Quando lo scienziato si lascia buggerare… il prestigiatore lo soccorre

L’astronomo francese Camille Flammarion diceva: «Gli scienziati sono forse le persone più facilmente ingannabili, perché le osservazioni scientifiche sono sempre oneste, perché con la natura – si tratti di un astro o di una molecola – non c’è da stare in guardia, e perché gli scienziati sono abituati a constatare semplicemente i fatti che si presentano».

maga truffe paranormali, prestigiatori CICAP

È per questi motivi che diversi scienziati che si sono occupati di paranormale si sono lasciati mettere nel sacco da più o meno abili ingannatori. Ecco come difendersi…

Famoso il caso della medium Eusapia Palladino, dichiarata genuina, tra gli altri, dal fisiologo Premio Nobel Charles Richet e dal criminologo Cesare Lombroso, ma ripetutamente sorpresa a imbrogliare.

O quello di Ted Serios, l’uomo che diceva di potere fotografare il proprio pensiero: dichiarato genuino da un famoso psichiatra si sospettò nascondesse tra le mani un piccolo visore con diapositiva per creare le suggestive immagini. Da quel momento, i suoi “poteri” svanirono…

Anche Nina Kulagina, la russa che spostava gli oggetti: non si esibì mai in condizioni controllate ma convinse dei suoi poteri numerosi parapsicologi russi e americani. Osservando i suoi filmati, però, i prestigiatori sono riusciti a individuare i possibili trucchi utilizzati: fili invisibili e calamite nascoste.

In Italia, faceva parlare di sé il torinese Gustavo Rol: i suoi giochi con le carte, ammirati da Fellini e dall’avvocato Agnelli, non riuscirono tuttavia a convincere nessun ricercatore serio al di fuori della sua cerchia di ammiratori. Il rifiuto di Rol di lasciarsi filmare e di esibirsi di fronte ad esperti di trucchi consolida i sospetti su di lui.

Il caso più famoso, tuttavia, resta quello di Uri Geller, che riuscì a convincere scienziati anche molto famosi, di riuscire a piegare cucchiaini e forchette con la forza del pensiero: almeno fino a quando l’illusionista James Randi dimostrò come si potevano ottenere i suoi stessi risultati con abili manipolazioni.

Geller avrebbe potuto convincere tutti gli scettici che i suoi poteri erano reali, ma dopo che i suoi possibili trucchi divennero di dominio pubblico si rifiutò di sottoporsi a esperimenti in condizioni controllate.

Ma perché il prestigiatore dovrebbe essere più preparato di uno scienziato quando si tratta di scoprire un trucco?

Questo cartone animato di Bruno Bozzetto, andato in onda nel programma di Piero Angela dedicato all’indagine sulla parapsicologia, spiega molto bene come vanno fatti i controlli in un esperimento e perché, in certi casi, è importante coinvolgere i prestigiatori:


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, mentre Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitter, PeriscopeGoogle+, Instagram e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).


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5 risposte

  1. Certo Massimo, sono ben consapevole della necessità di pubblicare le mie conclusioni su una rivista attendibile, e infatti è proprio quello che intendo fare. Al tempo stesso però, e nel frattempo, non posso accettare che vengano fornite informazione falsate, imprecise o “tendenziose” su G.A. Rol, anche perché impediscono ad altri ricercatori di eventualmente dedicarsi a questo argomento, che tra l’altro dubito fortemente possa essere dimostrato da una sola persona, in quanto coinvolge molti settori scientifici diversi (e questo senza menzionare la questione “metafisica”). È giusto avere dei dubbi, è giusto dire che gli esperimenti di Rol non sono dimostrati, ma non è giusto banalizzare il suo operato e ignorare tutto quanto si afferma su di lui da decenni. Occorre un sano distacco e una sana obbiettività, altrimenti trasformiamo tutto in ideologia e siamo fuori da qualsiasi approccio scientifico al problema. Ad ogni modo, puoi star tranquillo che per quanto mi riguarda farò il massimo possibile anche dal punto di vista scientifico, perché sono un entusiasta del progresso scientifico (quando è davvero utile agli esseri umani). Alla prossima…

