Chi ha spento il lampione?

Lampione

Vi è mai capitato camminando per strada che un lampione sembrasse spegnersi al vostro passaggio? Potrebbe essere solo una coincidenza, ma c’è anche chi pensa che si tratti di un fenomeno se non paranormale almeno molto insolito…

Uno di questi è il lettore Pietro Cigolini che mi scrive:

Mi sono interessato al fenomento della Street Lamp Interference perchè penso di esserne soggetto (mi capita infatti talvolta di spegnere i lampioni per strada). Non mi sono fatto certo suggestionare dalla cosa e ho cominciato a cercare su Internet.

La risorsa più interessante che ho trovato è un’indagine dell’ASSAP negli USA che nel 1993 ha voluto archiviare una serie di esperienze probabilmente legate al fenomeno. A quanto pare però l’interesse sembrerebbe scemato.

Ho voluto quindi scrivere un post a riguardo sul mio blog. Vorrei chiedervi se voi avete qualche risorsa a riguardo e/o siete interessati ad approfondirne le dinamiche.

Quello della SLI è un argomento che mi ha sempre incuriosito. Anche a me, naturalmente, è capitato di vedere un lampione che si spegneva nella strada in cui passavo. Poco dopo, magari, si riaccendeva anche.

Ho provato a indagare un poco e ho visto che le lampade al sodio che di solito si trovano sulle strade hanno un ciclo di vita ben definito. Quando raggiungono la fine di questo ciclo iniziano a spegnersi e poi a riaccendersi, finchè un giorno non si riaccendono più e devono essere sostituiti.

Se capita di passare quando la lampada quasi scarica si spegne si può facilmente avere l’impressione di essere responsabili di quello spegnimento. La nostra mente è fatta in modo da trovare sempre una causa e un effetto anche quando si trova davanti a fatti che non sono per nulla correlati. Le superstizioni si basano proprio su questo meccanismo.

Tuttavia, chi ritiene la SLI un effetto reale, sottolinea che il numero di episodi segnalati è troppo grande per essere solo una coincidenza (in realtà, dipende da quante lampade si prendono in considerazione in questo calcolo) e che il fenomeno si ripete spesso alle stesse persone (questo sarebbe già più interessante).

Se dunque anche a voi è mai successo qualcosa del genere mi piacerebbe leggere i vostri racconti o i vostri commenti se, invece, pensate esistano altre spiegazioni.

Ora, con la bella stagione, si hanno più occasioni per camminare di strada la sera, con i lampioni accesi, e dunque ci saranno maggiori possibilità di vivere episodi di SLI. Segnalatemeli.

