Le 10 regole di Stephen King per scrivere un bestseller

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Di che si tratta esattamente? Per dartene un’idea, trovi di seguito e in alcuni dei post seguenti un assaggio del contenuto. Se pensi che si tratti di consigli che potrebbero esserti utili, non devi fare altro che iscriverti qui alla mia newsletter e scaricare questo ebook, oltre agli altri omaggi. Potrai interrompere l’iscrizione in qualunque momento tu voglia.

Le 10 regole di Stephen King

MANDAMI LE “10 REGOLE” di STEPHEN KING

È vero, il titolo sembra uno di quelli acchiappa-gonzi di certi corsi di scrittura poco affidabili, ma è proprio quello che tempo fa aveva voluto lui, il Re, per raccontare i suoi segreti di scrittore di successo.

Punto di partenza per questo “mini-corso kinghiano di scrittura”, anche se non sarà l’unico, è un articolo intitolato appunto “Tutto quello che c’è da sapere sulla scrittura di successo – in dieci minuti” che King scrisse nel 1988 per The Writer’s Handbook , una guida americana per scrittori, con contributi di autori famosi, indirizzi di editori e agenti e altre informazioni utili per chi vive di scrittura. In esso, King esordiva raccontando la storia dei fatidici 10 minuti a cui attribuisce il suo successo come scrittore.

Nel 1964, King frequentava il secondo anno di liceo e aveva finito per mettersi nei guai. Per punizione gli fu ordinato dal preside di dare una mano al giornale locale della città del Maine dov’era cresciuto. In quella piccola redazione, Stephen King conobbe un editor di nome John Gould, che lui definisce come l’uomo che, nel giro di dieci minuti, mentre correggeva il suo primo articolo, gli insegnò tutto quello aveva bisogno di sapere sulla scrittura.

Ecco come King la racconta:

(Gould) iniziò a lavorare sul pezzo con una grande penna nera e mi insegnò tutto quello che ho mai avuto bisogno di sapere sul mio mestiere. Vorrei avere ancora quell’articolo – che meriterebbe di essere incorniciato, correzioni editoriali e tutto il resto – ma ricordo abbastanza bene come appariva quando ebbe finito. Ecco un esempio:

(nota: questo è come appariva prima dei contrassegni di modifica indicati sul pezzo originale di King)

Ieri sera, nell’amata palestra della Lisbon High School, tanto i tifosi della squadra quanto i fan di Jay Hills sono rimasti a bocca aperta per una prestazione atletica senza eguali nella storia della scuola: Bob Ransom, noto come “proiettile” Bob sia per le sue dimensioni che per la precisione, ha segnato trentasette punti. Lo ha fatto con grazia e velocità… e lo ha fatto anche con un’insolita cortesia, commettendo solo due falli nella sua quasi cavalleresca ricerca di un record che elude la squadra del Lisbon dal 1953…

(dopo i contrassegni di modifica)

Ieri sera, nella palestra della Lisbon High School, tanto i tifosi della squadra quanto i fan di Jay Hills sono rimasti a bocca aperta per una prestazione atletica senza eguali nella storia della scuola: Bob Ransom ha segnato trentasette punti. Lo ha fatto con grazia e velocità… e lo ha fatto anche con un’insolita cortesia, commettendo solo due falli nella sua ricerca di un record che elude la squadra del Lisbon dal 1953…

Quando finì di correggere il mio pezzo nel modo che ho sopra indicato, Gould alzò gli occhi e dovette vedere qualcosa sul mio viso. Penso che deve avere creduto si trattasse di orrore, ma non lo era: era rivelazione.

“Ho solo tolto le parti che non vanno, sai,” disse. “Per il resto è piuttosto buono.”

“Lo so,” dissi, il che significava due cose: sì, la maggior parte del pezzo era buona, e sì, aveva tolto solo le parti che non andavano. «Non lo farò più.”

“Se dici sul serio”, disse, “non dovrai mai più lavorare. Potrai fare questo per vivere.” Poi buttò indietro la testa e rise.

