10 leggende sull’assassinio Kennedy

Il 22 novembre 1963, il trentacinquesimo presidente americano, John Fitzgerald Kennedy, fu assassinato a Dallas, nel Texas.

Il 61% degli americani è ancora convinto che quella morte nasconda qualcosa di misterioso, certamente un complotto. È davvero così? Ecco sfatate 10 tra le leggende più tenaci…

L’assassino si chiamava Lee Harvey Oswald, uno squilibrato che si trovò nel posto giusto (il Deposito di libri scolastici del Texas), al momento giusto (mentre passava il corteo presidenziale in visita elettorale a Dallas), e sparando tre colpi con il suo fucile Mannlicher Carcano colse al volo l’occasione per lasciare la sua sporca impronta nella storia.

Egli stesso, catturato quasi subito, finì ucciso, due giorni dopo, durante il trasferimento in un carcere di massima sicurezza, per mano di un altro individuo, Jack Ruby, che nelle sue fantasie intendeva vendicare l’amato presidente. Queste, almeno, le conclusioni a cui, fino a oggi, è giunta ogni commissione di inchiesta e ogni analisi forense e scientifica seria.

Eppure, secondo un recente sondaggio della Gallup il 61% degli americani (secondo un altro sondaggio dell’Associated Press sarebbe il 59%) crede ancora oggi che Oswald non agì da solo ma fu parte di un complotto più ampio. Solo il 30% lo crede l’unico colpevole, mentre il 9% non ha un’opinione precisa.

Strano a dirsi, si tratta di un deciso miglioramento, se si pensa che nel 2001 la percentuale di chi credeva al complotto era dell’81%. Solo cinquant’anni fa, subito dopo l’assassinio, la credenza nella cospirazione era altrettanto bassa.

Massimo Polidoro nella Dealey Plaza, a Dallas, a pochi passi dal punto in cui il presidente Kennedy fu assassinato. Alle sue spalle il Texas School Book Depository da cui Lee Harvey Oswald sparò.

Ciò significa, insomma, che il clima sta lentamente cambiando da quando il film del 1991 di Oliver Stone, JFK. Un caso ancora aperto, impiantò nella coscienza collettiva una versione assolutamente falsata e romanzesca della tragedia di Dallas (gli interessati possono leggere sul sito Johnkennedy.it, curato dal giornalista Federico Ferrero, analisi approfondite e critiche del film di Stone). Nuovi film, come i recenti Parkland (in onda su Raitre venerdì 22 novembre, alle 21) o Killing Kennedy (trasmesso da National Geographic Channel il 17 novembre), riescono a raccontare quella vicenda in maniera altrettanto drammatica, basandosi esclusivamente sui fatti e senza bisogno di inventare improbabili teorie della cospirazione. Persino il maestro contemporaneo della fiction, Stephen King, riesce a raccontare l’assassinio del presidente, in un romanzo come 22/11/63, costruendo una credibilissima (e straordinariamente avvincente) storia di fantascienza che pure lascia intatti quelli che sono fatti ormai accertati. E pure una vecchia volpe del thriller, come Stephen Hunter, riesce a costruire una versione alternativa dell’omicidio Kennedy, in The Third Bullet, e lo fa in maniera brillante ma senza minimamente alterare i fatti accertati.

E’ qualcosa che non riesce assolutamente ai teorici della cospirazione, incapaci di riconoscere quelle che sono ormai verità storiche documentate e sempre pronti ad abbracciare miti e leggende, da tempo smontate e contraddittorie le une con le altre, ma che periodicamente tornano a galla.

Ecco allora un piccolo promemoria con cui sfatare 10 tra le leggende più persistenti sull’assassinio Kennedy.

Prima, però, riguardiamo la sequenza dell’assassinio filmata da Abraham Zapruder in questa versione, spaventosa nella sua semplicità, segnalata da Paolo Attivissimo, in cui la ripresa traballante originale è stata stabilizzata digitalmente ed elaborata per estenderne l’inquadratura usando altri fotogrammi dello stesso filmato (attenzione, il video mostra in maniera esplicita l’assassinio di una persona).

