«Non sappiamo quando, ma una cosa è certa: un giorno il Titanic sarà solo una macchia sul fondo dell’oceano, scomparirà consumato dai microorganismi e dal tempo».
«Ma vedere oggi i manufatti può avere un effetto enorme sulle persone e per questo credo sia importante il recupero dei manufatti». A parlare così è Mark Lach, che ha curato le operazioni di recupero dal Titanic degli oggetti ora in mostra a Torino per “Titanic – The Artifact Exhibition” (fino al 25 giugno presso la Società promotrice delle Belle arti).
«Abbiamo riportato in superficie oltre 5.500 reperti singoli dal sito del relitto nel corso di 7 spedizioni di ricerca e recupero tra il 1987 e il 2004» spiega Alexandra Klingelhofer, vicepresidente delle Collezioni della Premier Exhibitions, responsabile della mostra di Torino.
«Ogni manufatto ci porta più vicini alla nave o a un passeggero e aggiunge un pezzo al puzzle della storia. Prendiamo il caso di Adolphe Saalfeld, un chimico di Manchester, passeggero di prima classe che portava con sé campioni naturali di olio floreale per sviluppare nuovi profumi a New York. Mr. Saalfeld sopravvisse al naufragio, ma perse per sempre il sogno di creare i suoi profumi.
«Eppure, quando il suo piccolo campionario fu recuperato nel 2000, regalò all’equipaggio della spedizione una bellissima sorpresa e popolò l’aria dell’Atlantico dei profumi di garofani, rose, lavande e altri fiori che per la prima volta, dopo 88 anni, reagivano a contatto con l’aria. Un dono inatteso dal Titanic».
Dopo il mio libro per il centenario, Titanic. Un viaggio che non dimenticherete, sono tornato a parlare del transatlantico in un nuovo articolo per Focus Storia, dove affronto alcune delle (nuove?) ipotesi sul naufragio.
A Torino, oltre ai reperti recuperati dal fondo dell’oceano, c’è anche uno dei modellini più fedeli del Titanic.
«Ho deciso di costruire il modello del Titanic quando ho saputo del ritrovamento del relitto da parte di Robert Ballard nel 1985» racconta Duilio Corradi, studioso e appassionato di storia marina.
«All’epoca non c’era internet, ma sono riuscito a farmi spedire, dal cantiere costruttore Harland & Wolff di Belfast, quattro disegni e una ventina di foto, che poi ho integrato con altre foto tratte dai libri. Il modello è in scala 1:100, lungo 269 cm e largo 28,2.
«La costruzione è in legno, con la tecnica classica delle ordinate e del fasciame e ho impiegato 10 anni per ultimarlo. Lo considero la migliore approssimazione alla nave reale, tenuto conto delle informazioni in mio possesso». Chi volesse “visitarlo” troverà sul sito www.mitidelmare.it tutte le fotografie.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. L’avventura del Colosseo e I poteri della mente sono i suoi nuovi libri, tra gli altri: Rivelazioni, Il tesoro di Leonardo e i thriller Il passato è una bestia feroce e Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su Facebook, Twitter, Periscope, Instagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivi qui.
2 risposte
buon pomeriggio
ho partecipato ieri sera alla sua conferenza a St. Vincent. Ho imparato un tassello in più, a partire dall’esistenza del Cicap che non conoscevo. La seguirò con piacere se vorrà iscirvermi alla newsletter. grazie.
Grazie davvero, Daniela! Per iscriversi alla newsletter deve semplicemente inserire qui la sua mail: http://eepurl.com/2P–L – A presto!