10 leggende sull’assassinio Kennedy

Il 22 novembre 1963, il trentacinquesimo presidente americano, John Fitzgerald Kennedy, fu assassinato a Dallas, nel Texas.

Il 61% degli americani è ancora convinto che quella morte nasconda qualcosa di misterioso, certamente un complotto. È davvero così? Ecco sfatate 10 tra le leggende più tenaci…

L’assassino si chiamava Lee Harvey Oswald, uno squilibrato che si trovò nel posto giusto (il Deposito di libri scolastici del Texas), al momento giusto (mentre passava il corteo presidenziale in visita elettorale a Dallas), e sparando tre colpi con il suo fucile Mannlicher Carcano colse al volo l’occasione per lasciare la sua sporca impronta nella storia.

Egli stesso, catturato quasi subito, finì ucciso, due giorni dopo, durante il trasferimento in un carcere di massima sicurezza, per mano di un altro individuo, Jack Ruby, che nelle sue fantasie intendeva vendicare l’amato presidente. Queste, almeno, le conclusioni a cui, fino a oggi, è giunta ogni commissione di inchiesta e ogni analisi forense e scientifica seria.

Eppure, secondo un recente sondaggio della Gallup il 61% degli americani (secondo un altro sondaggio dell’Associated Press sarebbe il 59%) crede ancora oggi che Oswald non agì da solo ma fu parte di un complotto più ampio. Solo il 30% lo crede l’unico colpevole, mentre il 9% non ha un’opinione precisa.

Strano a dirsi, si tratta di un deciso miglioramento, se si pensa che nel 2001 la percentuale di chi credeva al complotto era dell’81%. Solo cinquant’anni fa, subito dopo l’assassinio, la credenza nella cospirazione era altrettanto bassa.

Massimo Polidoro nella Dealey Plaza, a Dallas, a pochi passi dal punto in cui il presidente Kennedy fu assassinato. Alle sue spalle il Texas School Book Depository da cui Lee Harvey Oswald sparò.

Ciò significa, insomma, che il clima sta lentamente cambiando da quando il film del 1991 di Oliver Stone, JFK. Un caso ancora aperto, impiantò nella coscienza collettiva una versione assolutamente falsata e romanzesca della tragedia di Dallas (gli interessati possono leggere sul sito Johnkennedy.it, curato dal giornalista Federico Ferrero, analisi approfondite e critiche del film di Stone). Nuovi film, come i recenti Parkland (in onda su Raitre venerdì 22 novembre, alle 21) o Killing Kennedy (trasmesso da National Geographic Channel il 17 novembre), riescono a raccontare quella vicenda in maniera altrettanto drammatica, basandosi esclusivamente sui fatti e senza bisogno di inventare improbabili teorie della cospirazione. Persino il maestro contemporaneo della fiction, Stephen King, riesce a raccontare l’assassinio del presidente, in un romanzo come 22/11/63, costruendo una credibilissima (e straordinariamente avvincente) storia di fantascienza che pure lascia intatti quelli che sono fatti ormai accertati. E pure una vecchia volpe del thriller, come Stephen Hunter, riesce a costruire una versione alternativa dell’omicidio Kennedy, in The Third Bullet, e lo fa in maniera brillante ma senza minimamente alterare i fatti accertati.

E’ qualcosa che non riesce assolutamente ai teorici della cospirazione, incapaci di riconoscere quelle che sono ormai verità storiche documentate e sempre pronti ad abbracciare miti e leggende, da tempo smontate e contraddittorie le une con le altre, ma che periodicamente tornano a galla.

Ecco allora un piccolo promemoria con cui sfatare 10 tra le leggende più persistenti sull’assassinio Kennedy.

Prima, però, riguardiamo la sequenza dell’assassinio filmata da Abraham Zapruder in questa versione, spaventosa nella sua semplicità, segnalata da Paolo Attivissimo, in cui la ripresa traballante originale è stata stabilizzata digitalmente ed elaborata per estenderne l’inquadratura usando altri fotogrammi dello stesso filmato (attenzione, il video mostra in maniera esplicita l’assassinio di una persona).