E ora veniamo alle 10 leggende:

1. Un lavoro scelto ad hoc. Oswald andò a lavorare nell’edificio del Deposito dei libri di Dallas perché si sapeva che il corteo del presidente sarebbe passato sotto le sue finestre, rendendo così Kennedy un bersaglio più facile. E’ falso. Oswald iniziò a lavorare al Texas School Book Depository il 15 ottobre 1963, quando cioè non era ancora stato deciso se e quando il presidente sarebbe andato in visita a Dallas né, tantomeno, quale percorso avrebbe seguito un eventuale corteo.

La posizione di Kennedy e del governatore Connally nell’auto presidenziale, secondo la versione di Oliver Stone: seduti uno davanti all’altro, alla stessa altezza, come in aereo.

2. Il proiettile magico. Stando al film di Oliver Stone, un solo proiettile non avrebbe potuto attraversare il corpo di Kennedy, cambiare due volte direzione, attraversare il corpo del governatore Connally seduto di fronte a lui e uscire alla fine perfettamente intatto: più ragionevole pensare che i proiettili siano stati più di uno e sparati da più tiratori. Il ragionamento funziona solo se Kennedy e Connally fossero stati seduti uno di fronte all’altro e alla stessa altezza. In realtà, Kennedy era più in alto e il governatore aveva il busto girato. Le ferite ricevute dai due sono compatibili con un solo proiettile che percorre una linea retta e parte dal sesto piano del Deposito dei libri da cui Oswald sparò. Questa ricostruzione tridimensionale al computer di tutta la sequenza, realizzata da Dale Myers, chiarisce nel modo migliore la traiettoria dello sparo.

L’auto presidenziale: come si vede Kennedy, seduto sul retro, era in posizione sopraelevata rispetto al governatore seduto davanti a lui su uno strapuntino.
Il presidente e il governatore pochi minuti primi degli spari: Kennedy è più in alto.

3. Gli spari “impossibili”. Nessun tiratore può sparare tre colpi nei 6.75 secondi che intercorrono tra il primo e l’ultimo sparo (calcolati sulla base del filmato girato da Abraham Zapruder che accidentalmente riprese la sequenza dell’assassinio). Dunque, è necessario ipotizzare un secondo tiratore. Non è così. L’inchiesta della Commissione Warren ha potuto stabilire che un tiratore, messo nelle stesse condizioni con lo stesso fucile, poteva sparare i colpi in 4.6 secondi.

4. Oswald un pessimo tiratore. Oswald fu arruolato nei Marines, ma era considerato un pessimo tiratore che non centrava  mai un bersaglio. Non è così. Addestrato a usare il fucile, dopo tre settimane di allenamento si qualifica come il secondo tiratore più abile del corpo militare. I suoi istruttori, come il Maggiore Eugene Anderson, ritengono che Oswald avesse una buona mira e che sparare a Kennedy dal Deposito dei libri sarebbe stato per lui «un bersaglio facile», che «rientrava pienamente nelle sue capacità».

5. Indietro e a sinistra. Nel film di Stone è un momento ripetuto più volte e l’elemento chiave di tutto il film per dimostrare il complotto. Nel filmato di Zapruder la testa del presidente sembra piegarsi all’indietro e a sinistra, suggendo che a infliggergli il colpo fatale sia stato un proiettile che arrivava da davanti e da destra (e non dall’alto alle sue spalle, dove si trovava Oswald). E’ un’ipotesi intuitiva, che però contrasta con i fatti accertati. Tanto la radiografia della testa di Kennedy, quanto le risultanze dell’autopsia, dimostrano infatti che l’esplosione della parte laterale della testa è dovuta al percorso di un proiettile sparato da dietro e uscito davanti. Lo dimostra anche la scia di frammenti di piombo nella testa. L’apertura del cranio in fuori poi è tipica di queste ferite: se un proiettile avesse colpito dal davanti, avrebbe dovuto penetrare dalla tempia e fare esplodere, se mai, la nuca del presidente al momento della sua uscita. Il movimento della testa colpita da un proiettile, poi, non va necessariamente in direzione opposta a quella di provenienza dello sparo. E’ stato il Premio Nobel Luis W. Alvarez, nel 1976, a scoprire che la rapida fuoriuscita della massa cerebrale dalla ferita ha come effetto quello di spingere la testa nella direzione da cui proviene lo sparo, come succede a un razzo quando il combustibile viene liberato da una parte spingendolo così nella direzione opposta (qui sotto la dimostrazione del fenomeno messa in scena da Penn & Teller, che inoltre ripetono la sequenza degli spari con il Carcano impiegando 3,4 secondi):

