La magia che ci portiamo sempre appresso

magic hands

Oltre a essere una “macchina meravigliosa” e un meccanismo perfetto, il corpo umano può anche essere fonte di “magia”. O meglio, può provare sensazioni che hanno tutta l’apparenza di fenomeni magici e può, esso stesso, trasformarsi in strumento di magia. Insomma, è l’unico “kit magico” che ci portiamo sempre appresso e con il quale possiamo stupire il pubblico in qualunque momento… anche da nudi!
Quello del corpo come strumento magico è il tema di fondo che lega la maggior parte degli articoli presenti nel nuovo numero di Magia (il testo che state leggendo è tratto dall’introduzione al n. 5 di Magia, NdR). Raccontiamo infatti le gesta di Lulu Hurst, la “Meraviglia della Georgia”, una ragazzina che con il suo corpicino aveva la meglio, in prove di “forza”, su schiere di uomini ben più grandi e robusti di lei. E poi, attraverso le sue stesse parole, sveliamo il segreto dietro una delle sue dimostrazioni più celebri.
Qundi scopriamo la vita di Giuseppe Leoni, forse l’uomo incombustibile italiano più noto nel passato e oggi pressochè dimenticato. Il suo corpo sembrava resistere a ogni tipo di temperatura, un po’ come succede con i fachiri.
E proprio a proposito di fachiri, Luigi Garlaschelli, che nella vita di tutti i giorni è un ricercatore universitario di chimia, ci racconta come ha fatto a diventare lui stesso un fachiro, capace di sottoporre il suo corpo a prove estreme come: mangiare il vetro, toccare e mangiare il fuoco, fermare il battito del cuore, dormire su un letto di chiodi, farsi rompere un pietrone sul petto, e così via. Tutte dimostrazioni, naturalmente, di cui svela anche il segreto.
Il dossier, poi, si intitola non a caso “Magie del corpo” riprendendo il titolo di Body Magic, lo straordinario libro di John Fisher, oggi introviabile, interamente dedicato a tutte quelle esperienze strane e misteriose che si possono provare con i propri sensi e il proprio corpo. Nelle pagine del dossier, Fisher ha scelto una serie di dimostrazioni, tratte dal libro, che vanno da esperienze bizzarre che ognuno può provare su stesso, fino a dimostrazioni pratiche sul genere di quelle di Lulu Hurst. Una varietà di prove che vi terrà impegnati per ore.
Preziosissime, come sempre, le parole di Silvan, che ci parla del corpo magico da un punto di vista diverso da tutti gli altri e molto importante per chiunque intenda esibirsi in pubblico; ovvero, spiegandoci come dev’essere il corpo dell’artista: come si sta in scena, come ci si veste, come ci si comporta…
Ian Rowland ci spiega alcuni segreti per creare l’illusione di possedere dei super-sensi: principi e trovate molto efficaci non solo per i mentalisti.
Roxy, infine, ripercorre le gesta degli “sputatori”, quei personaggi capaci di gestire il proprio stomaco in un modo che ha dell’incredibile.
Detto questo, non potevamo che scegliere per la nostra copertina un personaggio che ha fatto del suo corpo lo strumento che gli ha permesso di diventare uno degli artisti più popolari al mondo, certamente il più famoso “trasformista” vivente, Arturo Brachetti.
Ma come ogni buon numero di Magia, una volta trattato da più punti di vista l’argomento che da il titolo al numero, restano una serie di articoli che affrontano temi appassionanti dai punti di vista che ci interessano di più: storico, psicologico, letterario e con l’imperdibile sezione sul mentalismo.
In particolare, Alex Rusconi rievoca le gesta del grande Pinetti, uno di quegli illusionisti che, con la loro abilità e faccia tosta, sono rimasti nella storia dell’arte magica. Andrea Albini ripercorre invece la strada che maghi e scienziati hanno fatto insieme per creare in scena le illusioni ottiche più straordinarie: fantasmi, corpi eterei, corpi dimezzati (ed ecco comunque il “corpo magico” che torna anche qui…).
James Randi, che non è uno psicologo ma che si sa servire della psicologia in maniera straordinaria sia per stupire il pubblico con le sue dimostrazioni pseudo-paranormali, sia per capire al volo se un presunto super-sensitivo è in realtà un super-mentitore, ci spiega come funziona la nostra mente davanti all’inganno.
David Britland continua il discorso dedicato alla magia nella letteratura (romanzi, gialli, thriller…) iniziato da Fabrizio Marchesano nel n. 4 e, c’è da scommeterci, che questo è un discorso che andrà avanti ancora per un po’…
A proposito di “magia e letteratura” dopo avere riproposto sullo scorso numero la prima avventura del mago Merlini, creato da Clayton Rawson, questa volta troverete un’altra chicca: un’avventura letteraria attribuita a Houdini, che la racconta in prima persona, ma che nella realtà è stata scritta da uno dei più grandi scrittori horror e di fantascienza della storia, Howard P. Lovecraft.