E ora veniamo alle 10 leggende:

1. Un lavoro scelto ad hoc. Oswald andò a lavorare nell’edificio del Deposito dei libri di Dallas perché si sapeva che il corteo del presidente sarebbe passato sotto le sue finestre, rendendo così Kennedy un bersaglio più facile. E’ falso. Oswald iniziò a lavorare al Texas School Book Depository il 15 ottobre 1963, quando cioè non era ancora stato deciso se e quando il presidente sarebbe andato in visita a Dallas né, tantomeno, quale percorso avrebbe seguito un eventuale corteo.

La posizione di Kennedy e del governatore Connally nell’auto presidenziale, secondo la versione di Oliver Stone: seduti uno davanti all’altro, alla stessa altezza, come in aereo.

2. Il proiettile magico. Stando al film di Oliver Stone, un solo proiettile non avrebbe potuto attraversare il corpo di Kennedy, cambiare due volte direzione, attraversare il corpo del governatore Connally seduto di fronte a lui e uscire alla fine perfettamente intatto: più ragionevole pensare che i proiettili siano stati più di uno e sparati da più tiratori. Il ragionamento funziona solo se Kennedy e Connally fossero stati seduti uno di fronte all’altro e alla stessa altezza. In realtà, Kennedy era più in alto e il governatore aveva il busto girato. Le ferite ricevute dai due sono compatibili con un solo proiettile che percorre una linea retta e parte dal sesto piano del Deposito dei libri da cui Oswald sparò. Questa ricostruzione tridimensionale al computer di tutta la sequenza, realizzata da Dale Myers, chiarisce nel modo migliore la traiettoria dello sparo.

L’auto presidenziale: come si vede Kennedy, seduto sul retro, era in posizione sopraelevata rispetto al governatore seduto davanti a lui su uno strapuntino.
Il presidente e il governatore pochi minuti primi degli spari: Kennedy è più in alto.

3. Gli spari “impossibili”. Nessun tiratore può sparare tre colpi nei 6.75 secondi che intercorrono tra il primo e l’ultimo sparo (calcolati sulla base del filmato girato da Abraham Zapruder che accidentalmente riprese la sequenza dell’assassinio). Dunque, è necessario ipotizzare un secondo tiratore. Non è così. L’inchiesta della Commissione Warren ha potuto stabilire che un tiratore, messo nelle stesse condizioni con lo stesso fucile, poteva sparare i colpi in 4.6 secondi.

4. Oswald un pessimo tiratore. Oswald fu arruolato nei Marines, ma era considerato un pessimo tiratore che non centrava  mai un bersaglio. Non è così. Addestrato a usare il fucile, dopo tre settimane di allenamento si qualifica come il secondo tiratore più abile del corpo militare. I suoi istruttori, come il Maggiore Eugene Anderson, ritengono che Oswald avesse una buona mira e che sparare a Kennedy dal Deposito dei libri sarebbe stato per lui «un bersaglio facile», che «rientrava pienamente nelle sue capacità».

