Che cosa resta di Edgar Allan Poe, al di là naturalmente delle sue opere immortali? Che tracce rimangono oggi dell’uomo che, tra le altre cose, ha inventato il racconto poliziesco?
È un interrogativo che mi sono posto durante il mio lungo viaggio estivo negli Stati Uniti e che mi ha portato a ricercare alcuni dei luoghi più simbolici a lui legati. Naturalmente, non potevo che iniziare da New York…
Per il poco tempo in cui rimase su questa terra (visse solo 40 anni, dal 1809 al 1849), Poe non riuscì a starsene tranquillo troppo a lungo in un solo posto. Nacque a Boston e a lui sono dedicati musei nelle quattro città principali in cui visse: Baltimora, Richmond, Philadelphia e New York. Tuttavia, in ognuna di queste città si trasferì più volte.
A New York, dove arrivò per la prima volta nel 1837, cambiò ripetutamente residenza. La prima volta si fermò solo qualche mese, prima tra la Sixth Avenue e Waverley Place e poi al 113 di 1/2 Carmine Street, due indirizzi che appartengono all’attuale Greenwich Village zona che, all’epoca, era decisamente più bucolica, anche se iniziava a riempirsi di casette.
Quando Poe tornò a New York qualche anno dopo si fermò ancora in zona, al 130 di Greenwich Street, ma poi si stabilì con la moglie, Virginia Clemm, una cugina che aveva sposato quando lei aveva solo 13 anni, nella fattoria della famiglia Brennen.
Questa fattoria, che oggi non esiste più, si trovava tra la Broadway e quella che oggi è West 84th Street ed è importante perché, anche se Poe vi rimase poco più di un anno (tra il marzo 1844 e l’agosto 1845), qui scrisse una delle sue opere più celebri: Il corvo.
Poe pubblicò questa poesia, che ha ispirato romanzi, film e parodie, il 29 gennaio 1845 sul New York Evening Mirror, giornale con cui Poe collaborava. Sempre per restare sui luoghi newyorkesi, la redazione dell’Evening Mirror si trovava al 25 di Ann Street, oggi sede di appartamenti. L’edificio, però, oggi si chiama Edgar House, proprio in onore di Poe, e al suo interno si trova una targa commemorativa.
A proposito di targhe, sulla West 84th Street, ribattezzata Edgar Allan Poe Street, ce ne sono ben due. Non è infatti sicurissimo dove si trovasse la fattoria dei Brennen: secondo la New York Shakespeare Society, che pose la prima targa nel 1922, era sul lato est, tra la 84ma e la Broadway. Secondo un’altra targa, invece, si trovava sul lato ovest, al civico 215.
Probabilmente, hanno torto entrambi, visto che posizionano le targhe sul lato nord, ma un’interessante indagine mostra che forse la casa era su quello sud…
Un’ultima curiosità relativa alla fattoria è quella che riguarda la mensola del camino che si trovava nella stanza di Poe e che era citata ne Il corvo.
Quando l’edificio fu demolito, qualcuno salvò la mensola e la donò alla Columbia University, ma qui rimase a prendere polvere in un magazzino per oltre un secolo. Finché nel 2012, un’inchiesta giornalistica, non convinse l’Università a dare alla mensola una posizione più adeguata alla sua importanza. Qui trovate tutta la storia.
Tornerò presto a parlarvi degli altri luoghi legati a Poe a New York (in particolare sul suo cottage, che ancora esiste) e nel resto d’America.
Tutti hanno qualcosa di affascinante e, se come me anche voi amate scoprire i tesori nascosti delle città che visitate, troverete pane per i vostri denti.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti. Il suo primo thriller è Il passato è una bestia feroce. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter, Google+, Instagram e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).