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65 risposte

  1. Nella vita canto in una cover band di sera e di giorno sono un commercialista, leone con ascendente in gemelli. Saranno ormai tipo 7 anni che mi capita e saranno 2 anni circa che leggo saltuariamente opinioni in merito a queso fenomeno e fondamentalmente sono 2 le cose più interessanti che ho letto.
    Una di queste, che è molto vecchia e risaputa, sarebbe quella appena elencata fin troppo bene, che le lampade a scarica si spengono per poi una volta raffreddate riaccendersi e l’altra è che il corpo umano essendo conduttore può caricarsi di energia magnetica e scaricarla a sua volta su tutto ciò che conduce, questo capita quando si è pensierosi in maniera non sempre negativa, casi analoghi ai lampioni ho letto con apparecchi elettronici di ogni tipo con cui non tutti tutti vanno d’accordo. Esperienze personali si, le solite, passi e hai la senzazione che i lampioni si spengono al tuo passaggio, in macchina e a piedi, cosi tante volte che ormai ci convivo, tanto tipo quasi tutti i giorni, dopo 2 anni che leggo questo è il primo messaggio che scrivo cosi, volevo vedere se c’erano novità in merito, se mi bastasse il lato tecnico appena elencato non scriverei di sicuro, quindi avete capito a quale delle 2 spiegazioni mi riferisco, capita quelli che si spengono e basta e qui il lato tecnico delle lampade a scarica trionfa ma ci sono anche tantissime ma cosi tante volte che si spengono, quando penso a qualche ex, anche se ho la ragazza, o sono pensieroso in genere, ma capita tipo anche 1 oretta fa, altro che anni, non mi fa più impressione, mi dispiace contraddire una persona cosi colta e con tanta esperienza che dice e di sicuro giustamente che le lampade a scarica che si spengono si raffreddano dopo pochi minuti per POI riaccendersi. Siamo a fine giuno sono siciliano, qua fa caldo la lampada si è completamente spenta l’ho superata è si è riaccesa dopo 15 secondi e dopo 30 mestri un altra che era spenta se è accesa e si è spenta dopo che sono passato sempre tipo 15 secondi e giusto giusto ero pensieroso e giusto giusto ancora tante persone hanno senzazioni simili, vi ho raccontato la più recente, fresca fresca e anche se doppia lampada in 50 metri, c’è di peggio. A piedi sul porto di castellamare, circa 4 anni fà era sabato sera e passegiavo con un amico bevendo una birra tra la gente, un lampione si è spento, lo superavo è si accendeva, sempre 20 secondi, agosto, piena estate, mi allontanavo 8 metri circa e si accendeva, superavo gli 8 metri circa e si spegneva facendolo tipo per 5 minuti di fila si sarà spento e acceso più di 10 volte, allora il mio amico mi dice vedi che quel lampione ce l’ha con te e ridendo abbiamo continuato la passeggiata per tutta la sera ogni volta che passavo da quel palo, lui si spegneva passavo gli 8 metri e si accendeva, avrei dovuto filmarlo ma di sabato sera con la testa alle donne passeggiando me ne sono fregato ma sara successo almeno 30 volte e lo vedevo da lontano, e non si spegneva, prima di arrivarci dentro di me speravo che non si sarebbe spento e invece continuava a farlo. Non dimenticherò mai più quel giorno… Giuro, dico la verità, però come si dice ciò che non uccide fortifica, infondo che sara mai se si spegne qualche luce e si riaccende immediatamente, non mi sembra di peggiorare anche se capita spesso ma mai come quella sera, quindi viva la ricerca, e scambiare opinioni su conoscenze eesperienze personali, senza preoccuparsi troppo di una cosa che può provocare solo un pochetto di disaggio. ciao a tutti!

  2. Buongiorno a tutti,

    Vedo che c’è un po’ di carenza di informazione sul funzionamento delle lampade utilizzate nell’illuminazione pubblica, quindi provo prima di tutto a spiegare il loro principio di funzionamento ed in seguito spiegare quello che viene definito “SLI”, che apparentemente sembra causato da noi ma in realtà è causato dall’esaurimento delle lampade a scarica usate nei lampioni. È una spiegazione un po’ lunga, ma è dovuto al fatto che ho cercato di esporre i particolari in termini comprensibili anche a chi non se ne intende.
    Premetto che sono un informatico, appassionato di illuminazione elettrica, e colleziono e studio lampade di tutti i tipi da quando avevo la tenera età di 8 anni. Ho anche costruito in proprio diversi apparecchi che fanno uso delle lampade a scarica (vapori di mercurio, vapori di sodio, ed alogenuri metallici) usate nell’illuminazione pubblica, con relativi circuiti di accensione e regolamento. Dico questo non per fare la voce grossa ma per evidenziare il fatto che conosco bene l’argomento e che comunque, per mestiere, ho a che fare con la tecnologia e la tecnica tutti i giorni, il che implica tra le altre cose anche una buona dose di discernimento ed intuito tecnico. Le affermazioni che seguono le potrete ritrovare su qualsiasi sito che tratta dell’argomento e su Wikipedia.