Ma aveva ragione: faccio questo per vivere e finché mi riesce di farlo mi aspetto di non dovere lavorare mai più.

Che cosa aveva fatto di tanto speciale Gould? Aveva tolto tutte le parole inutili: regola numero 4, nella personale classifica di King. Da domani inizieremo a guardarle più da vicino, ma non è tutto.

Se vuoi ricevere l’intero “decalogo” di Stephen King non devi fare altro che iscriverti mia newsletter e riceverai l’ebook gratuito.

MANDAMI LE “10 REGOLE” di STEPHEN KING

UNA DOMANDA PER TE: Raccontami qui sotto se ti è mai capitato di accorgerti troppo tardi che c’erano parole di cui avresti potuto fare a meno nei tuoi testi. Io me ne accorgo ogni volta che rileggo i miei primi libri! Ecco perché non amo mai rileggermi… Oppure, dimmi qual è la cosa che trovi più difficile quando ti appresti a scrivere. Forse la soluzione si troverà nelle 10 regole di Stephen King. Ma, se non lo fosse, potremo cercare insieme il modo per trovarla.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitterGoogle+ e attraverso la sua newsletter (che da diritto a omaggi ed esclusive).


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18 risposte

  1. Professore, il suo articolo mi ha aiutato tantissimo. Leggo King da quando avevo quattordici anni, On Writing mi manca e me lo farò regalare per Natale!!! I miei racconti (che preferisco) iniziano sempre con un indea e terminano con una che non avevo assolutamente immaginato! I racconti mi danno la possibilità di lasciare un alone di mistero sulla storia mentre il romanzo che ho deciso di scrivere richiede tantissime spiegazioni che mi piacciono ma mi disturbano allo stesso tempo. Devo trovare il modo di ovviare a troppe spiegazioni. Nel genere fantasy, fantascientifico, apocalittico, distopico (i miei preferiti) credo che non sia necessario conoscere “origine” ma la storia nel presente.
    Grazie ancora!
    Arianna

  2. Non so se rispondi ancora qui, comunque sto leggendo l’ebook sui 10 consigli.. e riguardo la domanda sulla prima stesura… sono un pigro… per scrivere le mie tesi, tutte e tre, ci ho messo una vita. Ora sto scrivendo un libro, che so già avere un mercato ma sto andando a rilento… mooooolto a rilento. Mi distraggo, non riesco a concentrarmi… questo il problema della prima stesura… e poi l’idea di leggere e rileggere mi spaventa, per quanto so che sia necessario

  3. ciao,scusa se ti tedio di nuovo con le mie domande,ma sei l’unico che puo’ aiutarmi.se mi suggerisci 5 o 6 case editrici a cui spedire il libro.quando registrarlo alla siae.se mi conviene poi metterlo su amazon cm e-book e cm cartaceo.a chi rivolgersi per la copertina.in che formato scriverlo,a-4 e quante righe deve avere una pagina.se lo mando a una ditta per farlo stampare nn c’e’ pericolo che mi rubino l’idea?consiglio per una ditta fidata che me lo stampi.ti ringrazio infinitamente,sei un punto di riferimento.william.

    1. William, credo tu debba capire come funziona il mondo editoriale, prima di pensare di proporre il tuo libro a qualcuno. E, naturalmente, prima di pensare a chi e come proporlo, il libro occorre terminarlo. Recupera i titoli che ti ho già segnalato, leggili e studiali, scoprirai che: non serve registrare il libro alla siae, che se trovi un editore interessato si occupa lui di stampare il libro e si occupa della copertina, che a nessuno interessa rubare idee di libri di altri, ecc…

  4. ciao,piacere,sono l’ennesimo aspirante scrittore che tu leggerai.sono quasi alla fine del mio primo romanzo horror,anche se devo dire che c’e’ anche sentimenti amorosi ma secondo me non compromettono l’horror nella storia.ti volevo chiedere i tuoi consigli personali basilari;e se una volta finito ,visto che e’ il mio primo libro,se mi conviene farlo correggere da un ghost writer mangiaspaghetti professionista e casomai quanto puo’ costare.ti ringrazio anticipatamente,william.

