11/9: La cospirazione impossibile

11/9 La cospirazione impossibile

Da tempo ricevo mail di persone che mi chiedono di occuparmi delle tante teorie cospirazioniste che riguardano gli attentati dell’11 settembre 2001. Ho sempre rimandato, anche perchè la materia è straordinariamente complessa e richiede le competenze più svariate.

Finalmente, quando si sono presentate le condizioni ideali, ho accettato di coordinare un progetto che mi dava carta bianca sulle persone da coinvolgere per un’inchiesta a tutto campo su questo argomento.

Ho preparato così una lista di nomi che consideravo tra i più preparati e competenti e, con mio enorme piacere, ho poi scoperto che tutti accettavano con entusiasmo di partecipare a questa nuova avventura. Di chi sto parlando? Di gente del calibro di Umberto Eco, Piergiorgio Odifreddi, James Randi, Michael Shermer e di alcuni amici del CICAP come Paolo Attivissimo, Stefano Bagnasco, Andrea Ferrero, Francesco Grassi e Lorenzo Montali.

Il risultato è stato 11/9 La cospirazione impossibile, che esce oggi per Piemme. Se fate un salto sul blog di Paolo potete leggere una presentazione del libro.

L’argomento è certo molto delicato e il nostro lavoro è stato guidato unicamente dal desiderio di capire e di verificare alcune teorie e ipotesi di cui tanti parlano, ma sulle quali pochi sembrano capire quanto ci sia di vero. Probabilmente, chi crede in cospirazioni e complotti penserà che anche noi ne facciamo parte, ma chi ci conosce sa che non abbiamo fatto altro che del nostro meglio per cercare di scoprire come stanno davvero le cose. Anche se alcuni interrogativi restano in piedi, crediamo di essere riusciti nel nostro intento.

Ora, siamo curiosi di conoscere le vostre opinioni.

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36 risposte

  1. “….avete dimenticate alcune come la presenza di ingenti quantità di oro presenti nel sottosuolo delle 2 torri, i 33 hard disk trovati nel WTC7 e analizzati da una società tedesca contenti informazioni sull’insider trading, le opzioni put effettuate sulle compagnie aeree nei giorni prima del 11 settembre. …”

    il problema è capire in che modo tutto questo è collegato con la teoria della detonazione delle torri…se ci sono o meno delle incongruenze….e non elencare solo determinati elementi,decontestualizzati (nominarne fonti, o laboratori e certificati di analisi ….nel caso dell’acciaio fuso, non si trova manco un certfificato…) idem per la presenza di oro? di antrace? ….parli dei dischetti…ma la presenze di dischetti e di quello che cìè scritto in che modo e necessariamente colelgato con la denotazione ? …

    sono solo alcuni spunti…

  2. Nel vostro libro prendete come spunto i vari docomuntari sulle teorie complottiste quali Loose Change e 9/11 Inganno Globale, e punto per punto controbbatete e smontate le varie teorie in essi presenti. Ma ne avete dimenticate alcune come la presenza di ingenti quantità di oro presenti nel sottosuolo delle 2 torri, i 33 hard disk trovati nel WTC7 e analizzati da una società tedesca contenti informazioni sull’insider trading, le opzioni put effettuate sulle compagnie aeree nei giorni prima del 11 settembre. Inoltre le due torri erano state certificate per resistere ad un incendio del genere. Generalmente, quando succendono fatti del genere, viene sempre citato in giudizio chi ha firmato la dichiarazione di conformita. Ma quest’ultima è solo una mia considerazione marginale… Con ciò non voglio necessariamente affermare nessuna teoria complottistica, ma voglio solo sottolineare il fatto che anche il vostro libro tralascia alcune fatti importanti. Ed proprio questo libro che doveva (nei limiti del possibile) verificare la veridicità di tali considerazioni. E mi permetto una cosiderazione generale. Forse era più giusto che il libro si intitolasse La cospirazione improbabile.

  3. > Ogni anno il presidente degli Stati Uniti d’America tiene decine e decine di discorsi importanti, davanti a migliaia di persone, discorsi i quali sono facilmente recuperabili dal sito: http://www.whitehouse.gov il sito ufficiale della Casa Bianca, ora mi sembra più che lecito affermare che dal momento che tutti questi discorsi sono accuratamente preparati da abili tessitori di parole in essi il tocco del presidente sia estremamente marginale.

