A proposito della Sindone

Sindone

Una delle mail arrivatemi di recente mi dà la possibilità di parlare di uno dei più noti misteri della storia, quello della Sindone. L’autore è Gabriele Cuscino:

Gentile Massimo,
premetto che sono un tuo ammiratore da tempo, fin da uno dei primi numeri di
Focus (intorno al 1994/’95 o giù di lì) in cui apparivi, spiegando cos’era il CICAP e la storia di James Randi e Uri Geller.

Ora seguo molto il tuo blog e i tuoi preziosissimi nonchè molto curati podcast, per cui l’altro giorno mi è venuta un’idea, riguardo un mistero in particolare che ha da sempre diviso il mondo.

Premetto che sono una persona con i piedi per terra, che sono agnostico, ateo ed abituato a cercare la verità dietro l’angolo quando ciò che mi si presenta davanti al naso appare inusuale, misterioso o inspiegabile. Devo dire che la mia famiglia, un gruppo di persone iper-cattoliche e ferventi credenti, è stata una dura palestra per me, per l’allenamento del mio modo di ragionare basato sull’empiricità della realtà e di ciò che è dimostrabile; per cui, capirai bene, ho sempre cercato di seguire quella strada della ragione che non porta a prendere delle pericolose scorciatoie della logica verso indefiniti territori dove ci si perde facilmente.

Tutto questo solo per dirti che, parlando con un mio amico, un professore di matematica (e quindi una persona molto addentro con la scienza e il tipico ragionamento scientifico), siamo finiti sull’argomento Sacra Sindone, sul quale lui si batte a spada tratta, argomentando peraltro molto bene le sue tesi, basate sull’inaffidabilità delle recenti prove al radiocarbonio 14 (inficiate da presenza di cuciture del lino risalenti al Medioevo). Per carità, ogni cosa che dice è comprovata da salde argomentazioni scientifiche, ma io ho dei seri dubbi su tutta la faccenda.

C’è stato un paragone tra Schliemann e la scoperta di Troia – il tedesco si basò su fonti storiche e sui testi di Omero per trovare su Hissarilik la perduta città di Troia – con la situazione della Sindone. In quanto fonti storiche (seppur dubbie) i Vangeli costituiscono delle testimonianze, in qualche modo, e messi assieme, estrapolando le notizie che ne ricaviamo, si potrebbe anche fare un tentativo di far combaciare le fonti storiche con le prove oggettive (la Sindone in se stessa).

Insomma… io ho mostrato scetticismo, in quanto anche se si può dimostrare dalla trama del tessuto a lisca di pesce (tipica della tessitura del lino dell’epoca di Cristo) e dalla sua sbiancatura, che il tessuto risale a 2000 anni fa, ciò non dimostra null’altro che questo; ho ribadito che l’uomo rimasto impresso nel tessuto è certamente morto in seguito ad una pena inflitta dai romani, la crocefissione, e che molte cose potrebbero combaciare, ma ciò non costituisce una prova certa. Sarebbe arbitrario affermare il contrario… e in ogni caso, la figura di Cristo potrebbe davvero essere realmente esistita… pur non provando ciò null’altro che questo!

Stesso discorso di prima cioè… che l’esistenza di un personaggio storico non prova che sia figlio di Dio almeno quanto l’esistenza di un sudario risalente a quell’epoca non prova che sia effettivamente il sudario appartenente a quel personaggio.

Insomma, morale della storia (e scusa se ti ho tediato), vorrei un tuo parere in materia… non so, vorrei chiederti se il CICAP ha mai fatto delle ricerche in ambito sindologico, se ci si è sforzati di fare luce su questo reperto, per capire una volta e per tutte cosa abbiamo di fronte e mettere a tacere dicerie e illazioni.

Io cerco di non essere fazioso, però sono anche un pò irritato dalla confusione che regna attorno a questo oggetto che – tra l’altro – dovrebbe stare in un museo se veramente appartenente ad un periodo storico antico. Non metto in discussione la fede dei cristiani, che sono liberi di credere (e di certo continueranno a farlo, qualunque sia l’esito delle indagini), però vorrei che si facesse il punto sulla situazione.

Perciò mi rivolgo a te, sicuro di essermi appellato alla persona giusta, che potrebbe aiutarmi o a capire o quantomeno a farmene fare una ragione!
Ti ringrazio molto della tua attenzione e mi scuso per aver abusato della tua pazienza. Ciao e grazie ancora!

Grazie a te Gabriele.

Sì, dell’argomento Sindone ci siamo occupati più volte nel CICAP. Io, in realtà, ne ho più che altro scritto qualche volta. Tra chi ha studiato e investigato più da vicino il mistero ci sono sicuramente gli amici Luigi Garlaschelli e Gian Marco Rinaldi.

Garlaschelli ha scritto anche un libro sull’argomento (Processo alla Sindone, Avverbi), oltre a un capitolo contenuto nel mio Enigmi della storia. Sul sito del CICAP si può trovare molto materiale e, per non perdersi, si può iniziare da questo intervento di Mariano Tomatis.

