La forza del più piccolo: quando vince chi è svantaggiato

La storia di Davide, il piccolo pastore giudeo che, armato solo di fionda, affronta il potente gigante Golia, sconfiggendolo, non è solo uno dei racconti biblici più conosciuti: è spesso indicata come la perfetta metafora di un confronto che vede miracolosamente vincitore il più svantaggiato. Eppure, pensare che colui che appare più debole lo sia veramente, potrebbe rivelarsi un errore fatale.

"Davide e Golia" è il titolo del nuovo libro di Malcolm Gladwell.

Lo spiega bene Malcolm Gladwell, autore di Davide e Golia. Perché i piccoli sono più forti dei grandi (in uscita il 20 maggio da Mondadori). «Prima di tutto la fionda di Davide è un’arma devastante, la pietra che lancia è paragonabile al proiettile di una pistola calibro 45. Inoltre, secondo alcune ipotesi mediche, Golia era così grande perché soffriva di acromegalia, una patologia che porta a crescere in modo smisurato e che ha come effetto secondario un forte calo della vista. Dunque, da un lato abbiamo un tizio grande e grosso, appesantito dall’armatura e che non vede a un palmo dal naso, dall’altra un ragazzo agile, che lo affronta da lontano con un’arma paragonabile a una pistola. Se la leggiamo così, diventa subito chiaro chi è il vero svantaggiato tra i due e perché la vittoria di Davide è tutt’altro che miracolosa».

La copertina di Focus di maggio 2014.

Inizia così l’articolo che ho scritto per il nuovo numero di Focus (259, maggio 2014), all’interno di un dossier dedicato a capire come il potere sia oggi cambiato rispetto a un tempo. Il mio approccio è stato quello di guardare al potere dalla parte del più piccolo per scoprire, inaspettatamente, che non sempre piccolo equivale a svantaggiato. Gli esempi, oltre al lavoro di Gladwell, vanno dai conflitti asimmetrici alle strategie economiche delle piccole start-up, dalle possibili radici biologiche dei self-made man fino a capire le ragioni dell’apparente indifferenza verso il parere altrui di grandi imprenditori come Ingvar Kamprad, fondatore dell’Ikea, o Steve Jobs con la sua Apple.

Chiunque si senta piccolo e indifeso di fronte a un mondo che sembra troppo grande e potente per essere cambiato, credo che potrebbe trovare nel mio articolo nuovi stimoli per pensarla diversamente. Mi piacerebbe sentire che cosa ne pensate voi.

 

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