    Iniziamo parlando del funzionamento di queste lampade. Le lampade usate nell’illuminazione pubblica sono dette “lampade a scarica”. La loro definizione deriva dal fatto che la sorgente luminosa non è il comune filamento presente nelle classiche lampadine ad incandescenza, che usiamo tutti quanti nelle nostre case, ma una scarica elettrica, che emette luce ad alta intensità. Questa scarica elettrica viene fatta scoccare in un ambiente ad atmosfera controllata in cui è presente una miscela di gas, che la scarica (arco elettrico) attraversa. La miscela di gas viene fornita dalla vaporizzazione di uno o più metalli presenti all’interno della “camera di combustione” della lampadina, tecnicamente detta “tubo di scarica”, il quale è fatto di materiali molto robusti ma che permettono il passaggio della luce (quarzo o vetro borosilicato, materiale simile al vetroceramica). Tali materiali sono necessari per via delle alte temperature di esercizio raggiunte (il cuore della scarica elettrica può tranquillamente superare i 1000°C) e delle aggressive reazioni chimiche dei vapori metallici a queste temperature, a cui il tubo deve resistere, pena il danneggiamento della lampada addirittura con possibili scoppi. Il tubo di scarica non è altro che un’ampolla o bulbo fatti di detti materiali, di forma cilindrica allungata o pressoché sferica, ermeticamente sigillata e contenente al suo interno:

    – il metallo o la miscela di metalli che, venendo fatta evaporare dall’alta temperatura della scarica elettrica, forniscono l’atmosfera gassosa che conferisce l’intensità ed il colore della luce emessa dall’arco elettrico.

    – un gas definito “gas di avviamento” o “gas di innesco” (di solito argon, neon o xeno), che fornisce un’atmosfera di base in cui far scoccare agevolmente la scarica all’accensione della lampada (senza gas di innesco sarebbe impossibile scoccare la scarica, e quindi riscaldare e far evaporare le miscele metalliche presenti nel tubo)

    – 2 elettrodi principali, che sono dei piccoli pezzi di metallo solitamente di forma cilindrica, posti ai lati del tubo, collegati al circuito elettrico e che servono per trasportare la corrente e far scoccare la scarica tra di essi

    – eventualmente 1 o 2 elettrodi di avviamento, più piccoli e posti molto vicini agli elettrodi principali e connessi al polo opposto del circuito (se l’elettrodo principale è connesso alla fase, l’ausiliario al suo fianco sta sul neutro), che servono a pre-ionizzare il gas di innesco in fase di accensione. Essendo che la distanza tra elettrodo principale ed ausiliario è molto ridotta, si può far scoccare facilmente senza voltaggi troppo elevati una mini-scarica tra questi, che ionizza il gas di accensione, riducendone la sua resistenza elettrica, e agevolando quindi l’innesco della scarica definitiva tra i 2 elettrodi principali. Questo processo di pre-ionizzazione e innesco avviene in una frazione di secondo

    Si distinguono diversi tipi di lampade a scarica, classificabili secondo la miscela metallica contenuta nel tubo, che influenza il colore della luce emessa e le caratteristiche elettriche della lampada stessa (tralascio un particolare tipo di lampade a scarica, ovvero i tubi al neon usati per le insegne pubblicitarie):

    – lampade al vapore di mercurio (luce bianco-azzurra). Fanno parte delle lampade a vapori di mercurio anche i classici tubi fluorescenti e le cosiddette, e recentemente così in voga, “lampade a risparmio energetico”, erroneamente detti lampade al neon o tubi al neon. In realtà sono lampade a vapori di mercurio, anche se la pressione al loro interno è molto più bassa rispetto a quelle usate nell’illuminazione stradale (per questo sono così grandi e scomode). La differenza nel colore di luce emesso risiede nella diversa composizione chimica del rivestimento bianco di cui il tubo è ricoperto all’interno. Tra l’altro il tubo stesso fa da tubo di scarica, non c’è ampolla esterna di protezione, a parte in alcune lampade a risparmio energetico. Essendo lampade tutto sommato tranquille a livello elettrico e chimico non necessitano di precauzioni particolari in quanto scaldano poco (non devono far vaporizzare tutto il mercurio contenuto al loro interno per funzionare, quindi la temperatura può rimanere abbastanza bassa) e sono abbastanza tolleranti all’atmosfera esterna. Chiaramente evitate di romperle e respirare i gas che ci sono al suo interno