6. Il quarto sparo. Nel 1978, la Commissione dell’House Select Committee scopre una registrazione sonora dell’assassinio, grazie a una radio rimasta accesa sulla moto di H. B. McLain, uno dei poliziotti di scorta al presidente a Dallas. Sulla base di quell’ascolto, sembra di riconoscere un quarto sparo: prova dunque che Oswald non fu il solo a sparare. E’ un’ipotesi che ebbe vita breve, ma che ancora oggi è spesso ripetuta. Quando McLain ha finalmente modo di ascoltare la registrazione si accorge che non può provenire dalla sua radio. Lui, infatti, aveva immediatamente scortato il presidente fino all’ospedale con le sirene accese per tutto il tempo: eppure, sulla registrazione non c’è traccia di sirene. Ne deriva che la testimonianza su cui la Commissione si era basata per le sue conclusioni riguardava qualcosa che forse non aveva nulla a che vedere con l’assassinio di Kennedy. Solo in seguito si scoprirà, per caso, che la registrazione proveniva da una moto che si trovava al Trade Mart, il luogo dove Kennedy era atteso per il pranzo: troppo lontano per registrare gli spari.

Oswald nel giardino sul retro di casa sua, con il fucile usato per assassinare il presidente Kennedy: una foto originale e non un fotomontaggio.

7. Oswald incastrato. Alcune foto che mostrano Oswald a casa, che impugna il fucile usato per uccidere il presidente e due giornali di propaganda comunista, sarebbero fotomontaggi creati per incastrarlo. In realtà, le foto furono scattate da Marina, sul retro della loro casa a Dallas, e le analisi dell’House Select Committee determinarono che i segni e i graffi microscopici presenti sui negativi delle foto erano stati prodotti proprio dall’Imperial Reflex di Oswald, e da nessun’altra possibile macchina. Inoltre, sulle foto non sono presenti tracce di ritocchi o fotomontaggi e, anzi, l’esame microscopico della grana delle foto ha confermato che sono autentiche e non manipolate.

8. Un annuncio anticipato. In Nuova Zelanda fu pubblicato un articolo che dava conto della morte del presidente e dell’arresto di Oswald prima che ciò accadesse: prova dunque che una versione ufficiale dei fatti era già stata distribuita dai cospiratori alla stampa. Ipotesi intrigante, che però non tiene conto degli orari: quando il giornale uscì in Nuova Zelanda era l’ora di pranzo del sabato, corrispondente alle 18 circa del venerdì a Dallas. Quando esce il giornale, insomma, Kennedy è già stato ucciso da quasi sei ore e Oswald già arrestato da quattro.

9. Jack Ruby il mafioso. Secondo alcuni teorici della cospirazione Ruby era un uomo della mafia e uccise Oswald per eliminare uno scomodo fantoccio. In verità, Ruby era proprietario di un nightclub e, in effetti, potrebbe avere avuto anche mafiosi tra i suoi clienti, ma era considerato da tutti una mezza tacca, inaffidabile ed esibizionista. Difficilmente, un tipo così avrebbe potuto essere coinvolto in una cospirazione. Uscito dalla posta dove si era fermato a pagare un vaglia, vide la folla davanti alla prigione, si avvicinò e quando vide Oswald sotto scorta venirgli incontro, d’impulso estrasse la pistola (allora come oggi negli Stati Uniti, e in particolare nel Texas, è considerato normale per un semplice cittadino circolare armato) e gli sparò, credendo di venire portato in trionfo come eroe. Morirà di cancro in carcere, incredulo per la fine che gli è toccata.

10. La maledizione di JFK. Oltre 100 testimoni scomodi sarebbero morti in circostanze misteriose negli anni successivi all’assassinio. Un controllo nome per nome ha permesso invece di accertare che oltre la metà delle persone indicate dai cospirazionisti sono morte di infarto, cancro e malattie naturali di vario tipo. Altri sono morti di vecchiaia e in tanti sono deceduti dieci o vent’anni dopo l’attentato. Non sembra insomma che ci fu nessun sicario impegnato a zittire testimoni scomodi. Senza contare che nessuno di coloro che diventarono famosi o scrissero libri raccontando di avere visto altri cecchini in Dealey Plaza o svelando complotti ricevette mai minacce né finì ucciso.

