Jerry Andrus: inventore di illusioni

Nell’illusorio mondo di Jerry Andrus, raramente le cose sono veramente come sembrano.

A lui, il nuovo numero di Magia, da poco pubblicato e incentrato sulle illusioni ottiche e i suoi creatori, dedica un profilo approfondito: con tanto di illusione ottica tridimensionale da ritagliare!

I "bulloni impossibili", una delle illusioni di Andrus presenti al museo Heureka di Helsinki.

Andrus (1918-2007), uno dei più singolari prestigiatori americani, è forse più conosciuto per le sue invenzioni nel campo delle illusioni ottiche; al punto che, pur non essendosi mai laureato, teneva spesso conferenze e dimostrazioni presso università del calibro di Harvard e Stanford e ha pianificato un’intera mostra dedicata alle sue illusioni organizzata dal museo finlandese Heureka.

Chi, come il sottoscritto, ha avuto modo di fargli visita nell’Oregon, dove viveva in una casa che chiamava il “castello del Caos”, passava attraverso un’esperienza indimenticabile. Nel suo giardino, per esempio, era possibile osservare la “scatola impossibile”, una specie di gabbia di legno realmente impossibile perché le assi sembrano attraversarsi l’una dentro l’altra e assumono prospettive incomprensibili. È sufficiente però cambiare prospettiva per accorgersi che la scatola non è affatto una scatola, ma una serie di assi di legno che creano l’illusione solamente se osservate da un determinato punto del giardino. «È un esempio» spiegava Andrus «che dimostra come il nostro punto di vista può influenzare ciò che crediamo di vedere».

La cassa dalla prospettiva impossibile, forse la più famosa delle illusioni di Jerry Andrus.

Un’altra dimostrazione di Andrus consiste nel prendere due barrette di ferro, una dritta e l’altra piegata, e inserirle in un visore stereoscopico. Chi guarda nel visore non vede i due pezzi di ferro, bensì una terza barretta piegata in una serie di onde verticali; è un’immagine che però non esiste nella realtà, ma solo nel cervello di chi guarda.

Andrus lavorava sulle aspettative e sui preconcetti delle persone. «Il cervello» diceva «deve prendere istantaneamente delle decisioni sulle cose, anche se non ha a disposizione tutte le informazioni necessarie; se non lo facesse, l’uomo non potrebbe funzionare.» Ma sono proprio queste decisioni istantanee che inducono il cervello ad accomodare informazioni in conflitto tra loro.

Per un’altra dimostrazione, Andrus suggeriva di prendere un disco di cartone delle dimensioni di un LP su cui sia disegnata una spirale concentrica nera su sfondo bianco. Successivamente si farà girare questo disco sul piatto di un giradischi  e lo si osserverà per un paio di minuti. Nessuna paura, non si rimarrà ipnotizzati, ma dopo averlo fatto qualunque cosa si guarderà (un volto, le nuvole, un quadro…), per diversi secondi apparirà ondeggiare come attraversata da misteriose vibrazioni.

La copertina del n. 16 di "Magia"

Non sorprende che le trovate di questo “genio creativo” abbiano anticipato diverse scoperte nel campo della psicologia teorica.

Per scoprire meglio la figura di Jerry Andrus, e fare un’immersione completa nel mondo dell’illusione e della magia, vi rimando al nuovo numero di Magia, la rivista italiana di cultura magica, che ho il piacere di curare per conto del CICAP. La trovate qui.

E ora una domanda per voi: c’è qualche argomento del mondo dell’illusionismo e dei giochi di prestigio che vi incuriosisce o vi appassiona e su cui vi piacerebbe saperne di più?


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitterGoogle+ e attraverso la sua newsletter (che da diritto a omaggi ed esclusive).


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5 risposte

  1. A me ha sempre affascinato la “forced choice” nei giochi di prestigio. Insomma, il “prestigio” non sta nelle abilità tecniche di mano ma nell’illusione della scelta della cavia.

    1. Immagino intendi la “forzatura”, quella in cui il mago sembra presentarti una scelta libera che, invece, è in qualche modo pilotata. È vero, si tratta di uno degli artifici basilari dell’illusionismo: raramente è necessaria una destrezza di mano, ma è fondamentale un sapiente uso della psicologia per fare in modo che tutto appaia naturale. Non è per niente semplice, ma se si conoscono le tecniche, vedere un maestro all’opera con una forzatura, è per un prestigiatore emozionante quanto per un musicista ascoltare il modo in cui un virtuoso del pianoforte rende un particolare pezzo.

      1. Sì, non saprei tradurlo in italiano perché ne ho sempre sentito parlare da fonti inglesi.
        Ho avuto modo di scoprire un po’ di questo fenomeno guardando “Penn & Teller: Fool Us” dove ogni tanto alcuni partecipanti venivano “bocciati” per un uso un po’ troppo evidente (a detta dei giudici ovviamente, non mia) di quella tecnica.
        Non ho il piacere di avere il tuo stesso grado di soddisfazione perché non ho i mezzi per capirlo, però ogni tanto quando anche solo capisco che l’illusionista sta scegliendo quello che secondo lui è un individuo “suggestionabile” è divertente.

        Forse sono andato un po’ OT.
        Tornando ad Andrus: trovo il drago uno dei più belli, e forse per la “simpatia” stessa dell’illusione uno dei più memorabili. Meriterebbe un post su Facebook tutto per sé.

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