“L’eredità di Bric”: un giallo ispirato a Massimo Polidoro

L’editore Marsilio mi spedisce un libro, L’eredità di Bricdi Giacomo Gardumi, già autore de La notte eterna del coniglio (2003). E’ un giallo e mi chiedono se posso leggerlo, sono curiosi di sapere cosa ne penso. A mia volta, sono curioso io di sapere perche’ sono curiosi…

"L'eredità di Bric" di Giacomo Gardumi (Marsilio). Il protagonista del giallo è ispirato a Massimo Polidoro.

Comincio a leggerlo e scopro che racconta di un tale Nicola cosi’ descritto: «Nicola Pagani aveva 32 anni ed era da quasi dieci il giovane, brillante e iperattivo portavoce dell’Aacp, vale a dire l’Associazione per l’analisi critica del paranormale, fondata alla fine degli anni ottanta da un eterogeneo gruppo di scienziati, intellettuali, prestigiatori e semplici cittadini con il fine dichiarato di studiare criticamente e in ultima analisi smascherare la falsità dei cosiddetti fenomeni paranormali o sovrannaturali». Per qualche motivo la cosa mi sembra famigliare…

Vado avanti e scopro che insieme a lui è Giovanni Arcuati «una celebrità televisiva, il guru del giornalismo scientifico italiano, capace da oltre un decennio di strappare ogni settimana milioni di telespettatori di prima serata ai film americani e ai reality show guardoni per incollarli affascinati al suo programma di divulgazione».

E più avanti ancora, Nicola si rivolge a un amico, un «giovane professore associato di chimica organica che in passato aveva collaborato con Nicola per avanzare una spiegazione scientifica della celeberrima liquefazione del sangue di san Gennaro»!

Be’, direi che già così si erano guadagnati la mia attenzione. Ma ecco che il gioco comincia: Nicola e Giovanni vengono convocati da un notaio che legge loro le ultime volontà del conte Bric, uno dei più accaniti sostenitori dell’ipotesi spiritista e paranormale, morto molto anziano. Nel testamento è scritto che i due devono vedere da soli un video preparato da Bric prima di morire. Nel video, il conte, disquisisce sulle loro differenze di vedute e poi rivela loro un segreto: mentre il nastro girava, infatti, dal videregistratore usciva un veleno mortale…

Il conte, unico al mondo a conoscere il nascondiglio dell’antidoto, li sfida: «Avete ventiquattr’ore di tempo per contattare il mio spirito nell’aldilà e avere salva la vita»; ventiquattr’ore di tempo per carpirgli il segreto del nascondiglio. «Nicola» leggo adesso dalla presentazione del libro, «non ha altra scelta che accettare le condizioni del suo avversario. Deve cercare la crepa nella struttura del mondo fisico, il passaggio verso una dimensione trascendentale di cui ha sempre negato l’esistenza. Ma come riuscirvi? Forse le stesse brillanti capacita’ che Nicola ha sempre utilizzato  per smascherare le truffe dello spiritismo potranno ora aiutarlo a dimostrare che si sbagliava. Dopo tanti successi nella lotta contro l’irrazionale, perché dovrebbe fallire proprio nell’ultima battaglia?»

Bene, io leggevo e intanto pensavo: ecco, tra un po’ arrivo a un punto in cui trovero’ qualcosa tipo: «Bene, caro Massimo Polidoro, di questo libro ne esiste una copia sola: quella che stai leggendo. L’inchiostro è in realtà un potente veleno, che entra in circolo semplicemente sfiorandolo con le dita: a questo punto, avrai girato ormai un numero sufficiente di pagine per avvelenarti…» etc!

Invece, per fortuna, non è andata così e l’autore si è dimostrato molto gentile. Gli ho chiesto se voleva spiegare ai lettori del mio sito perché si era ispirato a me per Nicola ed ecco cosa ci ha scritto:

«La ragione per cui mi sono ispirato a Massimo, o meglio alla sua biografia pubblica, per creare il mio personaggio è presto detta. Premettendo che lo ho scoperto quando alcuni anni fa ho cominciato a interessarmi di paranormale e trascendente mi è da subito sembrato un “bigger than life character”, con dei tratti così peculiari e al contempo così ben definiti da fare di lui un personaggio letterario praticamente già pronto. Cosiccome lo sarebbe Randi, sia chiaro, e non ditemi che la storia di come Massimo sia riuscito giovanissimo a farsi “reclutare” come suo assistente e a volare in America con lui non sembra uscita direttamente da qualche romanzo di formazione!»

Come si fa a non esserne lusingati? In ogni caso, il libro l’ho letto davvero in poche ore, lo stile di Gardumi è chiaro e trascinante e per chiunque si interessi al mio lavoro e a quello del CICAP è una lettura doppiamente divertente: 1) perché si vede che Gardumi ha fatto i compiti, ci ha studiati molto bene e tutte le argomentazioni che riporta nel libro sul paranormale e i misteri sono proprio quelle che usiamo noi; 2) perché e’ un giallo ben architettato, come un meccanismo a orologeria, per cui non si vede l’ora di sapere come finira».

Ovviamente non dirò nulla sul finale. Scopritelo da soli… e buona lettura!

Massimo Polidoro

[18.02.05]

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