È il discorso che a volte si sente fare da alcuni, con un pizzico di invidia: «Ma quella scemenza avrei saputo farla anch’io! Di idee così ne ho a dozzine: perché lui (o lei) ha avuto successo e io no?»
La risposta risiede nella differenza che c’è tra immaginazione e creatività. Ecco di che si tratta…
Qual è la differenza tra immaginazione e creatività? Ho trovato una bella risposta a questo interrogativo, chiara e concisa come sempre, nell’ultimo libro di Piero Angela, Viaggio dentro la mente (Mondadori). Ecco che cosa dice Piero:
«Immaginare è quello che ognuno di noi può fare in poltrona, chiudendo gli occhi e dando via libera ai pensieri. Pensieri magari originali, o geniali. La creatività è anche realizzare queste idee. Per fare un esempio: Michelangelo non poteva solo “immaginare” gli affreschi della Cappella Sistina, ha dovuto realizzarli, cioè organizzare il lavoro, negoziare il suo compenso, progettare i ponteggi, lavorare per anni a testa in su, con continui dolori al collo e alla schiena, mentre il colore gli sgocciolava addosso. Anche a Dante Alighieri non è bastato “immaginare” la Divina Commedia, ma ha dovuto passare giornate e notti al lume di candela con la sua penna d’oca a cercare continuamente la rima e gli aggettivi giusti, a fare ogni volta i conti con gli endecasillabi, ecc.
«Il creativo non è solo un immaginativo, ma spesso deve essere anche un manager, un inventore, il leader di un gruppo di lavoro. E comunque sempre un individuo tenace, perseverante.
«In francese c’è un modo di dire che riassume bene questo concetto: “Avoir de la suite dans ses idées“, cioè dare un seguito alla proprie idee».
Tutti, insomma, potremmo essere capaci di avere grandi idee: saperle portare a termine, però, è ciò che separa chi costruisce castelli in aria da chi li realizza veramente. Ecco perché è facilissimo criticare quello che gli altri cercano di fare, mentre cercare concretamente di realizzare qualcosa è tutto un altro discorso.
Un suggerimento se vi criticano per ciò che fate
A me, come immagino anche a molti tra voi, talvolta capita: quando pubblico un nuovo libro, scrivo un articolo, intervengo in televisione o semplicemente scrivo un post c’è qualcuno che ci tiene a farmi sapere che ho sbagliato tutto, che avrei dovuto fare diversamente, che lui sì sarebbe stato in grado di realizzare qualcosa di speciale…
In genere non rispondo mai, e lo stesso suggerisco a voi: inutile perdere tempo con chi non propone nulla di costruttivo. Ma, quando lo faccio, la mia risposta è invariabilmente la stessa: se sei più bravo, non serve che me lo vieni a dire. Dimostralo con i fatti.
E a voi capita di essere criticati da chi non si azzarderebbe a fare nulla di suo? E avete una storia di tenacia e perseveranza, vostra o di cui siete a conoscenza, che vi va di condividere?
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter, Google+ e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).
Una risposta
E’ giustissimo, ma non sempre è facile dare un seguito alle proprie idee, spesso dipende da che mezzi, anche finanziari hai a disposizione, e purtroppo anche se fai o no parte di certi gruppi o circoli spesso troppo chiusi tanto per usare un eufemismo…Certo se uno è molto bravo e molto perseverante può sicuramente riuscire, perciò io, al contrario di chi critica per partito preso ammiro sempre chiunque riesca a portare a compimento un progetto a prescindere dalla valutazione, che comunque è giusto ci sia. A proposito visto che sei amico del grande Alfredo Castelli se vuoi ti regalo una sceneggiatura che ho scritto tanto tempo fa per una storia di Martin Mystere e che non ho mai proposto, ma che mi sembra valida, chissà magari se gliela fai vedere tu potrebbe anche leggerne le prime due righe. Un saluto e un in bocca al lupo per il nuovo libro che son sicuro, anche senza bisogno di leggerlo prima, che sarà molto interessante.