Indagare misteri con la lente della scienza: che significa?

Domani terrò ben due incontri su questo tema: uno a Milano, al Liceo Volta, e l’altro a Padova per l’apertura del Premio Galileo.

meraviglia della scienza

Ma, è la domanda a cui cercherò di rispondere, in che modo la scienza aiuta l’uomo a indagare e a svelare i misteri?

Personalmente, ho sempre cercato di considerare il mistero non un fine, ma l’inizio di un viaggio che può portare ad affrontare interrogativi sempre più grandi. Così del resto la pensa chi si occupa di scienza.

Lo scienziato non rifugge il mistero e l’ignoto, anzi lo cerca, e affrontandolo ha il dovere e il coraggio di porre domande sempre più difficili, finché il mistero inizia a trovare soluzione e le risposte che si ottengono sono sempre più straordinarie.

Come dicevano già i latini affirmanti incumbit probatio, chi sostiene l’esistenza di qualcosa, cioè, ha l’onere di dimostrarla empiricamente. Rifiutarsi di chiedere tali prove significherebbe riconoscere uguale ragione sia a quelli che affermano che la Terra è tonda, quanto a quelli che sostengono che è piatta.

Insistere a conservare il mistero per il piacere del misterioso, anche in mancanza assoluta di prove, significherebbe dunque decretare la fine di ogni tipo di ricerca e, di conseguenza, la fine del progresso della conoscenza.

È pur vero che la scienza ha molti limiti e non pochi difetti, come ci ricordano libri lucidi e controcorrente come La cattiva scienza di Ben Goldacre o Cantonate di Mario Livio, che ha il pregio di rammentarci come anche gli scienziati più grandi sono pur sempre uomini, guidati da passioni, rivalità o gelosie che invischiano anche loro come qualunque altro uomo.

Ed è anche vero che le applicazioni delle scoperte scientifiche, se male interpretate, possono condurre alla tragedia se non addirittura all’annichilimento totale della razza umana.

Ma un conto è il metodo scientifico, che è semplicemente uno strumento per capire il mondo, altra cosa sono gli individui che lo applicano o le scelte che la società, l’economia e la politica intraprendono sulla base delle scoperte scientifiche.

E il metodo scientifico forse non ci potrà mai dire, per esempio, che cosa accade dopo la morte, domanda del resto che potrebbe comunque essere destinata a rimanere per sempre irrisolta, d’altro canto è l’unico mezzo che ha permesso all’uomo di acquisire conoscenze universali.

Saperi, cioè, che al contrario di altri sistemi di conoscenza come l’intuizione, il senso comune o il misticismo, sono a disposizione di tutti e che tutti, mettendosi nelle stesse condizioni, possono verificare.

Come disse Albert Einstein: «Tutta la nostra scienza, in confronto con la realtà, è primitiva e infantile, e tuttavia è la cosa più preziosa che abbiamo».

Potrà non essere molto, insomma, ma è quanto di meglio l’uomo sia riuscito a inventare.

Albert Einstein e la scienza

A Milano l’incontro è riservato agli studenti, ma a Padova è aperto al pubblico. Se siete in zona, vi aspetto domani a Padova, giovedì 25 febbraio, alle 21 presso l’Auditorium Centro Culturale Altinate San Gaetano, Via Alitante 71, Padova. L’ingresso è libero.


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, mentre Il passato è una bestia feroce è il primo thriller di una nuova serie. Si può seguire Massimo Polidoro anche su FacebookTwitter, PeriscopeGoogle+, Instagram e attraverso la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive).


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3 risposte

  1. Condivido quello che afferma, è il motivo per cui mi piace internet: si comincia un viaggio verso saperi nuovi.
    Ma ho trovato molta ambiguità e sono confusa di fronte ad affermazioni di certi personaggi pubblici che mettono in dubbio le conquiste certe della scienza ( se non sbaglio la Brigliadori Eleonora afferma, e quel che è peggio non è la sola, che la terra è piatta…ma quanti matti ci sono al mondo? E se lo fossi anch’io?)
    Io mi domando cos’è la salute mentale.
    Usiamo mezzi sofisticati, ma crediamo a delle assurdità che la New Age ha trasformato in business.
    Mi sento così fragile…consapevole del fatto che siamo mossi dall’irrazionalità, la razionalità non caratterizza l’uomo occidentale come credevo ingenuamente.

    1. Cara Paola, una vena di irrazionalità esiste in tutti noi, naturalmente. Le cose diventano preoccupanti solo quando questa prende il sopravvento. Un buon libro che può leggere sul tema è “L’animale irrazionale” di Danilo Mainardi: http://amzn.to/2f0gTYw

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