Alcuni definiscono così il cosiddetto “Volto Santo”, un velo sottile sul quale è raffigurato il viso di un uomo a grandezza naturale.
È conservato, almeno dall’inizio del XVI secolo, presso il Santuario di Manoppello, vicino a Pescara, e per alcuni rappresenta un mistero.

L’immagine richiama i modelli iconografici comuni per il volto di Gesù nella pittura fra il XV e il XVI secolo. Da alcuni anni, però, si è diffusa la credenza che si tratterebbe di un’immagine miracolosa, non dipinta dall’uomo ma formatasi a contatto con il volto di Cristo.
La nascita di una simile credenza in epoca moderna è un caso unico, per trovare precedenti dobbiamo risalire al Medioevo. Il velo venne per la prima volta alla ribalta nel 1999, in seguito a una conferenza stampa di padre Heinrich Pfeiffer a Roma: la visita di papa Benedetto XVI nel 2006 fece il resto.
Pfeiffer è convinto che il telo coincida con il velo della Veronica, la donna che secondo la tradizione cattolica asciugò il volto di Cristo sul Calvario.
La “Veronica” (o quella che si riteneva essere tale) era esposta in San Pietro almeno dal 1300, ma fu rubata nel 1608: difficile dunque che si tratti dello stesso telo come pensa Pfeiffer, dato che il “Volto Santo” era presente a Manoppello già dal 1506.
Inoltre, la convinzione che l’immagine di Manoppello non sia dipinta non è supportata da adeguate prove scientifiche. Non è mai stato concesso il permesso di esaminare il telo direttamente e chi l’ha potuto fotografare ha dovuto farlo attraverso il vetro.
Dunque, non è accertato se esistano o meno pigmenti pittorici sul tessuto. L’ipotesi, infine, che il volto dipinto sul velo corrisponderebbe a quello della Sindone è suggestiva, ma ancora una volta non trova conferme.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, mentre Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie. Si può seguire Massimo Polidoro anche su Facebook, Twitter, Periscope, Google+, Instagram e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).
6 risposte
Per sapere degli studi effettuati basta anche Wiki. Falso è che la devozione nasca nel 1999: c’è sempre stata, Padre Pfeiffer in quell’ anno fece un outing degli studi che conduceva da 13 anni e da allora la Reliquia passa da “Devozione Popolare Tradizionale” a oggetto di controversie, anche scientifiche. Altrettanto falso è sostenere che l’ immagine fu “rubata” nel 1608 a Roma. La sua Storia è più complessa:
https://it.wikipedia.org/wiki/Velo_della_Veronica
Caro Aldo, piacere di rileggerti. Wikipedia è un’ottima fonte, per una ricerca veloce, ma anche lì non si trovano ricerche scientifiche sull’ipotesi del sangue AB (su Sindone e Velo di Manoppello) di cui parla il lettore. Qualche indicazione più precisa?
Caro Massimo, studi atti a trovare e analizzare sangue sul Volto non ne sono stati ancora fatti, lo dice anche Padre Pfeiffer in questa intervista:
“Proprio su questi veli è stata fatta un’ulteriore scoperta, come rivela padre Pfeiffer: “ Su tutti i teli e non escludo anche a Manoppello come potrebbero dimostrare studi ulteriori, è stato rintracciato sangue del gruppo AB positivo, dunque con grande probabilità della stessa persona”. – See more at: http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/maria-benedetta-errigo-opinioni/il-volto-sacro-di-manoppello-veronica-gesu-1861219/#sthash.aKXscy9E.dpuf
Quindi anche Luigi Fanizzi dice una cosa falsa, probabilmente dovuta a una frettolosa lettura dell’ intervista.
Gli scienziati sostengono che le tracce ematiche trovate, appartenenti al gruppo sanguineo AB sono le medesime riscontrate sulla Sindone di Torino e sulla Veronica di Manoppello, il panno con cui fu pulito il viso di Gesù durante la Passione e che oggi si trova in una chiesa bellissima fatta di mattoni policromi in provincia di Pescara, appena fuori dal centro abitato.
La ringrazio Luigi, ma dire “gli scienziati sostengono” è un po’ generico. Bisognerebbe sapere chi lo sostiene e dove sarebbe stata pubblicata una ricerca simile. Finché si tratta di chiacchiere sul web, non vale nemmeno la pena perderci tempo. Se invece si tratta di autentici lavori scientifici, la cosa si fa interessante. Mi faccia sapere, grazie.
Siamo alle solite , la ricerca scientifica della verità è sempre ostacolata , oggi come 500 anni fà ! c’è ancora
molta strada per aprire un lumicino di luce nel buio dell’ignoranza , ottimo articolo , grazie a Massimo Polidoro , che continua la sua ricerca attraverso il Cicap .