C’è un fantasma in quella finestra o è un fake?

Una lettrice della mia Pagina Facebook mi scrive: «Vorrei inviarle una foto, perche non capisco se è vera o se è solamente un fotomontaggio…» La foto in questione è quella che vedete qui sotto (sulla destra un ingrandimento):

ghost or fake?

«A prima vista» continua la lettrice «uno può pensare sia palesemente falsa, ma zoommando e guardando attentamente, se fosse salsa, la figura sarebbe pixellata, mentre invece è omogenea alla foto. E sopratutto la figura dovrebbe essere piu definita se fosse falsa». Voi che cosa ne pensate?

Clicca per ingrandire.
Clicca per ingrandire.

La mia prima impressione è che si tratti dell’ennesima applicazione sullo stile di “Ghost Capture”, ben nota app che sovrappone figure fantasmatiche alle vostre foto, tipo quelle che vedete qui accanto.

Falso fantasma.
Falso fantasma.

In particolare, il “fantasma” segnalato dalla lettrice, mi ricorda molto la classica immagine del fantasma giapponese da film horror, capelli lunghi scuri, espressione corrucciata, veste lunga bianca… Un po’ sul tipo di quello che si vede riproposto in mille false foto di fantasmi come quella a sinistra.

La lettrice, tuttavia, non è di questo parere: «Anche zoommando la foto al pc, per esempio alla testa, è troppo omogenea alla serranda dietro, se fosse un falso non si dovrebbe almeno notare un minimo di distacco?»

Personalmente, credo sia sufficiente lavorare con l’effetto trasparenza su photoshop per ottenere lo stesso effetto. La lettrice aggiunge: «Questo ragazzo sostiene che lui non ha usato nessuna applicazione», ma la mia impressione non cambia.

Insomma, la spiegazione più semplice per la foto mia sembra il fake (che non significa assolutamente sia stato realizzato dal ragazzo in questione, magari qualcuno ha fatto uno scherzo a lui). Voi che cosa ne pensate?

 


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Il suo primo thriller, Il passato è una bestia feroce, è in libreria dal 3 marzo. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitterGoogle+ e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).


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14 risposte

  1. Secondo me, per discutere sulla foto, bisogna essere disposti ad ammettere la possibilità dell’esistenza di fantasmi e spiriti: sinceramente, non comprendo perché lo si dovrebbe fare, quando non esiste nessuna minima prova dell’esistenza “dell’aldilà” e di tutto ciò che ne può derivare (spiriti, vita dopo morte, ecc.) se non testimonianze prive di prove oggettive. Cioè, non esiste nemmeno il ragionevole dubbio, perciò ogni dichiarazione e ragionamento a riguardo è inutile.

  2. Una foto così può essere tutto e niente ma più probabilmente niente.
    Le modifiche con photoshop, se fatte bene, ormai richiedono esperti forensici per essere individuate mentre quelle fatte in modo dilettantesco si possono scoprire facilmente.
    Ho iniziato l’uso di una alpha-version di Photoshop a partire dalla fine degli anni 80 (prima ancora della versione 1) e da allora ne è passata di acqua sotto i ponti.
    Per almeno 10 anni tale programma era sconosciuto ai più e solo recentemente il boom della fotografia digitale abbinato a internet ne ha diffuso a livello di massa l’utilizzo sfornando migliaia di “truccatori” che credono di non farsi beccare ma ce ne sono anche molti bravi che in effetti è dura scoprire…
    In ogni caso poi bisognrerebbe sapere la storia ed il contesto dello scatto o avere dele prove che durante lo scatto la situazione era diversa da quella rappresentata…

  3. Io credo che potrebbe essere la condensa sull’interno del vetro. Tante strisciate più o meno lunghe che, per caso formano un’immagine riconducibile ad una figura. Sapere per esempio in che stagione dell’anno è stata fatta sarebbe utile. La mia tesi è sostenibile solo se fuori c’è una temperatura relativamente bassa.

  4. Intanto farebbe comodo il file grezzo, e poi non escluderei il semplice riflesso sul vetro, o addirittura (ma ci vuole l’intenzione) l’ancor più semplice “ritocco” del vetro.

  5. Per risolvere l’ enigma, bisogna sapere, almeno 1) Chi l’ ha scattata 2) dove 3) quando. Poi, una volta scremata così, eventualmente restassero dubbi, dfasrla analizzare, assieme all’ apparecchiatura fotografica, dai Carabinieri del RIS di Parma.

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