    1. Ciao William,
      per cominciare, ti suggerisco di leggere l’ebook gratuito che ho preparato con i consigli di King, in modo da avere qualche idea di base su come muoverti. Poi ti suggerisco di leggere e studiare alcuni dei libri di scrittura che segnalo nell’ebook e nei post che puoi trovare sul mio blog. Una volta che avrai un testo finito, dovrai tu rileggerlo e riscriverlo più volte (trovi, sempre sul blog, vari suggerimenti su come procedere). Solo quando ti ritroverai con un testo privo di errori (grammaticali e stilistici), ripulito il più possibile da frasi e parole “inutili”, potrai farlo rileggere ad altri. All’inizio meglio se sono persone che conosci o amici (meglio se anche loro amano leggere il genere horror): ascolta i loro pareri, che dovranno essere i più onesti e “spietati” possibile, e se ti sembrano ragionevoli potrai utilizzarli per ulteriori aggiustamenti del testo. Potrai proseguire così finché avrai l’impressione che il tuo testo sia pronto.
      A quel punto, non avrai nessun bisogno di “ghost writer” (che nessun esordiente può o deve utilizzare, perché il loro lavoro è quello di scrivere libri per chi non li sa scrivere, e chi sogna di diventare un autore… non può farsi fare il lavoro da altri). Potrai invece rivolgerti a qualche casa editrice che pubblica libri horror (non fare l’errore di mandare il tuo manoscritto a case editrici troppo grandi o specializzate in altri generi, che ignorerebbero il tuo lavoro, oppure a truffatori e tipografie che si fingono editori ma vogliono solo farti pagare a caro prezzo la stampa dei tuoi libri): se il libro piacerà sarà l’editor della casa editrice a rivederlo e, eventualmente, a suggerirti altre correzioni o modifiche che fossero necessarie. In bocca al lupo!

    1. Non è tardi per le prossime cose che scriverai. Nessuno nasce “imparato” e capire quanto sia necessario rileggere e tagliare, ripetutamente, è un passo avanti che molti nemmeno intraprendono.

  5. Meno male che Stephen King avrebbe imparato il dono della sintesi da tale Gould … non oso pensare come sarebbero i suoi libri altrimenti viste le dimensioni attuali di molti dei suoi romanzi.

    1. Attenzione, Maxx: il discorso che fa King non riguarda la sintesi, ma le “parole inutili”, che sono altro. Romanzi come “It” o “L’ombra dello scorpione” sono molto corposi, è vero, ma ogni parola ha la sua importanza. Lo vedremo quando discuteremo la regola n. 4…

      1. Potrei ricordare male ma mi pare che lo stesso King, in On Writing (o era Dance Macabre?) dice chiaramente che anche i suoi libri giganti nella prima stesura sono molto piu’ lunghi.
        Mi pare dicesse che dopo la prima stesura, alle successive riletture tagliasse una quantita’ di testo notevolissima, nell’ordine delle centinaia di pagine, non vorrei ricordare male.
        Poi passava il testo riveduto all’editor che tagliava un’altra fetta notevole del testo e alla fine King era comunque soddisfatto, per il concetto che indichi anche tu: senza le parti “inutili” ogni storia e’ piu’ efficace.
        Il punto e’ ci deve essere, una storia, una persona qualunque se scrive qualcosa e toglie le parti inutili va bene se rimane il titolo 😉

        Nello stesso libro, sempre se ricordo bene, faceva dei gran complimenti alla Rowling indicando Harry Potter come un esempio di scrittura senza quasi nessun fronzolo. Lo ringrazio perche’ ignoravo la saga del maghetto e iniziai a leggerlo dopo aver letto i suoi commenti 🙂 (anche se con il senno di poi penso che anche negli anni seguenti sarebbe stato abbastanza improbabile ignorare Harry Potter, King o non King 🙂
        Roberto.

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