Che siamo “figli delle stelle” non lo diceva solo Alan Sorrenti. Secondo alcuni, gli extraterrestri avrebbero visitato il nostro pianeta nell’antichità, non solo lasciando “tracce” del loro passaggio come le piramidi o le linee di Nasca, ma favorendo addirittura la comparsa dell’Homo sapiens sulla Terra attraverso accoppiamenti incrociati ed esperimenti genetici sugli antichi ominidi. Ma quanto sono probabili tali accoppiate extragalattiche?
Secondo autori come Sitchin e Von Däniken, gli extraterrestri, avvalendosi delle loro avanzate conoscenze di biologia molecolare, avrebbero deciso di accelerare l’evoluzione dell’uomo. Presero così alcuni esemplari di scimmie della specie più evoluta allora esistente e se ne servirono per creare uomini a loro immagine e somiglianza.
Il principale argomento a sostegno di quest’idea è il tempo relativamente breve (pur sempre 300.000 anni) impiegato dall’Homo sapiens per raggiungere un livello evolutivo mai eguagliato da altri organismi, benché presenti sulla terra da centinaia di milioni di anni.
Gli extraterrestri, continua la teoria di Von Däniken e soci, stabilirono regole molto rigide per assicurarsi che la razza da loro creata rimanesse pura ed eliminarono coloro che deludevano le loro aspettative. Da questa nuova specie di uomini, gli extraterrestri venivano considerati alla stregua di veri e propri dèi.
Tutta la storia dell’antichità, dunque, non sarebbe altro che la storia dei rapporti tra extraterrestri e antichi uomini. Un tempo vivevano felici insieme, poi, a causa di qualche gravissima violazione da parte degli uomini alle leggi dei loro creatori, l’amicizia finì, gli extraterrestri lasciarono gli uomini al loro triste destino e tornarono nello spazio.
Questo racconterebbero, per esempio, le storie di adamo ed eva nella Bibbia o di prometeo, l’eroe greco che rubò il fuoco agli dèi per darlo agli uomini. Ma anche la leggenda di Atlantide, dove un’evolutissima civiltà viveva prospera finché una catastrofe immane non ne provocò l’estinzione, racconterebbe in forma di favola la stessa storia.
Sono argomenti che tratto ampiamente in Enigmi e misteri della storia, quindi non mi dilungherò. Ma la domanda resta: quanto sono plausibili incroci genetici tra uomini ed extraterrestri, così facilmente immagini da questi autori?
La risposta è: quasi per nulla. La possibilità di accoppiarsi e riprodursi per due specie diverse, anche se appartengono entrambe al nostro pianeta, è infatti assolutamente remota.
Cavalli e asini sono una rarissima eccezione ma, anche in questo caso, il risultato è che i nati sono sterili: la discendenza è dunque impossibile. la possibilità che due specie sviluppatesi su pianeti diversi si accoppino, o che sia altrimenti possibile incrociare il loro dna, va dunque al di là di ogni fantasia.
Come scrisse Carl Sagan: «Un antenato umano avrebbe avuto maggiori possibilità di successo accoppiandosi con una petunia, piuttosto che con un extraterrestre: almeno uomini e petunie si sono entrambi sviluppati sulla terra».
Domanda: qual è secondo voi la teoria degli “antichi astronauti” più improbabile? Mi piacerebbe tentare una classifica…
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario nazionale del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre trenta libri e di centinaia di articoli pubblicati su Focus e numerose altre testate. Il suo ultimo libro, scritto con Marco Vannini, è Indagine sulla vita eterna, pubblicato da Mondadori. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook e Twitter.
29 risposte
Dal 18 febbraio 2020 il mio intervento non ha ancora passato la moderazione, per cui ritengo che il sito non sia più curato, ma sia stato abbandonato, Stessa cosa farò io al termine di questo msg cancellandolo dai preferiti.
Ciao.
Ti sbagli, Dante. Il tuo intervento lo leggo ed eccomi a risponderti: non trovo invece tuoi interventi precedenti, sicuro che siano stati caricati?
Il mio intervento del 18/02/2020 risultava in questa rubrica in attesa di moderazione, adesso invece non lo vedo. In poche parole dicevo che non credere agli extraterrestri è legittimo, non è legittimo snobbare chi ci crede e questo perchè innanzitutto snobbare o ridicolizzare qualsiasi ipotesi non è serio, ma soprattutto perchè credere di poter pontificare su qualsiasi argomento morale o scientifico non è razionale dal momento che l’uomo moderno, a detta degli stessi scienziati, non conosce che il 5% di quello che ci circonda, per cui il razionale, oggi, è in funzione di quel 5%. Chi dice che in quel 95% di cose che l’uomo non sa si nasconde proprio la soluzione di tutti quei misteri? In fondo se mille anni fa un uomo avesse parlato di andare sulla luna, oppure se avesse parlato di un computer che svolgeva miliardi di operazioni al secondo l’avrebbero preso per pazzo. Il mio intervento terminava col dire che ci vuole meno supponenza e più umiltà.
Non si tratta di “snobbare” né di ridicolizzare nessuno. Si tratta di capire quali sono le prove a favore dell’idea che gli extraterrestri siano tra noi: al momento queste prove sono pari a zero, ma ciò nonostante è indubbio che a tante persone piace credere il contrario. Sono liberi di farlo, hanno deciso di abbracciare una credenza, non supportata da prove scientifiche ma più vicina a una fede religiosa, ed è loro diritto farlo. Non possono però pretendere che anche gli altri ci credano. Non è supponenza, sono solo i fatti.
Se si ipotizza una civiltà in grado di spostarsi fra le stelle e che per botta di… fondoschiena ( ) capita da noi nel momento giusto in oltre 4.000.000.000 di anni, immaginare che abbia anche le competenze necessarie per manipolare in maniera complessa e raffinata una forma qualsivoglia di DNA è tutto sommato marginale.