5. Indietro e a sinistra. Nel film di Stone è un momento ripetuto più volte e l’elemento chiave di tutto il film per dimostrare il complotto. Nel filmato di Zapruder la testa del presidente sembra piegarsi all’indietro e a sinistra, suggendo che a infliggergli il colpo fatale sia stato un proiettile che arrivava da davanti e da destra (e non dall’alto alle sue spalle, dove si trovava Oswald). E’ un’ipotesi intuitiva, che però contrasta con i fatti accertati. Tanto la radiografia della testa di Kennedy, quanto le risultanze dell’autopsia, dimostrano infatti che l’esplosione della parte laterale della testa è dovuta al percorso di un proiettile sparato da dietro e uscito davanti. Lo dimostra anche la scia di frammenti di piombo nella testa. L’apertura del cranio in fuori poi è tipica di queste ferite: se un proiettile avesse colpito dal davanti, avrebbe dovuto penetrare dalla tempia e fare esplodere, se mai, la nuca del presidente al momento della sua uscita. Il movimento della testa colpita da un proiettile, poi, non va necessariamente in direzione opposta a quella di provenienza dello sparo. E’ stato il Premio Nobel Luis W. Alvarez, nel 1976, a scoprire che la rapida fuoriuscita della massa cerebrale dalla ferita ha come effetto quello di spingere la testa nella direzione da cui proviene lo sparo, come succede a un razzo quando il combustibile viene liberato da una parte spingendolo così nella direzione opposta (qui sotto la dimostrazione del fenomeno messa in scena da Penn & Teller, che inoltre ripetono la sequenza degli spari con il Carcano impiegando 3,4 secondi):

6. Il quarto sparo. Nel 1978, la Commissione dell’House Select Committee scopre una registrazione sonora dell’assassinio, grazie a una radio rimasta accesa sulla moto di H. B. McLain, uno dei poliziotti di scorta al presidente a Dallas. Sulla base di quell’ascolto, sembra di riconoscere un quarto sparo: prova dunque che Oswald non fu il solo a sparare. E’ un’ipotesi che ebbe vita breve, ma che ancora oggi è spesso ripetuta. Quando McLain ha finalmente modo di ascoltare la registrazione si accorge che non può provenire dalla sua radio. Lui, infatti, aveva immediatamente scortato il presidente fino all’ospedale con le sirene accese per tutto il tempo: eppure, sulla registrazione non c’è traccia di sirene. Ne deriva che la testimonianza su cui la Commissione si era basata per le sue conclusioni riguardava qualcosa che forse non aveva nulla a che vedere con l’assassinio di Kennedy. Solo in seguito si scoprirà, per caso, che la registrazione proveniva da una moto che si trovava al Trade Mart, il luogo dove Kennedy era atteso per il pranzo: troppo lontano per registrare gli spari.

Oswald nel giardino sul retro di casa sua, con il fucile usato per assassinare il presidente Kennedy: una foto originale e non un fotomontaggio.

7. Oswald incastrato. Alcune foto che mostrano Oswald a casa, che impugna il fucile usato per uccidere il presidente e due giornali di propaganda comunista, sarebbero fotomontaggi creati per incastrarlo. In realtà, le foto furono scattate da Marina, sul retro della loro casa a Dallas, e le analisi dell’House Select Committee determinarono che i segni e i graffi microscopici presenti sui negativi delle foto erano stati prodotti proprio dall’Imperial Reflex di Oswald, e da nessun’altra possibile macchina. Inoltre, sulle foto non sono presenti tracce di ritocchi o fotomontaggi e, anzi, l’esame microscopico della grana delle foto ha confermato che sono autentiche e non manipolate.

8. Un annuncio anticipato. In Nuova Zelanda fu pubblicato un articolo che dava conto della morte del presidente e dell’arresto di Oswald prima che ciò accadesse: prova dunque che una versione ufficiale dei fatti era già stata distribuita dai cospiratori alla stampa. Ipotesi intrigante, che però non tiene conto degli orari: quando il giornale uscì in Nuova Zelanda era l’ora di pranzo del sabato, corrispondente alle 18 circa del venerdì a Dallas. Quando esce il giornale, insomma, Kennedy è già stato ucciso da quasi sei ore e Oswald già arrestato da quattro.

9. Jack Ruby il mafioso. Secondo alcuni teorici della cospirazione Ruby era un uomo della mafia e uccise Oswald per eliminare uno scomodo fantoccio. In verità, Ruby era proprietario di un nightclub e, in effetti, potrebbe avere avuto anche mafiosi tra i suoi clienti, ma era considerato da tutti una mezza tacca, inaffidabile ed esibizionista. Difficilmente, un tipo così avrebbe potuto essere coinvolto in una cospirazione. Uscito dalla posta dove si era fermato a pagare un vaglia, vide la folla davanti alla prigione, si avvicinò e quando vide Oswald sotto scorta venirgli incontro, d’impulso estrasse la pistola (allora come oggi negli Stati Uniti, e in particolare nel Texas, è considerato normale per un semplice cittadino circolare armato) e gli sparò, credendo di venire portato in trionfo come eroe. Morirà di cancro in carcere, incredulo per la fine che gli è toccata.

