Il caso dei nuotatori del deserto

È possibile che nel deserto libico, noto anche come il “Deserto estremo”, un forno bollente che inaridisce ogni segno di vita in estate, dove l’umidità può scendere fin sotto il 20% e dove addirittura per secoli può non cadere mai una goccia d’acqua, esistesse un tempo un paesaggio fertile con “città bianche come colombe”, come raccontano le leggende e le tradizioni locali?

Una spedizione guidata dall’archeologo tedesco Rudolph Kuper, dell’Istituto Heirich Barth dell’Università di Colonia, ha cercato di rispondere a questa domanda. È vero, un tempo qui c’era il mare, ma si parla pur sempre di 40 milioni di anni fa. In tempi più recenti, però, intorno ai 7000 anni fa, è quasi certo che qui sia vissuta una popolazione.

La locandina del film "Il paziente inglese"

Gli archeologi conoscono le innumerevoli pitture rupestri di questa zona, tra cui l’affascinante “grotta dei nuotatori” (resa celebre dal film Il paziente inglese) con dipinti che illustrano uomini intenti a nuotare in mezzo al deserto; ma la prova che in questa zona un tempo il clima potesse realmente essere favorevole all’uomo è stata fornita da piccoli resti di legno carbonizzato, datati tra i 6000 e i 9000 anni fa.

Al margine dell’oasi di Dachla, poi, specialisti canadesi hanno portato alla luce ossa di elefanti, bufali e giraffe: segno che un tempo qui il clima era davvero più mite. Grazie a una ricerca durata un decennio, Rudolph Kuper e i suoi collaboratori hanno così strappato alle sabbie del deserto una storia umana meravigliosa e ormai dimenticata, riuscendo a ricostruire l’immagine nitida di un paesaggio fertile del passato.

Migliaia di anni fa, spiegano i ricercatori di Colonia, scorreva lungo il margine sud del deserto libico del Sudan un secondo Nilo: il “Nilo giallo”, che si estendeva per 1000 km attraverso l’odierna valle nota come Wadi Howar. Tuttavia, il clima eccezionale si mantenne solo per circa 4000 anni.

Poi, il Sahara riconquistò lentamente, ma inesorabilmente, il vecchio territorio che aveva posseduto per un’eternità. Animali e uomini migrarono così verso sud e, soprattutto, verso est nella fertile valle del Nilo, dove diedero inizio alla straordinaria storia dell’Egitto.

 


Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre quaranta libri e di centinaia di articoli pubblicati su Focus e numerose altre testate. Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti (Piemme), uscito ai primi di luglio, è il suo libro più recente. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitter e Google+.


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