Gian Marco Rinaldi, invece, ha condotto una sorprendente inchiesta su una vicenda che ha dell’incredibile. Quando alcuni anni fa si seppe che la datazione al Carbonio14 aveva indicato la Sindone come risalente al 1300 circa (e, dunque, aveva sentenziato che di falso si trattava), comparve uno scienziato russo che sembrò salvare capra e cavoli.

No, disse lui. Se la datazione ha dato quel risultato è solo perchè è stata esposta a un violento incendio. E dunque? E dunque, diceva il russo, un forte incendio può alterare la presenza di carbonio e quindi falsare la datazione anche di un migliaio e più di anni. In questo caso (guarda un po’) di 1270 anni circa.

Poichè era la prima volta che si sentiva dire qualcosa del genere, gli si chiese come lo sapesse. Semplice, fu la risposta, lui stesso aveva condotto una lunga serie di esperimenti pubblicati su riviste scientifiche che dimostravano questa incredibile scoperta.

Kuznetsov, questo il nome dello scienziato russo, fu immediatamente indicato dai sindonologi come il salvatore della Sindone. Grazie a lui era stato dimostrato che la datazione al C14 era sbagliata.

Almeno finchè non è arrivato Gian Marco Rinaldi. Ci ha messo qualche anno di ricerche, verifiche e indagini da vero Sherlock Holmes del paranormale. Alla fine, ha scoperto e lo ha dimostrato in maniera inconfutabile, che Kuznetsov si era inventato tutto di sana pianta. Non aveva mai fatto gli esperimenti. Non esistevano i laboratori dove diceva di averli fatti. Non esistevano i collaboratori che diceva lo avevano aiutato. Non esistevano gli articoli che diceva di avere scritto. Non era vero niente di niente.

L’unica cosa vera era che Kuznetsov era un tipo capace di inventarsi qualunque esperimento potesse fare comodo a qualche gruppo che aveva bisogno di prove scientifiche per convalidare una credenza di tipo religioso (lo aveva già fatto in passato con i Creazionisti americani) a patto che qualcuno lo sovvenzionasse. E per “inventare” intendo proprio un atto di pura fantasia.

L’intera inchiesta di Rinaldi è disponibile online, sul sito del CICAP, e la si può leggere qui. Credete che questa incredibile rivelazione (pubblicata su Scienza & paranormale, su The Skeptical Inquier, ripresa dai quotidiani, disponibile sempre sul web…) abbia forse fatto cambiare idea a chi sosteneva le tesi di Kuznetsov a spada tratta? Forse non conoscete abbastanza bene i sindonologi. Leggete qui.

Prima di chiudere, vi segnalo anche l’ottimo sito di Antonio Lombatti, storico del cristianesimo medievale ed esperto di false reliquie, che di Sindone se ne è occupato tante volte. Vi segnalo anche il suo ultimo libro, Il culto delle reliquie (Sugarco).

Buona lettura.

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72 risposte

  1. salve,

    ho letto due ricerche sulla sindone fatte dall’ENEA; ho trovato la cosa davvero interessante:

    http://www.frascati.enea.it/fis/lac/excimer/sindone/Di%20Lazzaro%20-%20un%20approccio%20scientifico%201%20-%20UCCR.pdf

    si sa che sono stati fatte delle datazioni al c14 che pongono la sindone al 1300 ma e’ strano che I segni che si riconoscono nella sindone siano cosi reali (il sangue con il siero e I buchi dei chiodi sui polsi e non sulle mani; come potevano nel medioevo sapere questo); il mistero resta; c’e’ poi da dire che qualunque aggiunta di carbonio di età differente da quella del campione da analizzare provoca una misurazione inaccurate ed e’ da notare che la contaminazione può avvenire con il contatto con acidi umici, sostanze prodotte dalla biodegradazione microbica dei materali biologici, o quello con i carbonati contenuti nel suolo, sono esempi di contaminazioni; la sindone e’ stata trasportata in svariati luoghi nel tempo; da considerare la contaminazione può essere provocata dal contatto del campione con materiali o contenitori che contengano carbonio, come ad esempio cotone, cenere, etichette di carta, borse di stoffa.

    mi sembra troppo semplicistico chiudere con il c14 la questione sindone.

    1. Grazie Francesco. È vero che la Sindone è qualcosa di affascinante, ma che provenga dal 1300 non è solo il C14 a dirlo, lo sono anche i dati storici: non ci sono prove che l’oggetto esistesse prima, ma ne esistono molte (e il C14 è la conferma finale) che risalga al Medioevo. Per iniziare ad approfondire: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100420 – e poi questo sito: http://sindone.weebly.com
      E per un riepilogo dei dubbi: http://www.lindro.it/sindone-le-ragioni-del-no/ Sulla ricerca dell’ENEA, infine, la invito a leggere il commento di Luigi Garlaschelli per il CICAP: http://www.queryonline.it/2011/12/28/una-fibrilla-per-la-sindone/

