro. In mancanza di documentazione scientifica attendibile e replicabile, si tratta di affermazioni allarmistiche che non contribuiscono in nessun modo a informare il pubblico.

  4. Sono quasi del tutto d’accordo sullo sviluppo del senso critico in generale e sul consiglio di verificare, il + possibile ovviamente, fonti e notizie.
    Mi permetto, in merito alle scie chimiche però, che definire gli scarichi degli aeroplani “un’innocua condensa” mi pare fuorviante e disinformante. Se è vero che le varie teorie del complotto esagerano disegnando scenari infausti di diffusione di esoteriche sostanze per il controllo delle menti, scendendo francamente nel ridicolo, è pur vero che, dati alla mano, stante il costante aumento del traffico aereo mondiale e i tipi di carburante che si utilizzano per i motori a reazione, l’inquinamento prodotto dal traffico aereo planetario è un fenomeno preoccupante da tenere in assoluta considerazione, anche in riferimento al fatto che esso viene “immesso” direttamente in una fascia della nostra atmosfera difficile da monitorare e in precario equilibrio. Saluti

    1. Credo che scie di condensa e gas di scarico siano cose differenti, anche se emesse contemporaneamente. Non ho mai sentito (o letto) qualcuno affermare che gli aerei non producano inquinamento mentre gli sciakimikisti affermano che il vapore di condensa sia in realtà un composto di sostanze nocive appositamente stivate e poi emesse indipendentemente dai residui di combustione nocivi.

  5. – Gentile Polidoro, siccome ho studiato Scienza dell’alimentazione, mi verrebbe da pensare che lei sia stato pagato dall’industria del latte per fare simili dichiarazioni ed a tal proposito gradirei sapere cosa ne pensa delle dichiarazioni del prof Veronesi, del prof Berrino, del prof Campbell e degli studi di oltre 40 anni su un campione di 500.000 persone della Harvard University e Columbia University, sulla nocività del latte e dei suoi derivati e non per ultima la scoperta dell’attivazione dei tumori dovuti alla caseina… Grazie.

    1. Gentile Pino, la ringrazio per le sue osservazioni. Pagato? No, nessuno mi paga per esprimere le mie opinioni. Se trova degli errori in quello che scrivo, la invito a segnalarmeli. I suoi riferimenti, tuttavia, sembrano presi pari pari dal cosiddetto “China Study”, fonte ben poco credibile ormai. Ma non si fidi di me, potrebbe trovare più utile il parere di chi si occupa di nutrizione, come quello che può leggere qui: http://www.wired.it/lifestyle/food/2014/05/08/il-china-study-e-una-mega-bufala-ecco-perche/

    2. Caro Pino,

      Il problema con le ricerche sul latte è che sono spesso fatte tramite interviste telefoniche del tipo:
      – ha mangiato formaggio o bevuto latte regolarmente negli ultimi 30 anni?
      – si è mai fratturato un osso?
      – ha malattie cardiache?

      Ora, considerando che questi studi sono fatti nello Stati Uniti, dove il latte è scremato per legge, visto che ha studiato nutrizione dovrebbe sapere che in assenza delle vitamine liposolubili A, D3 e K2 il latte è poco più che acqua torbida.
      Molti americani considerano il cheesecake dei fastfood come una porzione di dairy (latticini).
      Inoltre il loro formaggio, anche quando non è cheesecake, è spesso una sottiletta giallognola e gommosa, molto lontano quindi dagli standard delle tradizioni casearie a cui siamo abituati in Europa.
      Infine, il latte pastorizzato perde molto dei suoi valori nutrizionali. Idealmente il latte va consumato crudo o sotto forma di formaggi di latte non pastorizzato.
      Se poi il latte è stato consumato con fiocchi di cereali industriali (lo sappiamo cosa comporta il processo di estrusione vero?), allora il quadro è completo.
      Insomma, queste 500.000 telefonate potevano risparmiarsele e usare i soldi dei gettoni per fare della vera ricerca.

      Riguardo alle famigerate ricerche che “dimostrano” che le caseine causano il cancro, anche qui la faccenda è piuttosto ambigua.
      Alcune ad esempio sono state fatte sui topi, che sono stati nutriti unicamente con un pastone di caseine idrolizzate (quindi infiammatorie), olio di soia (infiammatorio) e amido di mais. Una dieta non esattamente equilibrata. Ai topi inolte il tumore è stato iniettato, per verificare come si sarebbe sviluppato in seguito.

      Ci sono anche studi umani, ma ancora una volta bisogna andare a fondo e capire come sono stati fatti per arrivare ad una conclusione che io personalmente non condivido, e alla luce di altri studi e ricerche ben più convincenti.
      Le caseine sono infiammatorie, verissimo (l’ho detto io prima), ma va detto però che nel latte c’è anche l’albumina, che è anti-infiammatoria. La natura non fa niente a caso.
      Le caseine promuovono l’IGF, ma questo non è per forza male, molti altri cibi stimolano la produzione sia di insulina che di IGF.

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