Quanto sono popolari i gladiatori che si esibiscono al Colosseo nell’antica Roma? Tantissimo.
Le donne li bramano, affittarli può costare una fortuna, scatenano il tifo come nessun altro, eppure sono considerati cittadini di serie B. Perché?

È una delle prime domande che mi pongo nel mio L’avventura del Colosseo.
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I gladiatori sono, in effetti, autentiche celebrità, paragonabili ai moderni campioni di calcio. Ovunque si parla di loro con passione, in famiglia, a scuola, alle terme, in Senato.
Le statuine di terracotta di gladiatori armati e in posa d’attacco probabilmente sono l’equivalente dei soldatini o delle action figures, con cui oggi giocano i bambini come, forse, allora facevano i loro corrispettivi romani.
Perfino gli Acta Diurna, il “giornale” voluto da Cesare, che ogni giorno vengono esposti in pubblico con le notizie, i decreti, le nascite, le morti e i matrimoni, segnalano i giochi e ne fanno le recensioni.
Si fa addirittura commercio del sangue dei gladiatori, come cura per l’epilessia, secondo Plinio, o come afrodisiaco.
Eppure, quasi sempre, questi uomini sono semplicemente schiavi o altri scarti della società.
Non hanno diritti: non possono votare, non possono diventare politici, ma soprattutto sono ritenuti privi di pudor, la dignità civile, sono visti come cittadini di seconda scelta, equiparabili a prostitute e ballerine, e gli aristocratici li considerano gente rozza, senza dignità e senza possibilità di salvezza alcuna.
È la duplice natura dell’élite romana: disprezza i gladiatori e allo stesso tempo li applaude nell’arena. Perché, in fondo, anche loro un valore ce l’hanno.
Come scrisse Seneca, l’arena è il campo in cui il gladiatore conquista onore e ammirazione, il luogo in cui può mostrare la virtus, il valore di cui è capace.
È un discorso affascinante, uno dei tanti aspetti interessanti che affronto ne L’avventura del Colosseo:
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Nei prossimi giorni cercherò di condividere altre curiosità sul Colosseo e sul mondo che gli orbitava intorno. Ma se c’è qualche domanda in particolare che vi incuriosisce, non avete che da chiedere.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. L’avventura del Colosseo è il suo nuovo libro, e tra gli altri Rivelazioni, Il tesoro di Leonardo e i thriller Il passato è una bestia feroce e Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su Facebook, Twitter, Periscope, Instagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.
2 risposte
“Non hanno diritti: non possono votare, non possono diventare politici, ma soprattutto sono ritenuti privi di pudor, la dignità civile, sono visti come cittadini di seconda scelta, equiparabili a prostitute e ballerine, e gli scienziati li considerano gente rozza, senza dignità e senza possibilità di salvezza alcuna.” Parlavi degli Astrologi e degli Omeopati, vero massimo?
Mi sembra proprio il contrario, a giudicare da quanti credono in loro e da quanto si fanno pagare per dare in cambio il nulla…