La nuova scienza della magia

La nuova scienza della magia

“La nuova scienza della magia” è il tema di copertina dell’ultimo numero di Scienza & Paranormale, la rivista dei Soci CICAP, ora in spedizione. In copertina Silvan, che contribuisce anche con un articolo, e all’interno un approfondimento sull’interesse che le neuroscienze dedicano da qualche tempo all’illusionismo.

Tra gli articoli presenti, un paio sono miei. Di questi, vi anticipo qui l’inizio di quello dedicato al “mentalismo”:

Quando la magia è davvero questione “mentale”

Il “mentalismo” è una forma di magia in cui il prestigiatore finge di possedere facoltà paranormali: lettura del pensiero, previsione di eventi futuri, movimento di oggetti a distanza. Sua caratteristica principale è il fatto di non utilizzare apparecchiature ma di sfruttare, quasi esclusivamente, un uso sapiente della psicologia.

«Sono tre le tecniche su cui si basa questa forma d’arte magica», spiega il mentalista americano Max Maven, «1) forzare: consiste nel manipolare uno spettatore a dire, fare o pensare qualcosa che sembra una libera scelta, ma è in realtà una scelta obbligata; 2) rubare: nel senso di ottenere tramite qualche sotterfugio informazioni che non dovrebbero essere note al mentalista; 3) manipolare i fatti: per esempio, mostrare di avere previsto in anticipo qualcosa, quando in realtà la “previsione” è stata realizzata solo dopo che l’informazione in questione è stata ottenuta».

Nella tipica forzatura, il mentalista sventaglia un mazzo di carte davanti allo spettatore, dicendogli “Scelga una carta”…

(continua qui)

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0 risposte

  1. a Massimo non la si fa 🙂

    Belin ragazzi, volete fregare proprio uno che passa metà della sua vita a fare verifiche incrociate? 🙂 (va beh, metà no, ma è tanto per intenderci)

  2. Beh Massimo io direi di dare credito alle critiche di chi è abbonato che avrebbe tutte le ragioni di lamentarsi e non lo fa.

    Ottimo lavoro e sai vorremmo che fosse un settimanale, è dura aspettare, ma almeno possiamo spulciare l’archivio sul sito di cicap extra tra un numero e l’altro. 😉

  3. A quello che dice Lorenzo c’è da aggiungere che lo Skeptical Inquirer (che esce appunto 4 volte l’anno e non 6) può contare su una redazione stipendiata che lavora a tempo pieno, si serve di una tipografia interna e ha pure un servizio di spedizioni. Una situazione di gran lunga diversa dalla nostra.

    Come che sia, chi aderisce al CICAP o sottoscrive un abbonamento a S&P lo fa soprattutto per sostenere il lavoro del Comitato (che, come si sa, lavora senza finanziamenti di nessun tipo e grazie al volontariato dei suoi collaboratori). Il fatto poi che, con questi mezzi, si riesca comunque a produrre una buona rivista (anche se a volte un po’ ritardataria) è ovviamente un valore aggiunto che ci inorgoglisce.

    Entro l’anno, poi, invieremo i numeri previsti per il 2009. E la nuova rivista avrà sì 4 numeri, ma il quarto sarà un dossier monografico che varrà almeno per 2.

    Infine, ho chiesto informazioni al mio caro amico Kendrick Frazier, direttore di Skeptical Inquirer, che mi ha confermato di avere un solo abbonato che si chiama Silvio, ma di cognome fa Garattini (non B.).

    Lo so che non dovrebbe, ma confesso che un po’ mi stupisce sempre il fatto che chi decide di fare critiche poco costruittive ma molto aggressive non abbia mai il coraggio di firmarsi con il suo nome e cognome (e questo spiega anche perché le altre mail inviate dalla stessa persona e dello stesso tenore, pur maldestramente mascherate per far sembrare che arrivassero da altri lettori, non sono state pubblicate).

  4. Buongiorno, le rispondo io, che sono il direttore della rivista. Lei ha ragione sul fatto che siamo in arretrato con la stampa dei numeri del 2009, io stesso me ne sono scusato coi lettori proprio sulle pagine della rivista. La cosa dipende da due ragioni: la prima e’ che una rivista come la nostra si regge totalmente sul volontariato di chi ci scrive e da questo punto di vista e’ difficile rispettare le scadenze in maniera ferrea dal momento che ciascuno degli autori, come ciascuno di noi, ha impegni di vita e di lavoro che possono sovrapporsi alle attivita’ di volontariato che liberamente decide di intraprendere. La seconda ragione e’ che il lavoro di quest’anno e’ coinciso con un ripensamento radicale dei contenuti, della struttura, della periodicità e della grafica della rivista che abbiamo avviato e che speriamo di poter concludere entro fine anno. Non a caso abbiamo deciso di ridurre la periodicità da bimestrale a trimestrale, proprio per avere margini maggiori e poter assicurare la puntualità ai nostri lettori. Mi auguro perciò che, quando avrà verificato i nostri progressi sulla strada della puntualità, vorrà essere tra i nostri abbonati. cordiali saluti

    Lorenzo Montali

  5. Leggo che questo numero di S&P è del bimestre Maggio-Giugno 2009 e viene messo in spedizione solo ora!

    Sono abbonato a tante riviste scientifiche e scettiche, nazionali ed internazionali, tra cui “Skeptical Inquirer”.

    Eppure queste riviste mi arrivano puntuali o addirittura anche in anticipo di settimane rispetto alla mensilità di riferimento.

    Come mai S&P soffre in maniera così spaventosa di questi notevolissimi ritardi?

    Perché tutte le altre no e voi invece si?

    Purtroppo questo non depone affatto bene alla vostra credbilità ed efficienza e scoraggia tanti a sottoscrivere abbonamenti (io non sono mai stato abbonato e credo che non lo farò, a meno che non si dia una svolta a questa pesantissima lacuna…E meno male che è un bimestrale, figuriamoci se fosse mensile…).

    Chi mi risponde??

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