10. La maledizione di JFK. Oltre 100 testimoni scomodi sarebbero morti in circostanze misteriose negli anni successivi all’assassinio. Un controllo nome per nome ha permesso invece di accertare che oltre la metà delle persone indicate dai cospirazionisti sono morte di infarto, cancro e malattie naturali di vario tipo. Altri sono morti di vecchiaia e in tanti sono deceduti dieci o vent’anni dopo l’attentato. Non sembra insomma che ci fu nessun sicario impegnato a zittire testimoni scomodi. Senza contare che nessuno di coloro che diventarono famosi o scrissero libri raccontando di avere visto altri cecchini in Dealey Plaza o svelando complotti ricevette mai minacce né finì ucciso.

Per chi volesse approfondire la questione, il libro più attendibile è documentato è, a oggi, Reclaiming History: The Assassination of President John F. Kennedy, di Vincent Bugliosi, il pm che incastrò Charles Manson. In italiano, il sito di Federico Ferrero è il più documentato, il libro più completo è ancora Ecco chi ha ucciso John Kennedy (1988), dello scrittore e regista Diego Verdegiglio, purtroppo uscito per un piccolo editore romano e oggi introvabile. Da parte mia, ho dedicato al caso un centinaio di pagine nel mio Grandi gialli della storia (di recente uscito di nuovo allegato a Focus e, comunque, disponibile ancora presso il bookstore del CICAP), sufficienti purtroppo a dare solo una panoramica del caso. A questo link, inoltre, è possibile riascoltare una puntata del mio podcast dedicata al caso Kennedy, con un’intervista a Diego Verdegiglio.

A questa pagina di Repubblica alcuni degli appuntamenti televisivi, tra film e documentari, che ricordano i 50 anni dell’assassinio. Mentre, per quel che riguarda le mostre, all’International Centre of Photography di New York sono raccolte le fotografie scattate dai passanti in quei minuti drammatici; a Washington, si rievoca la ricca e breve vita del presidente, mentre al Maxxi di Roma è in corso la mostra: “Freedom Fighters. I Kennedy e la battaglia per i diritti civili”. E dal sito del museo biblioteca presidenziale dedicato a Kennedy è possibile scaricare un press kit con materiale audio, video, foto e documentario dedicato al giorno dell’assassinio.

Infine, nei prossimi giorni il CICAP annuncerà un’iniziativa che ci auguriamo possa aiutare il pubblico a distinguere sempre meglio tra bufale e realtà.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, insieme ai thriller Il passato è una bestia feroce Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.


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118 risposte

    1. No, Oswald era un Marine ed era anche un buon tiratore, ma non era una persona equilibrata: riteneva di essere superiore ai suoi commilitoni, ma era inaffidabile e irresponsabile e così era finito a fare lavori di pulizia. Conoscere la storia di quest’uomo è essenziale per capire come sono andate le cose a Dallas. Ne ho scritto ampiamente su “Grandi gialli della storia”, ma puoi trovare anche qui un profilo del personaggio: http://www.johnkennedy.it/?p=24

  1. Credere al complotto contro JFK è divenuto un fatto di Fede. E con la Fede non ci sono discussioni possibili o prove sufficienti. Quindi sono convinto che – se anche ci fosse stata una cinepresa sulla stessa finestra a riprendere Oswald che sparava – sarebbero senz’altro venuti fuori quelli che lo avrebbero ritenuto un capro espiatorio, perché segretamente il suo fucile era stato caricato a salve, mentre altri assassini (i veri “cattivi”) sparavano da altri punti su JFK con proiettili veri… Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Togliere ai complottisti il giochino della cospirazione è deludente quanto rompere ad un bambino un giocattolo ricevuto in regalo a Natale.