  2. Ma dai Massimo, smettila di mettere in giro delle notizie falsate, ho già ampiamente mostrato a cosa erano simili gli esperimenti con le carte (gruppo Poutet di Bruxelles). Da voi non è arrivato alcun commento, perché non vi interessa realmente capire. Il caso Rol, grazie ai social networks, diventerà sempre più schiacciante, perché stanno emergendo decine di testimoni che stanno facendo conoscere la loro testimonianza spontaneamente. Le vostre speculazioni dureranno ancora poco. Forse sarebbe il caso che iniziaste a fare dei seri approfondimenti.

    1. Caro Franco, gli approfondimenti avremmo voluto farli quando Rol era vivo, ma lui si è sempre rifiutato. Ora è impossibile approfondire alcunché. Per quanti testimoni oculari si riescano a trovare, non avranno mai la forza di un singolo fatto dimostrato. E quello purtroppo non c’è. Naturalmente, nulla vieta ai suoi estimatori di alimentare il culto di Rol, ma pretendere che la scienza si inchini di fronte al nulla, mi pare un po’ troppo.

      1. E chi ha mai detto che la scienza dovrebbe inchinarsi? Io rispetto il metodo scientifico più di quanto immagini, e conosco molto bene la storia della scienza e come essa sia eminentemente “evolutiva”, e come alcune teorie vengano spesso inglobate in teorie più grandi che spiegano più fenomeni. Dovresti sapere benissimo che Rol non solo non si rifiutava, ma anzi cercava una collaborazione col mondo scientifico su basi tuttavia molto difficili da applicare tre decenni fa. Oggi le cose sono diverse, e non parlo di “meccanica quantistica”, tanto di moda per spiegare parte di questi fenomeni. La fisica e la biologia si sono evolute anche in altri ambiti. Voi non avete mai preso in considerazione le esigenze di Rol, credendo che fossero solo scuse, ma non lo erano. E puoi star sicuro che non è perché ora non c’è più, che non se ne può fare più nulla. Ha lasciato indicazioni ben precise per capire i suoi “segreti”, e queste indicazioni permettono di formulare una teoria scientifica altrettanto precisa, suscettibile di essere dimostrata nella pratica, come quasi sempre avvenuto nella storia della scienza. Parlate sempre di carte, nonostante vi siano moltissimi altri fenomeni “impossibili”, la cui soggettività è eliminata da relazioni identiche di decine di persone che non si conoscono e a distanza di decenni. E tuttavia sfido qualunque prestigiatore e ripetere quegli esperimenti con le carte (che ti ricordo, io ho visto quando Gustavo aveva 89 anni e se ne stava ben lontano dai mazzi, mai sfiorati, a circa due metri di distanza, perché era un’altra “forza”, parzialmente esterna a lui, che li eseguiva), i quali come ho detto sono analoghi esclusivamente con quelli del gruppo Poutet, e con nessun altro. Se leggi quelle relazioni (trovi il dossier completo in uno dei miei libri) capisci che si tratta di una nuova dimensione matematica, non lineare, da far venire i brividi. Cosa ti costa approfondire? Non cerchi anche tu la verità?

        1. Caro Franco, se Rol ha lasciato indicazioni precise per formulare una teoria dimostrabile nella pratica, non ti resta altro da fare che dimostrare tale teoria. Pubblica il tuo lavoro su una rivista scientifica attendibile e sarà un progresso per tutti. Aspettarsi che siano altri a dedicare tempo e fatica per dimostrare qualcosa di cui non si sa nulla ed è avvolto nel “segreto”, non mi sembra il miglior modo di procedere. Come sempre l’onere della prova è su chi fa l’affermazione: se tu dici che esistono fenomeni “impossibili” dimostrabili, devi solo dimostrarli. A quel punto, approfondiremo tutto quello che c’è da approfondire. Fino ad allora, ti ringrazio come sempre per l’attenzione che mi dedichi, ma cambiamo argomento.

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