    Esatto. Infatti Bush legge i discorsi preparati prima dal suo staff. E’ quando improvvisa che se ne esce con i suoi strafalcioni celeberrimi. La sua affermazione sull’aver visto il primo volo impattare il WTC è una di queste improvvisazioni; non proviene da un discorso. Ha detto una scempiaggine: non è la prima volta, non sarà l’ultima.

    >Massimo Mazzucco, che nel suo: “Il clamoroso doppio autogol di G.W.Bush” spiega in maniera alquanto dettagliata in che modo il presidente era al corrente dell’attentato, se non prima perlomeno in tempo reale.

    Gore Vidal, dal libro di Giulietto Chiesa: “Non può essere vero che Bush e Cheney abbiano avuto qualcosa a che fare con l’11 settembre (senza escludere che in qualche modo vi abbiano avuto un ruolo marginale) perché sono incompetenti… io do per scontato che l’11 settembre non sia stata opera dell’amministrazione Bush. Pensarlo è una bella tentazione.”

    > Con questo spero di avere risposto in modo esauriente alla sua richiesta di elencarle i grossolani errori, quanto a quello che avevo affermato e cioè:

    Temo di no. Le tue sono interpretazioni personali abbastanza arbitrarie che non considerano tutti i fatti: non sono segnalazioni di errori.

    > mi correggo dicendo che quindi se le soluzioni che dimostro che siano discutibili non sono le vostre perché avvallate dalla ricerca di alcuni esperti, allora vuol dire che sto sistematicamente dimostrando che molte delle soluzioni avvallate dagli esperti del campo siano pertanto discutibili.
    Con questo quindi ho risposto a tutto.

    Si direbbe che tu abbia quindi tutto il necessario per presentarti a un tribunale internazionale con prove schiaccianti. Mi sorprende che tu, come qualunque persona convinta di aver portato alla luce argomenti così delicati che dovevano restare top secret, non ti faccia una domanda di fondo: se davvero siete al corrente di questi terribili segreti, perché non vi piomba in casa la CIA, l’NSA, il Mossad o gli Illuminati e vi portano via?

    La migliore prova del fatto che le teorie complottiste non stanno in piedi è che i complottisti sono a piede libero. Confronta questa situazione con quello che avviene a chi, come alcuni giornalisti, si avvicina troppo alle verità scottanti sulla criminalità.

    > Voglio vivere in un mondo libero, libero dalle bugie, libero nell’essenza, non una parvenza di libertà minacciata da una invisibile gabbia…

    Perfettamente d’accordo. Per questo il campo va sgomberato dalle bugie dei complottisti, oltre che da quelle (documentate) di alcuni esponenti dei militari e degli enti civili coinvolti. Quando la smetteranno, i complottisti, di dire che il buco al Pentagono è largo “cinque-sei metri al massimo”?

    > Non sempre serve dire bugie: la verità si può tranqullamente nascondere “annegandola” in un mare di notizie inutili e fuorvianti, distraendo l’uditorio

    Verissimo. Sottoscrivo pienamente. Infatti le fantasie dei complottisti hanno finito per insabbiare la verità e rendono difficilissima la ricerca. Sai quant’è difficile, grazie ai complottisti, contattare un ente tecnico e parlare seriamente dell’argomento? Ti ascoltano e si sente subito che stanno pensando “Oddio, un altro complottista…”. Sai quanta fatica abbiamo fatto per scoprire dove sono i resti degli aerei? I complottisti, con il loro fiume di fantasie, sono i migliori amici degli insabbiatori. Dovremmo essere fianco a fianco per eliminare le menzogne dall’11/9, e invece i complottisti le menzogne le fabbricano (Payne Stewart; le testimonianze tagliate ad arte del sindaco e del coroner di Shanksville, quelle manipolate dei testimoni al Pentagono…).

  4. Ciao a tutti,

    Massimo mi ha segnalato le vostre domande. Sono tantissime e non so se riuscirò a rispondere esauriementemente a tutte. Cercherò almeno di dare qualche spunto di serena riflessione.

    >Mio padre, finora abbastanza convinto “ufficialista”, dopo neanche 10 minuti di Attivissimo ha cambiato canale, ed ha dovuto convenire che l’intervento di Mazzucco fosse di “altro spessore”.