Per chi volesse approfondire la questione, il libro più attendibile è documentato è, a oggi, Reclaiming History: The Assassination of President John F. Kennedy, di Vincent Bugliosi, il pm che incastrò Charles Manson. In italiano, il sito di Federico Ferrero è il più documentato, il libro più completo è ancora Ecco chi ha ucciso John Kennedy (1988), dello scrittore e regista Diego Verdegiglio, purtroppo uscito per un piccolo editore romano e oggi introvabile. Da parte mia, ho dedicato al caso un centinaio di pagine nel mio Grandi gialli della storia (di recente uscito di nuovo allegato a Focus e, comunque, disponibile ancora presso il bookstore del CICAP), sufficienti purtroppo a dare solo una panoramica del caso. A questo link, inoltre, è possibile riascoltare una puntata del mio podcast dedicata al caso Kennedy, con un’intervista a Diego Verdegiglio.

A questa pagina di Repubblica alcuni degli appuntamenti televisivi, tra film e documentari, che ricordano i 50 anni dell’assassinio. Mentre, per quel che riguarda le mostre, all’International Centre of Photography di New York sono raccolte le fotografie scattate dai passanti in quei minuti drammatici; a Washington, si rievoca la ricca e breve vita del presidente, mentre al Maxxi di Roma è in corso la mostra: “Freedom Fighters. I Kennedy e la battaglia per i diritti civili”. E dal sito del museo biblioteca presidenziale dedicato a Kennedy è possibile scaricare un press kit con materiale audio, video, foto e documentario dedicato al giorno dell’assassinio.

Infine, nei prossimi giorni il CICAP annuncerà un’iniziativa che ci auguriamo possa aiutare il pubblico a distinguere sempre meglio tra bufale e realtà.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, insieme ai thriller Il passato è una bestia feroce Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.


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118 risposte

  1. Invece io credo che sia stato un complotto e che Lee Harvey Oswald, non può aver ucciso Kennedy da solo.
    Ma come fa una pallottola a curvare in quel modo ?
    Ma non scherziamo !
    Invece io trovo il film JFK verosimile.
    Quello che dite in questa pagina è fantasia !
    Ruby uccise Oswald per paura che potesse svelare tutto, altro che storie !
    Figuriamoci se Ruby davvero volle vendicare il suo Presidente !
    Non credo a una sola parola scritta in questa pagina.
    Detto ciò rispetto la sua opinione, ma non la condivido nel modo più assoluto !
    Roberto

    1. Prova a cercare documentazioni che vadano al di là di un film, per quanto esteticamente bello, o della fuffa che trovi sul web. Potresti avere delle sorprese.

  2. Chi gestisce il potere può tranquillamente alterare prove, modificare scenari, fabbricare false rassicurazioni. E’ sempre stato fatto. Ovviamente la perfezione in questo mondo non esiste, per cui anche chi la combina grossa ( fra coloro che detengono il potere ) non può insabbiare tutto. Può darla a bere alla maggioranza e a qualche “critico” che si abbevera alle fonti-filo governative. Magari questo “critico ” è anche in buona fede…e questo rende il tutto più tragicomico.
    Solo un pazzo o un servo non può dubitare della versione ufficiale dell’assassinio JFK. Dico dubitare, non di costruire nuovi complotti…Ma dubitare sì…se ci viene tolto anche quello…siamo a Orwell 1984…

    Un esempio : cosa dicevano Bush e Blair delle armi di distruzione di massa di Saddam ???? E questo è solo un granellino di polvere…

    1. Gregorio, mi trova d’accordissimo sul fatto che chi gestisce il potere farà di tutto per nascondere le porcherie di cui si rende responsabile o cerca di trovare pretesti per portare avanti scopi ben diversi – e il caso della guerra scatenata per eliminare le inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam ne è un perfetto esempio. Ma è anche un esempio di come sia difficilissimo realizzare un “complotto” senza che nessuno se ne accorga. Ci sono stati complotti in passato? Eccome. Ne esistono in cui i colpevoli non sono mai stati trovati? Altroché, pensiamo alle vicende di casa nostra… La vicenda di Kennedy, però, ha elementi solidissimi su cui ci si basa per indicare in Oswald il (quasi certamente unico) colpevole. È vero che superficialmente sembra impossibile, e Oliver Stone su questa superficialità ha tratto un bellissimo film. Ma è sufficiente dedicare un po’ di tempo e andare a fondo dell’argomento per rendersi conto di come stiano quasi certamente le cose. Poi, ovvio, si deve sempre dubitare e si può dubitare di qualunque cosa: si può pensare che il filmato di Zapruder sia stato realizzato a posteriori con degli attori, che la balistica sia una scienza inventata, che tutto ciò che porta a Oswald sia fabbricato… ma le impronte digitali di tali macchinazioni sarebbero ancora oggi visibili, glielo assicuro. Erano anni quelli in cui un presidente degli Stati Uniti fu costretto a dimettersi per molto meno. E se nemmeno un presidente è riuscito a nascondere le sue malefatte…