  2. Buonasera , domenica mi sono recata a visitare la Sacra Sindone , quando mi sono trovata di fronte , non so come mai, pur sapendo che non era permesso, ho deciso ugualmente di fotografarla con il mio cellulare Galaxy. Appena fuori ho controllato la foto: è una foto tutta bianca stranamente non ha impresso niente pur avendo scattato regolarmente. A parte il fatto che è stato demenziale da parte mia decidere di scattare la foto può dirmi come mai questa anomalia? A protezione c’è un vetro che riflette tutto bianco?
    ringrazio per il tempo che vorrà dedicarmi
    liliana

  3. Per quanto riguarda la datazione al radiocarbonio C14, io (Nicola de Liso) nel 1987 avevo avvertito il Cardinale Ballestrero che se avesse dovuto far effettuare la datazione col radiocarbobio C14 nel 1988 avrebbe dovuto far prelevare un campione che avesse ancora qualche filo ricoperto dall’amido originale, se no avrebbe avuto una datazione che fosse stata la media storica fra il 30 d.C. e il 1988, poichè se avessero preso un campione ricoperto dall’amido avrebbero potuto asportare l’amido stesso 5 minuti prima dell’esame e quindi il campione avrebbe avuto solo 5 minuti di contaminazione e non 2000 anni circa dal 30 d.C. Io poi venni a sapere che nel 1982 avevano già effettuato una datazione su un pezzo di tessuto sindonico prelevato nel 1973 e dato a Raes e il Caltech della California aveva datato una parte ricoperta dall’amido e aveva ottenuto la datazione 1200 o 1000 a seconda del testo che ha tramandato tale datazione (per la Marinelli era il 1200 e per Baima Bollone 1000);
    mentre per la parte senza amido tutte e due i libri sindonici riportavano il 200 d.C.. Pertanto avevo ragione, perchè il 200 d.C. significava che l’amido originale era caduto da quel frammento 170 anni prima del 1982. Pertanto quella prova, sia pure illecita dimostrò da sola che l’amido della sindone preserva il filo dalla contaminazione di 2000 anni.

  4. La tridimensionalità della Sindone nessuno è in grado (ovviamente) di riprodurla. Se ciò non mette in crisi lo scientismo del “DIO non esiste” c’è niente da fare; però lì uno può salvarsi solo nel solito corner: “un giorno la SCIENZA SAPRA’ SPIEGARE”. Campa cavallo.
    Per chi vuol far fuori DIO, è un vero tormento la SINDONE, comprendo.
    Statemi bene.

  5. Ho visto la riproduzione, perfetta, di una vecchia 100 lire su un fazzoletto di cotone “mussola” fatta a Napoli. Sembra sia stato usato del boro come catalizzatore (così si diceva) portando la temperatura della moneta a circa 35 gradi celsius. L’immagine presenta le identiche cartteristiche strepitose della sindone, cioè l’immagine al “negativo”. Chi altri ha avuto modo di vederla?

  6. Gentile Signor Massimo Polidoro,
    mi riferisco alla recensione – solo adesso a mia conoscenza – apparsa sulla sua rubrica in data 19 settembre 2007 – alle ore 11:34 – e che riguarda il mio racconto “La sacra sindone falso dei falsi”.
    Premetto che sono uno scrittore e non un teologo né uno storico e che il mio breve racconto é frutto piacevole della mia fantasia, senza con questo affermare che la mia narrazione sia Vangelo.
    Ora, un certo signor sergiopaolo, nella stessa rubrica ha affermato – dopo aver letto il mio racconto – che in giro ci sono romanzieri ciarlatani che con i propri scritti esercitano confusione ed equivoci nei lettori creduloni.
    Poi aggiunge, bontà sua, numerose analisi scientifiche, teorie storiche e presenti come fossero realtà inoppugnabili.
    Consiglio il signor sergiopaolo di leggersi qualche buon libro di filosofia della vita, dove la realtà non é “spocchiosa” come lui ama credere.
    Mi é gradito aggiungere che taluni signori “sotuttoio” che imparano nozioni a memoria per poterle ripetere alla maniera dei pappagalli, farebbero bene ad evitare confusione e riflettere sul fatto che l’uomo si é evoluto “decine di milioni” di anni fa.
    Invece la Bibbia ed i Vangeli, a mio parere perfetti per narrazione romanzata, redatti da uomini di quel tempo, sono stati elaborati il primo circa quattro mila anni fa, ed i secondi duemila anni fa, mentre la sindone – che mi é del tutto indifferente se sacra o profana – é ancora un dubbio.
    Cordialmente
    Ferdinando Giannone
    Critico letterario & musicale

  7. io dico solo che storicamente accertato che il sepolcro la mattina di pasqua era aperto era i soldati romani videro una luce uscire,poi nn posso certo dire che in quel telo ci fosse avvolto cristo.

    Ditemi voi se non credete alla resurrezione provata dai romani a cosa dovete credere.

  8. A proposito della non riproducibilità,
    che dimostrerebbe la sua autenticità,
    pensiamo al valore legale di una firma.
    Ne ho messe su diversi documenti:
    perché nessuno le imita, dopo aver
    scritto che gli devo un milione?
    E’ evidentemente ben difficile da
    contraffare. Ed è la firma di un comune
    mortale, senza pretese di sacralità.

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