La seduta spiritica di Prodi

Moro: Prodi e via Gradoli

A volte, mi capitano mail come la seguente che mi ha scritto un paio di giorni fa Paolo Telarico:

Vorrei avere informazioni circa una famosa seduta spiritica avvenuta durante il rapimento di Aldo Moro nella quale partecipò anche l’attuale Presidente del consiglio Romano Prodi, nella quale si ipotizzava la sua presenza in località Gradoli: Si fecero delle ricerche infruttuose nel paese di Gradoli scoprendo successivamente che Moro fu tenuto in ostaggio in un appartamento di via Gradoli a Roma.
Clamorosa coincidenza?
Essendo un vs. estimatore sono certo che esite una spiegazione plausibile e attendo fiducioso una vs. gradita risposta.

Mi sono occupato in passato di questo argomento. Per cui, copio di seguito un articolo scritto qualche anno fa per una rivista:

I fantasmi del caso Moro

di Massimo Polidoro

Certi film e certi incauti resoconti giornalistici ci hanno abituati a pensare che esistano persone dalle straordinarie facoltà extrasensoriali. Tali super-sensitivi verrebbero talvolta in soccorso a qualche disperato detective di polizia per aiutarlo a risolvere i crimini più intricati. Il Dipartimento della Difesa americano, negli anni della guerra fredda, arrivò addirittura a spendere oltre venti milioni di dollari per capire se i veggenti potevano essere utili per spiare le mosse dei sovietici. La conclusione fu che il loro contributo di “spionaggio paranormale” era tanto utile quanto lo è l’esame delle viscere di agnello nella previsione del futuro…