    Se è per questo, la bisnonna di mia moglie non credeva allo sbarco umano sulla Luna. Ma quello che un singolo crede non fa testo. Fanno testo i dati, i fatti, i documenti e la loro coerenza interna esaminata da chi è competente in materia. Io posso credere finché mi pare che se mi butto dal quarto piano volerò come un fringuello, ma temo che la convinzione non basti a sospendere le leggi della fisica.

    >Vorrei invece far notare che, secondo recentissimi sondaggi, la percentuale di americani che vuole mettere sotto accusa Bush & Co. e chiede un’indagine seria sull’11 settembre è cresciuta enormemente, ed ormai un americano su tre è convinto che sull’11 settembre non si sia detta tutta la verità. Statisticamente parliamo di qualche decina di milioni di soli americani (”complottisti” anche loro?).

    Se chiedere di saperne di più è essere complottisti, allora sono complottista anch’io. Ma il fatto è che i complottisti non chiedono: loro già sanno cos’è successo, chi è stato, eccetera.

    E poi andrei cauto sulla reale consistenza di questa adesione di massa. Se rileggi bene le domande originali fatte da quei sondaggi, vedi che sono talmente blande che anch’io ne sottoscriverei qualcuna. La vera adesione si misura dalla partecipazione: a Roma, al raduno nazionale, si sono trovati in quaranta. Non relatori: _partecipanti_. Lo “sciopero generale” annunciato dai siti pro-complotto per i primi di settembre non s’è manco visto. Le adunate dei sostenitori di queste teorie, in USA, sono deserte. Jimmy Walter, uno dei padri (e finanziatori) del complottismo, si è ritirato perché non riesce a farsi ascoltare dalla gente. Questi sono fatti sui quali occorre riflettere.

    >E parliamo delle centinaia di adesioni a vario titolo di patrioti americani (ex piloti civili e militari, ex agenti dei servizi, militari in servizio ed in congedo, ecc. ecc.) al movimento per la verità, sono “idioti”, “bufalari”, “creduloni”, anche loro?

    Parliamone. Su che basi fanno queste adesioni? Sulla base dei fatti assodati, o sulla base di una loro versione addomesticata? A me risulta la seconda. Alcuni hanno manifesta incompetenza anche nel proprio settore (il pilota Glen Stanish, che dice che è possibile attaccare un “pod” sotto un aereo di linea… e il carrello come si apre?); altri hanno credenziali artefatte; altri ancora hanno seri problemi personali (uno vive in una tenda).

    Parliamo, invece, della massa di piloti, agenti dei servizi, militari in servizio che NON abboccano alle colorite e seducenti fantasie dei complottisti. Come mai? Tutti congiurati?

    >E chiederei al signor Attivissimo si smetterla, una volta per tutte, di utilizzare il termine implicitamente denigratorio di “complottisti” per definire persone serie che sulla base di dati di fatto o della pura logica, non riescono a trovare convincenti le spiegazioni ufficiali finora fornite (e non trovano plausibili i motivi addotti per quelle non fornite).

    I “dati di fatto” sono spesso inventati e altrettanto spesso manipolati. Andrei cauto a parlare di “persone serie”. A uno che crede nei rettili che assumono sembianze umane, o a chi crede che la Terra sia cava, non credo daresti la definizione di persona seria.

    Ma lasciamo stare: hai un termine migliore? Come li chiameresti?

    >Oltre al fatto che accomunare persone serie con altre dalla dubbia fama per il solo fatto di occuparsi della stessa materia è un’operazione semplicistica e al limite della malafede (o oltre?). Ed io non ci sto.

    Una frase familiare per chi segue i fenomeni paranormali… “certo ci sono tanti ciarlatani, ma il signor X è diverso, solo perché si occupa della stessa materia non vuol dire che sia un cialtrone”.

    Trovami un complottista che segua rigorosamente i fatti e che costruisca una teoria alternativa coerente, e ne riparliamo. Io finora non ne ho visti.

    >WTC7: ma se è vero che un pompiere ha detto che bisognava demolirlo perchè era pericolante, come si spiega che sia venuto giù ESATTAMENTE come se fosse stata una demolizione controllata?

    Perché come dice l’esperto di demolizione Danilo Coppe, una demolizione controllata ha molti punti in comune, visivamente, con un crollo. Però quando si va a studiare il dettaglio, emergono le differenze. Una per tutte: nessun rumore di botti appena prima e durante il crollo. Un’altra: tracce di detonatori ed esplosivo, segni di predisposizione e preindebolimento della struttura. Queste cose, al WTC7, mancano.

