Ma “Marta” esiste veramente?

Mariuccia Giacomini e "Marta" al Posto delle Fragole.

E’ una domanda che mi sono sentito rivolgere spesso, dopo che lo scorso anno è uscito il mio libro Marta che aspetta l’alba: “Ma Marta esiste veramente?” L’ultima in ordine di tempo, oggi, è Greta Fantini che dal suo blog, Yuki Revolution (attenzione a chi non ha letto il libro: contiene spoiler!), mi fa la stessa domanda. La risposta la vedete nella fotografia qui sopra.

Chi sono le due persone sedute al tavolo de “Il posto delle fragole”, il bar-ristorante che si trova a San Giovanni, all’interno del Dipartimento di salute mentale di Trieste? Quella sulla destra, con i capelli bianchi, è Mariuccia Giacomini, l’infermiera protagonista del libro. L’altra donna non è Marta. Ma potrebbe esserlo.

Marta è una figura che ho ricostruito sulla base delle cartelle cliniche di tante pazienti passate da San Giovanni e conservate oggi all’Archivio di Stato. La sua storia non è purtroppo niente di eccezionale per quei tempi, è anzi tipica. Però è stato solo quando ho conosciuto la signora di cui oggi Mariuccia si prende cura, proprio come racconto nel libro, che ho “visto” la mia Marta.

Condividi:

2 risposte

  1. Qui s’incontra la genialità di un sequestro della mente, un capitolo di spregiudicata incongruenza tra volontà creativa e difficoltà di gestione della malattia mentale. Non è facile trovare la via efficace per comunicare con una mente che ha disatteso le “cornici” della normalità, quella necessaria per essere riconosciuti membri attivi di una società produttiva e autosufficiente. Respiriamo la fretta di un’ economia che non può permettersi integrazione di fragilità e vede nella mente un’unica possibilità, quella di essere e stare all’interno dei principi che regolano il mondo efficiente e produttivo. Le disabilità sono limiti temporali di fronte ai quali si resta perplessi, dubbiosi, magari affascinati se promotori di opere geniali che, alterando le capacità percettive dell’arte, ci conducono all’interno dell’inconscio di pittori come Van Gogh, Ligabue, Munch, Guttuso, Kirchner, Mafai… Dunque arte, genio, follia, intrecciano i pensieri che una mente “sana” tiene controllati, magari scadendo in accettabili manie, isterismi, violenze familiari protette e celate, ma si impongono alla nostra coscienza, nell’attimo in cui le “guardiamo” dietro i muri circoscritti dei centri psichiatrici. Sequestro della mente, alterazione dell’anima, carillon di archetipi che non restano nelle pieghe dell’inconscio, ma si affacciano alla razionalità e all’intelletto scuotendo l’anima. Chi sono i malati psichici? E perché meritano la nostra attenzione? Ci guardano e deformano il mondo esterno di ognuno di noi, interrogandoci sui percorsi cognitivi della nostra mente, ponderando riflessioni che correlano arte e follia, introspezione e apertura, coesione di figure inconsce con la lettura di una realtà che è ben più folle di quella che chiamiamo malattia. Il malato psichico dialoga con le nostre paure, ci spaventa, ci fa dire di non essere capaci ad incontrarlo, ci ricorda la linea sottile che intercorre tra la salute di diritto e la sanità di dovere, proprio oggi dove di sanità si parla male e si parla in termini di economia. C’è un potenziale creativo che si agita nella mente offesa e attraverso l’espressione artistica può consolare il malato, restituirgli dignità, aprire una via di elaborazione del pensiero che sorprende la capacità interpretativa e, affiancandosi alla farmacologia, cura l’anima. Aprire gli orizzonti dell’espressione creativa, non lascia come unica responsabilità di guarigione, o controllo dei sintomi, al pharmakon, che proprio nell’etimologia del termine, deve richiamare all’attenzione, in quanto rimedio e veleno, beveraggio magico, filtro mortale. Se dunque la medicina fa bene, l’arte può dare equilibrio agli effetti e offrire una pagina bianca sulla quale dipingere i dialoghi dell’animus con l’anima.
    Marta esiste nell’attimo in cui siamo capaci di lasciarci andare, come cenci al bordo di una strada e rannicchiati ci culliamo: “siamo umanità…solo umanità…” Manuela A. Gizzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Newsletter

Solo un momento…

Se vuoi ricevere l’Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale, inserisci il tuo indirizzo email e il tuo nome e cognome.

Una volta a settimana (la domenica mattina) condividerò con te riflessioni, spunti e idee per approfondire argomenti affascinanti, ti aggiornerò sulle mie attività, potrai partecipare alle mie iniziative e webinar gratuiti e avrai anticipazioni sui prossimi progetti. 

ATTENZIONEse usi un indirizzo Gmail, le email della newsletter potrebbero finire in automatico nella casella “Promozioni” (o “Spam”!). Ricordati di cercare lì la prima che riceverai, trascinala nella casella “Posta in arrivo” e imposta Gmail affinché faccia così anche con le successive.

Pronti Naviganti, stiamo per salpare!

Potrai interrompere l’iscrizione in qualunque momento cliccando sul bottone “unsubscribe” presente in coda a ogni mail.

Informativa Privacy

Ti do il mio benvenuto tra i Naviganti!

Riceverai a breve una mail di benvenuto con alcuni ebook che potrai scaricare. L’Avviso ai Naviganti esce ogni domenica, se vuoi leggere gli arretrati puoi trovare le ultime uscite qui.