    – lampade al vapore di sodio (luce giallo-arancione in quelle a bassa pressione, giallo-oro in quelle ad alta pressione e pressoché bianca in quelle ad altissima pressione)

    – lampade ai vapori di alogenuri metallici (luce che varia da bianco-azzurra estremamente brillante, tipica dell’illuminazione degli stadi per fare un esempio, a pressoché bianca come quella delle lampade nelle vetrine dei negozi, colore che varia in funzione della miscela di minerali presente nel tubo)

    Il tubo di scarica, con relativi elettrodi e miscele gassose e metalliche, è contenuto in un’ampolla esterna di protezione, che è quella che è possibile toccare con mano, che serve per proteggerlo e proteggere le strutture metalliche di conduzione elettrica e che sostengono il tubo al centro della lampadina. Oltrettutto l’ampolla esterna blocca la dispersione di raggi UV provenienti dalla scarica elettrica, nocivi alla salute. Nell’ampolla sono inseriti dei gas inerti a pressione molto bassa, che ottimizzano lo scambio termico tra il tubo di scarica e l’ambiente esterno. Eventualmente sulla superficie interna dell’ampolla di protezione sono posti dei materiali, solitamente bianchi, per migliorare la resa cromatica della luce (permettono di vedere meglio i colori), specialmente nelle lampade al mercurio, del tutto simili a quelli usati nei tubi fluorescenti e nelle comuni lampade a risparmio energetico.
    Le lampade a scarica nel gas presentano una caratteristica elettrica di resistenza negativa. Vale a dire che quando il gas viene ionizzato (a scarica innescata), la scarica elettrica tende a richiamare più corrente. Il passaggio di ulteriore corrente eccita sempre più atomi del gas, che ionizza sempre di più, diminuendo ulteriormente la resistenza e causando assorbimento ancora maggiorato da parte dell’arco elettrico. Questo ciclo si ripete fino a quando non succede un evento che interrompe il fenomeno:

    – la protezione del circuito (fusibile) interviene tagliando l’alimentazione elettrica alla lampada
    – i cavi che alimentano la lampada, a causa delle elevate correnti, surriscaldano e bruciano
    – il tubo di scarica stesso non riesce a sostenere le condizioni di aggressività della scarica elettrica e scoppia