    1. Gentile Diego, il suo commento lascia un po’ il tempo che trova, perchè dà per scontato che chi si interroga su questi temi siano tutte persone che non vedono l’ora di prendere una posizione per poi poterla difendere ad oltranza come se fossero dei tifosi allo stadio, invece di persone interessate a far emergere giustizia e verità.
      Dal suo punto di vista evidentemente lei ritiene che non ci sia nemmeno un dubbio sulla vicenda, questa sua posizione è legittima, ancorché non condivisibile, poi esistono invece altre persone, che, fuori da queste sue dichiarazioni assolute, ritengono ci siano questioni mai veramente chiarite in nessun contesto di analisi, rispetto all’omicidio Kennedy, e che conseguentemente hanno molte meno certezze di lei sull’accaduto.

      Io non ho nessuna voglia di far parte del “partito” dei “complottisti” o di quello degli “ufficialisti”, mi piacerebbe che si ricostruisse la verità. Ho cercato di studiare e analizzare i documenti disponibili, con il tempo e i mezzi che ho a disposizione, e in tutta franchezza se dovessi dirle che sono convinto al 100% dalle “prove” portate dagli “ufficialisti” le mentirei. Ritengo che ci siano notevoli punti oscuri, e che sarebbe necessaria maggiore prudenza nei giudizi, in quanto i giudizi troppo netti possono poi essere scambiati come tentativi di pacificare il proprio animo turbato (nel migliore dei casi) o come tentativi di affossare ricerche diverse (nel peggiore)

    1. Per quanto le ricostruzioni che lasciano aperto il campo si prestino sovente ad essere criticate per il sapore “misterico” a scopo di spettacolarizzazione che talvolta hanno, francamente trovo il tono della trasmissione di Minoli maggiormente equilibrato rispetto a quello della cosiddetta “fazione ufficiale”, per la quale tutto è dato per scontato, con certezza assoluta, senza tenere in considerazione gli evidenti buchi e le forti contraddizioni mai risolte. Non avevo mai sentito ad esempio la dichiarazione di Connally sugli spari, non lascia molto adito a dubbi su ciò che lui ha percepito, per non parlare dei 58 testimoni che hanno dichiarato di aver sentito gli spari provenire dalla collinetta, tutti rimandati a casa…. Difficile non nutrire dubbi.

  2. Rispondo qui perchè non mi compare il “reply” al suo commento.
    Definire i video di cui si parlava “conclusivi” mi pare fuori luogo, considerando che l’aspetto che le facevo notare, cioè il foro di uscita anteriore del proiettile dal corpo di JFK, contraddice in realtà completamente la versione Warren, in quanto pur avendo ricostruito il tutto nei minimi dettagli non sono riusciti a farlo uscire alla base della gola, e come dicevo non mi sembra, pur nella miriade di documenti prodotti, come lei stesso afferma, di aver trovato tracce di prove che possano confermare una tesi piuttosto fantasiosa come quella del proiettile deviato dall’albero.
    Evidentemente migliaia di pagine di lavori non sono bastate a dare una giustificazione plausibile a fatti precisi e circoscritti come l’uscita del proiettile e la “deviazione dell’albero”.

    Immagino che l’esperimento condotto da Discovery Channel sia basato sulle risultanze di tutta questa mole di lavori, ma purtroppo NON CONFERMA la tesi ufficiale. E io non ci ho messo molto ad accorgermene, come credo anche lei.

    E a questo punto se migliaia di pagine non sono bastate ad avvalorare quella tesi, forse è ora di cominciare a valutare di muoversi in altre direzioni di indagine, oppure semplicemente ammettere che non si è in grado di ricostruire una versione credibile.

    Ad ogni modo grazie per la segnalazione del testo, che leggerò volentieri.

