Il piacere di farsi spaventare: dove nasce?

Come mai i film dell’orrore o i romanzi di paura di Stephen King ottengono sempre un enorme successo? E perché nei luna park le attrazioni più visitate sono le montagne russe e le case stregate?

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In altre parole, perché ci piace così tanto essere spaventati? Ecco le risposte che ho trovato…

«In realtà, quello che la gente cerca è paura sicura» dice il regista John Carpenter, autore di celebri film horror come Halloween e La cosa.

Il mio nuovo thriller in uscita il 21 giugno.
Il mio nuovo thriller in uscita il 21 giugno.

«Nella vita reale nessuno vuole essere spaventato sul serio, nessuno vuole sentirsi terrorizzato fino al midollo. Ma una paura finta, controllata, va bene. Per questo andiamo sugli ottovolante o alcuni di noi si lanciano con il bungee-jumping, per quella scarica di adrenalina che arriva al cervello, senza che però ci si trovi in una situazione di vero pericolo».

I motivi per cui la gente cerca “brividi” sicuri è qualcosa che mi interessa da tempo. È anche da questo tipo di ricerche che possono nascere idee come quelle che ho messo in Non guardare nell’abisso, il mio nuovo thriller in arrivo il 21 giugno.

PRENOTA “NON GUARDARE NELL’ABISSO”

«La gente ama farsi spaventare perché è un’esperienza catartica» concorda Frank Spotnitz, produttore esecutivo di tante serie TV, tra cui X-Files.

«In un film o in un romanzo, si provano emozioni estreme e ci si confronta con le proprie paure mentre l’eroe ci conduce per mano fino alla vittoria finale. E quando le luci si accendono o il libro si chiude, ci si sente meglio e più sicuri».

È lo stesso motivo per cui funzionano videogiochi spaventosi come Resident Evil o la serie militare di Medal of Honor, dove ci si trova “in prima persona” a combattere contro mostri, zombi o contro i ben più terreni, e forse più terrificanti, soldati nazisti.

«La realtà virtuale non è così nuova come crediamo» dice Steve Siporin, professore di folklore alla Utah State University.

«Giocare con le cose che ci fanno paura, come avviene in quella pseudo-esperienza che può essere il videogioco, ci permette di metterci alla prova, di testare i nostri limiti. C’è in noi il desiderio di vedere fin dove possiamo arrivare, di capire se potremmo essere degli eroi».

C’è anche un altro motivo per cui i prodotti di paura, in certi periodi, funzionano meglio di altri.

Negli Stati Uniti, e poi nel resto del mondo, negli anni successivi agli attentati dell’11 settembre, ha riscosso un successo fenomenale la serie televisiva Lost, in cui un gruppo di sopravvissuti a un incidente aereo si ritrova su un’isola sperduta del Pacifico e deve confrontarsi con mostri e pericoli di ogni tipo.

«Il mondo attraversa periodicamente momenti pieni di ansia» dice David Goyer, produttore esecutivo della CBS.

«Dal punto di vista storico, quando il pubblico è spaventato e nervoso, segue sempre un incremento di interesse nei confronti dei generi horror e fantascientifici. Accadde negli anni 50, quando c’era il terrore della bomba atomica. È un modo per parlare di quanto ci spaventa nella vita moderna ma assumendo un punto di vista insolito».

Un fenomeno che non sorprende un maestro del giallo orrorifico come Dario Argento: «Non mi stupisco, del resto anche i più grandi successi della mia vita, da Profondo Rosso a Suspiria, risalgono agli anni di piombo, quando la gente non usciva di casa, non andava al ristorante e le strade erano deserte, i cinema con i miei film erano sempre pieni. Forse è un modo per esorcizzare».

È un argomento su cui tornerò ancora nelle prossime settimane.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie: il secondo si intitola Non guardare nell’abisso e arriva il 21 giugno 2016. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.


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Una risposta

  1. Ciao Massimo, voglio ricordare la famosa serie televisiva ideata da Rod Serling “Ai confini della realtà” di cui sono rimasto incuriosito dalla frase con cui iniziava. Penso che quella regione dell’immaginazione di cui parla la serie sia proprio il motivo per cui leggendo un romanzo o guardando un film si provano quelle emozioni estreme di cui parla il post.

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