    >Anche chi non sa niente di meccanica e di edilizia non può notare che in un solo giorno 3 grattacieli siano venuti giù allo stesso modo, cosa MAI successa nè prima nè dopo!

    Se è per quello, mai prima di allora qualcuno aveva preso due aerei di linea pieni di carburante e li aveva scagliati ad altissima velocità contro dei grattacieli.

    >un imbecille qualunque che riesce a pilotare un Boeing e farlo schiantare su una torre

    Un “imbecille” che aveva la licenza di pilota.

    >, a un altro imbecille che compie una manovra tecnicamente impossibile con un altro Boeing

    Una virata larga 8 km non è impossibile. Un secondo di volo rasoterra, conclusosi con uno schianto, non è impossibile. E’ la naturale conclusione di un volo rasoterra: ti sfracelli.

    > (mA QUALE AEREO POI? NON AVETE NOTATO COME FOSSE ANCORA STRANAMENTE INTEGRA LA FACCIATA DEL PENTAGONO DOPO L’ATTACCO DEL PRESUNTO AEREO???)

    A parte una breccia larga 35 metri. Basta guardare le foto.

    >I fatti sono che, delle due possibili tesi sull’11/9, una fa un sacco d’acqua (quella ufficiale: andate a vedere su youtube “9/11 coincidences”); l’altra è molto ma MOOOLTO più verosimile.

    Ma qual è l'”altra”? Non l’ho ancora sentita. Qualcuno parla di missile, qualcuno parla di altri aerei, qualcuno parla di bombe, altri parlano di raggi spaziali; c’è chi dice che è stato Bush, ma Gore Vidal nel libro di Chiesa è il primo a sbufalare questa teoria.

    >A tal proposito se non sono troppo indiscreto le chiederei di dirmi a quale fonte fa riferimento quando spiega su che tipo di attacchi gli USA erano in allerta, poiché se la lacuna non è nella frase ciò implica una grossa falla nel sistema di difesa aerea americana.

    E’ spiegato dettagliatamente da Andrea Ferrero nel libro. Ti invito a leggerlo. Oppure documentati su cosa sono le ADIZ.

    > E ammettendo giustamente che dopo la fine della guerra fredda il pattugliamento venne ridimensionato è comunque assurdo dire che gli Stati Uniti d’America fossero totalmente sprovvisti di una protezione

    Infatti non lo erano. Avevano una difesa _perimetrale_. Non contro attacchi dall’interno. Non credo che tu abbia porte blindate fra una camera e l’altra di casa tua, ma magari ce l’hai verso l’ingresso.

    > Credete davvero che Bush si sarebbe lasciato precipitare un Boeing in testa anche pieno di civili senza farlo esplodere a mezz’aria per salvaguardare un’impatto a terra che avrebbe comportato un maggiore spargimento di sangue?

    Credo che tu non conosca le reali capacità tecniche dei sistemi d’arma antiaereo, i protocolli per il loro uso e le implicazioni politiche di una scelta del genere. Semplicemente non ci fu tempo di dare un ordine così terribile, che doveva venire dai massimi livelli.

    Forse non conosci la storia del volo Delta 1989, scambiato per errore per un dirottamento. Se fosse stato abbattuto per errore, a quest’ora saremmo a chiederci come mai si era stati così disinvolti nell’abbatterlo.

  5. Risposta per Namib sull’insider trading:

    effettivamente non ho trattato l’argomento del presunto caso di insider trading.
    In molti, pero’, si sono occupati dell’argomento, e le segnalo due link, uno in italiano e uno in inglese:

    http://undicisettembre.blogspot.com/2006/09/insider-trading-e-11-settembre.html
    http://www.911myths.com/html/put_options.html

    In sintesi, sembra che le vendite precedenti all’11 settembre non fossero cosi’ inspiegabili, dato che dal mercato erano appena arrivate delle cattive notizie proprio per quelle compagnie. Ma anche se non fosse cosi’, questo non smentirebbe necessariamente la versione consolidata degli attentati. Non sosteniamo mica che nessuno sapesse degli attentati imminenti: almeno chi li ha organizzati lo sapeva di sicuro, e puo’ darsi benissimo che loro o qualcun altro che lo ha saputo da loro ci abbia speculato sopra. Questo pero’ non dimostra automaticamente che l’attentato sia stato organizzato dagli americani, ovviamente.

