Vi capita di chiedervi se potete fidarvi di una certa persona? Quando siete da soli a casa o per strada vi sentite al sicuro?
Nel suo nuovo libro, Profiler, l’amico Massimo Picozzi, criminologo ed esperto di profiling, insegna a “leggere” persone e situazioni…

Ma che cos’è esattamente il profiling, o “profilo psicologico”, una delle tecniche più affascinanti, ma anche più controverse, della polizia scientifica, resa celebre da film come Il silenzio degli innocenti?
«Alla base di questa tecnica», spiega Picozzi, come me presente nei giorni scorsi al Festival NebbiaGialla di Suzzara, «c’è il fatto che il comportamento riflette la personalità, e quindi il comportamento di un criminale durante l’esecuzione di un reato riflette le sue caratteristiche personologiche, non diversamente da come l’osservazione di un’opera d’arte possa indurci a comprendere il profilo dell’artista».
A inventare tale tecnica fu lo psichiatra James Brussel che, nel 1956, contribuì in maniera decisiva alla cattura di Mad Bomber, un dinamitardo pazzo che per 16 anni aveva terrorizzato New York.
Dallo studio degli elementi lasciati sulla scena del crimine e dei suoi messaggi, Brussel riuscì persino a “indovinare” cosa avrebbe indossato l’attentatore al momento dell’arresto.
«Alcuni aspetti che sembrano rimandare a capacità divinatorie del profiler» continua Picozzi «possono in realtà essere desunti solo in circostanze particolari e solo su base statistica. Grande cautela deve essere sempre adottata nell’applicazione del profiling, e tale strumento non dovrebbe mai essere utilizzato per focalizzare l’attenzione su un singolo sospetto, o viceversa, per scartare definitivamente un sospetto durante la fase di indagine. Profiling, infatti, non significa affatto “identificare uno specifico individuo e trarlo in arresto”».

È una tecnica, insomma, che si limita a integrare la normale attività d’indagine, quindi è impensabile credere di risolvere un caso grazie al solo profilo.
Nella fase delle indagini preliminari, l’elaborazione di un “profilo d’autore”, basato sulla comparazione con casi analoghi e quindi sulla statistica, può suggerire a chi indaga spunti investigativi interessanti per individuare la tipologia di individuo da ricercare o restringere il campo a una particolare categoria di individui su cui continuare le indagini.
Tuttavia, nella vita di tutti i giorni, capire quando seguire l’istinto se qualcosa ci allarma e prendere le decisioni per tenere noi stessi e i nostri cari lontani dal pericolo è qualcosa che ognuno dovrebbe conoscere.
Ed è proprio questo l’obiettivo del libro di Picozzi: aiutare il lettore a sviluppare la capacità di riconoscere i segnali di rischio, in modo da scegliere il comportamento più adatto e prevenire o disinnescare tentativi di inganni, truffa, furto e aggressione.
Per chiunque desideri identificare le strategie di manipolazione e persuasione dei malintenzionati, dunque, suggerisco con convinzione la lettura di Profiler, che non è solo un manuale ma, nello stile coinvolgente e approfondito di Massimo Picozzi, anche una lettura appassionante.
Massimo Polidoro
Scrittore, giornalista e Segretario del CICAP, è stato docente di Metodo scientifico e Psicologia dell’insolito all’Università di Milano-Bicocca. Allievo di James Randi, è Fellow del Center for Skeptical Inquiry (CSI) e autore di oltre 40 libri e centinaia di articoli pubblicati su Focus e altre testate. L’avventura del Colosseo è il suo nuovo libro, e tra gli altri Rivelazioni, Il tesoro di Leonardo e i thriller Il passato è una bestia feroce e Non guardare nell’abisso. Segui Massimo anche su Facebook, Twitter, Periscope, Instagram, Pinterest, Telegram e la sua newsletter (che dà diritto a omaggi ed esclusive). Per invitarmi a tenere una conferenza scrivi qui.