  3. accertare accertare…ma secondo te, se ci fosse qualche dato SUPER DECISIVO che potesse far crollare la versione ufficiale dei fatti, noi ne verremmo a conoscenza?? cioè, di qualsiasi argomento si parli, ciò su cui te e paolo *** costruite la vostra crociata contro i maledetti cospiratori, sono DATI. ma questi dati da dove arrivano? andate ad indagare di persona? investite anni e soldi nell’indagare di persona?? NO!! Vi basate su fonti! citate fonti, di continuo, esattamente come i fanatici religiosi quando parlano delle loro storie (***!! CRISTO HA CAMMINATO SULL’ACQUA, GLI INTERESSATI POSSONO LEGGERE SULLA BIBBIA, AUTORE: DIO, CAPITOLO 666) QUINDI PERCHE’ DOVREI CREDERE A VOI E NON A CHI MI DICE CHE CRISTO HA CAMMINATO SULL’ACQUA? SONO FONTI NO? SU QUALE BASE UNA FONTE E’ AUTOREVOLE O MENO, IN BASE ALLA RISPETTABILITA’ E CREDIBILITA’ NO?’ E QUESTE 2 COSE SU COSA CRESCONO?! IN BASE A CHI GLI APPOGGI MIGLIORI E SCRIVE COSE PIU’ CREDIBILI E CHE “VOLANO PIU’ BASSO”. RISPETTO IL VOSTRO LAVORO..MA…SEMPLICEMENTE….NON E’ VOSTRO…VOI NON INDAGATE UN BEL ***, RIPORTATE COSE DETTE DA ALTRI…DETTE DAI MIGLIORI NO?! GOODNIGHT MAN…RITERRO’ TE E PAOLO MALANDRINISSIMO PIU’ CREDIBILI RISPETTO A DAVID ICKE O STAN LEE O TODD MC FARLANE NEL MOMENTO IN CUI VI SBATTERETE PER INDAGINI VOSTRE….

    1. Alessandro, se fosse come dici tu, se esistessero cospiratori onnipotenti, sarebbe stato impossibile scoprire che il presidente Nixon spiava gli avversari, fatto che lo costrinse alle dimissioni. Sarebbe stato impossibile scoprire il traffico illegale di armi con l’Iran della presidenza Reagan, che costò la galera a colonnelli e ammiragli. Sarebbe stato impossibile scoprire che il presidente Clinton aveva mentito, rischiando l’impeachment. E così via. Di gente che cerca di fare qualcosa di losco, di nascosto, anche ai massimi livelli del “potere”, ce n’è stata e ce ne sarà ancora parecchia. Guarda solo nella storia della politica italiana…
      Il fatto, però, è che nessun segreto può restare tale se ne è a conoscenza più di una sola persona: e in un “complotto” come quello che avrebbe dovuto esserci dietro la morte del presidente Kennedy sarebbero stati necessari centinaia di cospiratori. È matematicamente impossibile far tacere centinaia di persone.
      Il fatto è che sono proprio i dati oggettivi a parlare: non è l’opinione di qualcuno, ma i fatti. Il filmato di Zapruder è un fatto. La balistica è un fatto. Certo, poi puoi anche credere che Zapruder faceva parte pure lui della CIA, che il suo filmato è stato realizzato da Kubrick con delle controfigure o che Kennedy è stato ucciso a Cuba e poi portato di nascosto a Dallas, ma queste sarebbero fantasie prive di qualunque fondamento. La direzione del proiettile affatto magico, che ha colpito sia Kennedy che Connally, si può determinare in maniera precisa grazie al filmato e alle ricostruzioni tridimensionali.
      E poi, scusa, ma dimostri di non documentarti nemmeno sulle persone con cui parli: sono quasi trent’anni che dedico tempo e (mio) denaro per indagare di persona sui casi di cui mi occupo, viaggio in tutto il mondo, vado sul posto, parlo con i testimoni, raccolgo quello che posso e poi, naturalmente, metto a confronto anche fonti a favore e contro di ogni tesi. Se alla fine riesco a trarre qualche conclusione è perché ci sono dei fatti verificabili, se i fatti non sono sufficienti allora sospendo il giudizio: non troverai in nessuno dei miei libri un’opinione spacciata per un fatto.

