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Giacomo
Gardumi
L'eredità di Bric
Marsilio Editore, 2005
pp. 210, € 12,00
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L'eredità
di Bric
Un
giallo "ispirato" a Massimo
L'editore Marsilio mi spedisce un libro, L'eredità di
Bric di
Giacomo Gardumi, già autore de La notte eterna del coniglio (2003).
E' un giallo e mi chiedono se posso leggerlo, sono curiosi di sapere
cosa ne penso. A mia volta, sono curioso io
di
sapere perche' sono curiosi...
Comincio a leggerlo e scopro che racconta di un tale Nicola cosi'
descritto: «Nicola Pagani aveva 32 anni ed era da quasi dieci
il giovane, brillante e iperattivo portavoce dell'Aacp, vale a dire
l'Associazione per l'analisi critica del paranormale, fondata alla
fine degli anni ottanta da un eterogeneo gruppo di scienziati, intellettuali,
prestigiatori e semplici cittadini con il fine dichiarato di studiare
criticamente e in ultima analisi smascherare la falsità dei
cosiddetti fenomeni paranormali o sovrannaturali». Per qualche
motivo la cosa mi sembra famigliare...
Vado avanti e scopro che insieme a lui è Giovanni Arcuati «una
celebrità televisiva, il guru del giornalismo scientifico italiano,
capace da oltre un decennio di strappare ogni settimana milioni di
telespettatori di prima serata ai film americani e ai reality show
guardoni per incollarli affascinati al suo programma di divulgazione».
E più avanti ancora, Nicola si rivolge a un amico, un «giovane
professore associato di chimica organica che in passato aveva collaborato
con Nicola per avanzare una spiegazione scientifica della celeberrima
liquefazione del sangue di san Gennaro»!
Be', direi che già così si erano guadagnati la mia attenzione.
Ma ecco che il gioco comincia: Nicola e Giovanni vengono convocati
da un notaio che legge loro le ultime volontà del conte Bric, uno
dei più accaniti sostenitori dell'ipotesi spiritista e paranormale,
morto molto anziano. Nel testamento è scritto che i due devono vedere
da soli un video preparato da Bric prima di morire. Nel video, il
conte, disquisisce sulle loro differenze di vedute e poi rivela loro
un segreto: mentre il nastro girava, infatti, dal videregistratore
usciva un veleno mortale...
Il conte, unico al mondo a conoscere il nascondiglio dell'antidoto,
li sfida: «Avete ventiquattr'ore di tempo per contattare il mio
spirito nell'aldilà e avere salva la vita»; ventiquattr'ore di
tempo per carpirgli il segreto del nascondiglio. «Nicola» leggo
adesso dalla presentazione del libro, «non ha altra scelta che accettare
le condizioni del suo avversario. Deve cercare la crepa nella struttura
del mondo fisico, il passaggio verso una dimensione trascendentale
di cui ha sempre negato l'esistenza. Ma come riuscirvi? Forse le
stesse brillanti capacita' che Nicola ha sempre utilizzato per
smascherare le truffe dello spiritismo potranno ora aiutarlo a dimostrare
che si sbagliava. Dopo tanti successi nella lotta contro l'irrazionale,
perché dovrebbe fallire proprio nell'ultima battaglia?»
Bene, io leggevo e intanto pensavo: ecco, tra un po' arrivo a un
punto in cui trovero' qualcosa tipo: «Bene, caro Massimo Polidoro,
di questo libro ne esiste una copia sola: quella che stai leggendo.
L'inchiostro è in realtà un potente veleno, che entra in circolo
semplicemente sfiorandolo con le dita: a questo punto, avrai girato
ormai un numero sufficiente di pagine per avvelenarti...» etc!
Invece, per fortuna, non è andata così e l'autore si è dimostrato
molto gentile. Gli ho chiesto se voleva spiegare ai lettori del mio
sito perché si era ispirato a me per Nicola ed ecco cosa ci ha scritto:
«La ragione per cui mi sono ispirato a Massimo, o meglio
alla sua biografia pubblica, per creare il mio personaggio è presto
detta. Premettendo che lo ho scoperto quando alcuni anni fa ho cominciato
a interessarmi di paranormale e trascendente mi è da subito
sembrato un "bigger than life character", con dei tratti
così peculiari e al contempo così ben definiti da fare
di lui un personaggio letterario praticamente già pronto.
Cosiccome lo sarebbe Randi, sia chiaro, e non ditemi che la storia
di come Massimo sia riuscito giovanissimo a farsi "reclutare" come
suo assistente e a volare in America con lui non sembra uscita direttamente
da qualche romanzo di formazione!»
Come si fa a non esserne lusingati? In ogni caso, il libro l'ho letto
davvero in poche ore, lo stile di Gardumi è chiaro e trascinante e
per chiunque si
interessi
al mio lavoro e a quello del CICAP è una lettura doppiamente divertente:
1) perché si vede che Gardumi ha fatto i compiti, ci ha studiati molto
bene e
tutte
le argomentazioni che riporta nel libro sul paranormale e i misteri
sono proprio quelle che usiamo noi; 2) perché e' un giallo ben architettato,
come un meccanismo a orologeria, per cui non si vede l'ora di sapere
come finira».
Ovviamente non dirò nulla sul finale. Scopritelo da soli... e buona
lettura!
Massimo Polidoro
[18.02.05] |