    È necessario quindi controllare in qualche modo la corrente che viene fornita dalla lampada. A questo scopo entra in gioco un componente chiamato in gergo “reattore”, che altro non è che una bobina di filo elettrico isolato avvolta intorno ad un nucleo di ferro. L’avvolgimento è incapsulato in una scatola metallica e il dispositivo ha forma di parallelepipedo, solitamente di colore bianco con delle scritte stampate sulla faccia superiore (sicuramente molti l’avranno visto all’interno delle lampade fluorescenti dell’ufficio o di casa quando si cambiano i tubi esauriti). Il reattore, giocando sull’induzione magnetica causata dalla corrente che percorre l’avvolgimento, limita la corrente fornita alla lampada. Il limite massimo di corrente erogabile viene stabilito dalla lunghezza del filo e dal numero di spire che vengono avvolte intorno al nucleo, quindi più spire ci saranno e più lungo il filo sarà (e quindi più grosso e pesante sarà il reattore), più corrente riuscirà ad erogare. Questo è il motivo per cui lampade dello stesso tipo, ma di potenze maggiori, richiedono reattori più grossi e pesanti. Chi è abituato a cambiare tubi fluorescenti in lampade di diversa lunghezza probabilmente si sarà accorto di questo fatto, perché più lungo è il tubo fluorescente più è alto il suo wattaggio (potenza), richiedendo reattori dimensionati di conseguenza. Chi è abituato a lavorare con l’illuminazione pubblica potrà dirvi con facilità la rottura di scatole quando si cambiano i reattori dei proiettori presenti negli stadi o che illuminano grandi monumenti, i reattori dei quali possono avere anche 40 cm di lato e pesare oltre 20 kg.
    Il reattore è anche responsabile della generazione dell’alta tensione necessaria alla lampada per scoccare l’arco voltaico quando viene accesa. Tuttavia in molti casi il reattore da solo non è sufficiente, per questo si affianca al reattore un altro dispositivo, incaricato di generare uno o più impulsi ad alta tensione, che innescano la scarica. Tale dispositivo è detto starter o accenditore, e può funzionare inducendo il reattore a generare impulsi di tensione più alti, come per esempio avviene con il classico starter delle lampade fluorescenti (quel cilindretto bianco che si illumina quando si accende una lampada fluorescente per intenderci), oppure intervenendo direttamente con i suoi circuiti elevatori di tensione, come per esempio l’accenditore usato nelle lampade al sodio e ad alogenuri. Il secondo notoriamente è il più “violento” perché genera tensioni molto elevate (3 – 5 kilovolt o più per lampade di potenze molto elevate).
    Reattore, accenditore (o starter) ed eventuali altri componenti sono cablati in un semplice circuito, da cui escono 2 fili che portano la corrente alla lampada. Lampada e componenti vari sono contenuti negli apparecchi di illuminazione, le “teste” dei lampioni, da cui arriva la luce.
    L’accensione delle lampade a scarica avviene secondo questa sequenza:

    1) il reattore viene messo sotto tensione e genera, eventualmente con l’aiuto dello starter, una serie di impulsi ad alta tensione
    2) gli impulsi ad alta tensione arrivano agli elettrodi, che ionizzano il gas di accensione ed innescano l’arco elettrico nel tubo di scarica
    3) l’arco elettrico si stabilizza (per questo le lampade a scarica lampeggiano quando vengono accese) e inizia a scaldare l’atmosfera nel tubo di scarica
    4) la temperatura, alzandosi, fa evaporare la miscela metallica presente nel tubo
    5) il metallo evaporato fa aumentare la pressione e la temperatura all’interno del tubo, rinforzando l’arco elettrico e causando l’evaporazione di tutta la miscela
    6) a miscela completamente evaporata, la lampada è operativa

    Il periodo di riscaldamento della lampada dura alcuni minuti, ed è per questo che i lampioni, appena accesi, emettono pochissima luce per poi giungere al loro apice poco tempo dopo l’accensione. Durante questo periodo le caratteristiche elettriche della lampada si modificano, ed il reattore si adatta di conseguenza, regolando il rapporto tra corrente (ampère) e tensione (volt) fornite alla lampada per il sostenimento dell’arco elettrico. Se un evento esterno causa l’estinzione dell’arco, la lampada non potrà essere riaccesa fino a quando non si sarà raffreddata a sufficienza, per via dell’elevata resistenza del gas rovente all’interno del tubo (si ricorda che un materiale conduttore più è caldo più ostacola il passaggio di corrente elettrica). A resistenze così alte nemmeno l’accenditore riesce a generare tensioni tali da reinnescare la scarica, a parte modelli specificatamente progettati ma non molto diffusi. Questo è il motivo per cui, durante una breve caduta di tensione, vediamo i lampioni fuori casa spegnersi e riaccendersi soltanto alcuni minuti dopo, ripetendo un’altra volta la sequenza innesco – stabilizzazione – riscaldamento. Nel periodo in cui la lampada è spenta e si raffredda il reattore rimane comunque sotto tensione. Quando la lampada sarà fredda quanto basta, e di conseguenza la resistenza sarà sufficientemente bassa, il reattore riuscirà a scoccare un altro arco elettrico, riaccendendo la lampada.

