Il vampiro della Laguna

Matteo Borrini
Matteo Borrini esamina un teschio nel suo laboratorio.

L’amico Matteo Borrini, archeologo e antropologo forense, qualche tempo è finito sui giornali di tutto il mondo con la scoperta dei resti di una donna del XVI secolo ritenuta dai contemporanei una vampira. Tra gli altri, il National Geographic ha dedicato alle ricerche di Matteo e del suo team un documentario, trasmesso anche in RAI e distribuito come dvd in edicola.Ora, lo speciale sta per andare in onda (in versione integrale) anche su Sky. L’appuntamento è per domenica 30 gennaio, alle ore 22, sul canale 403. Se avete Sky non perdetevelo. E, se partecipate al Corso per investigatori di misteri del CICAP, non perdetevi la lezione che Matteo terrà per noi il 5/6 marzo.

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2 risposte

  1. Ricordo un servizio di Voyager su questo caso.
    Per essere Voyager era anche abbastanza serio, nel senso che non diceva stupidaggini abbastanza grosse, ma – essendo pur sempre Voyager – presentava dati normalissimi come fossero scoperte sensazionali.
    Ad un certo punto la voce pronuncia una frase del tipo «emerge un particolare sconcertante: il corpo presenza caratteristiche del tutto identiche a quelle dei Veneziani dell’epoca»…
    …«particolare sconcertante»?! Forse i Veneziani speravano che il vampiro fosse un marocchino o un “terrone”?

  2. Il lavoro di Matteo sullo scheletro della donna veneziana è molto noto anche all’ estero. Una tradizione particolare sui vampiri è quella dei Vrykolakoi greci, (per chi non lo sa, sono di madre greca) che variano da località a località (quasi ogni isola ha i suoi) e hanno un vasto “range” di comportamenti. Sembrano ricalcare più il mito dei morti viventi che quello dei vampiri alla Dracula. Sicuramente i contatti, anche burrascosi, coi Bulgari hanno trapiantato in Grecia queste tradizioni che sono di origine prevalentemente balcaniche. Il lavoro di Matteo è comunque su quella particolare “sottospecie” di vampiri detti nachzeren. Quelli che infestano i nostri schermi, che si nutrono di sangue umano, non possono che essere nati, purtroppo, da forme di follia antropofaga che partorisce anche ai giorni nostri serial killers da incubo, tipo Richard Trenton Chase. E questo è il contatto con la realtà più “verificato”. Ovviamente non si tratta di esseri soprannaturali. Ma la tradizione di culti malefici con sacrifici umani e bagni o libagioni del sangue delle vittime è antichissima. Qualche demone ha fatto entrare nella nostra specie l’ idea che bevendo sangue si conquistino grandi poteri, compresa l’ immortalità o l’ eterna giovinezza.

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