  3. Non ho avuto tempo e modo per analizzare le 10 ipotesi indicate da Polidoro, ma come già mi è capitato altre volte noto che alcune “controprove” sono state condotte dando per scontato che siano valide salvo poi scoprire che sono state eseguite in condizioni palesemente incompatibili con quelle originali. il video dello “sparo al melone” è evidentemente inaffidabile anche al più ingenuo degli analisti: come si può pensare che l’inerzia di un melone colpito da un proiettile sia la stessa del capo di un corpo umano, che pesa almeno settanta volte di più, capo che soprattutto è solidalmente collegato al proprio “corpo”??? E ha quindi un’inerzia completamente diversa, visto che il corpo umano non è “circolare” e subisce un effetto pendolo.
    Perchè la prova non è stata condotta in condizioni realistiche? E ciò posizionando un manichino delle dimensioni e peso giusti e nella posizione giusta? Non credo sarebbe stato per nulla complicato, anche in ragione della rilevanza storica di questa prova. Tutto questo inficia il valore della prova stessa e fa insorgere inutili dubbi. Il video che ne risulta è demenziale e inattendibile, facendo sorgere il sospetto di essere stato progettato in quel modo semplicemente per confermare una tesi precostituita.

    1. Cristian, naturalmente sono state condotte prove diverse per approfondire il “jet effect”, compresi spari su manichini, teschi umani e (purtroppo) animali. Quella sul melone è una delle tante. Trovi qui la testimonianza dell’esperto di balistica impegnato in questo tipo di verifiche: http://mcadams.posc.mu.edu/headwnd.htm La sua conclusione è che non si è mai visto un corpo spinto in direzione opposta a quella dello sparo (come sarebbe nell’ipotesi di un secondo cecchino posizionato sulla collinetta erbosa) semplicemente a causa della forza esercitata dal proiettile.

      1. La ringrazio per la segnalazione, e mi deve perdonare, ma ho cercato di leggere attentamente il documento, e direi che fin dall’inizio siamo daccapo:
        “…We fired at human skulls filled with gelatin sitting on the table, and they would roll off the table…”
        Abbia pazienza, ma c’è lo stesso problema di prima: come si può considerare attendibile una prova fatta su un teschio appoggiato su un tavolo, in condizioni inerziali e di peso completamente diverse da quelle reali?

        Le segnalo anche questa ricostruzione effettuata da Discovery Channel
        https://www.youtube.com/watch?v=G0Op1zF1Vws
        Che sfiora francamente il ridicolo, nel momento in cui, al 12esimo secondo, viene mostrata l’inquadratura laterale, si disegna perfino la traiettoria e la voce fuori campo ha perfino il coraggio di commentare che il proiettile esce dalla “gola”. Peccato che esca dal centro del torace, almeno dieci comodi centimetri più in basso!

        Consiglierei di rimuovere il video, non rende un buon servizio alla tesi ufficiale…

        Ne ho visto un altro con un tiratore a cura di History Channel:
        https://www.youtube.com/watch?v=pSI6yRDB2d0
        e la sequenza era tagliata dopo ogni sparo staccando sull’immagine del bersaglio… Peraltro bersagli completamente fissi e immobili… Praticamente una circonvenzione d’incapace. E ci hanno pure messo un bel rallentì alla fine. Bravi, molto ben fatto, in montaggio però.
        Mi è sembrato molto più credibile il video di Jesse Ventura, che non è certo l’ultimo arrivato in fatto di armi, il quale non riusciva a sparare in meno di 10 secondi circa, e sparava pure lui su bersaglio fisso…

        Posso dirle la verità? Sono abbastanza disgustato… Tutto ciò alimenta enormi dubbi, piuttosto che certezze

        1. Christian, i tuoi sentimenti sono legittimi. Tuttavia, non basarti per i tuoi giudizi su due o tre filmati che trovi online. Ci sono centinaia di migliaia di pagine di documenti sul caso: non dico che bisogna leggerli tutti, ma almeno gli atti ufficiali delle inchieste sì, se si vuole avere un’idea completa della vicenda.