    Compreso il funzionamento del complesso lampada – reattore passiamo ad analizzare il comportamento delle lampade quando sono pressoché esaurite. Nelle lampade a scarica, dopo anni passati a “bruciare”, lo stato dei materiali di cui sono fatti gli elettrodi e il tubo di scarica, dei gas di innesco e delle miscele metalliche, degrada. Gli elettrodi si consumano, il tubo di scarica si annerisce (trattenendo quindi più calore e rendendo di conseguenza il passaggio della corrente più difficoltoso, per via dell’aumento di resistenza), gas e miscele modificano la loro composizione chimica diventando meno efficienti. Risultato di questo processo degradante è che la lampada emette sempre meno luce, e la tensione necessaria per mantenerla accesa sale. Quando questa tensione va oltre i limiti del reattore quest’ultimo non è più in grado di sostenere l’arco elettrico e la lampada si estingue. In seguito, raffreddandosi, con il reattore che rimane in tensione, raggiunto un grado di raffreddamento sufficiente la lampada si riaccende, riscaldandosi di nuovo fino a che il reattore riesce a sostenerla. Superato nuovamente il limite sostenibile dal reattore la lampada si spegne, si raffreda, si riaccende, e così via fino a quando questa sarà “fritta a puntino” e non potrà più nemmeno essere accesa. Il ciclo continuo di accendi-spegni induce uno stress considerevole sia nella lampada ma anche nel reattore/accenditore, il quale, se molto vecchio (ci sono reattori in esercizio da più di 40 anni), potrà ricevere il colpo di grazia e cessare di funzionare a sua volta.
    Questo ciclo di accensione – spegnimento si manifesta principalmente nelle lampade al sodio ed alogenuri metallici, le quali durante il loro funzionamento hanno reazioni chimiche piuttosto aggressive che causano anche perdite di gas attraverso le pareti del tubo di scarica, specialmente alla fine della loro vita. Le lampade al mercurio, in quanto più “tranquille” chimicamente, semplicemente si degradano fino a che non possono essere più accese, anche se è capitato personalmente al sottoscritto di vedere, con sommo stupore, lampade al mercurio che si comportano in questo modo. Tra l’altro, le lampade al mercurio non hanno bisogno di circuiti accenditori, ma sono sufficienti tensioni anche inferiori a 220v per accenderle, al contrario delle lampade al sodio e ad alogenuri, che richiedono tensioni più alte (2000 e più volt). Per quelli che leggendo questo articolo cominciano a provare l’impulso irresistibile di mettersi a giocare con le lampade a scarica (si, c’è gente matta come il sottoscritto, più di quanto io stesso pensassi :-D)… NON PROVATE ASSOLUTAMENTE ad avvitare una lampada a vapore di mercurio al posto di una lampadina normale senza il reattore!!! Se siete fortunati come me (si, ho provato a fare pure questo) la lampada si danneggerà e al limite vi farà saltare le valvole di casa. Se siete più sfortunati si bruceranno i cavi dell’impianto elettrico o vi potrà scoppiare in faccia. Lo stesso vale con le lampade al sodio e ad alogenuri metallici. Nel caso in cui riusciste ad accenderle (come detto richiedono tensioni nell’ordine dei kilovolt per accendersi), una volta innescato l’arco il processo di diminuizione a catena della resistenza è avviato, con le conseguenze che ho detto prima. Vi ho avvisati.