  4. Il 30 marzo 1981 Charles Hinckley, eludendo la sorveglianza degli agenti del servizio segreto, sparò quasi a bruciapelo a Ronald Reagan ferendo gravemente lui ed altre tre persone una delle quali, James Brady, rimase seriamente invalido per i successivi 33 anni fino alla morte; e tutto per attirare l’ attenzione di Jodie Foster.
    Dovendo scegliere dubiterei (ma non lo faccio) più di questa storia che della spiegazione ufficiale sul caso Kennedy. Fra l’ altro si è trovato anche qualche legame (labile, ma i complottisti si attaccano anche a meno) fra la famiglia Hinckley e quella dell’ allora vicepresidente (ed ex capo della CIA) George Bush sr che in caso di morte di Reagan gli sarebbe succeduto.
    Perchè non ho sentito di ipotesi di complotto? Solo perchè, per qualche centimetro, i colpi non furono mortali?

  5. Non capisco come si possa, ad oggi, negare che dietro l’assassinio Kennedy ci fosse qualcosa di più grande. Penso si debba essere miopi o in malafede.
    Secondo lei i fatti sono oggettivi, sotto gli occhi di tutti ed a quanto pare si diverte a ripeterlo. Non ho molti spiccioli da scommettere, ma se c’è un fatto sul quale punterei è che né io né lei abbiamo le prove di come sono andati le cose. Tuttavia, gozzovigliando per la rete mi imbatto in un articolo che afferma il contrario, con assoluta certezza e nessuna possibilità di appello. Ma guarda….
    Ad ogni modo ho trovato l’articolo superficiale ed ancora più fuori luogo il suo atteggiamento: seriamente lei, sig. Polidoro, crede di poter mettere l’ultima parola sulla vicenda? Oltretutto il modo in cui liquida, una ad una, tutta una serie di fonti molto più autorevoli solo perché fuori dal “coro Warren”, mi sembra una maniera di fare informazione che lascia il tempo che trova.
    D’altronde viviamo nell’era di internet e, ad essere sinceri, non è il primo articolo di questo livello che leggo sull’argomento. Non sarà nemmeno l’ultimo, perciò…….

    Saluti!

    1. Caro Gianluigi, purtroppo ha ragione lei: su internet si trova di tutto e il suo contrario, ma per riuscire a distinguere ciò che è affidabile da ciò che non lo è occorre possedere strumenti critici affatto scontati. Personalmente, non pretendo affatto di mettere l’ultima parola su nulla, ci mancherebbe: infatti, ripeto in continuazione che chi desidera approfondire dovrebbe documentarsi e fornisco anche riferimenti precisi su dove farlo. Se poi si vuole continuare a credere sulla base del sentito dire, nessuno lo vieta.

      1. Vede sig. Polidoro, è questo il punto: per lei chi si dissocia dal verdetto Warren parla per “sentito dire”. Lo trovo fortemente scoraggiante come seme di una discussione e, mi perdoni, anche irrispettoso nei confronti di chi negli anni si è formato un’opinione diversa.
        E’ questo atteggiamento a farmi riflettere, prima ancora degli argomenti riportati. Semplicemente non trovo sia il modo più “intellettualmente onesto” di fare informazione.

        Buon proseguimento.

        1. Non è quello che ho detto affatto. Il rapporto Warren è pieno di imprecisioni, ci mancherebbe. Ma la mole di materiale, evidenze, prove e sperimentazioni accumulata negli ultimi 50 anni porta a un esito difficilmente smontabile: Oswald ha sparato da solo. Ripeto: io ho segnalato qualche riferimento pratico nella letteratura per iniziare una discussione basata sui fatti e non sull’emotività. Se ha documentazioni più fondate rispetto a quelle prodotte da Bugliosi, per dire, da McAdams (http://mcadams.posc.mu.edu/home.htm) o anche da JohnKennedy.it (http://www.johnkennedy.it), la invito a proporle. Se la discussione si limita a dare giudizi sull’onesta intellettuale altrui, non c’è molto altro da dire.

