Come si diventa fortunati?

Mi scrive Lara: «Ti risparmio le tristezze della mia vita. A volte penso che la sfortuna si accanisca contro di me. Ma mi chiedo, e soprattutto chiedo a te che di queste cose spesso ti occupi, esiste un modo per diventare fortunati?» Dell’argomento “fortuna”, in effetti, mi è capitato più volte di occuparmi.

Per esempio con il dossier che si trova su Focus n. 135 (gennaio 2004), dove ho fatto molto riferimento al lavoro di un amico, lo psicologo inglese Richard Wiseman, che ci ha anche scritto un libro (Fattore Fortuna, Sonzogno). I fortunati, dice Wiseman, genererebbero la propria fortuna attraverso quattro principi base; essi sanno: 1) cercare, creare e sfruttare le occasioni favorevoli offerte dal caso, cambiando anche le proprie abitudini; 2) seguire di più il proprio istinto; 3) creare profezie che si autoavverano guardando con ottimismo il futuro e 4) vedere che le cose sarebbero potute andare peggio, anziché lamentarsi perché non sono andate meglio.

Uno degli elementi emersi dalla sua ricerca è proprio il fatto che chi si ritiene fortunato si impegna anche a introdurre frequenti cambiamenti e varietà nella propria vita. Tra i soggetti “fortunati” che Wiseman ha studiato c’era chi, prima di una decisione importante, cambiava ogni giorno la strada per andare al lavoro; chi, invece, accortosi che alle feste parlava sempre con lo stesso tipo di persone, pensava prima a un colore e poi parlava unicamente con quelli che indossavano un indumento di quel colore.

«Per quanto strano sembri» spiega Wiseman «in certe circostanze questo tipo di comportamenti può davvero aumentare le occasioni che si presentano nella propria vita. Immaginate di vivere al centro di un frutteto. Ogni giorno dovete raccogliere un cesto di mele: le prime volte non importa quali parti del frutteto deciderete di visitare, ma in seguito se tornerete sempre negli stessi punti le mele diventeranno sempre più rare. Solo chi decide di visitare ogni volta punti inesplorati del frutteto, procedendo anche a caso, aumenterà le probabilità di trovare delle mele. La stessa cosa succede con la fortuna: è facile esaurire le poprie opportunità parlando sempre con le stesse persone, andando sempre in vacanza negli stessi posti e facendo sempre la stessa strada per andare al lavoro. Ma è sufficiente introdurre esperienze nuove per ritrovarsi con tante nuove possibiità».

Chi fa sempre le cose nella stessa maniera, insomma, non lascia margine all’inaspettato e l’inaspettato potrebbe essere proprio il tanto atteso colpo di fortuna. In ogni caso, Lara, ti suggerisco di leggere il libro: oltre tutto è scritto anche in maniera divertente. E, naturalmente, buona fortuna!

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6 risposte

  1. e ovvio che ci sono persone piu’ fortunate, ma senza fare esempi esagerati, tipo nasci con i piedi di Ronaldino, io credo che tutti noi nasciamo con le stesse fortune, ovviamente c’e’ chi le sfrutta meglio, vuoi per un fatto caratteriale o perche’ ha piu’ opportunita di sfruttarle, e chi invece no…non esiste la sfortuna ma solo fortune non sfruttate bene

  2. Nessuno ha il coraggio di dire a Massimo che la sfortuna esiste? 🙂

    Oltre lo scherzo, in bocca al lupo per tutto, Lara.

  3. Per logica conseguenza, quindi, quelli che credono di essere perseguitati dalla sfiga sono monotoni e stanno sempre ad autocommiserarsi? 😉

  4. Per una volta non voglio parlare di fortuna “paranormale” (guarigioni inspiegabili, destini,favoritismi divini,ecc.) ma di una simpatica ricerca etimologica sulla popolare espressione che identifica i fortunati in coloro che hanno particolarmente sviluppate le terga. Pare che nasca in Grecia, non a Sparta, ma nella più ricca e lasciva Atene, quando i ricchi e gli intellettuali, forse incapaci di considerare le donne pari loro, amavano circondarsi di e pagare i bei ragazzi “efebici”. Ironicamente il popolo cominciò a dire che chi aveva delle belle terga era più fortunato degli altri. Difatti era una espressione risevata ai maschi: anche le donne belle erano considerate fortunate, ma la loro fortuna non veniva circoscritta a una parte anatomica sola.Ovviamente i Romani di epoca imperiale diffusero questa “cul”tura a livello mondiale.

    Cara Lara, ridici sopra, aiuta la fortuna.

  5. Voglio raccontare un piccolo episodio. Tempo fa, dovendo parcheggiare all’esterno di un supermercato, mi sono accorto che tutti i posti disponibili erano occupati, e stavo pensando a quanto avrei dovuto allontanarmi per lasciare la macchina. Poi però ho fatto un ragionamento: considerando che la sosta all’esterno di un supermercato non è lunghissima, e visto il numero enorme di automobili presenti, ho pensato che sicuramente doveva esserci qualcuno che stava per liberare un parcheggio.

    Mentre pensavo ciò, ho notato quasi subito una persona che stava entrando in macchina: ho aspettato che uscisse ed ho potuto parcheggiare. Che dite, è stata fortuna oppure no? Posso solo dire che, mentre raggiungevo il supermercato dopo essere sceso dall’auto, ho visto almeno altri due posti che si stavano liberando….

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