Ci siamo. Da domani sarà in libreria il mio nuovo libro “Eravamo solo bambini”, come sempre per Piemme. E, finalmente, posso dirvi qualcosa di più…
Intanto, vedete qui la copertina per intero. E poi sì, la storia è una storia vera ed è una storia, terribile, che pochi ricordano ancora.
Lo chiamavano “il nido degli angeli” perché era un istituto che accoglieva bambini senza famiglia. Mario, il protagonista della storia, era uno di loro, aveva dodici anni ed era solo al mondo.
Quando vi arrivò, aveva già alle spalle una lunga esperienza di brefotrofi e collegi, ma sperava di trovare finalmente calore umano e affetto. Tanto più che la direttrice, una ex suora che godeva fama di donna caritatevole, affermava di voler essere per i suoi sfortunati ospiti «la mamma che non hanno mai avuto».
La realtà era ben diversa. Quello che Maria Diletta Pagliuca dirigeva con spietata crudeltà si sarebbe poi rivelato un vero e proprio inferno in cui i bambini dovevano fare i conti con la fame, il freddo, i maltrattamenti e le più infami punizioni corporali.
Eppure la luce della speranza non si spense, alimentata da gesti semplici e quotidiani. Mario riuscì perfino a trovare un amico, Francesco. Insieme condivisero piccole gioie e grandi sofferenze, ma una notte Francesco scomparve e Mario rimase solo con il suo dolore. Fino al colpo di scena che avrebbe sconvolto tutto…
Molti anni dopo, partiti i lavori di demolizione di quel luogo di dolore, si riaprì la ferita che non si era mai rimarginata. E Mario si trovò ad affrontare di nuovo i fantasmi della sua infanzia rubata.
8 risposte
Io credo che nessuno piu’ di me si puo’ ricordare di quella strega, sono state dette un sacco di bugie, ero piccola avevo 9 10 anni, , ma ebbi la forza di combattere x salvare mia sorellina.Per la cronaca, sono io che costrinsi la maestrina a portare una lettera a mia madre x far venire la polizia. Sento ancora il suo sgurdo freddo su di me…………………..
Anche io ho abbastanza anni da ricordare la Pagliuca. Gli italiani hanno la memoria troppo corta, è una grande iniziativa quella di riportare in vita storie dimenticate in fretta.
Auguri Massimo!
Comunque lo consiglerò a quelli che apprezzano questo genere di letture… 😉
@Luca: ci mancherebbe se uno non potesse scegliere quello che vuole leggere 🙂
Non conoscevo questa storia.
Ho chiesto a chi ha più anni di me e non se la ricorda nessuno. 🙁
I fatti narrati sono lontani nel tempo ma assolutamente attuali.
Mi dispiace Massimo, sono un tuo accanito fan, ma credo che questo sarà il secondo tuo libro che nn entra nella mia collezione di tuoi lavori ( oltre a quello su houdini ma in quel caso i miei gusti nn centrano ).
La lettura è un piacere, e questo argomento nn fa per me anche se sono sicuro che sarà un capolavoro come i precedenti…
E’ stata una storia terribile che ha sicuramente segnato chi era vivo a quel tempo e si ricorda la Pagliuca come una sorta di “uomo nero” o “babau”, una figura così spaventosa che bastava pronunciarne il nome per mettere paura. In primo grado, praticamente uscì di galera il giorno dopo il processo, ma in appello le diedero una condanna più pesante. Nel libro racconto anche questa parte – non meno scandalosa – della vicenda.
Mi ricordo di questi fatti, ero una ragazzina e mi sono rimasti per sempre impressi… che tristezza… 🙁
Oltretutto, mi pare che alla Pagliuca in giudizio siano stati dati pochissimi anni di carcere invece dei decenni che si sarebbe meritata 🙁