  6. Che esistano persone che vedono complotti anche dove non è proprio il caso è ormai scientificamente dimostrato. Che esistano però persone che, pur di smontar Complottisti, finiscono col credere alle versioni uficiali anche quando sono altrettanto fantasiose, e che queste persone siano in aumento grazie al CICAP e ad associazioni gemelle, è altrettanto certo. Spero che, nel 2046, il CICAP non crederà che Giulio Regeni sia stato ucciso da una banda di Egiziani shippaturististranieri, poi morti eroicamente, armi in pugno, pur di non arrendersi,

    1. Aldo, hai delle statistiche da mostrare per questa tua “certezza” sul fatto che ci sia più gente che crede alle versioni ufficiali anche fantasiose? Io, per esempio, delle versioni ufficiali – fantasiose o meno – dubito finché non ho la possibilità di esaminare le prove.

      1. No Massimo. I pochi studi statistici, per lo più basati su interviste “a campione” sono Americani e riguardano gli elettori USA… e sono abbastanza sconfortanti per chi, come Te, battaglia contro il complottismo. Solo per quanto riguarda l’ 11 settembre, infatti, la stragrande maggioranza dei cittadini USA (80-90%) non crede che gli Americani si siano abbattuti le Tween Towers da soli e accettano sostanzialmente le versioni ufficiali. Ma il problema, vedi, è che non ho detto affatto che chi crede alle versioni ufficiali sia un fenotipo umano più diffuso della specie che ci crede. Ho detto solo che, grazie a Voi, sono in aumento. C’è chi prova anche a dimostrare scientificamente che la Teoria complottista sia falsa:
        http://www.ilpost.it/2016/01/29/debunking-complottismo/
        A proposito, sulla versione ufficiale degli Investigatori Egiziani sull’ omicidio Regeni, che ne pensi?

  7. Io non credo alle varie teorie complottiste però non riesco neanche a credere che dietro il gesto di Oswald non ci sia stata nessuna “manovra”. La foto di Oswald non sarà falsa però è stato certo molto comodo avere la perfetta rappresentazione mediatica del “comunista” armato e pericoloso (questo vale anche per l’invito alla trasmissione TV).

    E poi c’è un’altra questione: Robert Kennedy, che aveva raccolto l’eredità politica del fratello, fu ucciso poco prima di diventare presidente da qualcuno che non aveva nessun legame con Oswald, una coincidenza inquietante. Per me è più probabile che R. Kennedy sia stato assassinato per la stessa ragione del fratello, visto che intendeva continuarne l’opera, piuttosto che da due persone che non avevano nessun legame e per due motivi diversi.

    P.S. Interessante il fatto che la percentuale di chi crede al complotto sia crollata proprio dopo il 2001, quando i media (e i social network) hanno iniziato ad accanirsi contro chi dubitava della versione ufficiale dell’attentato alle due torri (certo, la maggioranza delle teorie sono ridicole, e forse anche questo ha indotto molta gente ad allontanarsi dal “complottismo”, ma anche qui bisogna vedere il quadro di insieme: che la famiglia Bush fosse amica della famiglia Bin Laden è un fatto incontrovertibile, per esempio).

    1. Cometa Rossa, un conto è quello che sembra essere logico («chi ha ucciso Jack ha ucciso anche Robert»), un altro conto sono i fatti che possono essere accertati. Con le congetture si può andare un po’ ovunque, quando però si ha la possibilità di esaminare fatti verificabili diventa più difficile credere al contrario di quello che i fatti dicono. Se le ipotesi di complotto sono fiorite per 40 anni dopo la morte di Kennedy, quando hanno cominciato a comparire persone in grado di fare verifiche dei fatti e trovare anche online materiale verificabile, condividendolo poi sul web, inevitabilmente la percentuale dei credenti è scesa. Concordo con te che i Bush fossero amici della famiglia Bin Laden, ma questa non è una prova del complotto: se mai è prova di spregiudicatezza e cinismo. Per dimostrare un complotto servono prove più concrete e convincenti, capaci di smentire peraltro la mole di prove che invece raccontano una storia diversa (e che puoi scaricare gratis qui, se vuoi: http://www.cicap.org/new/files/11-9_cospirazione_impossibile.pdf

