Stiamo registrando qualcosa di molto “misterioso” a Roma… Che cosa?
Ve lo dirò tra non molto. Oggi voglio parlarvi delle meraviglie artistiche da cui sono circondato.
Il nostro set è la Biblioteca Angelica, la prima biblioteca europea aperta al pubblico nel 1604. Una meravigliosa sala a tre piani interamente coperti da circa 120.000 libri che fu sistemata dall’architetto Luigi Vanvitelli, celebre per avere realizzato la Reggia di Caserta.
Confesso che non la conoscevo, ma sono stato felicissimo di scoprire un altro dei tantissimi gioielli poco noti del nostro Paese.
Affacciandosi dalla finestra, poi, si vede la Basilica di Sant’Agostino, un edificio rinascimentale progettato da Leon Battista Alberti. Lo ricordavo dal mio lavoro sul Colosseo perché la sua facciata fu interamente realizzata grazie al travertino prelevato dall’Anfiteatro.

Ma la sorpresa è all’interno dove, accanto a un affresco di Raffaello e a una “miracolosa” statua del Sansovino, conserva un capolavoro di Caravaggio: “La Madonna di Loreto”, un dipinto che Caravaggio realizzò come ringraziamento per l’asilo concesso.
La storia è intrigante.
Caravaggio, che girava armato e più volte era stato arrestato per risse e schiamazzi, si era azzuffato con Mariano Pasqualone, un aiuto notaio, che aveva avuto l’ardire di apprezzare le grazie dell’amante del pittore, Maddalena “Lena” Antognetti (nota cortigiana d’alto bordo che fece anche da modella per la Madonna nel dipinto in questione).
Fuggendo le guardie, Caravaggio supplicò e ottenne rifugio nella chiesa e, per sdebitarsi, realizzò il dipinto.
Quando fu esposto, suscitò meraviglia tra i popolani, che videro per la prima volta la Madonna ritratta lei stessa come una donna del popolo (per non parlare del mestiere di chi l’aveva interpretata per il pittore).
Appoggiata poi non a una casa volante, come voleva la tradizione di Loreto, ma a un edificio diroccato, con due poverissimi pellegrini, dagli abiti sdruciti e con i piedi sporchi, che le rivolgevano suppliche a mani giunte.

Già Caravaggio si era visto rifiutare una volta un San Matteo, ritenuto dai preti troppo rozzo per essere un santo, ma, curiosamente, il dipinto della Madonna “popolana” non fu respinto né fu proibita la sua esposizione.
Il San Matteo originale finì a Berlino e andò distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Alla Madonna di Loreto, per fortuna, non è toccata la stessa sorte e oggi resta uno dei più strabilianti capolavori di Caravaggio.
Ancora due righe per segnalare che a partire da settembre, il Palazzo Reale di Milano ospiterà finalmente una grande mostra dedicata a Caravaggio: “Dentro Caravaggio”, 20 capolavori per la prima volta insieme a Milano riletti alla luce delle novità cronologiche emerse dai documenti e dalle ricerche più recenti. Non vedo l’ora!
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. L’avventura del Colosseo è il suo nuovo libro, e tra gli altri Rivelazioni, Il tesoro di Leonardo e i thriller Il passato è una bestia feroce e Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su Facebook, Twitter, Periscope, Instagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivi qui.
3 risposte
Ciao Massimo, dev’essere bella la Biblioteca Angelica, soprattutto se vista per la prima volta. Sul quadro del Caravaggio “La Madonna di Loreto” che dire: “vederlo dal vivo credo sia meraviglioso, sopra ogni aspettativa.”
Proprio così, ben detto 🙂
Probabilmente, è il quadro più bello di Caravaggio.