Nonostante ciò, e nonostante il fatto che nessun veggente o sensitivo sia mai riuscito a risolvere niente di più intricato delle parole crociate, è perfettamente comprensibile che qualche genitore, disperato per aver perso il figlio in un bosco, si sia rivolto alla magia nella speranza di ritrovarlo. Lo è già meno se, a rivolgersi a questi personaggi, sono figure istituzionali che dovrebbero sapere meglio come stanno le cose in questo campo.
Un esempio clamoroso di ciò si ebbe qualche anno fa, all’epoca del sequestro dell’allora segretario della Democrazia Cristiana Aldo Moro. In quei giorni, infatti, arrivarono alle autorità decine di segnalazioni da parte di veggenti e visionari (come ampiamente documentato da S. Flamigni in “La tela del ragno”, Edizioni Kaos, 1993, pp. 102-103): la madre superiora di un convento, per esempio, ebbe una ‘‘visione’’ e segnalò un casolare di Viterbo come possibile covo; la polizia condusse una perlustrazione ma non trovò niente. Il Commissario Augusto Belisario, dell’Ucigos, fu inviato per ben due volte in missione in Olanda per chiedere l’aiuto del noto sensitivo Gerard Croiset (all’epoca molto famoso in Italia perché qualche anno prima la Rai aveva realizzato su di lui uno sceneggiato molto seguito – e molto romanzato – interpretato da Paolo Stoppa). Croiset affermò che «non si può forzare il destino» e non garantì di «riuscire a trovare Moro vivo o morto»; infatti, come succede sempre in questi casi, fornì una serie di informazioni e dettagli («un edificio su cui transitano aerei», «il paese di Civitella Paganica»…) che si rivelarono del tutto inutili.
Era stato l’allora Presidente del Consiglio Francesco Cossiga a chiedere che la polizia prestasse ascolto alle segnalazioni di tipo ‘‘paranormale’’; lui stesso affermò nel corso del processo Moro: «Le fonti dichiarate di origine medianica e parapsicologica erano davvero di origine medianica e parapsicologica, perché alcune aiutai io stesso, su richiesta di alcuni esponenti politici, ad acquisirle». Il risultato di questi sforzi, però, creò unicamente confusione e contribuì alla dispersione di uomini e mezzi che sarebbero forse stati meglio impiegati altrove.
Il caso più clamoroso, però, emerse al di fuori degli sforzi ufficiali per localizzare la prigione di Moro. E’ un episodio di cui periodicamente si torna a parlare sui giornali e di cui potrebbe essere utile rivedere i particolari alla luce di quello che la scienza sa circa certi presunti fenomeni paranormali.
Il 3 aprile 1978, un gruppo di amici, tra cui l’attuale Presidente della Commissione europea (oggi Presidente del Consiglio, NdR) Romano Prodi, si ritrova in un casolare di campagna e per gioco decide di provare a fare una seduta spiritica con il bicchierino. In questo tipo di esperimento, si posa un bicchierino capovolto su un tabellone che porta scritte tutte le lettere dell’alfabeto. I partecipanti alla seduta, poi, poggiano un dito sul retro del bicchierino e questo, dopo qualche momento di attesa, comincia a muoversi (spinto presumibilmente dagli spiriti) toccando le varie lettere e formando delle parole.
Poiché due settimane prima era stato rapito Aldo Moro, il gruppo di amici decide di chiedere aiuto all’aldilà: «Dov’è Moro? Come si chiama il paese, il luogo in cui è? È vivo o morto?» Il bicchierino si sposta sulle lettere e, dopo una serie di parole senza senso, forma parole “molto simili” a: Bolsena, Viterbo, Gradoli. Prodi segnala la vicenda al criminologo Balloni, che ne riferisce al vicequestore Umberto Jovine; poi ne parla con Umberto Cavina, segretario di Zaccagnini; quindi, con l’allora ministro Beniamino Andreatta. Il 6 aprile, sulla base di queste segnalazioni, il capo della polizia ordina di perquisire la località di Gradoli, provincia di Viterbo. Un rastrellamento a tappeto dell’esercito non porta però a scoprire alcunché.
Come si sa, poi, fu proprio in una “Via Gradoli” a Roma che tempo dopo sarebbe stato localizzato un rifugio delle BR, forse usato anche come uno dei nascondigli per Moro. Secondo i più convinti sostenitori del paranormale, l’episodio rappresenterebbe una prova pressoché certa che le comunicazioni con l’aldilà funzionano e che quella volta gli spiriti comunicarono un nome che nessuno poteva conoscere. Secondo altri, tra cui il senatore Giulio Andreotti, la storia della seduta spiritica sarebbe falsa, inventata forse solo per coprire gli informatori di Prodi e amici.
Senza voler entrare nel merito della questione, su cui è bene che proseguano le indagini della magistratura, potrebbe anche esserci un’altra possibilità. Nella tipica seduta spiritica con il bicchierino, come si è detto, un gruppo di persone poggia un dito su un bicchiere capovolto e questo si muove formando parole. Per spiegare tale movimento, però, non c’è bisogno di scomodare gli spiriti, né di pensare necessariamente a un imbroglio da parte di qualcuno. Come già il chimico inglese Michael Faraday poté dimostrare nel 1843, quando il fenomeno comparve per la prima volta, la spiegazione del mistero si trova nei cosiddetti “movimenti muscolari involontari”; quei movimenti, cioè, che tutti quanti facciamo ma di cui non abbiamo alcuna consapevolezza e che avvengono nonostante la buona fede del soggetto. In altre parole, i partecipanti alla seduta, senza rendersene conto, spingono il bicchierino sul tabellone: il bicchierino, infatti, si muove unicamente quando vi si tengono le dita appoggiate sopra, si blocca immancabilmente quando il contatto viene interrotto.
Solitamente, poi, le frasi che si formano sono già presenti nella mente dei partecipanti che le costruiscono senza rendersene conto. Non possiamo certo sapere come andarono le cose nel caso della seduta in questione, ma è possibile che il nome “Gradoli” fosse presente nella mente di qualcuno dei partecipanti: d’altra parte, solo pochi giorni prima la polizia aveva ricevuto una segnalazione su una via con questo nome e anche l’ex-senatore DC Benito Cazora aveva ricevuto un’analoga soffiata da alcuni informatori calabresi.
Preferisco infine tacere sulla notizia (che mi auguro sia solo una bufala) secondo cui i servizi segreti americani avrebbero assoldato un gruppo di sensitivi per dare la caccia a Bin Laden…

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22 risposte

  1. A parte che Piazza Civitella Paganico è a meno di 500 metri in linea d’aria dall’Aeroporto dell’Urbe sulla Salaria (ROMA NORD). E che Civitella Paganico, in provincia di Grosseto, è a metà strada tra la Cassia e l’Aurelia (strade consolari di ROMA NORD).