    cordiali saluti
    Andrea Ferrero

  6. Non sempre serve dire bugie: la verità si può tranqullamente nascondere “annegandola” in un mare di notizie inutili e fuorvianti, distraendo l’uditorio (Robin Williams nel film “L’uomo dell’anno” parla sapientemente di “armi di distrAzione di massa”; ad esempio coinvolgere il congresso in lunghissime discussioni sulla necessità di inasprire le pene per chi brucia la bandiera, mentre in realtà i veri problemi sono altri…).
    In Italia si fa spessissimo, vedi ad esempio tutta la polemica sui DiCo, ma a chi interessa veramente? Lo 0, 001% della popolazione? Perchè non parlare invece di quello che alla gente interessa veramente?

    Emilio, non cercare il pelo nell’uovo (tanto nessuno ha pazienza di leggere tutto); serviva qualcosa di forte per invadere l’Irak e non avere l’opinione pubblica contro, ecco tutto!! (a proposito, 600.000 morti, 4 milioni di profughi, 500 miliardi di dollari spesi a oggi, uranio impoverito a inquinare per i prossimi millenni la regione, e qualcuno ci deve ancora spiegare perchè…)

  7. Caro Attivissimo, ho appena letto “La cospirazione impossibile”, e, con qualche riserva, mi sembra un buon testo. Mi pare lei abbia però affermato che in esso sia trattata anche la questione dell’insider trading; ma non è così. E mi par di ricordare che anche il rapporto della commissione sull’11/9 fosse molto vago in merito (“l’investitore [innominato] è al di sopra di ogni sospetto”, cito a memoria). Cosa ne pensa? Conosce ulteriori informazioni in proposito?

  8. Nonostante io abbia suddiviso il testo riesco a inserire solo la premessa e in alcun modo tutto il resto.
    Raccolgo quindi l’offerta di pubblicare il tutto su Luogocomune, a chiunque interessi leggere la mia seconda e terza parte può farlo la, mi impegnerò per rendere il tutto effettivo prima possibile.
    Caro signor Paolo Attivissimo, la mia era una risposta accurata e ed era esclusivamente per lei, per documentare la mia accusa all’infondatezza delle sue affermazioni.
    Signor Massimo Polidoro mi dispiace, sarà pure un problema di server ma la mia risposta non può attendere ancora.
    Cordiali saluti, Emilio Vavarella.

  9. PARTE SECONDA
    Sono sempre Emilio Vavarella e procedo alla mia contestazione della sua seconda affermazione in ordine cronologico.
    -Come secondo punto lei contesta questa domanda:
    “Come ha mai potuto il presidente USA vedere in televisione il primo aereo che colpiva il WTC, se si trovava nell’atrio di una scuola elementare e quelle immagini non avevano ancora solcato l’etere in quel momento, né era presente o in trasmissione diretta alcuna televisione nelle vicinanze dello schianto?”
    E sinceramente non appena mi sono resto conto che lei dava una risposta a questa domanda che non riportava a un complotto mi sono illuminato in viso.
    Non appena però ho letto tutto la delusione era la mia più forte sensazione, per non dilungarci troppo incollando qui tutta la sua riflessione accurata ne prendo quello che volgarmente di definisce il “succo del discorso”:
    -“Sappiamo che Bush ha qualche problema nel parlare in modo coerente”
    queste sono le sue testuali parole, signor Attivissimo, e per chi ancora non sia rimasto sbigottito da una simile giustificazione a non una, bensì due dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, cito solo una cosa lasciando poi il tutto alle vostre personali deduzioni.
    Ogni anno il presidente degli Stati Uniti d’America tiene decine e decine di discorsi importanti, davanti a migliaia di persone, discorsi i quali sono facilmente recuperabili dal sito: http://www.whitehouse.gov il sito ufficiale della Casa Bianca, ora mi sembra più che lecito affermare che dal momento che tutti questi discorsi sono accuratamente preparati da abili tessitori di parole in essi il tocco del presidente sia estremamente marginale.
    A questo punto, se un discorso viene perfettamente preparato cosa resta per farne un vero Discorso? Semplicemente deve essere interpretato nel modo giusto, con la giusta cadenza, con la giusta profondità della voce e con tanti trucchetti che un buon oratore conosce certamente.
    Appurato anche questo se ne deduce che un uomo, un politico, capace di convincere fiumi di elettori, di incollare la gente ai televisori col proprio carisma, dello stampo di George W. Bush; sia perfettamente in grado di sostenere un discorso nel migliore dei modi.
    A supporto della sua affermazione comunque lei elenca una serie di “prove” le quali però vengono totalmente smentite in altra sede.
    Non voglio prendermi il merito ripetendo delle affermazioni di altre persone così per totale trasparenza anche verso chi leggerà cito il signor Massimo Mazzucco, che nel suo: “Il clamoroso doppio autogol di G.W.Bush” spiega in maniera alquanto dettagliata in che modo il presidente era al corrente dell’attentato, se non prima perlomeno in tempo reale.
    Rileggendo la sua frase: “Sappiamo che Bush ha qualche problema nel parlare in modo coerente”, in cui viene dipinto come una sorta di analfabeta balbettante ci rendiamo quindi conto che stona totalmente con l’effettiva realtà dei fatti.