  8. Leggo solo oggi questo articolo, purtroppo, ma ugualmente mi sento di esprimere il mio parere.. mi è difficile credere a lei piuttosto che a Garrison, un procuratore di uno stato degli Stati Uniti che ha dedicato una vita di lavoro e studio all’assassino Kennedy.. io credo che lei con questo articoletto abbia offeso più di qualche persona, che farebbe bene a chiedere scusa alla famiglia Kennedy e a tutti quei poveri diavoli che loro malgrado quel maledetto giorno si trovavano lì, pagando poi con la morte il coraggio di dire la verità. Saluti. Catia Masiero

    1. Catia, non sia superficiale. È il rischio che corre chi si affida esclusivamente all’emotività e non affronta i fatti nel merito. Il film di Oliver Stone è molto bello e trasforma Garrison in un eroe, ma il procuratore non lo è stato affatto. Ha costruito prove inesistenti per incastrare persone innocenti che hanno pagato (anche con la vita) per non avere fatto assolutamente nulla. Non deve “credere” a me, deve semplicemente documentarsi risalendo alle fonti e ai fatti accertati. Provi a leggere i libri di Bugliosi o Posner, o anche i siti di McAdams o, in italiano, quello di johnkennedy.it, vedrà che le cose sono molto diverse da come le hanno raccontate Stone, Garrison e i vari teorici della cospirazione. Tra parentesi, la famiglia Kennedy non ha mai creduto al complotto.

      1. Guardi, tutto è possibile, io accetto il suo punto di vista perché in fondo quasi nessuno sa come sono andate le cose compresi me e lei.. io comunque di libri ne ho letti tantissimi e li leggo da quando sono bambina, ne possiedo molti e continuo a comprarli e a leggerli perché sì, mi emoziona molto quello che è successo ai Kennedy poiché si tratta principalmente di una tragedia umana, prima che politica, economica, ecc.. per quanto riguarda la famiglia, si è espressa molto poco in merito ma questo non significa che non credesse all’ipotesi del complotto. In fondo Kennedy stava dando fastidio a molte persone con la sua politica e certo è che con la sua scomparsa molti ne hanno giovato.. basti guardare come è stata stravolta in breve tempo la sua politica dal successore.. Kennedý stava colpendo tra gli altri i petrolieri.. (ha letto Il complotto di H. James?). Tornando al fatto che comunque tutto è possibile, credo che gran parte di quello che sostiene lei sia quantomeno improbabile, in primis la tesi del proiettile magico.. comunque ognuno è libero di credere ciò che vuole, il problema è che lei è un personaggio “forte” e quando dice qualcosa la gente è portata a crederle perché risulta una fonte attendibile.. io esorto i suoi spettatori a documentarsi e a tenere sempre la mente aperta.. è troppo complesso ciò che è successo per essere liquidato così in una paginetta del web.. per tutti, me compresa. Grazie dell’attenzione e saluti. Catia Masiero

        1. Purtroppo, gli unici lavori critici e documentati su tutta la vicenda, oggi disponibili, sono in lingua inglese (i libri di Bugliosi e Posner): se non ha letto quelli, dubito possa avere una visione completa della questione. Un ottimo libro in italiano era “Ecco chi ha ucciso John Kennedy” di Diego Verdegiglio, purtroppo non più disponibile da anni (http://www.johnkennedy.it/?p=7). Evito di fare riferimenti alle mie ricerche e ai libri in cui mi sono occupato della questione, perché probabilmente non li riterrebbe affidabili. Lei ha ragione a sentirsi colpita da quello che è successo a Kennedy, ma non si lasci suggestionare da quello che “sembra” più giusto o che ci piacerebbe credere: i fatti parlano in maniera inequivocabile. Quanto alla teoria del proiettile magico è una bufala semplicemente perché il proiettile non ha seguito la traiettoria che Stone racconta nel suo film (e i cospirazionisti nei loro libri): è una questione di balistica confermata peraltro dal filmato di Zapruder. Si legga almeno questa pagina in italiano: http://www.johnkennedy.it/?p=231. Quanto al vecchio libro “Il complotto” lo conosco bene, ma anziché dirle quel che ne penso io la invito a leggere qui: http://www.johnkennedy.it/?p=556.

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