La creazione di Adamo: una creazione della mente?

Ci sono quadri che lasciano a bocca aperta per la loro bellezza e altri che suscitano meraviglia per gli interrogativi che sollevano.

creazione adamo michelangelo

La celebre “creazione” di Michelangelo, per esempio, potrebbe essere una creazione simbolica in cui l’artista suggerisce che Dio è, in fondo, un prodotto della mente dell’uomo?

È l’ipotesi del neurologo americano Frank L. Meshberger, del St. John’s Medical Center di Anderson, Indiana, che, osservando il capolavoro che Michelangelo dipinse per la Cappella Sistina, ha notato come il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio crea una sagoma molto simile alla sezione sagittale del cervello.

michelangelo brain creation
La sagoma dipinta da Leonardo ricorda la sezione di un cervello.

Una coincidenza?

Chiederselo significa domandarsi che cosa passava realmente nella mente di chi dipingeva e interrogativi simili si possono porre per numerosi altri quadri rinascimentali.

Ma davvero esistono significati oscuri dietro alcune delle tele più apprezzate di questo periodo?

A quel tempo, le tradizioni medievali di tipo magico erano ancora molto sentite e, di conseguenza, si trova spesso traccia in molti quadri di significati o simbolismi esoterici o alchemici.

Generalmente, tale significato è riconosciuto e accettato dagli storici dell’arte, ma in alcuni casi il contenuto di certe opere d’arte rappresenta un mistero che suscita ancora dibattiti.

È il caso dell’ipotesi del professor Meshberger, secondo il quale la forma che nasce dalla figura di Dio e degli angeli nel dipinto di Michelangelo ricordi volutamente una sezione del cervello.

In fondo, dice Meshberger, Michelangelo praticava studi di anatomia. Inoltre, conosceva le argomentazioni neoplatoniche che ponevano la sede dell’intelletto nei ventricoli del cervello.

Forse, allora, Michelangelo intendeva davvero suggerire che Dio è una creazione della mente?

Se così fosse, il titolo “La creazione di Adamo” si potrebbe anche leggere come: “ciò che Adamo crea con la sua mente”.

Inutile dire che questa interpretazione è molto dibattuta.

Tuttavia, è sempre molto rischioso attribuire interpretazioni moderne ai dipinti degli antichi. Si rischia di scoprire ogni tipo di segreto, codice o mistero che però non risiede nella mente dell’artista, bensì in quella dell’osservatore moderno.

È un rischio che porta a prendere sul serio romanzi come il Codice Da Vinci o a condurre lunghe, costose e infruttuose ricerche all’inseguimento di dipinti perduti di Caravaggio o Leonardo che si rivelano poi essere solo irraggiungibili chimere.

E voi che cosa ne pensate?

 


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Massimo Polidoro

Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. Rivelazioni e Il tesoro di Leonardo sono i suoi libri più recenti, insieme ai thriller Il passato è una bestia feroce Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su FacebookTwitter, PeriscopeInstagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivete qui.


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9 risposte

  1. Impressionante e sorprendente la similitudine dell’immagine con la sezione di un cervello. Non capisco però l’interpretazione che avete dato. A mio avviso è esattamente l’opposto:
    1- Adamo è messo in grado di vedere il pensiero, il cervello di Dio.
    2- Il cervello di Dio, il Suo pensiero, è trasmesso, è comunicato ad Adamo.

    E’ talmente lineare la mia interpretazione che mi chiedo come mai non l’abbiate letta anche Voi così.

    Grazie per avermi dato la possibilità di esprimere ciò che penso.

  2. Mi pare di capire che lo studioso non abbia trovato altro che una forma congruente a quella del cervello umano e questo seppur stimolante, non è sufficiente. Bisogna dire anche perché è lì. Il Prof. Marco Bussagli ad esempio parla dei “denti bastardi” di alcune figure, sia nella Cappella Sistina che in altre opere (persino nella Pietà vaticana) suggerendo diverse riflessioni. Nel caso ci sarebbe una discrepanza notevole: il mesiodens nel Giudizio Universale andrebbe ad indicare una predestinazione al peccato che sarebe in netta contrapposizione a questa lettura che vede Adamo creatore del suo destino e del suo Dio

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