  10. PARTE SECONDA
    Come secondo punto lei contesta questa domanda:
    “Come ha mai potuto il presidente USA vedere in televisione il primo aereo che colpiva il WTC, se si trovava nell’atrio di una scuola elementare e quelle immagini non avevano ancora solcato l’etere in quel momento, né era presente o in trasmissione diretta alcuna televisione nelle vicinanze dello schianto?”
    E sinceramente non appena mi sono resto conto che lei dava una risposta a questa domanda che non riportava a un complotto mi sono illuminato in viso.
    Non appena però ho letto tutto la delusione era la mia più forte sensazione, per non dilungarci troppo incollando qui tutta la sua riflessione accurata ne prendo quello che volgarmente di definisce il “succo del discorso”:
    -“Sappiamo che Bush ha qualche problema nel parlare in modo coerente”
    queste sono le sue testuali parole, signor Attivissimo, e per chi ancora non sia rimasto sbigottito da una simile giustificazione a non una, bensì due dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, cito solo una cosa lasciando poi il tutto alle vostre personali deduzioni.
    Ogni anno il presidente degli Stati Uniti d’America tiene decine e decine di discorsi importanti, davanti a migliaia di persone, discorsi i quali sono facilmente recuperabili dal sito: http://www.whitehouse.gov il sito ufficiale della Casa Bianca, ora mi sembra più che lecito affermare che dal momento che tutti questi discorsi sono accuratamente preparati da abili tessitori di parole in essi il tocco del presidente sia estremamente marginale.
    A questo punto, se un discorso viene perfettamente preparato cosa resta per farne un vero Discorso? Semplicemente deve essere interpretato nel modo giusto, con la giusta cadenza, con la giusta profondità della voce e con tanti trucchetti che un buon oratore conosce certamente.
    Appurato anche questo se ne deduce che un uomo, un politico, capace di convincere fiumi di elettori, di incollare la gente ai televisori col proprio carisma, dello stampo di George W. Bush; sia perfettamente in grado di sostenere un discorso nel migliore dei modi.
    A supporto della sua affermazione comunque lei elenca una serie di “prove” le quali però vengono totalmente smentite in altra sede.
    Non voglio prendermi il merito ripetendo delle affermazioni di altre persone così per totale trasparenza anche verso chi leggerà cito il signor Massimo Mazzucco, che nel suo: “Il clamoroso doppio autogol di G.W.Bush” spiega in maniera alquanto dettagliata in che modo il presidente era al corrente dell’attentato, se non prima perlomeno in tempo reale.
    Rileggendo la sua frase: “Sappiamo che Bush ha qualche problema nel parlare in modo coerente”, in cui viene dipinto come una sorta di analfabeta balbettante ci rendiamo quindi conto che stona totalmente con l’effettiva realtà dei fatti.
    Andando avanti voglio mettere in luce altre sbavature nel suo dipinto.
    Una celebre battuta recita, “ho sempre avuto molte opportunità di lavoro, non so se fare il politico o l’attore, prima devo capire che differenza c’è fra i due”….