    A parte che la suora vede un casolare fuori Viterbo (a NORD di ROMA). E che Prodi & co. si riuniscono in un casolare tirando fuori i nomi di Viterbo (again) attraversata dalla Cassia, Bolsena attraversata dalla Cassia e Gradoli a pochissimi km dalla Cassia, e che tutti e tre questi centri sono a NORD di ROMA.

    A parte che Via Viterbo (traversa di Via Salaria) Via Bolsena (traversa di via Cassia & Via Flaminia) e Via Gradoli (quest’ultima è una traversa di Via Cassia) sono tre vie dall’interno all’esterno di ROMA NORD. Così come anche Via Monte Nevoso. E che queste tre vie sono perfettamente allineate su una linea retta, sulla mappa, di congiunzione.

    Ma l’ho notato solo io che Prodi è presente nel ’78 al delitto Moro, diventa ministro e pro presidente dell’IRI. è presente al conflitto Berlusconi De Benedetti e diventa nel ’96 capo dell’Ulivo, gestisce l’Euro prima come presidente del consiglio, poi come presidente della UE, poi di nuovo come presidente del consiglio, presiede Nomisma e fa il gioco degli americani e della grande finanza internazionale? Lo sapete che con l’Euro si cresce di meno?negli ultimi anni l’1,5 mediamente contro il 2,5 dei paesi UE non euro? E questo favorisce la Russia???

    Chi ha messo in imbarazzo gli USA, Prodi o B, con le sue frequentazioni di “regimi forti”?

    Ci può essere una certa connessione universitaria MORO-SOLOKOV-(studente universitario bolognese)-PRODI. Ora, bisogna sapere che uno degli sponsor di Prodi negli anni Ottanta fu De Mita, erede politico di Moro all’interno della DC. E che, per quanto Berlinguer (cugino di Cossiga, il qual atlantismo non andreottian-sindoniano-gelliano va in crisi proprio nel sequestro Moro) potesse rimanere autonomo da Mosca, il PCI vantava esponenti del calibro di Cossutta che se avessero messo le mani su segreti NATO quali Stay Behind avrebbero avuto un orgasmo multiplo a comunicarli a Mosca. E Moro voleva il PCI al governo. Se Solokov ha fatto qualcosa è stato molto probabilmente l’essere l’angelo custode in incognito in ambiente universitario dell’attività di Moro, non presupponendo o cmq non potendo coprire anche le operazioni militari in stile via Fani. Anzi, probabilmente via Fani esiste proprio perché non si può sfruttare il marasma studentesco di quegli anni nelle facoltà dove Moro insegnava, e che Moro non contestano in misura tale da essere arrivata fino a noi in maniera plateale.

    Siete studenti di sn: contesterete magari i miglioristi (Berlinguer, magari Napolitano) e non i massimalisti (Cossutta, Ingrao…) del PCI. Ma anche la DC ha falchi (Kossiga, Andreotti) e colombe (Moro). Rapite i falchi che vi manganellano per strada o le colombe che vi vogliono al governo?

    Via Gradoli era di Moretti. Non delle BR. (A finanziare i suoi studi la famiglia nobile, vicina a posizioni fasciste, Casati Stampa di Soncino. Quei Camillo e Anna protagonisti nel 1970 di un clamoroso caso di cronaca, quando il marchese Camillo uccise la bellissima moglie e il giovane amante di lei, prima di suicidarsi. La loro villa a San Martino di Arcore sarà poi acquistata da un giovane imprenditore, tale Silvio Berlusconi. da http://www.valeriolucarelli.it/moretti.htm)

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