Usiamo solo il 10% del cervello? Alcuni sì, ma…

Chissà quante volte l’abbiamo sentito dire: l’uomo usa solo il 10% del cervello. Una frase che lascia intendere chissà quali poteri ancora nascosti.

cervello

Per la Settimana mondiale del cervello, può essere utile tornare sul tema e chiarire come stanno veramente le cose…

Miti della mente
Un ottimo volume impegnato a sfatare tanti miti legati al cervello e alla mente.

Dunque, anche se verrebbe voglia di rispondere che sì, certe persone usano anche meno del 10% del loro cervello, l’affermazione è una bufala.

È una frase talvolta attribuita ad Albert Einstein che, in realtà, non ha mai detto niente del genere.

Si tratta di una credenza molto diffusa e che lascia intendere che esisterebbe un 90% di facoltà (magari paranormali) ancora da scoprire. Così non è.

Il cervello lo usiamo tutto quanto e le neuroscienze oggi sanno localizzare le funzioni attribuite a ogni area.

Del resto, che senso avrebbe possedere un organo che consuma molta energia se poi ne usiamo solo una minima parte?

Si tratta di un mito che nasce da un equivoco: William James, il celebre psicologo, disse al termine di una ricerca che: «Facciamo uso di solo una piccola parte delle nostre possibili risorse mentali e psicologiche».

Ma intendeva che troppo spesso le persone non sfruttano a pieno le proprie potenzialità.

In altre parole, significa che studiando, allenando il proprio corpo, viaggiando, conoscendo nuova gente e in generale facendo nuove esperienze si sfrutta molto di più il proprio cervello rispetto all’eremita che si ritira a vivere in una grotta.

Ma non per questo lo scienziato o l’esploratore sono in grado di predire il futuro o piegare i cucchiaini con il pensiero!

Per approfondire il tema dei miti della mente e del cervello, consiglio l’ottimo volume curato da Sergio Della Sala: Miti della mente.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie: il secondo romanzo è in arrivo il 21 giugno 2016. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).


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3 risposte

  1. “le neuroscienze oggi sanno localizzare le funzioni attribuite a ogni area.” Messa così e presa alla lettera, mi sembri un po’ troppo entusiasta, Massimo. Guarda quanti condizionali c’è qui e quante volte si usa la parola ipotesi.
    http://www.treccani.it/enciclopedia/funzioni-cerebrali-superiori_(Dizionario-di-Medicina)/
    “L’ipotesi corrente è che le f. c. s.(FUNZIONI CEREBRALI SUPERIORI) emergano dall’integrazione di informazioni che provengono da numerose strutture corticali che possono risiedere in entrambi gli emisferi e che tale integrazione venga svolta dalle aree associative. Le f. c. s. sono altamente interconnesse e interrelate, basti pensare alla inscindibile relazione tra memoria dichiarativa (memoria episodica e memoria semantica) e linguaggio, tra percezione e memoria, anche se, per motivi di semplicità di analisi, queste funzioni vengono in genere trattate separatamente”

  2. Se anche fosse stato Einstein a sostenere questa teoria, bisogna tener presente che Einstein non era onniscente e, con tutto il rispetto, le neuroscienze non erano proprio la sua materia.
    Sarebbe come se Sergio Della Sala pretendesse di scrivere nuove teorie sulle onde gravitazionali.
    O come se Antonino Zichichi pretendesse di parlare di evoluzione biologica… Ma forse ho sbagliato esempio. ;-P
    Però leggere “certe persone usano anche meno del 10% del loro cervello”, può indurre i lettori del blog a scrivere elenchi infiniti a sostegno della teoria!

  3. Quello dei poteri della mente é un mito che piace molto alla New age, la quale vanta una altrettanto ‘leggendaria’ letteratura sullo pseudoargomento.

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