    La terza sua affermazione in ordine cronologico si basa sulla seguente frase:
    “Come mai il presidente USA continua a leggere coi bambini per mezz’ora dopo essere stato informato che il primo aereo aveva colpito?”
    e risponde così:
    “C’è chi interpreta la flemma con la quale Bush continua a leggere, come un chiaro segno che Bush sapeva di non correre alcun pericolo e quindi era al corrente dei piani dell’attentato.”
    A questa domanda lei risponde dicendo che:
    “Esiste però una spiegazione più banale: gli USA non erano realmente pronti a un’eventualità del genere Se rivedete le trasmissioni televisive di quel giorno, ve ne accorgerete. L’ipotesi dell’attentato ha preso corpo dopo il secondo impatto.”
    Mi sembra quindi che oramai sia chiaro che perfino in questo frangente la spiegazione che gli USA non se lo aspettavano, riesce a spiegare un comportamento talmente anomalo, che trova una accurata descrizione nel testo sopraccitato di Mazzucco, da fare invece credere a una spiegazione totalmente diversa.
    La domanda iniziale alla quale lei ha cercato di rispondere però, è rimasta essenzialmente senza risposta, questo perché lei ha basato la propria risposta sulla dichiarazione che alcuni interpretano la flemma di Bush in un modo quando invece la spiegazione è un’altra.
    La domanda non era perché alcuni la interpretano così, ma perché Bush si sia comportato in quel modo.
    Molti sostengono infatti non solo che Bush ne fosse al corrente (certamente non perché vi fosse una televisione nel corridoio), bensì perché fosse stato egli stesso a fornire il via libera o perlomeno sapesse da molto tempo cosa sarebbe accaduto quel giorno.
    E questo spiega anche perché quelle strane affermazioni nel discorso e spiega perfino perché è inutile dibattere se nel corridoio vi fosse o non vi fosse una tv per Bush, dal momento che egli in ogni caso sapeva anticipatamente tutto.
    Questi sopraccitati, sono quelli che io ho definito grossolani errori, ma questi sono i primi, andare avanti avrebbe richiesto uno spazio sconsiderato, ma sono sempre disponibile a dibattere sugli altri punti che secondo la mia opinione restano alquanto discutibili e vengono spacciati per verità scientifiche.
    Con questo spero di avere risposto in modo esauriente alla sua richiesta di elencarle i grossolani errori, quanto a quello che avevo affermato e cioè:
    >sarei capace di dimostrare come siano piuttosto discutibili parecchie delle vostre soluzioni, molto più discutibili e stentate di pareccchie possibilità che darebbero adito a teoria complottistiche.
    e al quale lei ha risposto così:
    “Tieni presente che le soluzioni non sono “nostre”, ma avallate dalla ricerca degli esperti del campo, che sono stati a diretto contatto con gli eventi. Ma parliamone: è sempre un piacere mettere in discussione le proprie idee per affinarle.”
    mi correggo dicendo che quindi se le soluzioni che dimostro che siano discutibili non sono le vostre perché avvallate dalla ricerca di alcuni esperti, allora vuol dire che sto sistematicamente dimostrando che molte delle soluzioni avvallate dagli esperti del campo siano pertanto discutibili.
    Con questo quindi ho risposto a tutto.
    Probabilmente anche io avrò commesso qualche errore nella stesura di questo testo, perché esso non è elaborato come la sua pagina web e neppure ortograficamente corretto come immagino sarà il libro, ma sono completamente disponibile per dibattere sull’argomento come è giusto che sia in un angolo di mondo civile.
    Volevo inoltre fare una precisazione sull’aggettivo grossolani che ho utilizzato, esso non voleva in alcun modo essere simbolo di presunzione e benché meno di arroganza, piuttosto voleva essere un invito a maggiore precisione nel trattare argomenti tanto delicati.
    Mi scuso quindi se in alcuni passaggi manco del tatto o della delicatezza necessari, ma invito a farmi presente se in qualche passaggio sono saltato a conclusioni affrettate o incoerenti, cosa che invece trovo sempre più spesso leggendo dichiarazioni di persone molto in vista.
    Infine voglio sottolineare che questo mio commento non è che la punte dell’iceberg delle prove inconfutabili della realtà di un complotto.
    E in ogni momento sono disposto a tirar fuori altre argomentazioni a spstegno della mia teoria, smentendo tutti coloro che continuano a mettersi al servizio della Grande Menzogna.
    Voglio vivere in un mondo libero, libero dalle bugie, libero nell’essenza, non una parvenza di libertà minacciata da una invisibile gabbia…
    Attendo una risposta schietta e sincera.
    Cordiali saluti
    Emilio Vavarella

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