    Compreso anche il comportamento della lampada a fine vita, passiamo a tentare di spiegare il cosiddetto “SLI” (Street Lamp Interference). Passando sotto un lampione nel quale è montata una lampada in fase di esaurimento, la probabilità che la stessa si spenga mentre noi passiamo è piuttosto alta. Molti dei cosiddetti “SLIders” spiegano il fenomeno con qualche teoria inerente le interferenze tra campi magnetici emessi dal nostro corpo con i circuiti dei lampioni, e giustificano questo fatto dicendo che allontanandosi dal lampione la lampada si riaccende. Ecco scoperto l’inghippo: passando sotto il lampione, causalità vuole che la lampada in quel momento si spenga, si raffreddi, mentre noi nel frattempo ci allontaniamo dal lampione. A un certo punto la lampada si riaccenderà, e noi saremo lontani dal lampione, e avremo l’impressione che il fenomeno sia dovuto alla nostra vicinanza al palo in questione. Peccato che questo sia il normale ciclo di accensione e spegnimento delle lampade esaurite. Provate a sostare sotto il lampione se questo si spegne in vostra presenza: vedrete che nel giro di pochi minuti si riaccenderà. Altro fatto con cui viene giustificata la teoria dello SLI: al passaggio di una strada illuminata DIVERSI lampioni si spengono quando noi passiamo sotto o ci avviciniamo. Le linee di illuminazione pubblica non sono sottoposte a costante manutenzione ma a manutenzioni programmate, in base a una media stimata della durata utile delle lampade (si parla di decine di migliaia di ore), oppure a manutenzioni straordinare in caso di un numero eccessivo di lampade bruciate. È possibile quindi che diverse lampade di quella linea stiano giungendo a fine vita, e non sarà improbabile vedere, a distanza di pochi giorni, gli operai dell’azienda elettrica municipale che, muniti di camion ed elevatore, cambieranno le lampade della linea in questione. Pur dando per buona la teoria che il nostro corpo emette lievi campi elettromagnetici (in fondo noi comandiamo i nostri muscoli grazie a impulsi elettrici, anche se non ci sembra), questi non saranno mai forti a sufficienza da indurre picchi o cali di tensione all’interno dei circuiti dell’illuminazione pubblica. E, anche se probabilmente con la nostra mente è possibile in qualche modo interferire con agenti esterni a noi stessi (non ho mai avuto prove di questo ma non me la sento di escludere questa possibilità a priori), DI SICURO non è questo il motivo dello spegnimento dei lampioni di cui la gente parla su Internet o addirittura documenta questo “fenomeno” con filmati, anche piuttosto ridicoli, su Youtube (cercate SLI street light interference su Youtube, ne vedrete delle belle). Casualmente in questi filmati i lampioni in questione hanno sempre luce gialla (sodio). Sarà una coincidenza? Rileggete quanto detto sopra e a buon intenditor poche parole…

    Spero di essere stato abbastanza comprensibile nella mia esposizione e che sia utile per dissolvere i dubbi che nascono intorno a questo fenomeno.

  3. A me capita tutti i giorni:vado a fare colazione al bar di mio fratello alle 6.45 di ogni mattina, parcheggio la macchina e mentre passo sotto il lampione per andare verso il bar questo si spegne!Però mi sono accorto che non capita solo con quel lampione ma il fatto accade molto molto spesso,pertanto (parlo del mio caso) non possono essere semplici coincidenze ma bensì qualche fenomeno di tipo energetico.Se avete qualche risposta o studio effettuato su questi fenomeni potete contattarmi via mail: blotos@tiscali.it

  4. a me capita spessissimo di arrivare con la mia auto in prossimità di un incrocio ed all’improvviso il semaforo da verde diventa giallo e poi rosso.
    Questo fenomeno diventa più frequente quanto maggiore è la fretta che ho in quel momento.
    Un’altra spiegazione è che i semafori “intelligenti” riconoscano la sagoma della mia vettura e si scambino l’informazione via cavo, perseguitandomi.
    Abito a Roma e sono molto preoccupato