          1. La ringrazio per la sua risposta, ma mi concederà che la ricostruzione fatta da Discovery è piuttosto precisa, dal punto di vista dei posizionamenti e delle traiettorie, ragion per cui visto l’elevato errore nel punto di uscita del proiettile dal corpo di JFK, mi aspetterei maggiore prudenza, da parte dei sostenitori della versione ufficiale, nel dire che SICURAMENTE le cose sono andate in un certo modo. Non trovo peraltro molto corretto citare i link a questi esperimenti nell’elenco delle prove a sostegno della tesi Warren per poi dire, se ci sono delle incongruenze, che non “bisogna fidarsi troppo”. Se non bisogna fidarsi troppo non bisogna nè in un senso nè nell’altro. O bisogna fidarsi solo se gli esperimenti confermano la tesi ufficiale? Non credo.
            in realtà a questi esperimenti è stato dato molto credito e mi paiono condotti con molta attenzione. Ciononostante vi si trovano incongruenze clamorose (come quella del proiettile in uscita dal corpo di JFK).
            inoltre la stessa tesi della “non impossibilità” del primo proiettile di Oswald di essere deviato dal ramo d’albero (nonostante sia un proiettile corazzato ad alta velocità che colpisce fronde poco consistenti) per andare a colpire l’uomo sotto il cavalcavia costituisce senza dubbio un grave punto di debolezza della versione Warren. Mi pare troppo azzardata per poterla utilizzare come prova.

            In definitiva la pretesa di essere “certi” che le cose siano andate come descritto dalla Commissione Warren mi pare che contrasti decisamente con una serie di indizi contrari abbastanza pesanti e non chiariti, nemmeno da esperimenti condotti con le tecnologie più recenti, quindi per amore di verità mi sembrerebbe più corretto dire che “pur volendo sostenere la posizione della Commissione, rimangono delle perplessità su alcuni aspetti della ricostruzione, che appaiono, in concreto, poco probabili e in attesa di chiarimenti”. E lei sa meglio di me che dal punto di vista scientifico per quanto un evento sia “possibile”, se è anche “molto poco probabile” costruirvi sopra un assioma è decisamente rischioso.

            Se lei invece mi dice che nonostante i vari dubbi era “necessario” avvalorare la tesi ufficiale per non far proliferare dubbi che avrebbero potuto scatenare enorme disordine sociale, posso capirla, ma è tutta un’altra cosa.

            Grazie ancora

          2. Non ho detto che i filmati non sono attendibili, anzi: sono ben fatti e piuttosto conclusivi. Dicevo solo che, per farsi un’idea completa (che suffraga la bontà dell’ipotesi Oswald quale unico tiratore), è necessario documentarsi anche sull’enorme lavoro d’inchiesta fatto dal 1964 a oggi. Quello della Commissione Warren è solo il primo mattone, certamente pieno di lacune e mancanze, dovute alla fretta con cui la commissione lavorò (una possibile guerra mondiale pendeva sull’esito di quell’inchiesta, non c’era molto tempo da perdere). Da allora, come dicevo, sono centinaia di migliaia le pagine di studi e lavori scientificamente ben fatti che si sono accumulate e che, ogni volta, convalidano l’ipotesi Oswald. Se vuoi approfondire, l’unico testo che può darti una panoramica completa, a oggi, è quello di Vincent Bugliosi: “Reclaiming History: The Assassination of President John F. Kennedy” (di cui esiste anche una versione condensata: “Four Days in November: The Assassination of President John F. Kennedy”.

