Che cosa sarebbe accaduto se il genio dell’indagine avesse dato la caccia all’imprendibile serial killer vittoriano?
È uno degli interrogativi che toccherò questa sera durante la mia conferenza a Padova. Ci sarete?
Che cosa sarebbe accaduto se il genio dell’indagine avesse dato la caccia all’imprendibile serial killer vittoriano?
È uno degli interrogativi che toccherò questa sera durante la mia conferenza a Padova. Ci sarete?
La prossima settimana sarò a Cesena, alla Biblioteca Malatestiana, per parlare di Sherlock Holmes e di Jack lo Squartatore: una figura immaginaria e una, purtroppo, molto reale. Che cos’hanno in comune?
Ma, soprattutto, perché queste due figure non smettono mai di incuriosire il pubblico? Inizio col dirvi perché Holmes mi appassiona da sempre…
Ricomincia il mio giro di incontri, presentazioni e conferenze che mi sta portando su e giù per l’Italia.
Occasioni per parlare di misteri, gialli ed enigmi, ma soprattutto per incontrarci. Ecco il calendario di settembre…
È il primo e più famoso serial killer di tutti i tempi, autore di almeno 5 terribili delitti di prostitute commessi nel malfamato quartiere di Whitechapel a Londra, tra il 31 agosto e l’8 novembre 1888.
La sua identità è sempre stata un mistero che, forse, un giorno potrebbe trovare una soluzione. Leggi gratis la mia inchiesta…
Bruno Jordan, il noto cronista di Krimen, ha concluso un’indagine sul caso di Jack lo Squartatore.
Sembrava che un nuovo sospetto fosse venuto a galla ultimamente, e Jordan si è recato a Londra per saperne di più…
Perché siamo così attratti dai cosiddetti “cold cases”, cioè i crimini irrisolti che appartengono al passato e che anni dopo vengono riaperti con la speranza di risolverli?
Il bisogno di risposte è un’esigenza connaturata dell’uomo. E, dunque, quando un fatto solleva domande, soprattutto se si tratta di un fatto tragico, e a queste domande non segue nessuna risposta, l’interesse non può che restare alto.
«Scivolando sulle ruote gommate il delitto passa attraverso il cuore della città e ha perso il suo colore rosso. Il sangue congelandosi ha assunto la tinta definitiva: nero è il sangue, neri i feretri, i carri, i paramenti, gli scialli delle vecchine, la moltitudine che mugge sordamente di pietà, di odio e di orrore».
Con queste parole Dino Buzzati raccontava sulle pagine del Corriere della sera la strage messa in atto da Rina Fort nel 1946, quando uccise con una violenza inaudita moglie e figli del suo amante. Fu una vicenda terribile che sconvolse Milano e il resto d’Italia, all’indomani della fine della guerra, e che riempì le pagine dei giornali.