  5. ciao a tutti a me capita da 20 anni che quando passo sotto ilampioni questi si spegne ultimo episodio proprio un ora fa questo fatto mi ha messo un pò di inquietudine io sinceramente associo questo fenomeno
    proprio per sensazione a qualcosa di paranormale

  6. io non escluderei a priori la possibilita che i nostri cerveli fungano da ricetrasmittenti questo forse potrebbe spiegare vari fenomeni probabilmente e una cazzata ma non e che il potere elettrico del nostro cervello possa interferire con i lampioni e non solo con essi…. se cosi fosse non per forza dev essere un fenomeno sovrannaturale ma un fenomeno fisico non ancora dimostrato dalla scienza ma che in futuro chissa’ non potrebbe piu essere mistero

  7. save ragazzi… io sapevo ke quelli com me venivano definiti slider… però non ho capito perfettamente quale meccanismo permette ciò… cioè mi capita praticamente ogni sera o quasi di spegnere lampioni, e a mia madre è capitato x u paio di mesi, di spegnere un altarino giorno x giorno… mi reputo strano i, ma non credo ke si possa arrivare a questo punto… io ci credo a queste forze, ma inizio a incuriosirmi davvero… fatevi sentire, vi prego, vorrei approfondirne… il mio contatto msn è karmelo15@hotmail.it! a presto

  8. Ho letto un pò dei vostri commenti….beh, sono da una parte felice di non essere il solo (ma di questo ne ero già a conoscenza) e dall’altra vagamente stupito che alcune persone tipo vari elettricisti, addebitino questi spegnimenti al naturale deterioramento delle lampade.
    Per quanto mi riguarda sono più di 20 anni che il fenomeno mi appartiene (ne ho 46) all’inizio come molti vi ho dato poco peso, poi con il passare del tempo mi sono convinto che non poteva essere solo una coincidenza e così ho cominciato ad indagare. Semplicemente si tratta di energia. C’è in ognuno di noi, chi più e chi meno. Ho conosciuto, in questi anni, gruppi di studio che riescono a convogliare questa energia e spegnere un lampione o accendere a loro piacimento la TV o lo stereo.
    Sono stato invitato ad alcune loro sedute e ho potuto vedere cose che non avrei mai creduto.
    Per quanto mi riguarda ho potuto notare che gli spegnimenti avvengono con due stati d’animo precisi; o estrema rabbia o estrema contentezza.
    Negli anni ho invece convogliato questa energia a fin di bene, ho partecipato ad alcuni corsi inerenti i massaggi e, assolutamente senza scopo di lucro, ma solo verso amici e parenti, quando qualcuno ha dolori sia muscolari che articolari oppure il “semplice” mal di testa, beh, io mi carico e applicando le mani o massaggiando le parti dolenti, li faccio passare.
    Le persone che si sono avvicendate negli anni al mio fianco, così come gli amici e parenti più cari, possono testimoniare che in tutte le occasioni il loro malessere è passato.
    Ho avuto anche modo di parlare con alcuni osteopati (tecnica di massaggio riconosciuta a livello medico) che mi hanno confermato che, al di la della conoscenza specifica data dallo studio della materia in oggetto, chi oltre ad aver conseguito un brevetto di osteopata ha la capacità di convogliare la propria energia, sarà certamente facilitato nel suo lavoro.

  9. Ciao, oggi ho sentito la necessità di fare una ricerca in rete per informarmi su questo argomento… Non mi è mai capitato prima, ma sabato pomeriggio (oggi è martedì) passando per una via in centro della mia città si sono spenti 3 lampioni consecutivamente, nell’arco di 20 minuti … oggi ero in macchina che aspettavo un collega per rientrare a casa e in una lunga via piena di lampioni si è spento proprio quello sopra la mia macchina… Sono coincidenze? Per “ridere”, siccome è un periodo che non c’é una cosa che va dritta (lasciata dal fidanzato, lutto in famiglia ecc…) dico che probabilmente ho un po’ di energia negativa, ma… ha senso?!

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