La sezione dedicata al mentalismo, invece, vede la presentazione di alcuni giochi davvero interessanti: David Berglas, in tema con questo numero, ci presenta qualcosa che non richiede nessuna preparazione “pratica” (ma una grande preparazione “recitativa” ) e che, nella mani giuste, può davvero lasciare interdetti. Di Ian Rowland abbiamo già detto e Marcello Truzzi riprende il discorso dell’uno avanti e dell’uno indietro, per illustrare una volta di più come questi principi tornano utili non solo al mago ma anche nella vita di tutti i giorni. Max Maven, infine, ci presenta uno di quei rari giochi con le carte che lasciano davvero a bocca aperta. E, a proposito di Max Maven, se date un’occ hiata al risvolto di copertina… scoprirete subito a chi sarà dedicato il prossimo numero di Magia.
Completano il numero le “prelibatezze” del Dolce & Caffè: Raul Cremona rievoca in questo pezzo quasi commovente la figura del mago di strada, ma non quello alla David Blaine, bensì quello più poverino di una volta, che stupiva con uova e galline e che alla fine chiedeva qualche moneta per poter mangiare, senza dovere sacrificare le sue “partner” pennute… E c’è anche una new entry tra i nostri collaboratori, Gianni Sarcone, grande esperto di giochi ed enigmi matematici, ci regala un’interessante illusione ottica che può diventare un gioco di prestigio. Il grande Alfredo Castelli tornerà nel prossimo numero con la sua rubrica su fumetti e magia.
Ancora due parole, infine, su un fenomeno che ci fa ben sperare. Sembra infatti non avere mai fine il fascino che la magia riesce a esercitare su tutti noi. Per quanto i gusti del pubblico si evolvano, crescendo di pari passo con l’evoluzione tecnologica, l’antico incanto dell’illusionista è ancora in grado di lasciare tutti sbalorditi.
Lo dimostrano tanti piccoli fatti, che poi tanto piccoli – almeno per il mondo dell’intrattenimento e dell’arte magica – non sono. Prendiamo per esempio il fatto che in Inghilterra non passa quasi settimana senza che su qualche canale televisivo vada in onda una trasmissione dedicat all’illusionismo. Certo, sono programmi al passo con i tempi: il mentalismo “da strada” di Derren Brown, il gruppo di “pazzi” di Monkey Magic, la magia comica di John Archer per “Undercover Magic”, il “Magic and Mystery Tour” di Penn & Teller… ma tutti quanti dimostrano un apprezzamento, una passione e un rispetto per l’illusionismo da parte del pubblico inglese che da noi è difficile trovare da parte di chi decide i programmi televisivi.
Eppure, anche in Italia la magia può raggiungere picchi altissimi di gradimento. Lo dimostra Silvan ogni volta che va in TV, per esempio, facendo immediatamente alzare l’indice di ascolto di ogni programma cui partecipa. Oppure, lo dimostra anche lo speciale su David Copperfield andato in ondata la sera di Natale, che ha battuto in ascolti i programmi di tutte le altre reti.
E ora, al momento di andare in stampa, lo dimostra ancora il grande successo di pubblico e di critica di un film come The Prestige, interamente dedicato al mondo dell’illusionismo e della finzione. Ed è facile prevedere che sull’onda di questo successo, andranno bene anche altri due film in arrivo da noi: The Illusionist, con Ed Norton, e Death Defying Acts, dedicato agli anni inglesi di Houdini con Catherine Zeta Jones nella parte di Bess.
Se si dovesse trovare un filo comune a tutti questi esempi credo che sarebbe l’alta qualità della magia presentata e la serietà con cui l’illusionismo viene avvicinato tanto dagli artisti quanto dagli addetti ai lavori. Chissà se la lezione verrà appresa anche dai nostri produttori e direttori di rete.
Forse, però, dovremo aspettare ancora un po’, visto che una buona serie telesivia dedicata all’arte magica, Arcana, di Walter Rolfo è andata in onda sì su una rete importante, Raidue, ma in un orario da nottambuli.
Speriamo che il nuovo anno ci riservi qualche sorpresa anche su questo fronte. E, nell’attesa, spero vi divertirete a sfogliare questo nuovo, ricchissimo, numero di Magia.

(tratto dall’introduzione a Magia n. 5 di Massimo Polidoro)

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0 risposte

  1. Caro Massimo, ma perchè non vai ad intervistare tu stesso DERREN BROWN?
    dai cerca di smascherare anche le sue facoltà mentali… Mi fa una rabbia sto tipo!

  2. I misteri, le strani morti dei divi, e tutte le altre cose di cui tratta Massimo sono le mie più grandi curiosità!!! Grazie ai suoi libri mi sono arricchita di novità e di risposte ai quesiti che per me erano irrisolvibili!!! Ogni volta che leggo un nuovo articolo sono sempre più affascinata dalle soluzioni degli enigmi, Massimo scrive in una maniera così coinvolgente che è impossibile non seguire di passo in passo le sue ricerche!!!
    Grazie a lui ho finalmente soddisfatto le mie curiosità!!!!!!!!
    Grazie Massimo!!!!!!!!!!!!!!!

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