  4. secondo polidoro quale sarebbe allora la versione da accreditarsi?
    quella della commisione warren del singolo omicida o quella della United States House of Representatives Select Committee on Assassinations (HSCA) che nel 1978 concluse che:”Kennedy was probably assassinated as a result of a conspiracy”. Probabilmente l’intrepido Polidoro e la CICAP tutta si possono ora scagliare lancia in resta contro i visionari complottisti del HSCA. Risate assicurate

    1. Gentile Nicola,
      la storia dell’assassinio Kennedy è in effetti molto intricata e complicata e, se ci si lascia sfuggire qualche dettaglio, tutto sembra incomprensibile e inspiegabile. Personalmente ho dovuto dedicarci alcuni anni, recarmi a Dallas, visionare decine di ricostruzioni e studiare una quantità di materiale prima di riuscire a farmi un’idea chiara. La vicenda dell’HSCA, per dire, è stata definitivamente smontata da molti anni: ma se non ci si documenta a fondo è facile non accorgersene. Per avere un’idea di come stanno le cose, qui trova una spiegazione concisa ma molto chiara: http://www.johnkennedy.it/?p=918
      Se poi volesse approfondire ulteriormente: http://mcadams.posc.mu.edu/odell/
      In pochissime parole: il nastro sonoro che la commissione pensava contenesse la registrazione della sparatoria (e che faceva pensare ci fossero stati più di 3 spari, dando quindi forza all’ipotesi della cospirazione), in realtà, si scoprì dopo che la Comissione aveva chiuso i lavori, era stato registrato in un’altra parte della città e conteneva tutt’altri rumori.

  5. Se non lo ha già fatto, provi a leggere questo.
    “Anatomia di un assassinio” – Philip Shenon – 2013.

    Riflessione della sera.
    Tutti possiamo rimanere vittime di “un complotto” basta che due persone si coalizzino contro di noi perché ciò accada. Per esempio, per pura ipotesi, se la moglie di qualcuno e la sorella di quella moglie, si alleano per far credere al marito che lei è andata a fare shopping quando invece è andata altrove… Bene anche quello, nel suo piccolo, è un complotto. Il marito ovviamente è liberissimo di pensare ciò che vuole e che tutto sia da ricondurre alle famose o famigerate … “Teorie del complotto”.

    Lei è sposato signor Massimo Polidoro ?

    Saluti

    pc

  6. Sono anch’io un sostenitore (morale) del Cicap che seguo fin dalle sue origini. Ammiro tra l’altro l’impegno di Massimo Polidoro, Premesso ciò, vorrei fare qualche considerazione sul caso in questione; troppo spesso si equipara il caso Kennedy, con tutti i dubbi e le circostanze a esso legati, al cosiddetto “complottismo” generico, quello per intenderci dell’11 settembre, delle scie chimiche, di Roswell e l’aria 51, la Luna, ecc. Io credo che questo sia un errore madornale e un disservizio all’informazione. I dubbi (legittimissimi) sull’assassinio del 22 novembre 1963 a Dallas, non hanno nulla da spartire con tutto ciò. Anzi, trovo persino fuori luogo che Polidoro (che, ripeto, ammiro e seguo da tempo), lo introduca in un discorso di “bufale” e complottismi vari. Certo va fatto un distinguo: fra chi ha motivi razionali e perpetra serie analisi in merito e chi cerca il botto a effetto proponendo teorie assurde che sfiorano, se non superano, il ridicolo. Esiste un sito (che qui non viene citato) e che è questo http://www.jfkennedy.it del compianto Giuseppe Sabatino (il forum funziona ancora), dove il caso è trattato in modo serio, approfondito, scientifico e con una competenza straordinaria. La “prova” (se così vogliamo chiamarla) del fatto che non abbia sparato il solo Oswald c’è eccome ed è nello stesso filmato di Zapruder. Basta leggere attentamente e analizzare fotogrammi e animazioni proposti qui: http://www.jfkennedy.it/Evidenzedicomplotto…nelfilmdiZ.html e anche altrove sul sito di cui sopra. Aggiungo che non sono un ufologo ma mi occupo di fisica teorica da trent’anni. L’effetto Jet sul cranio di Kennedy? Lasciamo perdere, mi dilungherei troppo.

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