Quando Alessandro Raina (degli Amor Fou) e io… eravamo solo bambini

Un particolare dalla copertina de "I moralisti" degli Amor Fou

Ebbene sì, ora lo possiamo dire. Alessandro Raina, il leader degli Amor Fou, che in questo periodo ho avuto il piacere di citare spesso e con i quali si è anche iniziato a fare qualcosa di molto piacevole insieme (come il fatto che mi hanno prestato la musica -“Dolmen” – per il booktrailer di “Eravamo solo bambini”), è un mio amico d’infanzia. Anzi, eravamo proprio amici di cortile.

In quel cortile i suoi genitori avevano casa, mentre i miei un negozio di cornici e quadri. Ovviamente, in quel posto passavo molte delle mie giornate. Quel caseggiato era davvero un mondo popolato da personaggi assolutamente incredibili pur nella loro normalità, che ricordo con molto affetto e che, ripensandoci oggi, mi sembrano appartenere a un’epoca ormai scomparsa.

E’ dunque con molto piacere e nostalgia che ho letto il suo gradito post dello scorso giovedì e che inizia proprio descrivendo quel luogo: parole che avrei potuto usare io stesso. Ecco cosa scrive Alessandro:

«Della mia infanzia con radici sparse ricordo in particolare alcuni scorci e uno di questi è il cortile della casa dei miei a Voghera. Il palazzo che lo sovrastava, in cui crebbi, era animato da personaggi irripetibili, che a posteriori ritrovai al cinema, in quegli eroi buffi e tristi di film come ‘La vie de bohème’ di Kaurismaki o nelle commedie all’italiana.

«Nell’appartamento in cui sarei finito ad abitare anni dopo c’era lo studio musicale di un compositore di musica contemporanea, allo stesso piano c’era (e cè ancora) un laboratorio artigianale di cornici, dove imparai a riconoscere l’odore delle colle e dei legni, fra tante affascinanti tele. C’erano vecchi e giovani, fra cui una famigliola di londinesi ultra-patriottici, non si sa come finiti in una cittadina sfigata della provincia pavese. C’era una vecchia nutrice veneta, il suo enorme seno, il suo accento così teatrale, e suo marito, magrissimo e schivo. C’era la loro nipote, che dopo la morte dei nonni trasformò l’appartamento in cui era cresciuta in una stanza d’appuntamenti, prima di innamorarsi e mettere su famiglia. C’era insomma uno di quegli ambienti che in sè racchiudono il bello, il misterioso e il tragicomico della vita.

«A condividere con me queste istantanee c’era anche Massimo, un ragazzo un po’ piu’ grande di me che abitava nel palazzo di fronte…»

Ecco, se vi va di continuare la lettura vi rimando al blog di Alessandro, che merita comunque di essere seguito.

Da parte mia, ricordo con molto piacere sia il compositore (che ho anche avuto l’onore di avere come maestro di piano e che sarebbe poi diventato docente al Conservatorio di Parma e musicista rappresentato in tutto il mondo), che gli amici inglesi (Jason, nostro coetaneo, ora è tornato a Londra dove fa l’architetto) che le altre persone del cortile.

Tanti bei ricordi. Grazie Alessandro per questo regalo.

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7 risposte

  1. Non poche le band leggendarie nate tra le amicizie adolescenziali: Genesis, Gentle Giant (addirittura tre fratelli), Bonham e Plant, Pink Floyd….forse sono addirittura la maggioranza.
    Comunque non metto in dubbio l’obiettività di Polidoro: sarebbe malizia dell’io.
    Saluti.

  2. Sinceramente a volte si resta di stucco rispetto alla mediocrità intellettuale di certa gente. Se due persone affermate, peraltro nel panorama culturale di un’Italia sempre piu’ provinciale e ammuffita, si supportano a vicenda non c’è che da apprezzarne lo slancio e l’umanità. Per lavoro e diletto frequento l’ambiente musicale e le amicizie vere fra artisti si contano sulle dita di una mano. Massimo è uno scrittore affermato, Alessandro Raina un autore fra piu’ acuti e talentuosi della sua generazione nonchè personaggio dal curriculum veramente singolare per la sua età e la sua origine (gli scettici possono verificare http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Raina). Non vedo perchè due persone e due intellettuali che si stimano non possono supportarsi a vicenda, oltretutto la loro opera è GIA’ riconosciuta e stra-apprezzata dal mercato e dalla critica. Il ‘gruppetto banale’ dell’amico Apollini è stato consacrato in modo unanime tanto dai critici piu’ tranchant (Venegoni, Castaldo, Stefani..) quanto dal pubblico del web, quindi mi riesce difficile credere che il supporto di Polidoro possa averne influenzato il successo discografico !

    Da quando in quà l’amicizia e l’obbiettività non possono coesistere ? Forse in un paese di provincialotti prevenuti no, ma fra persone dotate di teste pensanti non mi pare proprio un’eresia….
    Questa voglia di vedere sempre opportunismo e favoritismi nell’entusiasmo altrui è veramente disarmante, per usare un eufemismo, anche se gli autori di certi post caprini meriterebbero ben altri appellativi. Ma che ci state a fare qui ?

  3. Ma no! E io che scopro che suoni il pianoforte!
    Non posso rinunciare al farti una domanda (giusto per capire):
    Dimmi il nome di un contemporaneo che apprezzi…..(se vuoi/puoi).
    Io lascio un indizio sul mio 🙂
    Italianissimo, l’8 è a milano e il 9 a Torino, duetta con un altro che apprezzo molto……
    Buone note
    Teodoro

  4. Amici, si. E tra amici ci si scambia sempre qualche favore! Forse, e sottolineo forse, la pubblicità che il Polidoro ha fatto a quel gruppetto alquanto banale, è stata aggratise…

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